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Quale idea hai dell’Europa?

il vissuto delle esperienze

12.3. Quale idea hai dell’Europa?

Una apposita sezione della traccia di intervista è stata dedicata alla percezione dell’Unione Europea da parte degli allievi che partecipano a progetti di mobilità.

Emergono riflessioni interessanti: molti ragazzi sottolineano gli aspetti comuni caratterizzanti la cultura europea, altri evidenziano gli aspetti più legati all’economia e all’attuale crisi economica, spesso si evidenziano le differenze dei Paesi europei rispetto all’Italia, ma in generale compare una fotografia di giudizio positivo. Di seguito si riportano le parole testuali rilevate (Tab. 12).

Tab. 12 - Che idea hai dell’Europa?

Che alcuni Paesi europei danno maggiori opportunità rispetto all’Italia perché governati me-glio. Altri Paesi invece hanno difficoltà da molto tempo come stiamo imparando a conoscere anche nel Bel Paese.

Che dovrebbe diventare un’unione politica e non economica.

Che è bella ed accogliente.

Che è da esplorare e da conoscere in tutte le sue forme, dalla cucina alle tradizioni.

Che è sicuramente una fonte di lavoro per noi giovani, molto bella da girare e farsi culture nuove.

Che in questo momento ci sono Paesi che non hanno particolari problemi, altri invece stanno passando un momento difficile.

Che merita di essere visitata e conosciuta nelle sue grandi differenze e nei diversi punti di vista su noi italiani.

Che se migliora puoi offrire molte opportunità ai giovani.

Che si dovrebbe lavorare meglio sull’integrazione, sulla riduzione dei pregiudizi e dei razzismi tra Nord e Sud Europa.

Credo che ogni Paese d’Europa meriti di essere visitato e abbia qualcosa di positivo.

Credo sia l’entità più funzionante al mondo.

Da nord a sud, da est a ovest ci sono grandi differenze culturali e paesaggistiche, tutte uniche e inimitabili.

È un’unione di Paesi che si aiutano nei momenti difficili, anche se la crisi è un problema attuale, comunque si rovina l’economia non solo di un Paese ma anche delle altre che sono benestanti, quindi ha anche dei lati negativi. Del resto per noi giovani è una struttura utile perché possiamo viaggiare senza difficoltà per fare degli studi o trovare un lavoro.

È ancora poco considerata “Europa”, dovrebbe esserci una visione più comune che ancora manca.

Ente in crescita e cambiamento.

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Europa = Stati Uniti dei poveri. Da quando l’hanno inventata, hanno cercato di copiare il capitalismo degli Stati uniti. È per quel capitalismo che oggi siamo in questa situazione, da questo possiamo dedurre che manco il capitalismo sia il massimo per andare avanti. Le stanno provando tutte, ma non riescono a trovare un modo in cui tutti fili liscio. Basta pensare alla Cina, che ha raggiunto gli Stati Uniti come PIL una politica che loro hanno bocciato dalla creazione che è il comunismo, io vorrei solo dire che ci deve essere un compromesso tra gli Stati di tutto il mondo, se no la vedo dura per tutti!

Gli Stati dell’Europa non hanno niente in comune.

Ha bisogno di miglioramenti.

Ha grandi potenzialità che non vengono sfruttate.

L’Europa è un continente che possiede territori stupendi che rappresentano varie culture.

L’Europa è un organismo che a parer mio non funziona affatto perché ci sono molte diversità di pensiero tra i diversi stati ed ognuno pensa a se stesso e non agli altri.

L’Europa è una realtà che va costruita insieme, con la partecipazione di tutti. A tratti il siste-ma mi piace, soprattutto quando si condividono le esperienze e le buone prassi di ogni realtà.

Economicamente come è strutturata è fallimentare. Mi piace molto l’idea dell’euro, ma non della politica finanziaria.

L’Europa fa sentire come a casa. Ho avuto la possibilità di visitare alcuni stati dell’UE e mi sono sentita a mio agio in tutti.

L’Europa per me è un’istituzione che deve ancora formarsi bene ed è ancora giovane.

L’Europa può essere sicuramente uno strumento di enorme potenza, capace di creare sinergia tra i popoli europei, e capace di offrire reali possibilità di rimettere in discussione le idee sulla propria cultura.

L’Europa sarebbe perfetta se fosse più unita, anziché avere Stati che decidono per gli altri.

L’Europa secondo me è molto aperta come pensiero e come esperienze.

L’Europa sta attraversando un periodo di difficoltà economica non indifferente. Dovrebbe essere più coalizzata per affrontare questa difficoltà.

La possibilità di vivere e lavorare in altri Paesi europei ed avere una moneta unica ci permette di confrontarci con altre culture e di migliorarci.

Non ho ancora un’idea precisa, prima vorrei visitare più posti e saperne di più, ma sono molto grata a questo progetto europeo perché è stata un’esperienza bellissima.

Penso che l’Europa faccia bene a organizzare questi progetti per i ragazzi e spero che conti-nuerà a farli.

Penso che l’Europa sia un bel posto in cui vivere, anche perché tutti i Paesi dell’Unione Europea vanno abbastanza d’accordo.

Penso che l’Europa sia un’organizzazione nata mirando a formare una sorta di Stato, pren-dendo quasi esempio dagli USA. Purtroppo però ci vorrà ancora un po’ di tempo, dato che il rapporto tra gli Stati membri non è ancora così saldo e alcune volte è anche in competizione tra loro.

Penso che non funzioni perché ogni Stato pensa per se stesso e non ad aiutarsi a vicenda.

Penso che si potrebbe vivere meglio eliminando la burocrazia.

Penso che sia una buona cosa, tuttavia i singoli Stati dovrebbero rinunciare a parte della pro-pria esclusività per creare una federazione più forte, diminuire gli squilibri interni ed essere più competitivi a livello mondiale sul quadro politico ed economico.

Penso sia un Paese molto simile in tutti i suoi territori.

Penso sia una delle potenze più importanti, anche solo pensando alla cultura e ai modi di agire.

Probabilmente a livello politico mi sembra una bella idea, ma io come cittadino ho l’impres-sione che non funzioni molto.

Prima di svolgere questo progetto e capire quante persone ci vogliono per preparare questo progetto, pensavo fosse inutile.

Probabilmente il livello politico è molto bello, ma da cittadina ho l’impressione che non funzioni.

Secondo me è comoda per viaggiare, perché c’è sempre la stessa moneta e perché non c’è bisogno di passare alla frontiera.

Secondo me l’Europa è un organismo utile perché i Paesi sono più uniti e perché aiutano i cittadini ad avere dei vantaggi.

Un continente ricchissimo di storia e di arte.

Un insieme di differenze.

Un insieme di Stati che “dovrebbero” aiutarsi uno con l’altro.

Un sistema in evoluzione, con pro e contro, ma che sul mio piano individuale è stato solo po-sitivo: ho potuto liberamente andare a cercare una strada che nel mio Paese era sbarrata, senza limiti di permesso di soggiorno e avendo dei diritti (sistema sanitario, prestito studentesco, etc.).

Una unione divisa.

Una grossa e potente macchina inceppata dalla crisi.

Entrando più nel dettaglio, abbiamo chiesto di esplicitare gli aspetti comuni del senso di cittadinanza europea (Tab. 13).

Tab 13 - Aspetti comuni di cittadinanza europea

Nel 2014, secondo il mio ideale, bisogna creare un unico Stato in tutto il mondo, ma pen-sando ancora di più sarebbe una catastrofe, troppa ignoranza in questo mondo. Finché conti-nueranno a investire miliardi e miliardi in armi al posto di dare da mangiare alle persone del mondo che muoiono di fame, da questa conclusione non ci accomuna nulla niente di niente!

Abbiamo delle tradizioni e una storia che ci accumuna, anche se siamo lontani penso che ogni stato sia vicino all’altro.

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Condivisione di competenze in ambito tecnico, culturale e artistico

I cittadini dell’UE possono recarsi in qualunque stato membro ed essere perfettamente inte-grati senza alcuna difficoltà.

I giovani italiani che vanno all’estero in cerca di un futuro migliore incontrano spagnoli, greci, portoghesi, polacchi, ragazzi dell’Est Europa, i quali capiscono bene le nostre angosce, poiché sono anche le loro. Per quanto concerne la mia esperienza, i ragazzi del Nord Europa che ho conosciuto (dalla Svizzera alla Svezia) sono benestanti e sembrano vivere su un altro pianeta rispetto a noi. Direi che c’è DIVARIO SOCIALE.

Il desiderio di giustizia, il bisogno di essere protetti dai governi come cittadini in luogo di essere soggetti a leggi che difendono sempre e solo le aziende produttrici di PIL a scapito della felicità dei cittadini giovani e volenterosi. Il bisogno di veder finire lo sfruttamento dei giovani con l’uso di contratti di apprendistato, tirocinio e formazione che sembrano favorire solo le aziende.

Il fatto che burocraticamente appartengono a questa unione, ma in realtà non riscontro una vera unione, prima di tutto ideologica, nei cittadini.

Il fatto che tutti i cittadini hanno il difetto di sminuire il loro Paese, facendolo apparire meno bello di quanto possa essere.

Il modo molto simile di vivere e l’idea di pensiero.

Il motore legislativo ed economico.

In questo momento sicuramente la volontà di superare la crisi.

L’esigenza di difendere gli interessi comuni degli europei rispetto alla concorrenza di India, Cina, etc.

L’euro.

L’idea e l’interesse comune di unirsi per essere più competitivi a livello mondiale.

L’obiettivo di realizzarsi sul lavoro. La volontà di impegnarsi per migliorare qualità di vita ed economica. La consapevolezza di un passato storico e culturale comune. Il senso di apparte-nenza al sistema “Europa”, parallelamente a quello, orgoglioso, di apparteapparte-nenza allo stato di origine.

L’umanità.

La cittadinanza europea si crea principalmente su due cose: condivisione di obiettivi comuni con la formazione formale, non formale e informale e un’economia reale, adeguata alle proprie situazioni.

La consapevolezza che ormai non è più possibile ragionare in termini esclusivamente nazio-nalistici, ma il mercato è, e sarà sempre più, senza confini di Stato e in continuo movimento ed evoluzione.

La cosa che può accumunare i cittadini europei è la cultura alquanto simile, l’economia che può solo migliorare e soprattutto lo scambio intellettuale (università, ricerche...).

La crisi economica.

La grande cultura e umanità.

La moneta e lo spirito di iniziativa.

La possibilità di muoversi liberamente al suo interno.

La storia e le diverse culture e popoli che hanno una volta vissuto qui, ognuno ha la sua cultura che, anche se diversa, ci accomuna.

La voglia di collaborare per migliorare il proprio tenore di vita in tutti i campi: lavoro, fami-glia, istruzione, cultura.

Lo stile di vita è quello che accomuna i cittadini degli Stati che fanno parte dell’Unione Europea.

Ogni cittadino ha le proprie usanze e il proprio modo di vivere. Solo la moneta ci accomuna.

Penso che il bello siano proprio le differenze, le cose in comune sono molte, forse più di tutto proprio il “sentirsi parte dell’UE”.

Secondo me i cittadini degli altri Paesi sono diversi da noi perché in ogni Paese ognuno può avere abitudini diverse e anche lingue diverse, costumi diversi. L’unica cosa che ci accomuna è che facciamo tutti parte dell’Europa e che siamo tutti degli esseri umani.

Secondo me non c’è niente che accomuna l’Italia con gli altri Stati dell’Unione Europea.

Siamo tutti cittadini europei. La cultura dovrebbe diventare europea.

Sicuramente la voglia di riprendersi! Chi si sostiene può raggiungere obiettivi importanti.

Sinceramente non ho trovato niente in comune perché ci sono molte mentalità diverse, culture diverse.

Tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo hanno una cultura mediterranea simile. Dal mio punto di vista una cosa che abbiamo in comune è lo stile di vita.

Un sentimento di comunità che purtroppo ancora non è ben definito.

Una cosa che può essere comune per i cittadini europei è il mercato europeo visto che tutti i paesi europei hanno l’euro. Un’altra cosa che li accomuna sono alcuni aspetti della cultura, perché lo stile di vita europeo è diverso da quello asiatico, ad esempio.

Una storia abbastanza simile, con un passato in comune.

Le parole riportate evidenziano quindi da un lato un sentimento positivo di appar-tenenza, che riconosce il valore sociale, culturale ed economico dell’Unione Europea e gli aspetti comuni che vengono riconosciuti, dall’altro però spesso viene sottolineato che non è un sentimento di appartenenza ancora ben definito, e che l’attuale crisi economica tende a evidenziarne gli aspetti deboli.