Fonte: foto di Antonio Massa
3.3 Gli orti, descrizione e funzionamento
Gli orti comprendono un sistema articolato di diversi appezzamenti che, originariamente, erano affidati soltanto agli anziani; successivamente, negli anni, c’è stata una differenziazione dei destinatari modulata per rispondere ai bisogni emergenti.
Allo stato attuale gli orti includono:
• 54 parcelle individuali, ognuna di 100 m2 (10m x 10m), assegnate ai pensionati con più di 55 anni residenti nel comune senza terre di proprietà;
• una parcella di 1.000 metri quadri (il cosiddetto Ortone), che fino al 2012 era affidata ad un’associazione di promozione sociale che riforniva localmente dei gruppi d’acquisto solidale ed era in conversione biodinamica. Quando, per di- namiche interne al gruppo, l’associazione è venuta meno, l’Ortone è stato sud- diviso in 20 parcelle, ciascuna di 50 m2, che a marzo 2013 erano tuttora in corso di affidamento. I nuovi lotti non sono riservati agli anziani, ma aperti a tutta la popolazione, e non sono assegnati mediante bando pubblico, ma attraverso il passaparola. La loro peculiarità, inoltre, è quella di non essere recintati, ma di essere aperti e suddivisi semplicemente attraverso canaletti di separazione; • un appezzamento di circa 50 m2 affidato al dipartimento di igiene mentale della
ASL, coltivato da persone con disagi psichici, che praticano l’orto-terapia sotto la guida esperta di uno psichiatra;
• una parcella di 50 m2 destinata agli orti pedagogici e frequentata dagli istituti scolastici, che recentemente è stata trasferita nell’Ortone; • una parcella affidata alle ACLI, utilizzata esclusivamente da due o tre persone con un paio di incontri annuali fra tutti soci; • una parcella affidata all’Associazione malati reumatici Campania (AMAREC); in pratica, tuttavia, vi è una sola persona che cura l’orto, mentre sporadicamente si organizzano visite degli associati al Parco;
• il giardino dei cinque sensi, una parcella di circa 250 m2 curata dal Centro di educazione ambientale.
I primi orti riservati ai pensionati sono stati assegnati attraverso l’emana- zione di un bando pubblico. In seguito, l’affidamento è avvenuto mediante l’iscri- zione in una lista d’attesa, da cui si attinge in caso ci sia qualche rinuncia o defe- zione degli attuali assegnatari. A partire da queste prime esperienze, negli anni, c’è stata una maggiore articolazione degli appezzamenti, sulla base di esigenze particolari espresse da soggetti che per motivi diversi sono entrati in contatto con il Parco eco-archeologico e hanno trovato negli orti un territorio fertile per colti-
vare delle progettualità specifiche. Recentemente, si assiste ad una dinamica di apertura, espressa sia nella scelta di aprire l’Ortone a fasce di età diverse dagli anziani, sia in quella di aprire i confini degli orti eliminando le recinzioni nei nuovi lotti assegnati. Gli orti destinati agli anziani sono infatti recintati e sorgono in una parte del parco che non è liberamente accessibile a tutti, in cui però si può entrare se accompagnati da un socio.
Il coinvolgimento di una popolazione più giovane è una strategia dettata da diverse esigenze, che accoglie un generale e ampio interesse per l’agricoltura ur- bana trasversale a tutte le generazioni. Nelle intenzioni dei gestori vi è la volontà di sperimentare dei percorsi innovativi sia rispetto alle pratiche e alle tecniche di col- tivazione biologica ed ecologica adottate, sia rispetto alla condivisione degli spazi, facendo leva sulla maggiore propensione a innovare delle generazioni più giovani:
In questi anni abbiamo verificato che gli anziani sono sempre un po’ scettici nell’in- troduzione di nuove tecniche, anche quando dimostriamo la validità di alcuni espe- dienti spesso li disapplicano per continuare a seguire le loro pratiche abitudinarie. I giovani sono meno scettici e più inclini a sperimentarsi. Vogliamo testare in un modo più rigoroso e scientifico delle pratiche di agricoltura biologica e misurarci con una condivisione degli spazi che pero è tutta da monitorare (Intervista n. 16).
Per valorizzare la componente sperimentale di questi nuovi lotti, si sono adottate delle pratiche di assegnazione diverse dal bando pubblico, che mirano a premiare la motivazione degli assegnatari non solo rispetto all’interesse per le coltivazioni biologiche, ma anche nella partecipazione alla manutenzione delle parti comuni del Parco eco-archeologico:
Stiamo assegnando le nuove parcelle progressivamente, senza troppa fretta, non abbiamo fatto un bando pubblico, ma stiamo procedendo attraverso il passaparola, provando a selezionare delle persone fortemente motivate, che ci diano una valida mano anche nella gestione del parco (Intervista n. 16).
Gli orti sono assegnati mediante la stipula di un contratto di comodato d’u- so, per la cui sottoscrizione è necessario essere tesserati di Legambiente in qua- lità di socio sostenitore, pagando una quota annua che nel 2012 è stata portata da 60 a 90 euro.
L’assegnazione degli orti ha una durata di un anno, rinnovabile. L’assegnata- rio non può né cedere, né dare in affitto l’appezzamento, ma deve coltivarlo diretta- mente con continuità ad uso esclusivo familiare ed è vietata la vendita dei prodot- ti. La mancata coltivazione o l’abbandono dell’orto per un periodo superiore a 40
giorni (salvo gravi impedimenti) è causa di decadenza del permesso di coltivazione. Queste disposizioni sono contenute nel regolamento interno degli orti, che gli as- segnatari s’impegnano a rispettare con la stipula del contratto. Lo stesso prevede anche l’obbligo di eseguire le coltivazioni secondo processi eco-compatibili e di riutilizzare tutti i prodotti organici di scarto depositandoli nelle piazzole apposita- mente predisposte per il compostaggio. Gli ortolani sono, inoltre, tenuti a curare la buona sistemazione, l’ordine e la pulizia del proprio orto, non alterandone in alcun modo il perimetro e la fisionomia, nonché a garantire la pulizia dei canali di irrigazione, delle siepi e dello spazio circostante l’orto di almeno due metri. Gli ortolani partecipano alla cura e alla manutenzione delle parti comuni, per cui sono organizzate periodicamente anche delle attività collettive. Grazie all’impegno degli ortolani e degli altri soci del circolo, Legambiente riesce a garantire l’accessibilità gratuita dell’area al pubblico, a curarne la manutenzione e a offrire una serie di servizi culturali, sociali e ambientali, senza costi aggiuntivi per l’ente pubblico.