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I cambiamenti nella struttura dei flussi commerciali

Nel documento Volume Rapporto 2000 (.pdf 3.5mb) (pagine 115-118)

5. GLI SCAMBI CON L’ESTERO

5.2. I cambiamenti nella struttura dei flussi commerciali

Le tendenze evidenziate per il totale dei prodotti agro-alimentari, sia per l’Italia che per l’Emilia-Romagna, risultano più diversificate quando l’analisi viene condotta ad un dettaglio maggiore dal punto di vista merceo-logico. A livello nazionale sono soprattutto i prodotti del settore primario che in termini relativi contribuiscono di più alla formazione del disavanzo agro-alimentare; nel corso del 2000 il deficit per questi prodotti è stato pari a poco più di 10.000 miliardi a fronte di un deficit di 5.370 miliardi nel caso dei prodotti dell’industria alimentare. In ambito regionale, sempre con rife-rimento allo stesso intervallo di tempo, il deficit si attesta sui 557 miliardi per i prodotti del settore primario e sui 575 miliardi per quelli dell’industria alimentare, ma nei due casi risulta piuttosto diverso il peso dell’interscambio (definito come somma delle importazioni e delle esportazioni in valore): es-so ammonta rispettivamente a 2.865 e 8.487 miliardi di lire.

Rinviando ad altre parti del rapporto per l’analisi congiunturale dei dati relativi ai singoli comparti, di seguito si illustrano in modo sintetico le prin-cipali tendenze relative all’evoluzione recente della composizione merceo-logica delle importazioni e delle esportazioni agro-alimentari regionali.

Dal lato delle importazioni le carni e i prodotti a base di carne sono di gran lunga la merceologia più importante: le importazioni sono aumentate in misura notevole in valore (+12,0%), raggiungendo nel 2000 i 1.695 miliardi di lire. Gli acquisti sui mercati esteri effettuati dalle imprese della regione

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costituiscono, ormai stabilmente, un quarto delle importazioni agro-alimentari regionali e, al tempo stesso, poco meno di un quinto delle impor-tazioni nazionali di questo insieme di prodotti.

L’aggregato prodotti dell’agricoltura e dell’orticoltura - un insieme di merceologie piuttosto eterogeneo che comprende, tanto per citarne alcune, la frutta, gli ortaggi, i cereali e le oleaginose -, continua ad essere la seconda voce delle importazioni agro-alimentari regionali: il valore degli acquisti all’estero si è ridotto leggermente (-2,6%) tra il 1999 e il 2000 attestandosi sui 1.276 miliardi di lire. E’ diminuita leggermente anche la sua quota sulle importazioni regionali (dal 22,3% al 20,4%) e la sua incidenza sulle impor-tazioni nazionali di questo aggregato, passata dal 12,9% del 1999 al 12,1%

dell’anno seguente.

Nel corso del 2000 hanno messo a segno una crescita consistente le im-portazioni di pesci trasformati e conservati e prodotti a base di pesce, passa-te nell’arco di dodici mesi da 597 a 679 miliardi di lire (+13,8%). Per effetto di questo sostanziale cambiamento la quota sulle importazioni nazionali di questo insieme di merceologie ha raggiunto, nel corso del 2000, il 16,7%, mentre questi acquisti sono stati pari al 10,9% delle importazioni totali agro-alimentari regionali.

Anche le importazioni di prodotti lattiero-caseari e gelati sono cresciute tra il 1999 ed il 2000, raggiungendo i 625 miliardi di lire (+16,0%) ed evi-denziando una quota sulle importazioni agro-alimentari regionali del 10,0%

e una quota sulle importazioni nazionali di questa categoria di prodotti sta-bilmente al di sopra del 10,0%.

Le importazioni di olii e grassi animali e vegetali (burro escluso) sono aumentate in valore tra i due anni considerati, passando dai 444 ai 466 mi-liardi di lire (+5,0%); resta, invece, grosso modo invariata intorno al 7,5% la loro importanza sul commercio regionale. Si colloca comunque su posizioni di sicuro rilievo il ruolo ricoperto dalla regione nell’importazione nazionale di questi prodotti: si passa dal 13,7% del 1999 al 14,0% dell’anno seguente.

Nello stesso periodo risultano pressoché stabili su valori di poco inferiori ai 340 miliardi di lire (+1,7%) le importazioni di preparati e conserve di frutta e di verdura; la loro quota sulle importazioni nazionali di questo prodotto è, comunque, ancora superiore ad un sesto.

Tra i prodotti d’importazione più rilevanti a livello regionale c’è anche l’aggregato animali vivi e prodotti di origine animale: nel corso del 2000 il valore degli acquisti regionali sui mercati esteri è cresciuto del 17,3% e con un valore che sfiora i 300 miliardi di lire rappresenta quasi un quinto delle importazioni agro-alimentari regionali ed il 6,4% di quelle nazionali di que-sta merceologia. L’Emilia-Romagna, infine, ricopre un ruolo importante

an-che nelle importazioni nazionali di prodotti della macinazione, amidi e feco-le: nel 2000 ammontano a 77 miliardi di lire e rappresentano ben il 10,4%

delle importazioni nazionali di questo aggregato merceologico.

L’Emilia-Romagna ricopre poi un ruolo di un certo rilievo anche per le importazioni di pesce ed altri prodotti della pesca e di alimenti per animali.

Nel 2000 il valore di questi scambi è stato pari a 74 e 70 miliardi di lire ri-spettivamente, con una quota sulle importazioni nazionali del 5,9% e del 7,9%: è qui solo il caso di ricordare che in entrambi i casi il valore delle im-portazioni presenta una variazione negativa rispetto all’anno prima.

Il principale “prodotto” agro-alimentare di esportazione dell’Emilia-Romagna, secondo il dettaglio di analisi possibile con i dati disponibili nel 2000 è, con un valore di 1.095 miliardi di lire, l’aggregato definito sempli-cemente come altri prodotti alimentari dell’industria alimentare, che contri-buisce per il 21,4% alle esportazioni agro-alimentari della regione. Un ruolo decisivo all’interno di questo aggregato è certamente svolto, tra l’altro, dalla pasta e dai prodotti da forno, dallo zucchero e dai prodotti dolciari.

Seguono, con valori grosso modo analoghi due altre merceologie: prodotti dell’agricoltura e dell’orticoltura e carne e prodotti a base di carne. La pri-ma merceologia, in cui rientra anche la frutta fresca, nel 2000 presenta espor-tazioni in valore in flessione (-7,2%) e contribuisce alle esporespor-tazioni nazionali dello stesso aggregato per un sesto, mentre la seconda merceologia, che com-prende anche prosciutti crudi e cotti ed altri salumi è caratterizzata da un forte tasso di crescita in valore (+12,9% sul 1999) ed incide per oltre i due quinti sulle esportazioni nazionali dello stesso aggregato. Se si considera che pro-prio il prosciutto crudo ed i salumi costituiscono le principali voci di questo aggregato, si può sottolineare come per questi prodotti lo sviluppo delle e-sportazioni segnali, ad un tempo, la buona capacità competitiva dei suoi ope-ratori e la possibilità di ulteriori significativi sviluppi.

Preparati e conserve di frutta e di verdura rappresentano la quarta voce delle esportazioni agro-alimentari regionali (sempre con riferimento al 2000) con un valore che, anche se sostanzialmente stabile rispetto all’anno prece-dente, si colloca sulla ragguardevole cifra di 720 miliardi, vale a dire il 14,1% delle esportazioni agro-alimentari regionali e ben il 22% delle espor-tazioni nazionali di questo stesso aggregato: anche in questo caso, quindi, ol-tre un quinto delle esportazioni nazionali ha come origine l’Emilia-Romagna.

Le esportazioni di bevande, vino in particolare, quinto prodotto agro-alimentare d’esportazione, sono rimaste quasi invariate (-1,8%) in termini di valore tra il 1999 ed il 2000 attestandosi sui 500 miliardi di lire, pari al 7,9%

delle esportazioni nazionali. Un consistente aumento è stato messo a segno,

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invece, dalle esportazioni di prodotti lattiero-caseari e gelati passate negli stessi anni da 278 a 332 miliardi di lire; dall’Emilia-Romagna proviene un sesto del prodotto nazionale destinato ai mercati esteri. Se si considera che in regione viene prodotto il più noto formaggio a pasta dura del nostro Paese, questa quota sulle esportazioni non appare particolarmente elevata, anche se si deve tenere presente che nello stesso gruppo merceologico sono inclusi anche altri formaggi, sia duri che semiduri, di latte vaccino ed ovicaprino.

Nel 2000 anche le esportazioni regionali di olii e grassi, animali e vege-tali hanno superato i 100 miliardi, mettendo a segno una crescita, rispetto all’anno prima, del 37,4%, ma in questo caso il contributo regionale alle e-sportazioni nazionali non va oltre il 5,3%.

Gli altri sei aggregati merceologici che restano nel 2000 hanno fatturato sui mercati esteri tra i 6 e i 64 miliardi di lire. Si tratta, nell’ordine, di pesci trasformati e conservati e prodotti a base di pesci (64 miliardi), prodotti del-la macinazione, amidi e fecole (52 miliardi), pesci ed altri prodotti deldel-la pe-sca (52 miliardi), alimenti per animali (40 miliardi), animali vivi e prodotti di origine animale (26 miliardi) e prodotti della silvicoltura e tronchi taglia-ti (6 miliardi).

Nel documento Volume Rapporto 2000 (.pdf 3.5mb) (pagine 115-118)