2. LE POLITICHE PER IL SETTORE AGRO-ALIMENTARE
2.2. Lo scenario nazionale
La produzione agricola italiana nel 2000 ha subito una riduzione delle quantità prodotte pari a circa il 3%, con un calo maggiore nell’Italia Nord-Occidentale (-4,8%) e nel Mezzogiorno (-3,7%) (tab. 2.4).
Nel comparto dei cereali la produzione è diminuita del 5,1% per la forte contrazione delle superfici coltivate a frumento tenero, riso e orzo e alla bas-sa rebas-sa del mais nelle regioni del Nord. Infatti nelle regioni Nord-Occidentali i cereali diminuiscono quasi del 13%. Al contrario, il leggero aumento nelle produzioni cerealicole nelle regioni Nord-Orientali è dovuto principalmente all’aumento della produzione di mais in Emilia-Romagna (+24,3%). Il riso vede una forte riduzione nella produzione soprattutto in Lombardia (-22,6%), ed in Emilia-Romagna (-19,6%).
La diminuzione della produzione delle colture industriali è da attribuire al calo che si è verificato nelle regioni Nord-Occidentali. Nel Mezzogiorno in-vece si è verificata una riduzione delle superfici a oleaginose e una produ-zione contenuta di soia. Diminuisce notevolmente la produprodu-zione bieticola emiliana (-17,3%) mentre cresce quella veneta (+9,5%).
La rilevante diminuzione della produzione arborea (-6,6%), risulta in controtendenza con le due annate precedenti. Il dato negativo è fortemente Fig. 2.1 - Evoluzione del quantitativo assegnato e del numero di titolari di quota in Emilia-Romagna, 1993-2000 (quota A+B)
14.000.000
Fonte: Regione Emilia-Romagna - Assessorato Agricoltura, Ambiente e Sviluppo Sostenibile.
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influenzato dal calo produttivo del Mezzogiorno (-8,2%).
Nel 2000 la produzione zootecnica si mantiene sostanzialmente stabile (-0,5%), anche se è prematuro parlarne visto che mancano i dati della Lom-bardia, e gli effetti della crisi dovuta all’emergenza BSE manifestatasi a fi-ne anno. Nel aprile 2001 i casi accertati di BSE in Italia, dopo la messa a punto dei test, erano 12. La produzione bovina è stata in parte compensata dall’aumento della produzione di carni suine e ovicaprine e dall’aumento della produzione di latte ovino.
Nell’ambito della crisi BSE, l’Italia ha proposto di aumentare la produ-zione di soia e di erba medica (ricche di proteine animali) per far fronte alla crisi derivante dall’utilizzo di mangimi con farine animali. Al contrario, per le implicazioni contenute in Agenda 2000 con la riduzione dei premi alle o-leaginose, la produzione si ridurrà del 50%.
Un aspetto di rilievo a livello nazionale è stato assunto dai patti territoria-li. Il CIPE dei 3.000 miliardi stanziati con una delibera del 21 dicembre 2000 ha destinato oltre 2.000 miliardi ai 91 patti agricoli e altri 1.000 ai patti “ge-neralisti”.
I numerosi progetti d’investimento agricolo predisposti all’interno dei Patti territoriali approvati, rappresentano senza dubbio una prova della vitali-tà delle imprese agricole e agroalimentari italiane e un importante contributo dell’agricoltura multifunzionale a favore dello sviluppo locale eco-sostenibile. In realtà l’abbondanza di progetti nasconde una grande varietà dei progetti stessi. Infatti tutti i progetti che hanno partecipato ai bandi sono stati finanziati mentre è mancata da parte delle autorità competenti una effet-tiva volontà di effettuare una selezione. Inoltre è stata avviata una “regiona-lizzazione” dei patti che però è stata fortemente contestata dalla quasi totalità delle regioni del Sud.
Altri importanti aspetti hanno caratterizzato l’anno 2000 per l’agricoltura Tab. 2.4 - Produzione agricola, variazioni percentuali rispetto all’anno preceden-te – Anno 2000
Ripartizione Cereali Ortaggi Piante
ind. Arboree
Alleva-menti Var. % Nord Occidentale -12,86 -22,04 -6,62 -4,74 -0,02 -4,76 Nord Orientale 0,61 -1,39 -1,76 -3,90 -1,19 -1,49
Centrale -0,92 0,65 -0,79 -6,26 -0,26 -1,91 Mezzogiorno -4,57 0,09 -5,86 -8,22 -0,46 -3,72 Italia -5,07 -1,88 -3,15 -6,55 -0,51 -2,96 Fonte: Inea (dati provvisori).
italiana. La legge finanziaria per il 2001 ha stanziato 3.000 miliardi per l’agricoltura che, come viene più ampiamente illustrato nel paragrafo suc-cessivo, andranno a colmare definitivamente alcune situazioni debitorie.
Anche per la campagna 1999-2000, l’Italia dovrà pagare le multe per il superamento della quota di produzione di latte assegnatagli. Infatti, la sua produzione ha superato di 477.011 tonnellate la quantità massima, quasi il 50% dell’intero ammontare di superamento dei paesi dell’UE, e la multa sa-rà di circa 329 miliardi.
Nel 2000 si è concluso uno dei più rilevanti aspetti della riforma delle i-stituzioni per l’attuazione della politica agricola. Nasce ufficialmente, il 16 ottobre 2000, l’Agea (ex Aima), il nuovo ente per la gestione dei fondi munitari all’agricoltura, di cui si sta attuando la regionalizzazione con la co-stituzione di Organismi Pagatori a livello regionale.
In applicazione della nuova OCM vino, entro il 31 dicembre 2001 va completato l’inventario viticolo altrimenti si perderanno gli aiuti comunitari e di conseguenza gli ettari in più che sono stati assegnati all’Italia.
Nei primi mesi del 2001, il Consiglio dei Ministri ha deciso che la pasta di grano tenero potrà essere prodotta in Italia ma venduta solo all’estero. I-noltre, è stato prorogato con un decreto legge del 14 febbraio, per tutto l’anno 2000, il regime speciale IVA.
Un aspetto che assume rilievo sempre maggiore è l’esigenza di manodo-pera stagionale per l’agricoltura, che rappresenta un elemento rilevante nella politica d’immigrazione. Infatti, in questo contesto circa 13.000 lavoratori extracomunitari saranno ripartiti nelle province del Nord-Est. Il numero maggiore verrà assegnato, nell’ordine, alla provincia autonoma di Bolzano (5.130), alla provincia autonoma di Trento (2.550) e 2.160 in Veneto. Se pe-rò si volessero soddisfare completamente le richieste di operai stagionali gli ingressi dovrebbero essere triplicati: almeno 40.955 unità. La manodopera extracomunitaria utilizzata nel Nord-Est è in continua crescita, si passa infat-ti dalle 65.000 unità del 2000 (+20% rispetto al 1999) a quasi 80.000 lavora-tori previsti nel 2001.
2.2.1. I finanziamenti all’agricoltura
La legge finanziaria 2001 ha stanziato per il settore agricolo circa 3 mila miliardi in buona parte destinati a sanare vecchie situazioni debitorie, quali le quote latte, le emergenze sanitarie, i soci di cooperative che avevano pre-stato garanzie alle cooperative medesime che sono diventate in seguito in-solventi. Una quota rilevante è però destinata a finanziare nuovi incentivi quali gli aiuti alle imprese, la rottamazione dei mezzi meccanici, i prodotti
42 biologici.
Nel 2000 ben 620 miliardi sono destinati esclusivamente per la regola-zione debitoria delle quote latte (tab. 2.5). A tale cifra la Finanziaria ha in-trodotto un emendamento che fornisce la possibilità agli acquirenti di evita-re, in presenza di idonee garanzie (ma che al momento devono ancora essere definite), l’effettuazione delle trattenute ai produttori che hanno superato le quote loro assegnate.
Per il fondo speciale in conto capitale (tab. 2.5) sono stati stanziati 150 miliardi, una cifra notevolmente inferiore rispetto allo scorso anno, in quanto questa voce comprendeva anche la pluriennale di spesa con ben 1.483 mi-liardi. La legge pluriennale di spesa (Legge n. 499/99) approvata al di fuori della finanziaria, lo scorso anno ha previsto uno stanziamento per il 2001 di 890 miliardi. Infine, sempre nella tab. A non sono compresi i fondi per i mu-tui contratti dalle Regioni sulle calamità naturali perché coperti con gli inter-venti dello scorso anno.
La finanziaria ha destinato 10 miliardi in più rispetto al 2000 per la pro-prietà contadina: si è passati dai 20 ai 30 del 2001. Invece gli stanziamenti rimangono invariati per l’Agea con 360 miliardi, e per i due capitoli di spesa del Fondo di solidarietà nazionale, con un totale complessivo di 480 miliar-di. Al fondo per lo sviluppo sono stati destinati 150 miliardi (50 miliardi in più rispetto al 2000); tali risorse saranno utilizzate per attivare i regimi di aiuto previsti dal decreto tagliacosti (L. 173/98), per le produzioni tipiche, per il risparmio energetico e per l’impiego di fonti energetiche rinnovabili.
Inoltre, sono stati stanziati 50 miliardi per incentivare la rottamazione delle macchine agricole. Il medesimo provvedimento era stato approvato nella finanziaria del '97 ma con una consistenza di 100 miliardi. Il Ministero delle politiche agricole dovrà emanare un decreto in cui verranno stabilite le modalità di accesso allo sconto che dovrà essere pari al 20%, di cui il 10% a carico statale e il 10% a carico del venditore.
Per le emergenze sanitarie del settore zootecnico e agricolo la Finanziaria del 2001 ha stanziato 326 miliardi, da distribuire tra i settori avicolo, bovino e ovino; invece per le produzioni vegetali sono interessate la vite, le pesche e gli agrumi. In particolare tali stanziamenti oltre ad essere ripartiti per settore di intervento sono soprattutto destinati direttamente agli allevatori e agricol-tori. Al settore avicolo, colpito dall’epidemia di influenza aviaria, sono stati destinati circa 80 miliardi in tre anni. I finanziamenti dovranno soprattutto essere utilizzati per interventi di rinnovo strutturale e di prevenzione.
Invece, al settore bovino colpito dall’emergenza BSE andranno 55 mi-liardi. I finanziamenti serviranno sia per sostenere le razze italiane, che per
Tab. 2.5 - Finanziamenti e dotazioni per l’agricoltura 2000-2001 (dati in miliardi di lire e in Euro)
Provvedimenti Dotazioni
2000 Richieste
2001 Euro Richieste
2002 Richieste 2003 Tabella A (Accantonamenti di parte corrente per leggi da approvare nel corso dell’anno)
Regolazione debitoria 1.357 620 320,2
Altro
Totale Tabella A 1.382 620 320,2
Tabella B (Fondo speciale in conto capitale)
Ministero delle politiche agricole e forestali 150 77,5
Totale Tabella B 1.482,80 150(*) 77,5 203 105
Tabella C (Leggi la cui dotazione annua è stabilita dalla legge finanziaria)
Decreto legislativo 165/99 (Agea) 360 360 185,9 360 360
Legge 19/82 (Aiuti per lo zucchero) 100 85 43,9 - -
Legge 267/91 (Pesca) 26,957 30,368 15,7 30,368 26,857
Legge 549/95 (Organismi di ricerca) 11 13 6,7 13 13
Totale Tabella C 497,957 488,368 252,2 403,368 399,857
Tabella D (Rifinanziamento annuale di leggi di investimento)
Legge 817/71 Cassa formazione prop. Contadina 20 30 15,5 30 10 Legge 185/92 Capitolo 8130 (Fondo di solidarietà nazionale) 280 280 144,6 280 - Legge 185/92 Capitolo 7439 (Fondo di solidarietà nazionale) 200 200 103,3 200
Legge 752/86 Rifinanziamento opere irrigue 5 10 5,2 10 10
Legge 449/97 Art. 17, comm. 34 (Rottamazioni) 10 50 25,8 10 -
Legge 423/98 Capitolo 7624 (Agrumi) 10 10 5,2 10 -
Tab. 2.5 - Continua
Provvedimenti Dotazioni
1999 Richieste
2000 Euro Richieste
2001 Richieste 2002
Legge 144/99 (Fondo sviluppo agricoltura) 100 150 77,5 100 -
Legge 499/99 art. 2 - 101,1 52,2 101,1 -
Legge 499/99 art. 4 - 170 87,8 170 160
Legge 267/91 (pesca marittima) 64 61,132 31,6 38,089 30
Legge 144/99 (Fondo sviluppo agricoltura) 34,36 64,105 33,1 26,901 - Intese istituzionali di programma Capitolo 8599 99,426 82,408 42,6 - - Legge 244/95 Capitolo 8331 (Aree depresse) 130,574 170,592 88,1 - -
Legge 135/97 Capitolo 8331 (Aree depresse) 10 12 6,2 12 10
Legge 87/89 Subsistenza Ravenna 963,36 1391,337 718,6 988,09 220
Totale Tabella D 10 10 5,2 10 -
(*) Non comprende i finanziamenti stabiliti dalla legge pluriennale.
Fonte: Elaborazioni MIPAF.
introdurre sistemi per rintracciare la provenienza delle carni. Infine, per il settore zootecnico, altri 55 miliardi sono stati destinati agli ovini, colpiti da una malattia infettiva detta “blue tongue”; anche per il settore ovino i finan-ziamenti serviranno soprattutto per interventi strutturali e di prevenzione.
Alle aziende viticole colpite dalla flavescenza dorata andranno circa 70 mi-liardi; invece 10 miliardi andranno ai produttori di pesche per risarcirli dalla malattia detta “sharka”. Infine per fronteggiare la crisi del settore agrumicolo sono stati stanziati 56 miliardi (6 per il 2001, 25 per il 2002 e 2003).
Ulteriori interventi previsti dalla finanziaria riguardano le imprese agrico-le singoagrico-le o associate, società cooperative che si trovano in difficoltà a causa di gravi crisi di mercato. Gli interventi sono di diverso tipo, ma lo scopo principale consiste nell’aumentare o sostenere la redditività delle aziende in-teressate alla crisi di mercato. Tra le principali misure vi è la riduzione della base imponibile Irpef nella misura del 30% oppure l’abbattimento, sempre nella misura del 30%, dei contributi previdenziali e assistenziali. E’ previsto anche il concorso da parte dello Stato degli interessi nella misura del 3% su mutui di ammortamento a quindici anni, con un limite di spesa da parte dello Stato che non deve superare i 40 miliardi.
Il Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica ha approvato all’interno dei Patti territoriali agricoli i progetti che sono per-venuti entro il 15 maggio del 2000. Con la Finanziaria 2001 si sono stabilite risorse nella misura di 1.636 miliardi (di cui 500 per il 2000). I finanziamenti sono rivolti a progetti che hanno superato la fase istruttoria ma riguardano anche le iniziative imprenditoriali situate nelle aree depresse e secondo le in-tese istituzionali delineate nei medesimi piani. Inoltre, in questo ambito le Regioni possono finanziare le iniziative strutturali sempre secondo quanto stabilito dai medesimi piani.
Al fine di promuovere lo sviluppo di una produzione agricola di qualità che tuteli l’ambiente e che riduca il rischio per la salute degli uomini e degli animali è stato istituito, a partire dall’1 gennaio 2001, un fondo per il trien-nio 2001/2003, costituito in parte da contributi statali (45 miliardi, da eroga-re in 3 anni) e da un contributo annuale a carico delle aziende venditrici di prodotti fitosanitari e fertilizzanti. Il fondo finanzierà progetti annuali, na-zionali e regionali concernenti: il sostegno allo sviluppo della produzione agricola biologica, il potenziamento dell’attività di ricerca e di sperimenta-zione in materia di agricoltura biologica, l’informasperimenta-zione dei consumatori su-gli alimenti ottenuti con i metodi di agricoltura biologica.
La Finanziaria 2001 ha stanziato 230 miliardi per risarcire le garanzie ri-lasciate dai soci alle cooperative insolventi, che vanno ad aggiungersi ai fondi stanziati negli anni precedenti. Perciò la dotazione finanziaria consente
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non solo l’operatività dell’intervento, ostacolato negli anni passati da una scarsità di risorse, ma soprattutto consente la riapertura dei termini per le domande in modo da includere anche altri soci che non avevano presentato, in tempo, la richiesta di finanziamento.
Un ulteriore emendamento allegato alla Finanziaria ha cancellato non so-lo le riscossioni coattive e i pignoramenti derivanti da sanzioni dovute al mancato pagamento delle multe per l’inosservanza della distillazione obbli-gatoria del vino, ma ha anche ridotto le multe stesse, che sono passate dalle 55mila lire per ettolitro a 18mila. Tali multe riguardano i produttori di vino che nella annata agraria 1993-94 commercializzarono il prodotto rifiutandosi di destinare parte della produzione alla distillazione obbligatoria.
La Finanziaria inoltre detta anche delle disposizioni conclusive in merito ai crediti dei consorzi agrari dovuti alle operazioni di ammasso che gli stessi consorzi hanno effettuato per conto dello Stato dal secondo dopoguerra fino agli anni settanta. In particolare, in Finanziaria si è stabilito la quantificazio-ne degli interessi e il riconoscimento della relativa capitalizzazioquantificazio-ne annuale.
Il pagamento dei crediti avverrà mediante emissione di titoli del debito pub-blico.
La Finanziaria ha anche stabilito nuove norme in materia di assicurazione agricola, introducendo polizze multirischio e globali sulle produzioni azien-dali, il cui contributo può arrivare fino all’80% del premio, con la possibilità di escludere i premi e i contributi comunitari dal computo del danno subito dall'azienda agricola. I contratti di assicurazione possono essere stipulati da cooperative e consorzi, e possono anche riguardare la copertura della produ-zione complessiva aziendale danneggiata dalle avversità atmosferiche. I consorzi e le cooperative possono istituire fondi mutualistici e beneficiare dei contributi attualmente previsti per i contratti assicurativi agevolati. Infine un ulteriore fondo per la riassicurazione dei rischi è stato istituito presso l’Ismea, per sostenere la competitività delle imprese e favorire la riduzione delle conseguenze dei rischi atmosferici. Dal lato della previdenza, la Finan-ziaria ha esteso il credito d'imposta anche ai datori di lavoro che incrementa-no il numero degli operai per almeincrementa-no 230 giornate lavorative. Infine la dero-ga alle norme vigenti sulle assunzioni di manodopera consente ai coltivatori, di avvalersi per la raccolta dei prodotti agricoli di collaboratori, parenti e af-fini, per un periodo che non deve superare i tre mesi in un anno.
2.2.2. Il rapporto Stato-Regioni
Nel corso del 2000 il rapporto Stato-Regioni ha continuato ed evidenzia-re una serie di limiti politici ed operativi che, in molti casi, hanno impedito
una piena valorizzazione delle risorse disponibili per il settore e, con ogni probabilità, contribuito ad accentuare il divario con i partners comunitari più avanzati.
L’elezione diretta dei Presidenti delle Regioni a statuto ordinario, il rin-novo dei Consigli regionali avvenuto sulla base della nuova legge elettorale maggioritaria, la presenza di Assessori all’Agricoltura con un orizzonte ope-rativo sostanzialmente coincidente con l’intero mandato amministope-rativo a-vevano creato le premesse, nella seconda metà dell’anno di riferimento, per un superamento degli aspetti problematici che avevano caratterizzato la par-te par-terminale della precedenpar-te legislatura.
Sul piano operativo, al contrario, la situazione non ha evidenziato segnali di cambiamento particolarmente incoraggianti. Gli effetti negativi di questo stato di cose sono venuti a sommarsi a quelli indotti dalle emergenze sanita-rie, che hanno interessato il comparto della produzione di carne.
Una situazione estremamente problematica, quindi, accentuata dalla dif-ficoltà di costruire precise sinergie operative tra diversi livelli istituzionali e dal tentativo del Governo di scaricare alcuni ritardi e contraddizioni sulle Regioni.
Emblematica, da questo punto di vista, la vicenda connessa all’attuazione dell’art. 13, comma 1, del D.Lgs. 173/98, relativo all’avvio di interventi fi-nalizzati al rafforzamento e lo sviluppo delle imprese di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli. Le Regioni, alle quali il citato de-creto 173/98 attribuisce la titolarietà degli interventi, per cercare di massi-mizzare l’effetto degli aiuti previsti, pari a 250 miliardi di lire, hanno conve-nuto sulla opportunità di riservarne 160 a progetti di rilievo interregionale, da individuarsi sulla base di un esame congiunto con il Ministero.
Sin dall’avvio della procedura di selezione è comunque emerso con chia-rezza il tentativo del Ministero medesimo di riaccentrare una serie di compe-tenze operative. Il risultato finale dell’intera operazione è stato particolar-mente deludente. Nonostante le notevoli aspettative ed il notevole numero di domande presentate, sono stati ammessi a contributo solo pochissimi inter-venti; due grandi gruppi industriali hanno assorbito la quasi totalità delle ri-sorse disponibili con numerosi strascichi polemici e ricorsi ai Tribunali am-ministrativi. Questa situazione, determinatasi contro la volontà delle Regio-ni, ha portato a mettere in discussione, per il prossimo futuro, una modalità operativa di notevole interesse, in grado di promuovere effettivamente lo sviluppo del settore agroindustriale nazionale.
Anche il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri sul “Trasferi-mento alle Regioni di beni e risorse finanziarie, umane, strumentali ed orga-nizzative in materia di agricoltura”, con il quale deve essere completato il
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processo avviato con il D.Lgs. 143/97 recante “Conferimento alle Regioni delle funzioni amministrative in materia di agricoltura e pesca e riorganizza-zione dell’amministrariorganizza-zione centrale”, si è arenato, dopo una serie di impor-tanti passi avanti compiuti nel corso del 1999, sulla questione della regiona-lizzazione del Corpo forestale dello Stato.
Conseguentemente le Regioni hanno continuato a svolgere una serie di funzioni delegate “de facto” dal Ministero senza disporre delle necessarie ri-sorse. Questa situazione di stallo, destinata a restare irrisolta per un lungo periodo anche a seguito dello scioglimento delle Camere, ha inoltre bloccato per tutto il 2000 il riparto delle risorse, pari a 540 miliardi, stanziate dalla Legge 499/99 per l’attuazione del DPCM, con conseguenti riflessi negativi sui bilanci regionali.
Anche altri importanti provvedimenti, emanati nel 1999, hanno avuto scarsi effetti pratici. Tra questi è opportuno citare il decreto legislativo 29 ot-tobre 1999, n. 453 “Riorganizzazione del settore della ricerca in agricoltura, a norma dell’art. 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59”. Una efficiente politi-ca dell’innovazione rappresenta una delle condizioni prioritarie per lo svi-luppo del settore primario. Il sistema degli Istituti sperimentali vigilati dal Ministero delle politiche agricole e forestali presenta, ormai da decenni, una situazione problematica, caratterizzata da limiti operativi particolarmente ri-levanti, imputabili alla notevole frammentazione delle strutture (23 Istituti a loro volta articolati in una pletora di sezioni operative periferiche), alla scar-sa o nulla comunicazione con il mondo produttivo e con il territorio, al pro-gressivo deterioramento ed alla mancata innovazione delle dotazioni, alla fa-ragginosità dei meccanismi amministrativi e di aggiornamento del personale.
La riforma, alla definizione della quale le Regioni hanno fornito un rile-vante contributo di idee e di proposte, ha posto le basi per un superamento di questi limiti strutturali ed operativi. Tuttavia, nonostante queste premesse positive, nel corso dell’anno di riferimento, non è stato compiuto alcun passo avanti.
Il nuovo organismo di gestione unitaria dell’intero sistema - il Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura all’interno del quale sono presenti componenti designati dalle Regioni - è stato nominato ma non si è mai riunito; conseguentemente il necessario processo di riforma del sistema è rimasto al palo nonostante le notevoli esigenze di innovazione provenienti dai sistemi agricoli territoriali.
Situazione analoga per il D.Lgs. 29 ottobre 1999, n. 449 “Riordino dell’Unione nazionale per l’incremento delle razze equine (UNIRE) a norma dell’art. 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59”. Le Regioni, dopo un lungo lavoro di approfondimento in sede tecnica, erano riuscite a far condividere
una visione innovativa del settore dell’allevamento equino. L’UNIRE, che prima della riordino aveva competenze esclusivamente in materia di gestio-ne delle scommesse e di distribuziogestio-ne di premi ed incentivi per gli allevatori di cavalli da competizione, è stato trasformato in Ente di supporto, in grado di utilizzare parte dei proventi dalle corse per il sostegno di tutte le razze presenti sul territorio nazionale, comprese quelle a rischio di estinzione. Il 2000 è comunque trascorso, da questo punto di vista, nella più totale assenza di iniziative, alla quale si è sommata la situazione di crisi del comparto delle corse, testimoniato dalla caduta verticale del monte scommesse e dal com-missariamento dell’Ente medesimo.
Nel corso del 2000, in attuazione dell’art. 2 della Legge 23 dicembre 1999, n. 499, è stata avviata la discussione sul “Documento programmatico agricolo, agroalimentare, agroindustriale e forestale”. Tale documento, nelle intenzioni del legislatore, è destinato a definire il quadro delle procedure ne-cessarie per garantire la coerenza programmatica e la continuità pluriennale
Nel corso del 2000, in attuazione dell’art. 2 della Legge 23 dicembre 1999, n. 499, è stata avviata la discussione sul “Documento programmatico agricolo, agroalimentare, agroindustriale e forestale”. Tale documento, nelle intenzioni del legislatore, è destinato a definire il quadro delle procedure ne-cessarie per garantire la coerenza programmatica e la continuità pluriennale