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Il califfato islamico viene proclamato! (“Dābiq” No 1)

Nelle pagine interne di questo primo numero di “Dābiq” è riportato il discorso di Abū Bakr Al-Baghdādī nella moschea An-Nuri di Mosūl e la proclamazione dello Stato Islamico sotto a sua guida califfale. Abbigliato in modo sobrio, con una tunica e un turbante neri, l'uomo identificato dall'ufficio stampa dello 'Stato islamico come il

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Google maps: Dābiq.

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'principe dei credenti Abū Bakr Al-Baghdādì è in effetti molto somigliante all'identikit fornito nei mesi scorsi dai servizi di sicurezza americani e giordani. Su di lui, gli Stati Uniti hanno posto una taglia pari a dieci milioni di dollari.

Abū Bakr Al-Baghdādī sale sul Minbar54

(Figura 8)55 e con una predica, durata poco più di un quarto d'ora, Al-Baghdādī si rivolge ai fedeli salmodiando versi del Corano e della tradizione del Profeta e pronuncia un discorso che sorprende tutti. Viene qui riportato nella versione pubblicata nel primo numero di “Dābiq” e ripresa dal sito “Shāmtimes”.

“Musulmani di tutto il mondo, buone notizie per voi. Alzate la vostra testa oggi, ad Dio piacendo, perchè avete uno Stato ed un Califfato, che vi riporterà alla vostra dignità, forza, diritti, e autorità. È uno Stato dove arabi e non-arabi, bianchi e neri, orientali ed occidentali sono fratelli. È un Califfato che riunisce il Caucasico, l’Indiano, il Cinese, il Siriano, l’Iracheno, lo Yemenita, l’Egiziano, il Maghrebino (Nord africano), l’Americano, il Francese, il Tedesco, e l’Australiano. Dio ha messo insieme i loro cuori e così essi sono divenuti fratelli per sua grazia, amandosi per la gloria di Dio, stando insieme, difendendosi, aiutandosi e sacrificandosi vicendevolmente. Il loro sangue è stata mescolato ed è diventato uno solo, sotto la stessa bandiera e con gli stessi obiettivi, riuniti insieme, gioendo di questa benedizione, la benedizione di una fratellanza piena di fede. Se i re provassero questa benedizione abbandonerebbero il loro regno e lotterebbero per questa grazia. Tutta l’ammirazione e il ringraziamento sono dovuti ad Dio. È arrivata una nuova era di potenza e dignità per i musulmani. Presto, con il permesso di Dio, verrà un giorno in cui i Musulmani potranno muoversi dappertutto come padroni, onorati, riveriti, a testa alta e pieni di dignità. Tutti coloro che oseranno offenderli saranno puniti e ogni mano che si alzerà a ferirli verrà tagliata. Fate sapere al mondo che oggi stiamo vivendo in una nuova era. Chi era disattento ora deve essere attento. Chi dormiva deve svegliarsi. Chi era impaurito o scettico deve capire. I Musulmani oggi hanno una voce alta e hanno stivali pesanti. La loro intenzione è far capire al mondo il significato del terrorismo, e hanno stivali che abbatteranno l’idolo del nazionalismo, distruggeranno l’idolo della democrazia e scopriranno la loro natura deviante. Lo Shaykh Abū Muhammad al-‘Adnani ha detto: “È venuto il tempo per queste generazioni che attraversano l’oceano della disgrazia, allevati dal latte dell’umiliazione ed esclusi da popoli vili, e dopo questa permanenza nell’oscurità della negazione, è venuto il tempo di alzarsi. È venuto il tempo, per la Ummah di Muhammad (sallallāhu ‘alayhi wa

sallam) di svegliarsi dal sonno, di rimuovere il peso del disonore, di scuotere la polvere dell’umiliazione e

della disgrazia, perchè l’era del lamento e del gemito è finita, ed è spuntata di nuovo l’alba dell’onore. Il sole della jihād è sorto. La marea del bene brilla. Il trionfo è all’orizzonte. Sono apparsi i segni della vittoria.

O Ummah dell’Islam, il mondo si è oggi diviso il due campi e due parti. E non c’è una terza possibilità. Il campo dell’Islam e della fede, e il campo del kurf (miscredenza) e dell’ipocrisia; il campo dei Musulmani

54 Il minbar è un pulpito da cui l’ imām guida la preghiera. La voce deriva dalla radice araba n-b-

r ("alzare, elevare").

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e dei combattenti dappertutto ed il campo degli ebrei, dei “crociati” e dei loro alleati, e con loro tutte quelle nazioni e religioni della miscredenza. Guidati dall’America e dalla Russia, e mobilitati dagli Ebrei. Quindi, Musulmani, correte al vostro Stato. Si, è il vostro Stato. Correte perchè la Siria non è dei Siriani, e l’Iraq non è degli Iracheni.

{…….Infatti la terra è di Dio. La dà a chi egli vuole tra i suoi servi. E il meglio è per chi teme Dio}56

Lo Stato è lo Stato di tutti i musulmani. La terra è dei musulmani, di tutti i musulmani. O musulmani, dovunque voi siate, chiunque che può compiere la hijrah (emigrazione) allo Stato Islamico la faccia, perchè la hijrah alla terra dell’Islam è obbligatoria.

Facciamo una chiamata speciale agli scolari, ai fuqaha’ (esperti in giurisprudenza islamica) e ufficiali, specialmente giudici, come anche a persone che hanno esperienza militare, amministrativa o di servizio, medici ed ingegneri di ogni campo di specializzazione. Li chiamiamo e ricordiamo loro di temere Dio perchè la loro emigrazione è wajib ‘ayni (un obbligo individuale)57, e così possono soccorrere alle necessità dei Musulmani. Il popolo non conosce la sua religione e ha sete di coloro che possono insegnarla e aiutarli a capire. Temete Dio, servi di Dio. 58”

La leadership (“Dābiq” No. 1)

L’argomento della leadership del movimento di rinascita islamica che ha proclamato la nascita dello Stato islamico viene ritenuto essenziale dalla rivista “Dābiq”. In un

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[Al-A’raf: 128]. Sura 7, Il limbo

57 Vercellin, G, Istituzioni del mondo musulmano, Piccola Biblioteca Einaudi, Torino, 1996, p. 25 e

seguenti.

58 Baghdadi: alzate le vostre teste, O musulmani oggi si emigra in uno stato .. E 'ora di alzarsi contro i

dittatori, “Shamtimes”, 2 luglio 2014

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articolo del primo numero si inizia con uno hadith narrato da Abdullah Ibn 'Amr. Muhammad ha detto:

”La fede è come un indumento che si consuma su di te, e bisogna chiedere ad Dio che rinnovi la fede nel tuo cuore”.

E si continua con un passo coranico che e’ riportato in inglese da “Dabiq” con il testo seguente:

{And do not be like the one who undoes the thread which she has spun after it has become strong, by taking your oaths as a means of deception among yourselves

when one group is more numerous than another group. Allah tests you by this. And on the Day of Resurrection, He will certainly clarify that which you differed

over.} 59

Che puo’ essere così tradotto:

{E non essere come quello che svolge il filo che ha filato dopo che è diventato forte, rendendo i vostri giuramenti mezzo di inganno tra di voi, quando un gruppo è più numeroso di un altro gruppo. Dio vi mette alla prova su questo. E nel Giorno della

Resurrezione, Egli certamente chiarirà le vostre discordie}

Il testo arabo di questo versetto coranico è il seguente (Figura 9):

che viene tradotto in inglese nel seguente modo60:

59 [An-Nahl: 94]. Sura 16, L’ape 60

Eliasii M.. A.. The Holy Qur’aan. Iqbal Book Depot, Karachi

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{Make not your oaths a deceipt between you, lest a foot should slip after being firmly planted and ye should taste evil forasmuch as ye debarred (men) from the

way of Allah, and yours should be an awful doom}

Oppure61:

And do not take your oaths as [means of] deceit between you, lest a foot slip after it was [once] firm, and you would taste evil [in this world] for what [people] you diverted from the way of Allah , and you would have [in the Hereafter] a great

punishment.

Una traduzione di questo versetto coranico è quindi62:

{Non usate i vostri giuramenti per ingannarvi tra voi, non fate scivolare il piede che prima avevate ben saldo; gusterete il male e patirete un castigo tremendo

perche’ avete allontanato gli altri dal sentiero di Dio}

Il testo riportato in “Dabiq” in inglese non corrisponde quindi alle due versioni sopra citate.

“Dabiq” dice, nello spiegare questo verso nella versione che esso riporta, che gli studiosi di tafsir (interpretazione autentica) hanno dichiarato: "Vi era una donna sciocca in Makkah. Ogni volta che annodava qualche filo e lo rendeva forte, poi lo disfaceva ". L’articolo quindi dichiara che “La via di Ibrāhīm entra nelle anime dei giovani musulmani e li conduce su una strada che risuona in ogni angolo del mondo, comprese le nazioni europee.”

Come vedremo, in tutto il percorso formativo di “Dābiq” la prova della giustezza delle argomentazioni che vengono via via addotte sta nel Corano, e nella “Sunna”, cioè nei detti del Profeta, gli “hadith”, raccolti da una catena “isnād” (trasmettitori), la cui autorevolezza è sempre riportata. “ṣaḥīḥ” (sano) significa che il detto del Profeta è giudicato sicuramente avvenuto, “hasan” (bello) significa che è molto probabile che il detto del Profeta sia autentico “ḍa’īf” (debole) significa che si tratta di una probabilità inferiore63.

61 quran.com/16

62 Ventura, A., Il Corano, traduzione di Zilio Grandi, I., Mondadori, 2010, p. 163.

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L’articolo dice che tanti giovani, seguendo la strada di Dio, discutendo nelle moschee e nelle città, hanno trovato rimedio alla loro sete di verità e ciò li ha portati a dissociarsi dagli empi e dai politeisti e a cercare la via della religione.

Scritto in un inglese complesso, questo articolo sembra destinato principalmente ai giovani che dall’Europa emigrano verso il Califfato per ritrovare se stessi.

La lingua inglese non si presta infatti alle frequenti interruzioni per citare detti, hadith o altro, nè alla lunghezza e la ripetitività delle affermazioni. Spesso, inoltre, è oscura, specialmente nelle citazioni, proprio perchè traduce quasi letteralmente espressioni pensate in lingua araba, cioè in una lingua organizzata in maniera diversa rispetto alla lingua inglese. Poi, non risponde, se non in minima parte, alle ragioni che hanno spinto questi giovani a fare la scelta dell’abbandono dell’ambiente in cui sono cresciuti.

Forse, all’interno di queste motivazioni vi è il germe che perderà questi giovani, perchè la persona, la persona umana è trattata solo di striscio, ed è accusata di essere come una donna stolta della Mecca citata in un hadith riportato. La sua stoltezza dipendeva dal fatto faceva e disfaceva il suo filato. Ma il perchè di questo suo strano comportamento non viene spiegato. Penelope, ad esempio, faceva la stessa operazione, ma perchè con questo ingannava i Proci ed attendeva il ritorno del marito Ulisse.

Troppo semplicistico l’approccio, troppo strumentale la citazione dell’hadith della donna meccana stolta, troppo rituale il richiamo alla religione, incomprensibile il nesso di questo richiamo alla retta via con la questione della leadership umana incarnata dal Califfo Abū Bakr al-Baghdādī .

In conclusione, la motivazione per una leadership fortemente centralizzata è appoggiata, in questo articolo, su una formulazione confusa sostenuta da alcuni hadith, e solo marginalmente su qualche “sura” coranica. La debolezza delle argomentazioni è forse la ragione per cui su questo argomento si è ritornati più volte nella rivista “Dābiq”.