tesoreria.
Eccellenza 4. Z c. 263
Ho avuto l'onore di referire a Sua Maestà la pregiatissima lettera di Vostra Ec- ' stabilita all'oggetto di preliminarmente esaminare,... e stabilire altra deputazione] in margine.
2 progettata dalla deputazione,... che per copia si unisce] in margine; L'espressione ag-giunta in margine sostituisce la seguente cancellata nel testo: «ed approvata ad unanimità da tutti i tre Stamentí una memoria, ove si prega di accordare al villaggio di Toralba il per-messo dell'estrazione di grano, e fave, come viene espresso in detta memoria, che per copia si unisce».
3 Vedi doc. 563/2.
4 Titoletto: Copia Idi] lettera scritta a Sua Eccellenza il signor viceré di Sardegna dal signor marchese di Serravalle generale delle regie finanze in data 23 dicembre 1795, cc. 263-265v.
cellenza delli 16 ottobre ultimo scorso pervenutami solamente li 12 corrente, nella quale avendo ella fatte presenti le strettezze di codesta tesoreria, e la con-seguente difficoltà di supplire alle spese, che ne dipendono, come altresì li mezzi, che costì si sarebbero creduti li più propri per soccorrerla nelle presenti circostanze, mi ha pure allo stesso oggetto trasmesso il promemoria sottoscritto dalle tre prime voci degli Stamenti, dal quale risultano le misure, che il congres-so radunatosi avanti Vostra Eccellenza avrebbe creduto di potersi adottare.
Sua Maestà avendo stimato di far esaminare il tutto da un congresso a tal ef-fetto stabilito in questa capitale, si è poi degnata coerentemente al parere del medesimo di determinare, che, siccome si è rappresentato, che li biglietti di credito verso le finanze sono già in un tale quantitativo nel Regno, che l'accre- z c. 263v. scimento dei medesimi li potrebbe rendere pregiudiziali al pubblico, / al
com-mercio, e specialmente alla stessa tesoreria, si debba perciò sospendere per ora la trasmissione di tali biglietti, tuttocché ve ne esistano già presso gli archi-vi della detta camera per una ragguardevole somma.
Non avendo nemmeno Sua Maestà creduto conveniente di ordinarne intanto la spedizione per la concorrente di lire cinque in seimila per surrogarla a quel-li laceri, e fuori d'uso, che fanno tuttavia fondo nella tesoreria sul riflesso, che tale picolo soccorso alla cassa non potrebbe forse compensare gli effetti, che potrebbe far nel pubblico l'apparizione di nuovi biglietti.
Mi ha bensì Sua Maestà comandato di suggerire a Vostra Eccellenza di far esaminare, se in vista delle sempre maggiori angustie della cassa, e della deffi-cienza, o scarsità di altri mezzi per sovvenirla, non si credesse conveniente, malgrado i riflessi stati già costì rilevati in contrario di assegnare un interesse ai biglietti di maggior valore per allettare li proprietari a ritenerli, ed agevolare in questa maniera la circolazione degli altri, ad esempio di quanto si è pratica- Z c. 264 to in questi Stati di / terraferma non senza un vantaggioso successo. Come
al-tresì di far prendere in considerazione, se non si ravvisasse anche opportuno lo spediente di stabilire la vendita dei beni, ed effetti, e ad un tempo l'abbruc-ciamento dei biglietti, che ne sarebbero il prodotto, la quale operazione, men-trecché diminuirebbe il quantitativo dei medesimi, gioverebbe a mantenerli in credito, come è anche succeduto in questi Stati, ove dopo di essersi abbrac-ciato questo mezzo, si poterono senza un grave discapito introdurre nel pub-blico nuovi biglietti a molto sollievo delle regie finanze. Ove poi riesca di ri-trovare uno, o più sovventori per propporle imprestito di scudi 100.000, o d'altra minore somma, la Maestà Sua si è riserbata di provvedere allorché ciò le verrà rappresentato, e saranno ad un tempo specificati gli effetti, dei quali si propporrà l'ipoteca, e le cautele, e condizioni, che si desidereranno, e saranno altresì le cause, in cui si dovranno impiegare le accennate somme; a quale og-getto vuole Sua Maestà che dall'ufficio dell'Intendenza generale si formi, e si Z c. 264v. trasmetta / a questa capitale un esatto bilancio, in cui siano individuate non
solamente le spese ordinarie, ma altresì tutte le estraordinarie.
Ad effetto però di apportare un più pronto soccorso a codesta tesoreria Sua
Maestà si è intanto degnata di ordinare la pronta trasmessione della monetta, di cui ne aveva già ordinata la battitura in questa zecca dí Torino, coi regi vi-ghetti delli 11 giugno e 22 settembre 1793 in compimento delle lire 300.000 delle quali già sí sono fatte passar costà lire 120.000. Ma è precisa intenzione della Maestà Sua che la concorrente di dette lire 180.000, che risulterà neces-saria pel riscatto delle monete d'oro calanti, e degli argenti dorati stati impe-gnati presso alcuni capitalisti, sia imantinenti convertita in tute (?) riscato e che tanto le dette monete, che gli argenti si debbano tosto per via sicura indi-rizzare a questa regia zecca in estinzione di parte del debito della tesoreria verso la medesima.
In eseguimento di questa reale determinazione ho l'onore di prevenir Vostra Eccellenza, che qui sí prendono le necessarie misure per effettuare quanto prima l'accennata trasmessione di / moneta, e che non si lascierà certamente F c. 265
fugire la prima sicura occasione, che si presenti, e se frattanto ve ne fosse costi alcuna egualmente sicura di spedire a questa capitale quelle monete d'oro ca-lanti, ed argenti dorati, che non si fossero impegnati, non dubito, che ella l'ah-braccierà, con ordinarne la spedizione.
Non ostante che il signor vice intendente generale Pani mi abbia anche diffu-samente parlato della penuria dei fondi di codesta cassa, e dei propposti mez-zi per abilitarla a supplire alle occorrenti spese, ho tuttavia stimato, per evitare una inutile ripetizione, di riferirmi unicamente nel mio dispaccio a lui diretto a quanto aveva l'onore di scrivere a Vostra Eccellenza, onde mi rimane solo a pregarla di comunicargli le sovraespresse sovrane determinazioni, affinché nella parte, che può da lui dipendere sia anch'egli ín grado di concorrere al lo-ro eseguimento.
Ad oggetto per ultimo che riesca costi più facile la combinazione dei mezzi, che si credessero opportuni per la vendita dei beni e successivamente
pell'ab-bruciamento dei / biglietti, come anche per l'assegnamento d'un interesse ai F c. 265v.
biglietti, ho stimato opportuno di unire alla presente una copia delli quattro editti emanati per questi Stati di terraferma in data delli 8 marzo 1793, 22 aprile e 23 novembre 1794, e 10 luglio 1795.
Ben gradita, ed onorevole mi riesce questa occasione per rinnovare a Vostra Eccellenza l'attestato sincero dei distinti miei sentimenti dell'ossequioso ri-spetto, con cui ho l'onore di professarmi, di Vostra Eccellenza, divotissimo, ed obbligatissimo servitore, ed amico.
Torino li 23 dicembre 1795.
Segnato all'originale: dí Serravalle.
563/2 1796 febbraio 1, Cagliari.
I tre Stamenti appoggiano la richiesta del comune di Torralba di proibire l'esportazione del grano ricevuto dalle rendite dei beni ex gesuitici e di venderlo in loco a prezzo equo.
T c. 349 Promemoria.
La comunità di Toralba nel rassegnare a Sua Eccellenza la penuria di grano, nella quale ritrovasi, la supplica si degni comandare di doversi rendere a quel-la popoquel-lazione, ed al prezzo ivi corrente tutto il grano esistente colà nel ma-gazzino dell'azienda exgesuitica, e proveniente da' frutti decimali spettanti alla medesima azienda non meno, che alla camera arcivescovile di Sassari, proi-bendone in dipendenza l'asportazione altrove come si pretenderebbe con gra-vissimo pregiudizio di quel popolo.
Siffatta domanda non potea se non ravvisarsi fondata in giustizia, ond'è, che i tre ordini del Regno nell'unire le loro premure a quelle di essa comunità, pre-gano Sua Eccellenza a rilasciare in conseguenza a quanto sovra i suoi ordini superiori.
Cagliari il 1° febbraio 1796.
L'abate di Salvenero per lo Stamento ecclesiastico, il marchese di Laconi pri-ma voce dello Stamento militare, l'avvocato Cadeddu pripri-ma voce dello Sta-mento reale.
564 1796 febbraio 4, Cagliari (Palazzo arcivescovile).
I tre Stamenti ascoltano la lettura di numerosi dispacci provenienti da di-verse località del Regno; viene letta inoltre una memoria della deputazione ordi-naria in appoggio alla relazione di M. undula e di Cilloco sui fatti di Sassari dello scorso dicembre, che viene trasmessa al viceré Mentre la delegazione per l'aper-tura delle lettere di terraferma si apparta per esaminarne alcune indirizzate al-l'arcivescovo di Sassari, in aula viene pubblicaniente letta una lettera dello stesso prelato sassarese indirizzata allo zio monsignor Melano, in cui spiega i motivi della sua attiva partecipazione alle vicende del capoluogo turritano dall'estate al dicembre 1795.
F c. 13v. Addì 4 febbraio 1796 per parte di mattina.
Radunato quest'illustrissimo Stamento militare in unione degli altri due Sta-menti ecclesiastico, e reale in questo salone del Palazzo arcivescovile, sebbene senz'intervento di giudice, si è dato principio alla lettura di varie lettere, e pez-ze pervenute in quest'ultimo corriere del Regno, e state da Sua Eccellenza graziosamente comunicate agli Stamenti:
1° — Una lettera di don Antonio Fois, che conferma la rinata tranquillità, e calma nella città di Sassari.
2° — Altra di Salvatore Angelo Sanna villico di Padria in data 30 gennaio, ove ragguaglia Sua Eccellenza del rilascio a favore di Sassari della quantità del
gra-F c. 14 no / a conto della medesima in essa villa ammagazzenato.
3° — Altra del signor don Vittorio Porcile scritta dalla Maddalena in data 29 gennaio, ove adduce delle varie proteste, e ragioni sulla sua innocenza in ordi-
ne alle accuse contro di lui sporte al governo, come consta dalle precedenti sessioni.
4° — Altra di don Michele Sardo di Tempio in data 30 gennaio, il quale si esi- bisce pronto di eseguire gli ordini del governo riguardo all'appoggiatagli com- missione di trasferirsi all'isola della Maddalena per assumere le informazioni circa le accuse innoltrate contro del prenominato Porcile.
5° — Una supplica della popolazione dell'isola della Maddalena, la quale in vista delle strettezze, in cui trovasi del grano necessario per la sussistenza di quegli abitanti replica le vive sue instanze, che spiegò con supplica innoltrata sotto i 23 gennaio; la deputazione però in vista dei lumi, e rischiarimenti presi in coerenza degli eccitamenti fatti nella sessione del precedente giorno, ha
opinato doversi pregare Sua Eccellenza acciò permetta a favore della / riferita F c. 14v.
popolazione la estrazione di starelli 500 grano, colle medesime condizioni pe- rò, che si accordò al villaggio di Terranova, e così è stato risolto all'unanimità di suffraggi da tutti i tre Stamenti, che per un tale oggetto non han giudicato necessario il separarsi.
6° — Una lettera dell'illustrissimo, e reverendissimo monsignor vescovo dí Tempio, il quale ragguaglia Sua Eccellenza della pubblicazione del monitorio nella sua diocesi per poter iscuoprire gli autori del rubato veleno da Oristano, a tenore della circolare, che le è stata per ordine del governo fatta pervenire.
7° — Una lettera del notaio Giuseppe Maria Serra da Oristano in data 30 gen- naio, che ragguaglia altresì Sua Eccellenza di aver praticato in quella città lo scrutinio di tutto il grano ivi esistente, come ne fu dal governo incombenzato.
8° — Altra lettera sottoscritta da Bernardino Pes sindaco in data 30 gennaio a nome del comune di Tempio, il quale avendo sperimentato l'inutilità / del di- F c. 15
staccamento del reggimento Schmid ivi acquartierato a poter reprimere l'orgo- glio, e petulanza dei molti malviventi di esso luogo, pregherebbe Sua Eccel- lenza a volersi degnare di far spedire colà in surrogazione di quelli un compe- tente numero di dragoni degli esistenti in Sassari, mentre sarebbero questi più a portata di poter empire l'oggetto, per cui viene colà destinata la truppa.
'9° — Indi si è fatta lettura dal signor cavaliere don Ignazio Musso d'una me- moria compilata dalla deputazione all'oggetto di presentarsi a Sua Eccellenza unitamente alla relazione del fatto di Sassari stata letta, e presentata dal signor avvocato Gioachimo Mundula; qual memoria dopo di essere stata a pieni voti approvata da tutti i tre Stamenti, si è mandato unirsi per copia ai presenti at- ti 1; ben inteso, che per la presente votazione sonosi al solito separati i medesi- mi nella sua rispettiva stanza.
10° — Sull'avviso di essere state trasmesse dal signor don Antonio Fois alcune lettere state dal medesimo per ordine di questo governo intercettate dalla vali- La relazione del Cilloco e del Mundula, richiamata anche nel verbale 14 gennaio 1796 dello Stamento reale, è inserita al doc. 564/2; il promemoria della deputazione ritengo corrisponda al doc. 564/1, anche se datato 19 febbraio 1796.
gia di terraferma giunta coll'ultimo corriere, dovendosi quelle aprire, leggere, ed esaminare altresì il contenuto di esse, si è eccitato, e deliberato allo stesso /
F c. 15v. contesto, che si debba pregare Sua Eccellenza affinché dia i suoi ordini per es-sere consegnate, ed in coerenza dissigillate; ed a tale oggetto sono stati deputa-ti i signori canonico Giambatdeputa-tista Meloni dallo Stamento ecclesiasdeputa-tico, cava-lier don Didaco Cugia dal militare, ed avvocato Sulas dal reale.
11° — Nel frattempo, che sono stati spediti i predetti deputati ad eseguire la loro commessione, è stata letta una lettera di monsignor arcivescovo della Torre da indirizzarsi al suo zio l'illustrissimo, e reverendissimo monsignor ar-civescovo Melano in Torino, ove nel ragguagliarlo del fatto accaduto nella città di Sassari, e delle circostanze, che lo hanno preceduto, e susseguito, le fa presente che la parte dal medesimo presavi non ha mai avuto origine altron-de, se non che dai falsi rapporti, e dall'inganno, con cui se gli son fatte vedere le cose della capitale in diverso aspetto di quel, che erano in realtà, epperò lo
F c. 16 prega a frapporre le sua intercessione presso Sua Altezza Reale / il principe di Piemonte per rimetterlo in grazia di Sua Maestà nel caso di attribuirsi a fallo qualunque suo piccolo involontario trascorso.
12° — I sovraspediti deputati nel ritornare da Sua Eccellenza han fatto pre-sente, che le lettere come sovra trasmesse sono di monsignor Della Torre, e del signor governatore cavaliere Santucciu; quelle del primo sono state da Sua Eccellenza rimesse al signor decano, e vicario generale; quelle del secondo esistono in potere dell'illustrissimo signor reggente, a cui sono state consegna-te per ordine della sconsegna-tessa Eccellenza Sua; e senza prendere risoluzione alcuna su di quanto è stato di sopra letto, e riferito, gli Stamenti si sono ristretti a pre-gare il suddetto signor decano acciò faccia sentire colla possibile moderazio-ne, e prudenza al prelodato monsignor Della Torre di permettere che le sue lettere vengano visitate, e lette dalla deputazione degli Stamenti, ed in seguito si è sciolta la presente sessione, ed in fede ecc.
564/1 1796 febbraio 19, Cagliari
Gli Stamenti accompagnano l'invio al viceré della relazione di Cilloco e Mundula sulla capitolazione di Sassari, avvenuta a seguito di una sollevazione contadina, con una memoria in cui giustificano quanto è stato operato dalle po-polazioni del Logudoro e dai due capi dell'insurrezione.
U c. 321 Promemoria '•
Sassari, che in faccia all'Europa tutta sin dall'agosto dell'anno or scorso su
Titoletto c. 324v.: Copia di promemoria de' Stamenti riguardante l'avvocato Gioachimo Mundula, e notaio Francesco Cillocco per l'accaduto in Sanar, in data 19 febbraio 17%; copia sem-plice in P, fase. E, carta carbonizmta, Copia di promemoria de' Stamenti riguardante l'avvocato Gioachino Mundula, e notaio Francesco Cillocco per !accaduto in Sassari, in data 19 febbraio 17%.
d'un mostruoso trono d'indipendenza dalla capitale, superba mirava, e con-dannava le operazioni più pure degli Stamenti in essa congregati, docile nel 28 successivo dicembre non si resisté ai villici di quel Capo giustamente irritati da un sistema quanto nuovo in esso Regno, altrettanto opposto allo spirito della patria costituzione, e ai vantaggi della corona, che tirino dal di lei seno gli autori più rinomati del medesimo, anzi scosso il giogo dell'oppressione, che nel cuore dei buoni sopprimeva le voci di verità, libera protesta respirare con replicate lettere dal di lei magistrato civico dirette a Sua Eccellenza, ed agli ordini di esso Regno: confessa l'errore, ne dimostra l'autore, e nel dete-
starlo tutta si piega nanzi le autorità, e ceti / legitimamente costituiti. U e. 321V.
Questa catastrofe, che la naturale moderata indole della sarda nazione seppe disunire dalla maggior parte di quei luttuosi eccessi, che le storie presentano nella descrizione di tutte le convulsioni popolari nate di tratto in tratto in pae-si anche più colti, non sorprese i tre ordini della medepae-sima; eccitò bensì la lo-ro più seria considerazione.
L'istessa infelice origine, i rapidi progressi di tale sistema, l'inconsiderata tacita ministeriale approvazione non faceva meno prevedere la brieve durata d'un sistema cottanto orribile di quello, che ne annonciasse imminente il rovescio, e la distruzione.
La fedeltà al suo monarca non emulando soltanto, ma superando anche il va-lore de' suoi padri, dal popolo cagliaritano suggellata recentemente col san-gue, ferita colla più nera impostura nanzi al regio trono, e presso l'estere na-zioni; la voce malignamente da' sassaresi sparsasi di essersi dagli Stamenti in-stato l'arresto di molte persone di quella città, oltre quello del Flores; la
scan-dalosa evasione, e / delittuosa indifferenza del governo sassarese circa la me- U c. 322
decima; le mostruose dimande al monarca innoltrate d'indipendenza; di trup-pe estere, di stabilimento della sede del governo in quella città: una costante insubordinazione al rappresentante di Sua Maestà sotto speciosi insignificanti pretesti ed al supremo magistrato della Reale Udienza, non divisa da dileg-gianti mordaci espressioni tendenti a umiliare, e diminuire presso i popoli sar-di la loro suprema autorità giammai contestata: un formale sar-disprezzo delle sta-mentarie deliberazioni: uno scandaloso abuso del venerando nome dell'istesso re per autorizare un'informe stampa pubblicata al solo fine di abbattere la gnità viceregia, e sottometterla al giudizio della Governazione, erano tante di-verse incentive cagioni della tempesta più terribile alla felicità, e tranquillità di tutto il Regno, e che non poteva tanto più presto non scoppiare, quanto mag-giormente i regnicoli dovevano essere turbati ed agitati dalle novità, dalla
stra-vaganza, dalla inconvenienza / di tante provvidenze, e fatti con irregolari mali- u c. 322v.
gni, e cappricciosi.
Previddero gli Stamenti, ch'era violento lo stato dei villici componenti il Capo del Logudoro, e che ogni menomo impulso non potrebbe più sostenere sospe-so il fulmine della loro indegnazione, e se in seguito a molti altri ordini igual-mente irregolari emanati dalla Reale Governazione in odio di alcune comu-
nità seppero contenersi nei limiti della soggezione dovuta ad un superiore an-corché ingiusto, non può non atribuirsi, che alla naturale docilità dei popoli sardi, e alla confidenza, che nella conosciuta rettitudine di Sua Eccellenza, e nello zelo degli Stamenti essi costantemente riposero.
Non era assolutamente impossibile, che non sprezassero gli ordini, che loro imponeva la moderazione, e pazienza quando seppero, che non solamente si ordinò dalla Reale Governazione l'arresto del deputato di uno di quei comu- U c•323 ni, cioè d'Osilo, non per altro motivo, se non per aver / sforzato le ragioni, e dritti del medesimo nanti gli Stamenti, ed il superiore governo sedente nella capitale contro l'oppressione, e le vessazioni dei ministri, e fattori baronali, ma che egualmente si tentò di violarsi contro ogni dritto di natura, e delle genti la libertà di ridurre in scritto i più puri sentimenti di fedeltà al monarca, di sog-gezione alla suprema autorità dell'Eccellenza Sua, e del magistrato della Reale Udienza, di attaccamento alla capitale, e Stamenti, con aver già provveduto, anzi osato eseguire a dispetto de' contrari ordini di questo governo la carcera-zione del notaio Sotgiu per aver ricevuto il noto stromento pubblico in cui i sudditi, e pronti a spargere il sangue pel monarca, patria, Regno, e leggi fonda-mentali del medesimo senz'alcun ombra di reità si pretestarono.
Nacque quindi una generale insurrezione della maggior parte di quei villici componenti il summentovato Capo di Logudoro, e fortunatamente imbatten-dosi nelle persone del notaio Francesco Cilloco, e dell'avvocato Gioachímo u c. 323v. Mundula loro venendo / in acconcio la qualità del primo di deputato
dell'Ec-cellenza Sua, e degli Stamenti per far pubblicare nel medesimo, e nelle rispet-tive città il suo pregone di data 30 ottobre, e la circolare de' 28 settembre ad
dell'Ec-cellenza Sua, e degli Stamenti per far pubblicare nel medesimo, e nelle rispet-tive città il suo pregone di data 30 ottobre, e la circolare de' 28 settembre ad