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I tre Stamenti chiedono al viceré di nominare il giudice della Reale Udienza Giovanni Maria Angioy commissario straordinario per riportare la calma nel

Capo settentrionale.

U c. 305 Promemoria j.

I tre ordini del Regno nell'avere presa nella più matura considerazione lo sta-to attuale, in cui ritrovasi la città di Sassari, e Capo di Logudoro non han po-tuto non riconoscere, che se in ogni altro tempo fu conveniente, e regolare, egli è ora d'un'assoluta necessità, il destinare una persona costituita in dignità, fornita delle doti di saggezza, prudenza, e moderazione, perché in quella città, e Capo presieda, e rivestita della necessaria autorità, dia opportunamente tut-te quelle disposizioni, che le circostanze de' casi avvenuti, e che potranno av-venire, richiederanno per prevenire gli sconcerti, che i mal intenzionati profit-tando dei torbidi meditano di far nascere, per richiamare alla calma gli spiriti agitati, al ravvedimento i traviati, e tutti al buon ordine, ed alla tranquillità.

Somigliante espediente, che sempre si è adottato nelle emergenze simili a U c. 305v. quella svenuta / nella città di Sassari, e di cui prescindere non si potrebbe senza accrescere il male, ed il disordine è pur anche desiderato da quelli citta-dini, e lo riconoscono i rassegnanti indispensabile.

Ond'è che pregano Sua Eccellenza perché per effetto di quella vigilanza, e ze-lo, che impiega pel regio, e pubblico servizio, e comune bene del Regno si de-gni approvare questo loro sentimento, ed in coerenza destinare all'uopo, e provvisionalmente un soggetto decorato, ed in dignità collocato, il quale rive-stito inoltre delle necessarie facoltà possa riempiere tutti gli anzidetti oggetti.

I rimostranti credono, che riescirebbe opportuna la scelta in persona del si-gnor giudice don Giammaria Angioi, il quale all'essere fornito di tutte le addi-tate buone, e necessarie qualità, accoppia le condizioni di esser nativo del Ca-

Titoletto c. 306v.: Memoria dei Stamenti delli 16 gennaio 1796 riguardante la scelta fatta per alternos in Sassari nella persona dei giudice don Giammaria Angioi; copia semplice in P, fasc.

G, c. non numerata.

po superiore, in esso generalmente conosciuto, e ben veduto, e di avere un gran parentado tanto in esse ville di esso Capo, che nella stessa città di Sassari.

Sperano quindi, che Sua Eccellenza si compiacerà aderire a queste loro dove- rose premure con la surriferita destinazione, la quale / ove sia seguita i rasse- u c. 306 gnanti avran l'onore di progettare le provvidenze convenienti, e relative a quanto occorre in detta città di Sassari, dalle quali per tal motivo ora ne pre- scindono.

Cagliari li 16 gennaio 1796.

L'abate di San Giovanni di Sinis prima voce dello Stamento ecclesiastico, Ca- dello di San Sperate prima voce dello Stamento militare, Michele Humana prima voce dello Stamento reale.

525/3 1796 gennaio 16, Cagliari.

I tre Stamenti esprimono parere favorevole per la concessione alla città di Al-ghero di una partita di grano di 6000 starelli, chiedono anche maggiore ocula-tezza nella concessione delle licenze di esportazione ai commercianti.

Promemoria 1. T c. 360

Rilevandosi dallo scrutinio eseguito in questa città, che la quantità di esso ge- nere esistente sarebbe suscettibile dell'estrazione di 6000 starelli, i tre ordini del Regno inerendo al di loro precedente sentimento de' 7 del corrente sono nuovamente in senso, che Sua Eccellenza potesse compiacersi permettere al signor don Bartolomeo Simon incaricato della città d'Alghero l'estrazione di essi 6000 starelli per sovvenire i bisogni di quella città a compimento degli starelli 8500 dal medesimo incettati in vista dell'affidamento, com'egli dice, fattogli dal governo.

All'oggetto poi di andare all'incontro a qualunque frode, che potesse da' pos- sessori del grano commettersi in questa città, i rassegnanti pregano Sua Eccel- lenza a degnarsi incaricare al segretaro di questo magistrato civico, perché fa- cendo comparire nanti di sé i denunciatori del grano loro comandi a nome /

dell'Eccellenza Vostra, che senza l'espresso permesso della medesima non T c. 360v.

passino alla vendita della più menoma parte del grano denunciato, o che pos- sono dí nuovo acquistare comminando a' contravventori la pena di cadere in commesso il genere, ed altre a Sua Eccellenza ben viste: loro pure ingiungen- do a denunciare da tempo in tempo il grano, che nuovamente acquisteranno.

Cagliari li 16 gennaio 1796.

L'abate di San Giovanni di Sinis prima voce dello Stamento ecclesiastico, Ca- dello di San Sperate prima voce dello Stamento militare, Michele Humana prima voce dello Stamento reale.

Titoletto c. 361v.: Grani d'Alghero, 16 gennaio 1796; copia semplice in P, fasc. G, c.

non numerata.

526 1796 gennaio 18, Cagliari (Palazzo arcivescovile).

Un membro della deputazione ordinaria comunica agli Stamenti di aver esaminato numerose lettere indirizzate all'arcivescovo di Sassari provenienti dalla terraferma e di averne trattenuto solo una. Successivamente gli Stamenti deliberano di concedere una gratificazione di 50 scudi a coloro che hanno tra-sportato da Sassari l'argenteria del duca dell'Asinara per affidarla alla custodia del governo. L'avvocato Mundula chiede che gli Stamenti dicano con chiarezza se approvano l'operato delle popolazioni dei villaggi del Capo settentrionale e dei loro capi, che hanno ricondotto la città di Sassari all'obbedienza al legittimo governo viceregio; gli Stamenti rispondono che la deputazione ordinaria prenderà in esame l'interpellanza. Durante la seduta odierna il parroco di Torralba Fran-cesco Sanna Corda, deputato dei comuni di quel dipartimento ai sensi della cir-colare viceregia 10 agosto 1795, tiene davanti agli Stamenti un robusto discorso unanimemente apprezzato sulle vessazioni feudali che vengono operate a danno di quelle popolazioni. Infine, con riferimento alla notizia che molti piemontesi già cacciati dalla Sardegna a seguito dell'insurrezione cagliaritana del 28 aprile 1794 vi stanno facendo ritorno, gli Stamenti esprimono l'opinione che non era opportuno né «degno della nazione sarda» allontanare dall'isola indiscrimina-tamente tutti i piemontesi e che in ogni caso il governo verrà invitato a vigilare sul comportamento dei piemontesi rientrati nonché sul comportamento di quei sardi che stanno destabilizzando le istituzioni e le popolazioni della loro terra.

R c: n.n. Addì 18 gennaio 1796.

Radunato questo Stamento reale insieme agli altri due nel solito luogo, un membro della deputazione ha riferito qualmente sendo state rimesse da Sassa-ri tredici lettere dirette per colà a monsignor di SassaSassa-ri provenienti da terra-ferma, avea esso monsignore acconsentito che le medesime si aprissero, e ve-dessero dalla deputazione; la quale avendolo eseguito, asserisce non esservene d'importanza, vale a dire relativamente alla causa pubblica, a riserva d'una scritta scritta da Torino dal sacerdote Antonio Sogiu Sole uno de' sardi emi-grati, la qual lettera si ha ritenuto la deputazione per contenere delle cose d'importanza a detta della medesima.

Essendosi presa la precauzione di condurre a questa capitale e depositare presso il governo l'argenteria del duca dell'Asinara, si è accordato una gratifi-cazione a quelli che con somma cura l'hanno qui condotta a salvamento a tra-verso di vari pericoli, ben inteso che tal gratificazione sarà a carico dell'istesso duca, essendosi fissata dagli Stamenti a 50 scudi da ripartirsi fra quelli che l'hanno scortata.

Il signor avvocato Mundula a nome di tutti i villici, e di quei suoi concittadini sassaresi, che hanno agito, e contribuito nell'impresa di sottometter Sassari a R c. n.n. questo / superior governo, agli Stamenti, e alla capitale con sì buon successo ha fatto la positiva dimanda di dichiarare gli Stamenti se gradivano, e appro-

vavano siffatta impresa, opure la disapprovavano. Al che si è risposto che la deputazione stava pensando a questo.

Il reverendo dottore Francesco Sanna di Torralba ha presentato il mandato di deputato di quel suo villaggio, Bunnannari, ed altri villaggi, autorizzandolo quei comuni a trattare i pubblici loro interessi, e far le loro parti; ciocché ha significato agli Stamenti con una energica allocuzione stata universalmente collaudata massime per l'espressioni d'attaccamento di quei comuni alla capi-tale, ed alla causa pubblica.

Si è fatto sentire negli Stamenti aversi delle notizie che pian piano vanno ritor-nando nel Regno de' piemontesi, i quali, ed anche quelli che vi restarono, era ben da temersi che non caggionassero delle turbolenze. Fu risposto che non conveniva di escomia[t]are dall'isola tutti i piemontesi, perocché questo sareb-be dimostrare odio a tutta la nazion piemontese, ciocché degno della nazione sarda, non poteva esser mai; e che in vece s'invigilerebbe sulla loro condotta, non meno che d'alcuni sardi, per prender le necessarie misure contro quelli che turberanno in qualunque modo la pubblica quiete, del quale oggetto ne è stata incaricata la deputazione. Ed in fede ecc.

Melis, per Melis secretario.

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