Nei primi mesi del 2008, la Conferenza Stato-Regioni ha ratificato la ripar-tizione delle risorse stanziate dal Fondo europeo per la pesca (Fep) per il pe-riodo 2007-2013. L’accordo definito il 20 marzo 2008 prevede che il 33% dei contributi stanziati dal Fep rimarrà di competenza del Mipaaf mentre il restan-te 67% sarà gestito dalle amministrazioni regionali. Le risorse a disposizione ammontano a 440 milioni di euro comprensivi dei cofinanziamenti per il pe-riodo 2007-2013. Tale finanziamento si ipotizza possa stimolare investimenti al settore per circa 840 milioni di euro.
Il Piano operativo nazionale prevede la ripartizione dei fondi in quattro
specifici assi. L’Asse 1 è relativo agli incentivi alla rottamazione e quindi al ridimensionamento della flotta. Questo asse assorbirà il 39% dei fondi di cui il 25% sarà utilizzato al Centro per l’attuazione dei programmi di adeguamento della flotta. Nell’Asse 2 si inseriscono i programmi destinati all’acquacoltura che saranno attuati, come in passato, dalle regioni ed avranno a disposizione il 25% del totale Fep. In quest’asse sono inoltre previste misure a favore della piccola pesca costiera, dei giovani pescatori, delle strutture portuali, della tra-sformazione e commercializzazione dei prodotti. L’Asse 3 prevede misure d’interesse comune come la salvaguardia della fauna e flora acquatiche, gli in-vestimenti nei porti, lo sviluppo di nuovi mercati. Infine, l’Asse 4 tratta misure relative allo sviluppo sostenibile mentre nell’Asse 5 viene fornito un sostegno per la gestione, il controllo e il monitoraggio dell’attuazione del programma operativo.
Sempre nell’ambito del Fep è importante sottolineare che è scattato il conto alla rovescia per l’utilizzo dei fondi stanziati nel 2007. Infatti, vige la regola denominata “n+2” tale per cui i fondi stanziati nel 2007 dovranno essere uti-lizzati e rendicontati entro il 2009. Se ciò non avvenisse, i fondi non utiuti-lizzati andranno dirottati agli altri Stati membri e, per gli anni successivi, è previsto il taglio delle risorse utilizzate. Inoltre, relativamente alle risorse non ancora utilizzate del vecchio Strumento finanziario di orientamento della pesca (Sfop) 2000-2006 è importante ricordare che dovranno essere spese entro il 2008.
Diverse disposizioni e agevolazioni a favore del settore sono inoltre conte-nute nella Finanziaria 2008 (per un approfondimento si veda il paragrafo 2.2.2.). Nei primi mesi del 2008, è stato inoltre siglato un importante accordo tra l’Eni e sette associazioni di categorie sotto la supervisione del Mipaaf.
L’accordo prevede un impegno di Eni per la riduzione degli inquinanti: il ga-solio distribuito quindi conterrà 50 parti per milione di zolfo contro la media di 1.000 registrata normalmente. Inoltre, si applicherà uno sconto di 1,5 euro per ogni 100 litri di gasolio acquistato tra maggio e giugno e di 15 euro per ogni acquisto di 360 kg di lubrificanti. I buoni saranno spendibili tra luglio e di-cembre del 2008. Con questa iniziativa si ipotizza un risparmio a peschereccio che si dovrebbe aggirare attorno ai 750 euro medi annui.
Dal primo aprile 2008 risultano operative le nuove linee guida per gli aiuti di Stato al settore della pesca. Si tratta dei criteri da seguire a livello nazionale per ottenere l’autorizzazione della Commissione europea, che deve essere pre-ventiva alla messa in opera dei sostegni. Risultano compatibili con il mercato comune tutte le misure che beneficiano di un cofinanziamento comunitario: gli interventi sulla flotta, i sostegni destinati alla piccola pesca costiera e allo svi-luppo dell’acquacoltura, le misure a supporto della trasformazione e commer-cializzazione dei prodotti. Tra le misure rientrano anche gli arresti temporanei
dell’attività di cattura che, per la prima volta in assoluto, su richiesta della de-legazione italiana, sono stati inquadrati nel Fep a certe condizioni. Le nuove disposizioni consentono anche l’erogazione di aiuti in caso di calamità naturali ed eventi climatici eccezionali.
Alla fine di gennaio 2008, con decreto ministeriale del Mipaaf, si è ricono-sciuto e avviato il gruppo di lavoro che si occuperà di costituire il Distretto Al-to Adriatico. Gli obiettivi sono diversi: tra cui la razionalizzazione della pesca, l’attuazione di una politica di tutela delle risorse ittiche, lo sviluppo integrato dei mercati, ecc. Al progetto parteciperanno Mipaaf, Friuli Venezia Giulia, Veneto ed Emilia-Romagna con il coinvolgimento anche di Croazia e Slove-nia. L’assessore alle attività produttive dell’Emilia-Romagna coordinerà le at-tività.
Dopo un percorso di 18 mesi nasce il progetto “Filiera ittica” che, attraver-so un marchio collettivo, garantirà una certificazione di filiera. Il progetto, promosso dalle Organizzazioni di produttori e le relative imprese associate di Emilia-Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Marche e conta già l’adesione di 10 organizzazioni, 100 ristoranti e 18 ipermercati Coop. Obietti-vo principale è quindi la garanzia di freschezza e sicurezza alimentare attra-verso un marchio collettivo per tutti gli operatori della filiera, dai pescatori al consumatore finale.
Mentre è l’Emilia Romagna che si è attivata per la realizzazione e la pro-mozione di un marchio collettivo Prodotto certificato Alto Adriatico (PCAA) attraverso le definizione dei disciplinari di produzione e di commercializza-zione e quindi l’incentivacommercializza-zione alla certificacommercializza-zione delle imprese nelle diverse fasi della filiera e l’adesione delle stesse. Gli obiettivi principlali sono quelli di qualità, promozione, accorciamento della filiera e valorizzazione del prodotto.
Tale attività sarà estesa successivamente alle altre regione dell’Alto Adriatico.
La produzione ittica in Emilia-Romagna nel 2006, pari al 7% della produ-zione italiana, ha registrato una progressiva riduprodu-zione delle catture, in linea con il dato nazionale. Infatti, nel 2006 in regione, le catture risultano poco più di 27,5 mila tonnellate, il 45% in meno rispetto al 1997. Anche i ricavi sono diminuiti sensibilmente passando da poco più di 104 milioni di euro del 1997 a 75 milioni di euro nel 2006 (-28%). Il dato dei ricavi dell’Emilia-Romagna è in controtendenza rispetto all’andamento nazionale che si rivela in sostanziale pareggio (tabella 5.8). In regione, nel 2006, i prezzi medi sono fortemente in-feriori rispetto al dato nazionale, dovuto alla presenza di pesce azzurro e tipo-logie di pescato meno pregiato. In Emilia Romagna risulta un prezzo medio di 2,72 euro a l kg mentre in Italia la quotazione si posiziona a 5,23 euro.
Analizzando poi la composizione della flotta, nel 2006, si contano 755 im-barcazioni, 35 in meno rispetto al 2005. Va sottolineato che tale numerosità
non tiene conto delle imbarcazioni asservite a impianti di venericoltura e miti-licoltura che ne raddoppiano la composizione della flotta. Comunque, il dato risulta sostanzialmente in linea con l’andamento dell’ultimo decennio che ha visto una progressiva riduzione della compagine, sia a livello nazionale che regionale. Un dato rilevante è che la maggior parte delle imbarcazioni supera i 20 anni di attività (59%).
Per quanto riguarda la composizione della flotta per sistemi di pesca preva-le la piccola pesca (60% di battelli) anche se in calo rispetto alla composizione del 2005. Segue poi la pesca a strascico con il 25% delle imbarcazioni. Consi-derando poi il tonnellaggio, la potenza e i giorni medi risulta nettamente do-minante la pesca a volante che però è solo il 6% dell’intera flotta regionale (tabella 5.9 e 5.10).
Come già precedentemente accennato negli ultimi anni le catture sono di-minuite in maniera rilevante. La riduzione ha interessato quasi tutte le tipolo-gie del pescato anche se le sarde e i molluschi hanno contribuito in maniera determinante. Le alici risultano in netta controtendenza con una crescita del
Tabella 5.8 - Produzione ittica in Emilia-Romagna
1997 2006 Variazione %
Romagna 50.074,00 104,21 2,08 27.548 75,04 2,72 -44,99 -27,99 30,96 Italia 455.163 1.492,64 3,28 285.831 1494,75 5,23 -37,20 0,14 59,44 Incidenza % 11,00% 6,98% 63,46% 9,64% 5,02% 52,09%
Fonte: Elaborazione OREI su dati IREPA - Rapporto sull'economia Ittica in Emilia-Romagna – 2007.
Tabella 5.9 - Caratteristiche tecniche della flotta peschereccia per sistemi di pesca in Emilia-Romagna (2006)
Tabella 5.10 - Catture e ricavi per sistemi di pesca in Emilia-Romagna
Catture (ton.) Ricavi (mln euro)
2005 2006 2005 2006
Strascico 6.377 5.683 33,70 33,88
Volante 17.380 16.997 16,66 17,91
Draghe idrauliche 2.441 2.117 6,92 5,52 Piccola pesca 2.498 2.750 13,90 17,73
Totale 28.696 29.553 75,69 75,04
Fonte: Mipaaf-Irepa.
Tabella 5.11 - Catture e ricavi per specie in Emilia-Romagna
Catture (ton.) Ricavi (.000 euro)
2005 2006 2005 2006
Totale pesci: 22.011 20.839 37.987 38.661 di cui Acciughe 15.078 13.928 11.730 13.796
Sardine 1.129 1.651 1.597 1.616
Sgombri 121 118 566 516
Tonni rossi 377 104 1.486 512
Altri tonni 389 107 367 140
Gallinelle o capponi 192 225 454 716
Cefali 299 744 404 829
Merlani o moli 601 586 2.000 2.163
Naselli 366 519 2.212 3.190
Rombi 15 136 312 921
Sogliole 370 469 4.722 6.258
Sugarelli 157 371 346 594
Triglie di fango 897 689 2.767 2.362 Altri pesci 2.020 1.192 11.277 5.048 Totale molluschi: 6.233 4.872 26.710 23.470 di cui Calamari 190 100 2.942 2.228
Lumachini 862 847 4.872 4.871
Seppie 686 1.419 4.637 9.266
Veneridi 1.890 356 6.982 1.471
Vongole 2.441 2.117 6.920 5.523
Altri molluschi 164 33 356 111
Totale crostacei: 1.600 1.836 10.996 12.913 di cui Mazzancolle 76 164 1.650 2.569
Pannocchie 1.361 1.533 7.640 9.535
Altri crostacei 163 139 3.147 809
Totale generale 29.844 27.548 75.694 75.044 Fonte: Mipaaf-Irepa.
27%. Nel 2006, in Emilia-Romagna i ricavi derivanti dalle catture risultano pari 75 milioni di euro, rimanendo sostanzialmente invariati rispetto al 2005 e confermano una buona tenuta dei prezzi (tabella 5.11).
A determinare i ricavi sono principalmente i pesci con oltre 38,6 milioni di euro (51,5% sul complessivo). All’interno di questa categoria, il peso maggio-re è dato dalle acciughe che, in termini di cattumaggio-re, sono diminuite di quasi l’8%, mentre in termini di ricavi hanno raggiunto i 13,8 milioni di euro, au-mentando del 17,6% rispetto al 2005. Significativa è la riduzione dei tonni e delle triglie di fango.
Il comparto dei molluschi catturati ha registrato, rispetto al 2005, un calo consistente sia nelle catture (-22%) che nei ricavi (-12%). L’unica voce positi-va è data dall’aumento delle seppie mentre per tutte le altre specie il calo è so-stanziale. In particolare, le catture e i ricavi dei veneridi si riducono di circa l’80%. Infine, i ricavi relativi al comparto dei crostacei risulta di quasi 13 mi-lioni di euro, il 17% in più rispetto al 2005. Il dato deriva principalmente dalla crescita, sia in termini di catture che di ricavi, delle mazzancolle e delle pan-nocchie.
Per un maggiore dettaglio sulla situazione del comparto ittico in Emilia-Romagna si rimanda al “Rapporto sull’economia ittica in Emilia-Emilia-Romagna - 2007”, prodotto dall’Osservatorio sull’economia ittica.