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Il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR)

2.4 I fondi strutturali europei: strumenti della politica di coesione ed oppor-

2.4.2 Il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR)

Il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, istituito allo scopo di erogare aiuti strutturali alle regioni più svantaggiate, entrò in funzione nel 1975 con l’obiettivo di correggere i principali squilibri regionali della Comunità, in particolare quelli risultanti dalla prevalenza delle attività agricole, dalle trasformazioni in- dustriali e da una sottoccupazione strutturale.

Anche il regolamento di funzionamento del FESR è stato oggetto in questi anni di numerose modifiche nei criteri di asse- gnazione degli stanziamenti (si è passati dal sistema delle “quo- te” predefinite per ogni singolo Stato membro, e “fuori quota” del 5% per le aree più svantaggiate, prescindendo dal Paese di destinazione a quello delle “forcelle”, ovvero, ad intervalli di valori).

Oggi i finanziamenti del Fondo sono principalmente destina- ti a sostenere le PMI, a promuovere investimenti produttivi, a migliorare le infrastrutture ed a incentivare lo sviluppo locale.

L'obiettivo del FESR è quello di contribuire al potenziamen- to della coesione economica e sociale, riducendo le disparità regionali42. Tale contributo avviene attraverso un sostegno allo

sviluppo e attraverso l'organizzazione strutturale delle econo- mie regionali, anche per quanto riguarda la riconversione delle regioni industriali in declino.

Sull’argomento, A. DE FELICE, I fondi strutturali nell'integrazione sociale europea. Valore del metodo ed efficacia degli strumenti, in Riv. dir. sic. soc., 2007, 293 ss.

42 Regolamento comunitario(CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006. Come pre-

cisato, esso non incide sugli interventi approvati prima della sua entrata in vigore che è stata stabilita per il 1 gennaio 2007. Detto regolamento dovrà essere riesaminato entro il 31 dicembre 2013. A. RAINOLDI, Dal 1989 al 2009. Vent'anni di intervento del "Fondo europeo di sviluppo regionale" nel Mezzogiorno d'Italia: scelte allocative, utilizzo delle risorse e ruolo del fatto- re-tempo, in Riv. giur. del Mezzogiorno, 2010, 7 ss; S. MILIO, Il processo di capacity building per la governance delle politiche di sviluppo e il ruolo della capacità amministrativa nell'implementazione della politica di coesione, in Riv. giur. del Mezzogiorno, 2011, 609 ss.

Il FESR concentra il suo intervento su alcune priorità tema- tiche che riflettono la natura degli obiettivi “Convergenza”, “Competitività regionale e occupazione” e “Cooperazione terri- toriale europea”. Si tratta in particolare di finanziamenti riguar- danti investimenti che contribuiscono a creare posti di lavoro durevoli; investimenti nelle infrastrutture; misure di sostegno allo sviluppo regionale e locale, compresa l'assistenza e i servizi alle imprese, in particolare per quanto riguarda le piccole e me- die imprese (PMI) e l'assistenza tecnica.

Nel quadro dell'obiettivo “Convergenza”, il FESR concentra gli aiuti sul sostegno allo sviluppo economico sostenibile inte- grato, nonché alla creazione di posti di lavoro durevoli43.

Per quanto riguarda invece l’obiettivo “Competitività”, le priorità riguardano l’innovazione ed economia della conoscen- za, segnatamente nel settore del miglioramento delle capacità regionali di RST, dell'innovazione, dell'imprenditorialità e della creazione di nuovi strumenti finanziari per le imprese; la tutela dell’ambiente e la prevenzione dei rischi, con la bonifica dei terreni contaminati, la promozione dell'efficienza energetica, dei trasporti pubblici urbani non inquinanti e l'elaborazione di piani per prevenire e gestire i rischi naturali e tecnologici; l’accesso ai servizi di trasporto e di telecomunicazioni di inte- resse economico generale, in particolare per quanto riguarda il potenziamento delle reti secondarie e l'incoraggiamento dell'ac- cesso alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) da parte delle PMI.

Per quanto riguarda l'obiettivo “Cooperazione territoriale eu- ropea”, il FESR concentra il suo intervento sullo sviluppo di at- tività economiche e sociali transfrontaliere mediante strategie congiunte in favore dello sviluppo territoriale sostenibile. Si tratta, ad esempio, di incoraggiare l'imprenditorialità attraverso la tutela e la gestione delle risorse naturali e culturali, nonché la

43 I programmi operativi negli Stati membri si prefiggono di modernizzare e di

diversificare le strutture economiche regionali nei seguenti settori: ricerca e sviluppo tecnologico (RST), innovazione e imprenditorialità; società dell'in- formazione; ambiente; prevenzione dei rischi; turismo; investimenti culturali; investimenti nei trasporti; energia; investimento a favore dell'istruzione; inve- stimenti nelle infrastrutture sanitarie e sociali; aiuti diretti agli investimenti nelle piccole e medie imprese (PMI).

collaborazione, le capacità e l'utilizzazione congiunta delle in- frastrutture. Altra direttiva è l’organizzazione e lo sviluppo del- la cooperazione transnazionale, compresa la cooperazione bila- terale fra regioni marittime. Le priorità riguardano l'innovazio- ne, l'ambiente, il miglioramento dell'accessibilità e lo sviluppo urbano sostenibile. Completano gli obiettivi, l’aumento dell'ef- ficacia della politica regionale attraverso la creazione di reti e lo scambio di esperienze tra le autorità regionali e locali.

Su richiesta degli Stati membri, la Commissione può propor- re nuove regole per alcune categorie di spese in sostituzione delle regole nazionali. Spetta agli Stati membri il compito di designare un'autorità unica di gestione, un'autorità di certifica- zione e un'autorità unica di controllo. Secondo le disposizioni generali, gli Stati membri possono ricorrere ad uno strumento giuridico di cooperazione, il Gruppo europeo di cooperazione

transfrontaliera (GECT), cui delegare i compiti dell'autorità di

gestione e della segreteria tecnica congiunta.

Per essere selezionato, un progetto deve comprendere i be- neficiari di almeno due Paesi, che devono operare, in modo congiunto, almeno in due dei quattro seguenti settori: sviluppo, attuazione, risorse umane e finanziamento. In caso di coopera- zione transnazionale, può essere attuato un programma in un solo Stato membro, a condizione che sia stato presentato da al- meno due Stati. Le reti di cooperazione e di scambio di espe- rienze devono comprendere almeno tre beneficiari di almeno tre regioni di almeno due Stati membri, che devono operare in mo- do congiunto nei quattro settori suindicati.

Il FESR presta particolare attenzione agli aspetti specifici territoriali. Le azioni relative alla dimensione urbana vengono integrate nei programmi operativi tenendo conto dell'esperienza maturata con l'iniziativa URBAN.

L'azione del FESR mira infatti a risolvere i problemi eco- nomici, ambientali e sociali delle città. Per quanto riguarda le zone rurali e le zone dipendenti dalla pesca, l’intervento del FESR si concentra sulla diversificazione economica e va utiliz- zato per migliorare l'accessibilità delle infrastrutture, le reti e i servizi di telecomunicazione nelle zone rurali; per lo sviluppo di nuove attività economiche; per il potenziamento dei legami

tra le zone urbane e rurali; per lo sviluppo del turismo e del riassetto dell'ambiente rurale.

Per le zone naturalmente svantaggiate, il FESR contribuisce al finanziamento di investimenti in favore dell'accessibilità, del- le attività economiche legate al patrimonio culturale e dell'uso sostenibile delle risorse e come stimolo del settore turistico.

Infine, il FESR contribuisce a finanziare i maggiori costi de- terminati dall'ubicazione geografica delle regioni ultraperiferi- che, nonché il sostegno ai trasporti delle merci e l'avvio dei ser- vizi di trasporto ed il sostegno legato alle difficoltà di stoccag- gio, la manutenzione degli strumenti di produzione e l'insuffi- cienza di capitale umano sul mercato del lavoro locale.

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