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I consumi delle famiglie in Emilia-Romagna

Nel documento Volume Rapporto 2000 (.pdf 3.5mb) (pagine 99-105)

4. LE NUOVE TENDENZE DEI CONSUMI ALIMENTARI

4.2. I consumi delle famiglie in Emilia-Romagna

Rispetto alle considerazioni relative alle tendenze nazionali, le caratteri-stiche dei consumi delle famiglie emiliano-romagnole seguono essenzial-Tab. 4.4 - Composizione percentuale della spesa reale delle famiglie

Nord Centro Mezzogiorno Italia 1986

Pane e cereali 14,8 13,4 15,2 14,6

Carne 28,9 31,3 27,6 29,0

Pesce 4,6 7,0 9,1 6,6

Oli e grassi 6,0 7,1 7,1 6,6

Latte, formaggi e uova 13,6 11,9 12,5 12,9 Patate, frutta e ortaggi 14,8 15,1 13,8 14,5 Zucchero, caffè, cacao, ecc. 7,1 6,3 6,9 6,9

Bevande 10,3 7,8 7,9 9,0

Consumi alimentari e bevande 100,0 100,0 100,0 100,0 Consumi alimentari e bevande 23,9 28,1 31,5 26,9 Consumi non alimentari 76,1 71,9 68,5 73,1 Consumi totali 100,0 100,0 100,0 100,0

1999

Pane e cereali 17,4 15,3 15,6 16,1

Carne 24,2 25,9 25,1 25,1

Pesce 6,2 8,2 9,8 7,6

Oli e grassi 14,2 12,9 13,6 13,8 Latte, formaggi e uova 4,1 4,8 4,4 4,2 Patate, frutta e ortaggi 16,8 17,3 16,0 16,6 Zucchero, caffè, cacao, ecc. 8,1 7,4 8,0 7,9

Bevande 9,0 8,2 7,6 8,6

Consumi alimentari e bevande 18,8 20,7 25,1 21,0 Consumi alimentari e bevande 19,3 19,6 18,8 21,5 Consumi non alimentari 80,7 80,4 81,2 78,5 Consumi totali 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Nostre elaborazioni su dati ISTAT - Indagine sui consumi delle famiglie (aa. vv.).

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mente le dinamiche delle regioni più ricche dell’Italia nord-orientale. La spesa media mensile per famiglia (tab. 4.5) era nel 1998 di quasi 4,6 milioni di lire, cifra inferiore solamente a quella della Lombardia (4,7 milioni) e su-periore sia alla media nazionale dello stesso anno (circa 4 milioni) che a quella dell’Italia nord-orientale (4,4 milioni). L’aumento in termini reali del-la spesa media mensile è più elevato di quello medio nazionale (35,9% nel periodo 1980-1998 contro il 34%).

Non si discosta invece dalle tendenze negative generali l’evoluzione della spesa reale per beni alimentari. Nel 1998 i dati ISTAT registrano infatti un calo significativo in termini reali (-2,1%), con una spesa media di 747.000 re contro le 748.208 del 1997, mentre la riduzione è stata dell’1,4% sia a li-vello nazionale che per la circoscrizione nord-orientale. La quota di spesa to-tale destinata all’alimentazione (16,3%) è inferiore sia a quella dell’Italia nord-orientale (16,7%) che a quella media nazionale (19,4%). In Emilia-Romagna si spende meno anche per l’abbigliamento (5,9%), ma sono più e-levate le spese per l’abitazione (23,8%), per combustibili ed energia (5,4%) e per la sanità (4,8%). La ripartizione del resto del bilancio familiare è molto simile a quella delle altre regioni settentrionali. Anche le differenze rispetto al 1997 sono estremamente ridotte e non sono state riportate, con una sola Tab. 4.5 - Composizione della spesa media mensile delle famiglie in Emilia-Romagna e Italia (1998)

Consumi alimentari e bevande 747.003 16,3 738.958 16,7 781.536 19,4

Tabacchi 37.233 0,8 31.959 0,7 38.477 1,0 Fonte: ISTAT - Indagine sui consumi delle famiglie (1998).

voce che aumenta percettibilmente riallineandosi alla media nazionale, la spesa per tempo libero, cultura e giochi (dal 4,8% al 5,4%).

4.2.1. Nuove tendenze e cambiamenti strutturali nella spesa alimentare Anche in Emilia-Romagna, così come in Italia, la quota di bilancio fami-gliare destinata all’alimentazione è andata progressivamente riducendosi ne-gli anni, sia per l’aumento dene-gli acquisti non alimentari legati all’aumento dei redditi che per la minor rapidità con cui crescono i prezzi dei beni ali-mentari rispetto a quelli degli altri beni.

Riproponendo il confronto 1986-1998 per le famiglie emiliano-romagnole sulla base dell’indagine diretta ISTAT, si osserva che la spesa a-limentare è diminuita in termini reali ad un tasso dello 0,3% annuo, contro lo 0,5% medio nazionale. Deflazionando il dato nominale con l’indice specifi-co per i beni alimentari si osserva invece un incremento dello 0,3% annuo contro lo 0,1% nazionale, il che conferma che le quantità consumate sono ancora in leggero aumento, ma i prezzi dei beni alimentari crescono ad un tasso inferiore rispetto all’inflazione.

Se si considera la composizione della spesa alimentare (tab. 4.6), anche per l’Emilia-Romagna si osserva una diminuzione strutturale nella quota di spesa alimentare destinata alla carne (ben precedente alla crisi BSE), che nel 1998 era del 23,7% (contro il 23,4% nazionale). Le tendenze più recenti evi-denziano anche un’ulteriore diminuzione per oli e grassi e per i latticini, mentre cresce la spesa per pesce, pane e cereali e soprattutto per frutta e or-taggi. Tenendo in considerazione la differente evoluzione dei prezzi per i singoli gruppi di alimenti calcolando la composizione a prezzi costanti (tab.

4.6), emerge un dato in controtendenza rispetto a quello nazionale: la dimi-nuzione nei consumi di carne risulta ancora più marcata e diventa decisa-mente inferiore sia al dato italiano (22,8% invece di 25,1%) che a quello re-lativo all’Italia settentrionale (24,2%).

In sostanza, mantenendo i prezzi relativi al livello del 1980, sembra pro-prio che in Emilia-Romagna l’effetto BSE abbia agito in maniera sostanziale anche sulle quantità. Tale aspetto verrà approfondito nei paragrafi 4.3 e 4.4.

Rispetto alla distribuzione della spesa sui dati nominali, si osserva inoltre un aumento più marcato per frutta e ortaggi (17,7%), mentre la voce relativa a zucchero caffè e the risulta crescere dal 7,1% al 7,8%. In generale si può confermare che, come accade nelle altre regioni più ricche del paese, è in at-to uno spostamenat-to progressivo delle preferenze verso una dieta salutista, più ricca di frutta e ortaggi e di pesce e con una quota minore di carne, oli e grassi.

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4.2.2. Gli stili alimentari e i comportamenti di acquisto

L’evoluzione degli stili alimentari evidenzia un’attenzione particolare alla colazione ed una maggiore importanza relativa al pranzo. Si differenziano so-prattutto per questi aspetti - anche se marginalmente - gli stili alimentari degli emiliano-romagnoli rispetto alla media nazionale (tab. 4.7). Si osserva inoltre un maggiore ricorso alle mense (attorno al 10% contro il 7% nazionale), ai bar e ai ristoranti, mentre la percentuale di popolazione che pranza sul posto di la-voro è leggermente inferiore a quella nazionale (4,3% contro 5,4%).

Alcune indicazioni interessanti emergono anche in chiave dinamica. Il pranzo sembra recuperare importanza rispetto alla cena e c’è una crescente attenzione alla colazione. Si tende a pranzare meno a casa, in mensa o al ri-storante, mentre diventa significativa la proporzione di coloro che pranzano sul posto di lavoro.

Anche in merito al consumo di bevande (tab. 4.8) l’Emilia-Romagna si discosta dalle medie nazionali per diverse voci. Quasi la totalità della popo-lazione beve acqua minerale (92,6%) e l’81,2% ne beve più di mezzo litro al Tab. 4.6 - Composizione della spesa per generi alimentari in Emilia-Romagna (1980-1998)

1980 1985 1990 1995 1998 Composizione a prezzi correnti

Pane e cereali 12,3 15,3 15,9 17,0 17,7

Carne 36,4 30,4 28,0 26,2 23,7

Pesce 2,4 4,0 6,1 6,2 7,2

Oli e grassi 4,7 5,8 4,9 4,4 3,9 Latte, formaggi e uova 14,4 14,1 13,2 14,8 13,7 Frutta e ortaggi 13,4 15,1 16,8 15,5 17,5 Zucchero, caffè e the 6,7 6,0 5,3 6,7 7,1

Bevande 9,5 9,3 9,8 9,1 9,4

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Composizione a prezzi costanti 1980

Pane e cereali 12,3 15,1 15,5 16,7 17,4

Carne 36,4 30,2 27,5 25,3 22,8

Pesce 2,4 3,9 6,0 6,0 7,0

Oli e grassi 4,7 5,9 5,0 4,6 4,1 Latte, formaggi e uova 14,4 14,3 13,5 15,1 13,9 Frutta e ortaggi 13,4 15,4 17,0 15,8 17,7 Zucchero, caffè e the 6,7 6,2 5,7 7,4 7,8

Bevande 9,5 9,2 9,7 9,1 9,4

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Nostre elaborazioni su dati ISTAT - Indagine sui consumi delle famiglie (1997).

giorno, mentre sul territorio nazionale solo il 67,7% delle persone supera tale quantità. Leggermente inferiore alla media il ricorso alle bevande gassate, mentre è più alta la proporzione di persone (sopra i 14 anni) che consumano vino (64,3% nel 1998, in leggero calo rispetto agli anni precedenti). E’ inve-ce in aumento la quota di consumatori di birra sia in Emilia-Romagna (46,3%) che in Italia (47,2%). In Emilia-Romagna le percentuali di persone Tab. 4.7 - Stili alimentari in Emilia-Romagna e Italia (1995-1998, % popolazione sopra i 3 anni)

Emilia-Romagna Italia

1995 1997 1998 1995 1997 1998

Colazione

Adeguata 76,9 80,8 80,7 71,6 76,3 76,7

Pasto principale

Pranzo 23,2 24,1 24,3 18,5 20,4 21,0 Cena 72,9 70,9 70,4 76,6 74,2 72,7

Pranzo A casa 79,2 76,3 76,7 82,8 79,5 77,6

Mensa 10,4 10,1 9,8 7,9 7,1 7,4

Ristorante 3,0 2,8 2,7 2,7 2,3 2,3

Bar 2,5 2,0 2,2 1,9 1,9 1,8

Sul lavoro 4,0 4,3 4,5 5,4 Fonte: ISTAT, Indagine Multiscopo sulle famiglie (2000).

Tab. 4.8 - I consumi di bevande in Emilia-Romagna e Italia (1995-1998, % popo-lazione sopra i 14 anni)

Emilia-Romagna Italia

1995 1998 1995 1998

Acqua minerale - 92,6 - 84,6 -Più di mezzo litro al giorno - 81,2 - 67,7 Bevande gassate - 54 - 56,3 -Più di mezzo litro al giorno - 3,2 - 3,5

Vino 66,2 64,3 57,1 56,9

-Più di mezzo litro al giorno 7,2 6,7 6,8 5,5

Birra 45,2 46,3 45,2 47,2

-Tutti i giorni 3,1 4,3 4,9 4,8

Aperitivi

-Alcolici - 34,5 - 41,2

-Analcolici - 23,8 - 26

Amari - 25,2 - 29,1

Liquori - 25,7 - 24

Consuma alcol fuori pasto 25,3 26,1 22,3 24,7 Fonte: ISTAT, Indagine Multiscopo sulle famiglie (2000).

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che consumano aperitivi, amari e liquori sono inferiori alla media nazionale, mentre è in aumento la proporzione di coloro che consumano alcol fuori pa-sto (26,1%), superiore a quella calcolata sulla popolazione italiana sopra ai 14 anni (24,2%).

Più difficile, data la disponibilità di dati e la ristrutturazione dell’indagine ISTAT sui consumi delle famiglie, l’analisi dell’evoluzione delle abitudini familiari rispetto a pasti e consumazioni fuori casa (tab. 4.9). In generale si può osservare che in Emilia-Romagna la spesa media per tale voce è supe-riore rispetto a quella nazionale e secondo i dati più recenti si aggira attorno al 15% del totale della spesa alimentare. Negli ultimi tre anni la spesa nomi-nale per pasti fuori casa in Italia sembra essersi stabilizzata, mentre la man-canza di dati non permette di trarre conclusioni riguardo all’Emilia-Romagna.

Sono invece disponibili proprio grazie alla nuova indagine ISTAT alcuni dati sui comportamenti di spesa, con informazioni riguardanti il luogo preva-lente di acquisto per alcuni tipi di alimenti (tab. 4.10). Il discount è rimasto un fenomeno piuttosto marginale e tende ad essere utilizzato principalmente per surgelati e prodotti in scatola. In Emilia-Romagna più che altrove si è ridotta l’importanza del negozio tradizionale, che rimane il luogo principale solo per il pane (69% delle famiglie), mentre per tutti gli altri tipi di prodotti si acqui-sta generalmente in supermercati o ipermercati. Anche per carne e pesce, che la maggioranza delle famiglie italiane (49,3%) acquistano prevalentemente nel negozio tradizionale, l’Emilia-Romagna registra una differenza rilevante, con il 63,2% delle famiglie che preferiscono la grande distribuzione. Mercati comunali e bancarelle sono rimasti come punto di riferimento solo per frutta e verdura e anche in questo caso le famiglie emiliano-romagnole si orientano Tab. 4.9 - Spesa media mensile delle famiglie per pasti fuori casa

Emilia-Romagna Italia

Spesa Spesa alimentare Spesa Spesa alimentare nominale =100 nominale =100 1986 102.303 20,9 84.043 17,3

1990 128.812 21,4 121.792 20,4

1995 155.689 21,7 133.931 19,3

1997* 115.029 15,3 111.782 14,4

1998 - - 115.031 14,7

1999 - - 112.000 14,5

* La ristrutturazione dell'indagine ISTAT nel 1997 rende inconfrontabili i dati successivi al 1997 con quelli precedenti.

Fonte: Nostre elaborazioni su dati ISTAT - Indagine sui consumi delle famiglie (aa. vv.).

verso supermercati e ipermercati (56% contro il 10% che prediligono i mer-cati comunali) rispetto alla situazione nazionale (40,1% contro 20,9%). Chia-ramente questi dati riflettono anche la situazione strutturale della grande di-stribuzione sul territorio regionale e nazionale (cfr. cap. 6).

Nel documento Volume Rapporto 2000 (.pdf 3.5mb) (pagine 99-105)