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La vite e il vino

Nel documento Rapporto 2007 (.pdf 3.0mb) (pagine 113-121)

L’annata 2007 è stata caratterizzata, a livello italiano, da una sostanziale ri-duzione delle quantità prodotte e da un significativo miglioramento della qua-lità. Il dato, che riflette una condizione strutturale della viticoltura italiana, ri-sulta valido anche per l’Emilia Romagna, nella quale si è assistito, così come nella maggior parte delle regioni del Nord, a vendemmie decisamente antici-pate per effetto delle condizioni climatiche. L’andamento meteorologico ha favorito riprese vegetative anticipate (per effetto della mitezza dell’inverno) e ha consentito germogliamenti regolari. Il mantenimento costante di livelli di temperatura superiori alla media durante il periodo primaverile ed estivo ha, in alcuni casi, provocato situazioni di stress idrico (aggravate dalla scarsa dispo-nibilità di risorse idriche non adeguatamente ripristinate per effetto delle scarse precipitazioni invernali). Gli stress hanno contribuito a rallentare il ciclo vege-tativo delle piante, riducendone il forte anticipo; nel caso di alcune produzioni tardive, la minore incidenza degli stress idrici e le buone condizioni meteoro-logiche del mese di settembre hanno favorito il recupero di peso dei frutti. Se la caratterizzazione meteorologica dell’annata trascorsa ha determinato l’ottenimento di mosti con bassi livelli di acidità, è da sottolineare l’ottimo ri-sultato in termini di rese zuccherine e di qualità dei vini ottenuti, che pur estremamente eterogenea, si è attestata su livelli molto interessanti,

raggiun-gendo punte di eccellenza per le uve vendemmiate a Settembre.

Il quadro fitopatologico legato alle produzioni vitivinicole mette in eviden-za alcuni elementi di interesse, anche se non ha fatto rilevare fenomeni forte-mente condizionanti. E’ stata rimarcata l’esigenza di attenzione nei confronti del Bostrico, coleottero particolarmente insidioso in grado di indebolire i tralci legnosi, facilitandone la spaccatura in fase di potatura. Come per ogni anno, è stata sollecitata un’attenta azione di monitoraggio sia nei confronti degli attac-chi di legno nero, che verso la presenza di sintomi di Flavescenza dorata, che è risultata in drastico calo ma maggiormente presente nei vigneti a conduzione biologica. Sono stati altresì riscontrati attacchi di Oidio in vigneti di pianura; la patologia fungina è riuscita ad esprimere la sua virulenza soprattutto sulle condizioni colturali maggiormente esposte.

L’analisi dell’andamento dell’annata 2007 conferma, sotto il profilo quanti-tativo, quanto premesso, facendo registrare una riduzione complessiva delle quantità di uva e di vino prodotte (tabella 4.4). In termini di investimenti su-perficiali, la situazione appare sostanzialmente stazionaria, fatta eccezione per la provincia di Parma, nella quale la contrazione degli investimenti è piuttosto evidente (-12,8%) e contribuisce a descrivere una performance produttiva flet-tente (-20,2%). Tuttavia, nonostante non si siano registrate variazioni di rilievo nelle superfici, le condizioni climatiche hanno inciso sul risultato produttivo, portando ad una riduzione complessiva delle quantità prodotte pari al 6,4% a livello regionale, con picchi di contrazione delle produzioni in Romagna (-33,5% nella provincia di Rimini) e marcate flessioni anche nelle altre pro-vince. Nel quadro complessivo fanno eccezione la provincia di Reggio Emilia, il cui risultato rimane in linea con quello fatto registrare nel 2006, e la provin-cia di Modena, nella quale si assiste, per il 2007, ad un notevole incremento in termini di quantità di uva prodotta (+9,6%) e di vino (+10,2%). I quantitativi di vino prodotto riflettono, in regione, l’andamento delle produzioni di uva, mettendo in luce, anche in questo caso, una marcata contrazione delle quantità (-7,3%).

La vendemmia 2007 è risultata decisamente buona, e l’alternanza di alte temperature e precipitazioni in alcuni momenti dell’anno ha consentito l’ottenimento di prodotti molto strutturati ed eleganti, con gradazioni medie superiori rispetto al 2006 e acidità totali bilanciate, seppur non elevate. Le alte temperature di settembre hanno permesso, per l’Albana, di protrarre le opera-zioni vendemmiali e di effettuare gli appassimenti in campo per la tipologia DOCG “passito”.

In termini di composizione dell’offerta, in regione prevale la produzione di vini rossi e rosati, che, muovendo dalle premesse formulate, subisce un’ovvia contrazione (-6,5%). La contrazione risulta più marcata per i vini bianchi

Tabella 4.4 - Superfici e produzioni della vite per uva da vino in Emilia-Romagna Superficie in produzione (ha) Produzione totale (100 kg) Uva vinificata (100 kg) Vino prodotto (hl) Variazione % 2007/06 Province 2006 2007 200620072006200720062007sup. prod. vino Piacenza 6.2756.196537.445 507.785 537.000 507.380 386.000 385.000 -1,3-5,5-0,3 Parma948827122.172 97.528 122.100 97.379 89.178 71.195 -12,8-20,2-20,2 Reggio E. 8.3758.3531.550.945 1.543.9161.550.0001.543.9161.058.5001.058.000-0,3-0,50,0 Modena 7.4737.4451.379.133 1.511.3351.379.1331.511.335929.024 1.023.435-0,49,610,2 Bologna 6.9607.0441.120.000 980.200 1.120.000980.200 746.400 658.650 1,2-12,5-11,8 Ferrara 708700108.324 94.500 108.324 94.500 79.077 66.150 -1,1-12,8-16,3 Ravenna 16.23516.4052.961.500 2.688.0002.961.5002.688.0002.040.0001.773.0001,0-9,2-13,1 Forlì 6.5266.673858.706 748.143 858.706 748.143 648.800 575.751 2,3-12,9-11,3 Rimini 2.8552.853314.050 208.706 314.050 208.706 235.537 146.000 -0,1-33,5-38,0 TOTALE 56.35556.4968.952.275 8.380.1138.950.8138.379.5596.212.5165.757.1810,3-6,4-7,3 Fonte: Regione Emilia-Romagna - Assessorato Agricoltura, Ambiente e Sviluppo Sostenibile.

(-8,4%), che a fronte di una riduzione in termini quantitativi, si sono caratte-rizzati per una migliore performance, rispetto a rossi e rosati, in sede di com-mercializzazione. Sull’articolazione dell’offerta in termini di prodotti ottenuti dalla vinificazione si riflette l’andamento complessivo del comparto, che si traduce in una riduzione generalizzata delle quantità (DOC/DOCG: -1,4%; vi-ni IGT: -12,1%; vino da tavola: -5,6%). Rispetto all’anno 2006 aumenta tutta-via l’incidenza dei vini DOC/DOCG (+6,4%) e del vino da tavola (+1,9%), mentre si riduce il peso dei vini IGT (-5,2%).

Il mercato delle quotazioni del vino, ad andamento decisamente positivo (tabella 4.5), ha beneficiato, oltre che dei buoni risultati qualitativi, anche della flessione nelle performance produttive delle regioni vitivinicole dei Paesi eu-ropei concorrenti, di quelli d’Oltreoceano e delle nazioni dell’emisfero meri-dionale. Al dato congiunturale si aggiunge la contrazione, rispetto all’anno 2006, delle quantità destinate alla distillazione, fattore che ha contribuito alla buona performance dei prezzi. Le quotazioni delle uve hanno fatto registrare incrementi percentuali decisamente marcati (fino a toccare punte di +104,5%), ai quali hanno fatto seguito risultati in termini di prezzi corrisposti ai vini

al-Tabella 4.5 - Prezzi alla produzione delle uve e dei vini rilevati sulle principali piazze regio-nali

(provincia di Ravenna) (€/kg) 0,19 0,28 47,4 Uva bianca a I.G.T. di colle

(provincia di Bologna) (€/kg) 0,22 0,45 104,5 Uva lambrusco di pianura

(provincia di Modena) (€/kg) 0,19 0,21 10,5 Vino bianco da tavola gr. 11/12

(€/ettogrado) 2,32 2,98 28,4 2,59 3,85 Vino rosso da tavola gr. 11/12

(€/ettogrado) 2,28 2,70 18,4 2,45 3,15 Vino lambrusco di Sorbara D.O.C.

(provincia di Modena) (€/ettogrado) 4,53 4,99 10,2 4,90 5,20 Vino Sangiovese D.O.C.

(provincia di Forlì) (€/ettogrado) 3,42 4,05 18,4 3,00 5,00 Vino Trebbiano D.O.C.

(provincia di Forlì) (€/ettogrado) 2,71 3,18 17,3 2,30 4,10 Vino Reno Pignoletto D.O.C.

(provincia di Bologna) (€/ettogrado) 5,80 6,90 19,0 6,30 7,50 Fonte: Camere di Commercio dell'Emilia-Romagna.

trettanto soddisfacenti. Il risultato in termini di quotazioni è stato decisamente positivo in Emilia; in Romagna gli apprezzamenti, seppur notevoli rispetto all’anno 2006, sono risultati in alcuni casi meno marcati (si fa riferimento al vino DOC), per via di una commercializzazione eccedentaria e del mercato globale, ed hanno determinato una tendenza peggiorativa nel processo di li-quidazione delle uve e nel conseguimento di prezzi remunerativi.

E’ da rilevare, per l’anno 2007, il raggiungimento dell’intesa sull’applicazione in Italia della riforma dell’OCM vino, che entrerà in vigore nel 2009, e sul programma nazionale di supporto (per un maggiore dettaglio si rimanda al pa-ragrafo 2.1.3).

In linea con quanto avvenuto nel comparto ortofrutticolo, anche per il setto-re vitivinicolo sono state formulate valutazioni in riferimento alle possibilità di integrazione tra cooperative (è il caso delle cooperative Civ e Cantine Riunite).

E’ stato inoltre sottoscritto, tra due cantine del territorio riminese, un protocol-lo d’intenti volto a tutelare la viticoltura della zona.

Tra le iniziative di valorizzazione si colloca l’approvazione del cofinan-ziamento al progetto dell’allargamento della “Strada dei vini e dei sapori” di Forlì-Cesena.

4.4. I cereali

L’andamento meteorologico che ha caratterizzato l’annata 2007, distintosi per problemi in termini di approvvigionamento idrico e disponibilità per le colture, ha esercitato la sua influenza anche sui cereali autunno-vernini, soli-tamente estranei alla problematica dello stress idrico. La scarsità di piogge ha agito negativamente sulle rese e, in alcuni casi (frumento duro) sulla diminu-zione del peso ettolitrico. La permanenza di temperature elevate durante il pe-riodo autunnale ha contribuito a determinare l’incompletezza delle spighe, e ha favorito gli attacchi di afidi, esponendo le colture al rischio di virosi. Gli eleva-ti regimi termici primaverili hanno pressoché annullato gli effeteleva-ti della conci-mazione, ed interferito con le esigenze fenologiche delle piante, portando ad una maturazione anticipata le colture. A completare il quadro delle influenze climatiche, si ricordano gli episodi di precipitazioni intense di inizio estate, che oltre ad avere ritardato nel complesso le operazioni di trebbiatura, hanno com-promesso in modo irreversibile buona parte delle produzioni (soprattutto delle varietà precoci e medie) provocando allettamenti e pregerminazione. Il clima tendenzialmente siccitoso dell’annata ha inciso fortemente sulle rese delle col-ture primaverili-estive, per le quali le performance sono risultate fortemente legate alle gestioni irrigue.

L’analisi del quadro fitopatologico fa rilevare, per il 2007, la presenza su frumento e orzo di diffusi e marcati ingiallimenti, determinati da virosi e ri-conducibili alla proliferazione di afidi durante il periodo invernale, favorita dal clima siccitoso. Il mais ha di nuovo risentito della presenza di Diabrotica virgi-fera, che ha fatto la sua comparsa anche in territori nei quali la diffusione risul-tava meno accentuata: in provincia di Modena è stato addirittura istituito un cordone sanitario per ostacolarne l’espansione, e in alcune province sono state date precise disposizioni in merito al divieto di ristoppio del mais.

Procedendo all’analisi del dato produttivo del comparto cerealicolo, si ri-scontra un andamento estremamente diversificato a seconda delle colture (ta-bella 4.6). A fronte di un incremento considerevole in termini di superfici dei frumenti tenero e duro (rispettivamente +17,9% e +44,4%), il crollo delle rese ha depresso il valore complessivo delle produzioni, disegnando una perfor-mance negativa per il frumento tenero (-9,0%), mentre il risultato quantitativo positivo del frumento duro (+18%) è fortemente dipendente dall’impennata subìta dagli investimenti superficiali, decisamente influenzata dall’accordo si-glato nel 2006 tra la Società Produttori Sementi, le organizzazioni dei produt-tori e la società Barilla, per la produzione di grano duro di alta qualità. Tra le produzioni cerealicole, anche il riso ha fatto registrare un incremento consi-stente delle superfici investite (+14,0%), che si è tradotto in un buon risultato quantitativo (+15,8%) per via del mantenimento delle rese, che non hanno su-bito variazioni significative (+1,6%). Il quadro sembra delineare prospettive

Tabella 4.6 - Superfici e produzioni dei principali cereali in Emilia-Romagna

Superficie

Fonte dati: Regione Emilia-Romagna - Assessorato Agricoltura, Ambiente e Sviluppo Soste-nibile.

più ottimistiche per la risicoltura, specie nella considerazione del crollo struttu-rale nelle quantità di cereali disponibili a livello mondiale. Se per l’orzo l’annata 2007 ha fatto segnare una performance piuttosto negativa sia in ter-mini di superfici investite (-4,3%) che dal punto di vista delle rese (-11,6%), con conseguente contrazione delle quantità prodotte (-15,4%), sulle altre cere-alicole del comparto, peraltro non penalizzate da un decremento delle rese, ha inciso pesantemente il minor investimento in superfici destinate alle colture.

Per quanto riguarda il mais, la riduzione delle superfici coltivate (-7,7%) trova spiegazione, oltre che nelle ottime quotazioni spuntate dal frumento (che han-no influenzato le scelte colturali dei coltivatori), anche nelle previsioni del ri-schio siccità, che al momento delle semine hanno dissuaso gli operatori agri-coli dall’orientare le loro scelte verso le colture più irrigue. Il risultato produt-tivo del mais (-2,9%) ha riflesso la contrazione degli investimenti, nonostante il buon incremento delle rese (+5,2%). Simile, in termini di variazioni percen-tuali, è l’andamento dell’avena, che sconta una lieve riduzione delle quantità prodotte (-2,2%) per via del contrasto opposto dall’incremento delle rese (+5,3%) ad una marcata diminuzione delle superfici destinate alla coltura (-7,0%). Merita infine considerazione il risultato del sorgo, che nel 2007 ha subito una marcata riduzione delle superfici investite (-26,1%); il lieve miglio-ramento delle rese (+2,8%) non ha potuto incidere sul crollo delle quantità (-24,%).

E’ interessante rilevare che entro la fine dell’anno 2007 gli operatori del settore dei mangimi, responsabili delle produzioni primarie, hanno dovuto a-dempiere all’obbligo di garantire la sicurezza dei mangimi, attraverso l’adozione di un regime di rintracciabilità in grado di fornire informazioni in modo puntuale e trasparente. Altrettanto interesse ha suscitato la formulazione della proposta di costituzione e sostegno di una filiera regionale per i mangimi animali non OGM: la proposta ha coinvolto le organizzazioni di produttori di cereali, di foraggi e di latte, e auspica un recepimento dell’iniziativa sia a livel-lo nazionale che comunitario. Il tema degli OGM è stato affrontato anche in termini di studio di nuove varietà colturali prodotte attraverso le biotecnologie:

il laboratorio Cerealab, promosso dalla regione, ha messo a disposizione un database varietale in grado di fornire informazioni su sementi non OGM con-traddistinte da ottime caratteristiche di resistenza e di qualità.

Analizzando l’andamento commerciale dei cereali (tabella 4.7), l’anno 2007 disegna un quadro di eccezionalità generalizzata, che permette di com-prendere completamente l’effetto traino esercitato dalle colture cerealicole sul valore complessivo della PLV. La situazione congiunturale dei cereali a livello mondiale, contrassegnata dalla sostanziale scarsità di prodotto disponibile in-dotta dalle condizioni climatiche, dal progressivo orientamento verso un

u-tilizzo a fini energetici, e dall’incremento dei consumi dei paesi emergenti, ha contribuito enormemente a far impennare i livelli dei prezzi, che a caduta han-no inciso sulla redditività dei comparti strutturalmente connessi a quello cerea-licolo. E’ il caso del settore degli allevamenti, per il quale l’approvvigionamento di mangime per l’alimentazione animale ha rappresentato nel 2007 una voce di costo notevole, ed ha contribuito a ridurre il reddito per gli allevatori stessi. La peculiarità della situazione congiunturale ha indotto l’Unione Europea ad abo-lire l’obbligo dell’adozione della pratica del set-aside, e ad azzerare i dazi im-posti sulle importazioni dai mercati extraeuropei.

Il particolare andamento dei prezzi dei cereali induce a prevedere la ten-denza all’incremento delle superfici investite, e alla considerazione dei cereali non più come semplici colture di rotazione bensì come produzioni in grado di conferire reddito, anche per effetto della buona performance in termini di qua-lità dei prodotti ottenuti. In particolare, il buon rilancio dei termini dell’accordo siglato tra Barilla e le associazioni di produttori di grano duro ha stimolato la proliferazione di iniziative volte alla promozione delle produzioni di grano duro di alta qualità in regione. La previsione di una tendenza all’aumento degli investimenti in grano duro è ulteriormente suffragata dalla considerazione relativa alle buone possibilità di collocazione del prodotto sul

Tabella 4.7 - Prezzi all'ingrosso dei cereali di produzione nazionale rilevati sulla piazza di Bologna (€/100 kg)

Fino nazionale prod. Nord (a) 17,78 28,58 60,7 18,24 37,74 106,9 (lug.-dic.)

Mais

Nazionale comune (b) 14,49 19,49 34,5 16,77 22,56 34,5 (ott.-dic.)

Orzo

Nazionale pesante (b) 14,24 20,88 46,6 14,98 24,12 61,0 (lug.-dic.)

Sorgo

Nazionale bianco (a) 13,48 18,94 40,5 15,23 20,76 36,3

(ott.-dic.)

(a) Franco partenza produttore.

(b) Franco arrivo.

Fonte: Associazione Granaria Emiliana-Romagnola.

mercato interno, per via della notoria situazione deficitaria dell’Italia in termi-ni di auto approvvigionamento.

La situazione congiunturale sembra aver condizionato anche l’andamento delle quotazioni del mais, probabilmente influenzate dall’orientamento degli Stati Uniti alla produzione di mais per ottenere etanolo e più generalmente a scopo energetico. E’ necessario sottolineare che il tema delle agro-energie ha fortemente condizionato il comparto, mettendo in luce nuove prospettive di uso sia per le superfici ad orientamento maidicolo, sia per le produzioni di sor-go: è infatti verso il sorgo da fibra che si è orientato il funzionamento di un ex-zuccherificio della regione (Bondeno, di proprietà del gruppo Italia-Zuccheri) soggetto a riconversione, con l’obiettivo di ottenere energia elettrica dalla tra-sformazione di un vegetale coltivabile in loco, facilmente adattabile e conve-niente.

Nel documento Rapporto 2007 (.pdf 3.0mb) (pagine 113-121)