Storie e parabole postcolonial
3.2 Gli anti-eroi: parabole di vita caraibica
3.2.1 i Postcolonialismo:spazio, linguaggio e caratterizzazione dei personagg
Rappresentata per la prima volta nel 1954, a Port of Spain, Trinidad, grazie al contributo di Errol Hill, e alla pubblicazione dei Carribean Plays, copioni di testi appositamente studiati per la compagnia teatrale, The Sea at Duaphin non fu accolta positivamente dalla critica. Come riporta King, il titolo di una recensione indicava che l'opera era “ Not the Stuff for a West Indian Theatre”.384
L'assoluta originalità e il coraggio di Walcott nel presentare la violenza dell'ambiente e il degrado sociale delle sua terra potevano scontrarsi con la volontà di trasmettere un'immagine delle Antille gioiosa e accogliente, secondo i piani dell'industria del turismo. Non si trattava ovviamente dell'intento di Walcott. Nello spazio dormiente e caldo dei tropici, nella luce crepuscolare di una nuova civiltà si agitavano venti di sofferenza calmati solo da impercettibili sogni di speranza. E' una parabola pessimista, sull'inesorabilità della debolezza umana, degna di una tragedia greca con tutta la sua amarezza contenuta in una dolorosa riflessione filosofica.
La storia sia delinea attraverso un intreccio lineare e la creazione del mondo possibile è radicato nella realtà dell'isola. Il forte realismo e il richiamo ad un contesto concreto di lavoro quotidiano creano un altrettanto forte impatto comunicativo con il pubblico e/o il lettore nativo in quanto il referente culturale è immediato nella sua mente. Si tratta dell'isola descritta e rappresentata attraverso le sue caratteristiche più inospitali e negative.
A windward island in the West Indies, on its nerve-wracked Atlantic coast( ...)385
La didascalia iniziale dell'opera apre il testo e definisce la scena in maniera dettagliata. La precisazione relativamente all'isola “windward”, che geograficamente corrisponde al gruppo di isole dei Caraibi a cui appartiene anche St. Lucia, può far supporre che l'isola immaginata dall'autore sia il suo luogo nativo. L'ambiente è percepito come ostile, desolato, privo di incanto; il vento e la presenza del mare sono gli unici elementi che caratterizzano il quadro rappresentato dall'autore, come continua nella didascalia.
384Bruce King, op. cit. p. 14.
385Derek Walcott, The Sea at Dauphin in Dream on Monkey Mountain and Other Plays, New York, Farrar, Straus and
Nothing on the beach now so early, except a sail, patched square from used flour sacks, washing its slack cheeks with the wind. 386
E' importante sottolineare la creazione di questo quadro di riferimento ambientale. L'isola tropicale che l'autore vuole rappresentare è ben lungi dall'immagine ridente e solare legata allo stereotipo delle Antille che caratterizza la modalità di giudizio della cultura occidentale. Walcott – ben consapevole di questo – non ha intenzione di sfruttare tale stereotipo, al contrario crea un referente che è percepibile dal nativo che vive e lavora sull'isola. Ciò non significa, come già appurato, che l'intento comunicativo dell'autore sia circoscritto esclusivamente al pubblico delle Antille, al contrario, attraverso quest'operazione linguistico-descrittiva cerca di spostare le modalità percettive del lettore/spettatore verso una nuova prospettiva e verso un modo diverso di concepire lo spazio caraibico. Al centro di questo spazio inquietante, si pone la figura di Afa, personaggio centrale.
...a fisherman comes down the littered beach, barefoot, wrapped in a moth-riddled sweater against the October
cold, carrying a dented tin, coils of marlin twine, and a bamboo pole. He wears a cap... and pants quilted with patches .... then squints unwillingly at the bad weather. 387
In sintonia con il paesaggio, la prima figura vivente che vi compare – un pescatore – si presenta attraverso delle privazioni: piedi nudi e vestiti stracciati, mostrando immediatamente un'ansia per ciò che determina la sua esistenza: il tempo atmosferico. Già dall'inizio, prima ancora che si percepisca il dialogo dei personaggi, si è indotti a intuire il difficile rapporto che caratterizza l'uomo e il suo ambiente. Come ci spiega l'autore, alla fine della sua dettagliata stage direction iniziale, questo uomo si chiama Afa, è oltre la quarantina, burbero, scontroso e pronto ad affrontare il suo duro lavoro quotidiano in un ambiente molto simile al suo carattere.
La presentazione della scena si conclude con l'introduzione di un altro pescatore, che diversamente, da Afa, affronta le difficoltà schivando il lavoro, preferendo l'oblio dell'alcol:
....Gacia, stale drunk, twice as tattered, in his old constable's cloak comes dead-footed down the beach. 388
La particolareggiata descrizione della scena iniziale, definita dalla precisione di dettagli riferiti all'ambiente e al personaggio principale, regala al testo una particolare qualità “narrativa”. L'intento dell'autore è non solo quello di definire lo spazio in cui si svilupperà l'intreccio, ma anche quello di fare percepire al lettore la drammaticità delle condizioni degli isolani. La ricchezza e la ricerca linguistica di questo brano rivelano la volontà di Walcott di rivolgersi al lettore, e allo stesso tempo a futuri registi e attori. La doppia funzione della stage directions, narrativa e pratica per la messa in scena si definisce grazie ad una lingua intensa, connotativa, densa di riferimenti culturali e sociali. Il testo che apre l'opera racconta la condizione dei pescatori dell'isola utilizzando la figura di Afa che in tutta la sua solitudine, la sua miseria e le sue preoccupazioni rimanda ad un'immagine dei Tropici triste a affamata, in linea con l'ampia riflessione di Walcott in “What the Twilight Says” sull'indigenza delle Antille. La vicenda di Afa e di Hounakin si rivela come la conseguenza del trauma della perdita e della povertà e come la riflessione sull'inesorabilità della condizione dei pescatori caraibici a causa della colonizzazione. L'introduzione descrittiva della spiaggia in cui sopraggiungono Afa e Gacia apre l'unica scena che caratterizza l'opera. Come vedremo non esiste per Walcott una regola unica che struttura i suoi testi e quindi la messa in scena delle sue opere teatrali. La struttura che regola la divisione in atti e scene è
386Ibid. p.45. 387Ibid. p. 45 388Ibid. p.45.
variabile a seconda dell'opera. Quest'opera non prevede pause, né interruzioni. La vicenda parabolica di Afa, simbolo della sofferenza degli abitanti dell'isola, deve essere rappresentata come un unico atto non essendoci possibilità di scampo per uomini, il cui destino è segnato da un ritmo naturale creato dalla presenza del mare e dallo spazio dell'isola. La storia si sviluppa rappresentando lo scontro tra Afa e la sua quotidianità in cui interagiscono la forza dell'oceano, la tragedia del vecchio Hounakin, l'urlo di ribellione dello stesso protagonista, ovvero il punto parabolico da cui Afa ridiscende per tornare a quello di partenza: davanti al mare, sulla spiaggia con Gacia, intento alla preparazione della barca per la pesca. Punto di partenza e d'arrivo della storia coincidono, per mostrare la presenza di un mare che alterna una funzione di sostentamento a quella di distruzione. Dai primi scambi di battute tra Afa e Gacia si intuisce quest'ambivalenza all'interno del rapporto con il mare: da una parte l'oceano rappresenta il lavoro che permette di sopravvivere, dall'altro è l'incognita, la possibilità di perdersi in una lotta dove l'uomo è sconfitto in partenza. Impotenti, Afa e Gacia osservano la natura impetuosa, il vento, il freddo, il mare in tempesta che impedisce loro di sfruttare una giornata di lavoro:
GACIA
The sea do what it have to do, like wind, like birds. Like me. Cigawette? (Offers AFA a cigarette)American. AFA
(Wiping his hands) Merci... (Looks at it) Ay,ay, boug.
Ous riche, a whole one? (They laugh) Is only natural for
wind to blow so hard, but to turn, and turn. You going out, you one? The others, they making one with their woman, only both of us two stupid.
GACIA
It staying so for a next month, compére, and in all my life I never see it more vex and it have many season, fishing
nasse, I see it bad; but never in a life, like this. But is work
or starve. They have many garden wash down in Fond River. We curse, compére. God forget us... Bonne
chance... the sail have a hole...(Goes off, singing)389
La rinuncia di Gacia, con la quale si congeda da Afa, uscendo di scena cantando, si confonde con l'entrata di un secondo personaggio, Augustin, compagno di lavoro di Afa. Augustin entra in scena urlando il nome di Afa, chiamandolo a gran voce e imprecando contro il vento, il freddo e la tempesta. Da una parte Afa, ansioso di affrontare il mare, dall'altra Augustin, che indugia chiedendogli da fumare, riferendo le bevute della sera prima al Samuel Cafè: povertà, degrado sociale e alcolismo sono i problemi che emergono dalle battute di Augustin, mentre Afa si contrappone a tutto questo cedendo alla sua spietata etica del lavoro:
AFA
(....) I tired used me tongue and tell you, don't care how you drinking in Samuel cafè, or talking how brave in front of them Dauphin women, work is work, and sea and I don't sleep...
Where is this old man?390 389Ibid. p. 47.
Chiaramente Afa non è disposto ad accettare di dipendere dal mare e dalla natura, il suo compito di pescatore è un dovere da rispettare, infatti nella frase in cui afferma di “non dormire” come il mare, cerca di mettere sé stesso sullo stesso piano della natura. Il suo lavoro non può aspettare e con questa consapevolezza sente di superare moralmente uomini più deboli, che non sanno resistere all'alcol e alle donne, come Augustin. Afa, al contrario, è solo, non ha una compagna, essendo la sua vita completamente dedicata alla pesca. Mentre Augustin continua a cercare di convincerlo di evitare l'uscita in mare date le condizioni del tempo, Afa ripara l'imbarcazione, incurante della rabbia del compagno e in ansia per il mancato arrivo del vecchio Hounakin, disperato a causa della perdita della moglie. Proprio mentre Afa, con profondo cinismo, critica quello che per lui è un inutile lutto, Hounakin, udendo queste spietate parole entra in scena:
AFA
I not carrying nobody dead in my half the boat, no old man on my shoulder. I know old man, dribbling in bed. Since Rama, his old woman dead, he think everybody must go round their face like bamboo, the world work must stop because one old woman dead.
( Now the old man for whom they have been waiting,
HOUNAKIN, comes through the bushes. ...)391
La presentazione del personaggio è, ancora una volta, molto dettagliata. Walcott inserisce una seconda ampia descrizione del personaggio, dei suoi movimenti, dell'abbigliamento che rivelano povertà, vecchiaia e sofferenza. Il suo ingresso è accolto dall'indifferenza di Afa e dalla disperazione di Augustin, incapace di suscitargli un minimo sentimento di compassione. Pronto per partire, senza nemmeno ascoltare i consigli di Gacia, che intanto è ricomparso in scena per confermare la propria rinuncia ad uscire in mare, incurante dei compagni morti annegati qualche settimane prima, Afa mostra tutta la sua determinazione: il lavoro lo attende. Convintosi che il vecchio Hounakin non può affrontare il viaggio fino al punto che vuole raggiungere per la pesca e che lo scopo dell'uscita in mare è solo il tentativo di raggiungere la moglie morta, Afa, con l'aiuto di Augustin cerca di convincere Hounakin a rimanere sulla spiaggia per attenderli con il pescato. Houankin, esprimendo il profondo dolore per la perdita di Rama, la sua donna, acconsente a rimanere in attesa, mentre Augustin, ancora poco convinto dell'esito della pesca, indugia; tuttavia Houankin, che conosce bene le capacità di Afa, il suo coraggio e la sua forza, incita il giovane Augustin ad accompagnarlo, a non preoccuparsi per lui: la morte non è la sua fine, bensì una nuova nascita.
HOUNAKIN
Houna will not kill himself: This sea have many navels, many waves, and I did feel to die in Dauphin sea, so I could born. Au'voir cousin ... (Goes off)392
Afa e Augustin si mettono in mare, mentre la pesca e il movimento del mare vengono accompagnate da un canto corale di donne che piangono i morti annegati ricordando la loro condizione di perenne povertà.
391Ibid. p. 54 392Ibid. p. 69.
Al ritorno dalla pesca li attende la tragedia: Hounakin è annegato. Il ragazzo, Jules, nipote di Augustin, accorre per informarli dell'accaduto. Mentre Padre Lavoisier cerca di confortarli parlando della fede e di Dio, Afa esplode.
AFA
God! (he turns and empties the fish pail on the sand) That is God! A big fish eating small ones. And the sea, that thing there, not a priest white, pale like a shark belly we must feed until we dead...
Sacrés cooyons! Sacrés jamettes saintes!...393
Il mare, paragonato ad uno squalo feroce e insaziabile, elimina – in questa stessa natura diabolica – l'esistenza e la protezione divina. Ciò che vede Afa, ciò che è racchiuso nella sua esperienza è compreso nella povertà, nella paura – da sconfiggere -- quasi quotidiana della morte. La rabbia di Afa esprime la consapevolezza che niente, tanto meno il mare, si fermerà davanti alla tragedia di Hounakin. Così non si fermerà il coraggio di uomini come Afa, uomini soli che vivono in balia del l'oceano e dell'unica lotta che scandisce la loro esistenza. Parlando con Augustin , voltandogli le spalle, Afa, gli ricorda che per lavorare come pescatori è necessario il coraggio. La rabbia, la tragedia, la morte, la tempesta possono rappresentare il punto più alto delle loro vite per poi ricadere ancora sulla sabbia della spiaggia, spazio d'inizio e di chiusura dell'opera. Il piccolo Jules abbraccia Afa e esce di scena con Augustin, mentre Afa rimane sul palcoscenico, solo, per essere nuovamente raggiunto da Gacia.
AFA
... Brave like Habal to fight sea at Dauphin. This piece of coast is make for men like that. (....)
( Jules runs over and hugs AFA. AFA gives AUGUSTIN the fish, and the boy and AUGUSTIN go out. AFA sits on the
stage, exactly as he did before, wrapping some twine and smoking. The sound of the WOMEN singing faintly throughout.
GACIA the fisherman comes in ...quite drunk...
.... GACIA
....Tonight they have his wake. You going? AFA
Your woman calling you. GACIA
... When you woman Anna coming back? AFA
I have no woman. I cannot love woman (....) My head is full of madness. ...394
Lo scambio di battute finali fa risaltare l'immutabilità della scena. La solitudine di Afa, conseguenza del binomio coraggio-follia, l'assenza di Hounakin (personaggio atteso e assente anche all'inizio dell'opera, ma qui ricordato attraverso il riferimento alla veglia funebre che rafforza il concetto di assenza) rimandano alla situazione iniziale. La struttura dell'opera riflette il ciclo continuo e immutabile dell'esistenza di Afa, scandito dallo stesso ritmo del mare, simboleggiato dal perenne canto delle donne Elemento funzionale alla rappresentazione scenica in quanto, come vedremo, il canto non è solo accompagnamento di un momento cruciale della vicenda, ma sostituisce l'esperienza stessa della lotta e della pesca quotidiana di Afa. Per questo, coerentemente con quanto definito in un teatro sincretico, il
393Ibid. p. 73. 394Ibid. p. 77
segno linguistico si sostituisce con quello musicale per rappresentare un'immagine, quella del mare, e per rafforzare l'atmosfera di isolamento ciclico della vita del protagonista. Ricordando le vite che si sono perse nelle onde dell'oceano, ricordando il vecchio il cui spirito continua a vivere tra le rocce e l'acqua che circonda l'isola, il piccolo uomo, Afa, il pescatore instancabile, continua a pensare al lavoro a riparare la sua vela, a conversare con il vecchio amico, Gacia e a pensare alla pesca futura, in mare, perché quello è il suo destino.
Come in parte già evidenziato lo spazio rappresentato è essenziale: la spiaggia desolata e fredda di fronte a un mare dalla forza implacabile. La rappresentazione è realistica, ma contemporaneamente simbolica. La presenza del mare è costruita nel testo attraverso il dialogo dei personaggi. Si tratta in realtà di un'assenza sia nella rappresentazione scenica che nel testo scritto in quanto non c'è una volontà precisa descrittiva da parte dell'autore, a differenza di altre parti del paesaggio, ben definite anche dalle parti diegetiche del testo. L'immagine del mare è costantemente evocata dalle parole dei pescatori, ed è inteso come fonte di vita, da una parte, minaccia di distruzione e morte, dall'altra. In quest'opera il mare può anche rappresentare il destino umano, concepito come storia nascosta e mai raccontata. E' ben nota ormai la rappresentazione del mare come cicatrice storica del popolo caraibico e come spazio di esclusione dell'identità e del passato delle Antille. Le vite spezzate dei pescatori nell'annegamento e nella lotta quotidiana per la sopravvivenza si configurano come la rappresentazione della negazione della storia per i popoli schiavizzati e sottomessi alla colonizzazione. In quest'ottica, l'implacabilità del mare, la sua ambivalenza – quella di donare e di togliere alo stesso tempo – è rappresentativa di una storia che ha “civilizzato”, distruggendo vite umane. Il mare, come la storia, per Walcott, diventa lo spazio mitico in cui è possibile riposizionarsi per ritrovare la propria dimensione individuale e, come tale, non può essere materialmente rappresentabile: rimane un'immagine evocata sia per mezzo della parola, sia come costante referente implicito nella rappresentazione del pescatore. Sulla scena e nel testo il mare è quindi un segno tangibile solo come rimando dialogico o come elemento referenziale che sia il lettore che lo spettatore possono “percepire” come assenza/presenza. Da un lato l'autore crea la presenza di esso presupponendolo tra le battute dei personaggi, dall'altro la considera un referente culturale presente nella mente di coloro che leggono o vedono l'opera a teatro.
In questo modo Walcott crea i contorni di un paesaggio che, sebbene si delineino come referenti culturali agiscono anche in maniera opposta. In particolare, come già rilevato, non ci troviamo calati nell'assolato e tranquillo paesaggio tropicale, avvolto dal torpore e da una rassicurante immagine calda e avvolgente come “tipicamente” ci propina l'industria turistica, bensì ci si trova calati in un ambiente che disturba i sensi, che provoca sensazioni negative. Oltre a questo, la presenza/assenza del mare, elemento centrale del paesaggio e della vicenda, rafforza l'ambiguità della percezione e dello spazio e con esso degli stessi referenti culturali. Il risultato è quello di un totale spaesamento sia del lettore che dello spettatore. Tale sensazione si riflette nella condizione personaggi, la quale, in sintonia con il paesaggio, è caratterizzata da estrema povertà, percepita anche come conseguenza della colonizzazione. Il risultato è, pertanto, lo sviluppo di un quadro sociale alquanto degradante, non solo per le cause dettate dall'ambiente naturale, ma anche per quelle legate alla storia dello sfruttamento coloniale.
All'inizio dell'opera Walcott crea questa sensazione di disagio per esprimere profondamente il travaglio esistenziale di Afa e Houna. Come scrivono Helen Gilbert e Joanne Tompkins:
Space, as it is determined by the contours of the landscape and the vagaries of the weather, figures prominently in settler narratives where it often becomes a site of anxiety and struggle. More radical texts reject the Romantic impulse towrds
pathetic fallacy and present landscape/stagescape not as a metaphor for human attitudes or psychological states but as a palpable force that shapes human experience. 395
Si potrebbe inoltre affermare che, oltre a quanto scrivono le autrici, in Walcott lo spazio è determinato da ciò che è assente. Il mare appunto. Risulta infatti molto difficile definire concretamente in maniera logica un dato essenziale che non è esistente. Un aiuto in questo senso può essere fornito da uno studio di Floyd Merrel dal titolo “Lotman 's semiosphere, Peirce's categories, and cultural forms of life”. In questo articolo l'autore definisce le categorie di Peirce come “Firstness”, “Secondness” e “Thirdness” categorie che interagiscono continuamente nei processi di significazione universale. Da questa "geometrizzazione" dell'interazione semiotica, applicata al concetto di spazio semiotico di Lotman, ( già considerato nel primo capitolo come elemento valutabile nell'analisi della rappresentazione