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I tre Stamenti chiedono al viceré di accogliere l'istanza di Raimondo Mar- Mar-tis, maestro in arti liberali, il quale chiede che gli venga assegnato, previo esame

che ne comprovi l'idoneità, l'impiego di capo polverista nella reale polveriera o di tenente nel corpo degli artiglieri:

Promemoria i. U c. 350

Il signor Raimondo Martis di questa città maestro nelle arti liberali dopo di avere pel corso di due anni, ed in seguito a destinazione de' tre ordini rasse-gnanti, e del Magistrato allora governante con autorità viceregia, applicato alla fabbricazione delle polveri da fuoco, chiede di sottoporlo ad esame per risul-tare la capacità, e riescita de' suoi studi, ed applicazione, e quindi ove quello lo dimostrasse idoneo destinarlo capo polverista in secondo con un propor-zionato assegnamento senza punto pregiudicare l'attuale provvisto signor Ugo;

a qual effetto egli implora con l'unita sua supplica l'intercessione presso Sua Eccellenza de' tre ordini rassegnanti.

Mentre i rimostranti non possono, che commendare l'esibizione di subire l'e-same, che dimostra di non voler egli ottenere un posto senza far risultare di

essere fornito delle necessarie qualità / per ben disimpegnarlo, e di avere pur u c. 350v.

anche corrisposto alle mire, che si ebbero nella sua destinazione; e quindi avuta anche presente la sua civile estrazione, di buon grado interpongono i lo-ro uffizi, e preghiere presso Sua Eccellenza, perché risultandoli della capacità, e condotta del medesimo Martis si degni graziarlo nella maniera da esso sup-plicata, od in altra più ben vista; ovvero del posto di tenente nel corpo de' cannonieri del quale egli si dimostra anche contento.

Parimenti si dan l'onore di rassegnare a Sua Eccellenza che con altra loro me-moria nel rendere giustizia a' meriti del signor Francesco Are la pregarono a degnarsi farli assegnare dall'azienda de' Ponti, e Strade un proporzionato cor-rispettivo con l'obbligo di occuparsi negli oggetti relativi alla ristaurazione de' ponti, od altro simile. E siccome lo stesso Are implora da' rassegnanti di rin-novare questi loro uffizi, essi perciò nell'avervi aderito pregano Sua Eccellen-za a rilasciare le sue superiori provvidenze favorevoli a detto Are coerente-

mente

all'additata / memoria degli ordini rassegnanti. u c. 351

Cagliari li 28 aprile 1796.

L'abate di San Giovanni di Sinis prima voce dello Stamento ecclesiastico, il marchese di Laconi prima voce dello Stamento militare, Michele Humana pri-ma voce dello Stamento reale.

[Istanza di Raimondo Martis]

Illustrissimi Stamenti del Regno di Sardegna. u c. 351 Titoletto c. 354v.: Memoria dei Stamenti dei 28 aprile 1796 riguardante la dimanda, che nella qui dentro unita supplica viene da fare Raimondo Martis, e l'assegnamento d'un proporzionato corrispettivo in favore del signor Francesco Are

Raimondo Martis cagliaritano, maestro in arti liberali espone, che sin dal 29 aprile 1794 fu destinato da questo eccellentissimo Magistrato reggente allora con autorità viceregia, e dagl'illustrissimi ordini del Regno alla polveriera di questa città ín qualità di allievo del capo polverista il signor Ugo piemontese ad oggetto di apprendere tutte le operazioni necessarie per la fabbricazione perfetta della polvere da fuoco con promessa di accomodamento nel caso, che l'esponente avesse ín qualunque tempo comprovato con esatta esperienza la buona riuscita in quest'applicazione, compreso quello di capo polverista in mancanza del prelodato signor Ugo.

Si applicarono contemporaneamente al medesimo studio altri tre sardi, ma non vi continuò con costanza, e pazienza, solo che l'esponente, che l'intrapre- U c. 351v. se per genio, lo proseguì per impegno / e vi studiò per decoro con aver speso anche del proprio per l'acquisto di libri conducenti ad illuminarlo maggior-mente nella teoria, e la pratica di questa parte di Fisica, e di Mecanismo.

Dopo quatordici mesi di applicazione, osservazioni, e pratica sullo studio, di cui si tratta, lusingossi il ricorrente di essere al caso di subire l'esame teorico, e pratico di tutte le cognizioni, operazioni, manipolazioni, e raffinarie, che ri-chiedonsi in un direttore di polveriera, e ne rassegnò la dimanda a Sua Eccel-lenza con supplica; la quale supplica essendo stata dal signor viceré rimessa al fu generale della Plarrargia, questi l'accolse con disprezzi, e derisioni, e la de-cretò con solenne strapazzo fatto al rassegnante.

Non per ciò disanimò, né rallentossi il rassegnante nella presa carriera: e dopo le vicende del luglio precorso anno umiliò nuova supplica a Sua Eccellenza munita d'un attestato di sua capacità sulla professione di polverista speditoli dal signor Ugo surriferito con permesso del signor vice intendente generale, chiedendo il posto di capo polverista in secondo, o qualche accomodamento nel corpo di artiglieria, e nemmeno questa supplica ebbe alcun decreto, anzi si smarrì il mentovato attestato, e solo li venne significato a voce, che prose-guisse nell'attendenza, od applicazione alla regia polveriera, e che dopo altri due mesi li verrebbe accordata una gratificazione.

Lasciò trascorrere l'esponente non pur due mesi, ma quattro; rassegnata poi una terza rimostranza al signor viceré per mezzo della Segreteria di Stato, im-U c. 352 plorando le medesime grazie, od almeno / la promessa gratificazione, non

eb-be questa rimostranza miglior sorte delle altre, e fu sepolta nell'oblio.

Ora l'esponente potrebbe già dire, e far presente, che per applicarsi tutto alla direzione della polveriera sia per genio, sia per destinazione, sia per lusinga di accomodamento, ha abbandonato, e ricusato ogni altro mezzo, con cui pro-cacciarsi la necessaria sussistenza di sua famiglia. Potrebe rapportare l'impor-tanza, ed il bisogno assoluto di gente capace per detta professione, motivo per il quale il signor Ugo non passò per la comun sorte di tanti altri, non trovan-dosi allora alcun sardo, che potesse rimpiazzarlo. Potrebbe accennare quanto nelle attuali pretensioni sia necessarío, e coerente d'incoraggiare i sardi studio-si, ed applicati a quelle professioni, che per l'avanti si studiava di tenerli total-

mente digiuni. Ma siccome questi, ed altri migliori riflessi, che non potranno sfuggire l'attenzione, e saviezza degl'illustrissimi Stamenti conosce il ricorrente che non sarebbero di nessun peso senza che preliminarmente, e prima di tut- to vengano accertati della reale capacità per detta professione nel esponente, per ciò il medesimo intende, e desidera, che nulla gli venga accordato di quanto è per chiedere senza precedente esame teorico, e pratico sulla materia anche in concorso con qualche competitore se mai se ne presentasse.

Epperò rispettosamente supplica, che preso tutto l'esposto in attenta conside- razione si degnino gl'illustrissimi ordini del Regno interporre i loro soliti buo-

ni uffizi presso Sua Eccellenza ed il / governo, acciocché si ordini l'esame da u c. 352v.

farsi al rassegnante sulla capacità, e riuscita del di lui studio, nell'applicazione, e destinazione alla regia polveriera, e sopra quanto si richiede di cognizioni necessarie, e dí pratica per la buona fabbricazione della polvere da fuoco, e delle sue varie qualità, e risultandoli favorevole detto esame di accordarli il posto di capo polverista in secondo con appuntamento finché il primo si ren- da vacante senza pregiudizio di chi l'occupa, cui si confessa il supplicante ob- bligato, e grato per i lumi, che quegli li ha comunicato. Ed in diffetto di accor- darli un tal posto, supplica di dargliene uno di sua portata nel corpo di arti- glieria, onde abbia al par di tanti altri una qualche sussistenza. Nel caso però, che le addotte ragioni non valessero superare la difficoltà, che prevede poter- sigli fare da qualcuno, cioè di non moltiplicare spese al regio erario, e si sti- masse per sì apparente generica ragione di render sterili le fatiche del suppli- cante impiegate circa due anni in un oggetto, che per tutte le circostanze po- tea esser accetto alla nazione, ed ai suoi rappresentanti, supplica in questo ca- so di disingannarlo chiaramente delle sue ben concepite speranze se tanto a suo riguardo potesse quella ragione militare, acciocché possa rivolger altrove le sue cure per provvedere altrimenti alla sussistenza di sua famiglia. Grazie ecc.

Raimondo Martis.

600 1796 aprile 24, Cagliari (Palazzo arcivescovile).

I tre Stamenti esaminano la posta giunta dalla terraferma• tra i dispacci è compresa una copia del regio biglietto indirizzato all'arcivescovo Metano con cui Vittorio Amedeo III comunica all'ambasciatore del Regno di aver accolto tutte le domande che il presule cagliaritano gli ha presentato a nome della nazio-ne sarda.

Addì 24 aprile [1796], lo Stamento militare completo. F c. 3v.

Sulla venuta della posta di terraferma sebbene non siano completi gli Stamen-ti si sono letStamen-ti:

— La lettera dell'illustrissimo monsignore in data 30 marzo, con cui rimet-te una copia d'un viglietto statole consegnato da Sua Maestà il giorno del Bea-

to Amedeo scritto di proprio pugno della Maestà Sua, ove si contiene l'estrat-to delle dimande, di cui riposa l'originale presso il predetl'estrat-to illustrissimo ecc.

Si è eccitato doversi prendere in matura disamina dalla deputazione, a cui de-vono aggiungersi altri soggetti; sono stati scelti dall'ecclesiastico don Pasquale Manca, ed abate Simon, dal reale l'avvocato Francesco Maria Ramasso, ed il militare ne dovrà fare la votazione questa sera.

Addì 24 aprile [1796] al dopo pranzo.

Radunatosi lo Stamento militare senza giudice per fare la deputazione dei due soggetti, che debbono intervenire alla deputazione, quale è caduta sui cavalie-ri Cadello, e Villamacavalie-rina.

601 1796 aprile 29, Cagliari (Palazzo arcivescovile).

In data odierna la seduta degli Stamenti è andata deserta.

F c. 3v. Addì 29 aprile [1796].

Non si è avuta sessione par mancanza di soggetti. /

601/1 1796 aprile 29, Cagliari.

Il canonico Giovanni Battista Simon informa il vescovo di Tempio, di cui è procuratore presso lo Stamento ecclesiastico, delle notizie che giungono da Tori-no da parte dell'arcivescovo di Cagliari oratore del RegTori-no e dell'attività degli Stamenti.

T c. 435 Illustrissimo e reverendissimo monsignore signore padrone colendissimo'.

Finalmente dopo lungo aspettare si è veduto coll'ultimo corriere di terraferma quali siano le disposizioni di Sua Maestà; queste mi reco ad onore di manife-stargliele coll'accluse carte, che compiego a vostra signoria illustrissima e reve-rendissima. Gli Stamenti non lasceranno di manifestarsi ottimi sudditi di Sua Maestà e coerenti alle domande avvanzate, e domani si penserà a dar corso ad una adeguata risposta. Tuttavolta vostra signoria illustrissima e reverendissima si compiacerà di significarmi il savissimo suo sentimento, e de' suoi Capitoli, per potere, qualora giunga a tempo la risposta, a quella unifformarmi, tanto più, che coll'esser partito il canonico Meloni alla sua residenza sin da ieri, che fu il rappresentante dei Capitoli di Tempio, e Nulvi non v'è ora alcuno che sia interprete della volontà di quei degnissimi Capitoli; ed io gradirei, che i mede-simi destinassero un soggetto del proprio corpo per rappresentarlo, mentre io colla rappresentanza che ho della vostra signoria illustrissima e reverendissi-

' Il doc, non è menzionato nei verbali.

ma e del mio Capitolo, e diocesi, non potrei riassumere la rappresentanza de' precitati due Capitoli; potrei bensì fare una nuova sostituzione, me neppur

questa voglio fare / perché sarà sempre meglio che sia un soggetto del proprio T c. 345v.

corpo od una persona di conosciuta probità e confidenza di detti illustri cor- pi. Epperò si compiacerà vosta signoria illustrissima e reverendissima di far palesi ai medesimi questi miei rispettosi sentimenti.

Mi consolo sempre più del benestare di vosta signoria illustrissima e reveren- dissima e gradisco moltissimo le nuove che mi dà della Corsica, che in Caglia- ri pervennero al solito alquanto esaggerate.

Se potrò le manderò col prossimo ordinario la risposta, che fanno gli illustri Stamenti (che continuano ad esser infiammati di zelo pel regio e pubblico ser- vizio) al degnissimo oratore sardo l'arcivescovo di Cagliari, affinché continui ad interporre i suoi uffici presso il nostro amato e benefico sovrano, e son cer- to che non avremo che desiderare se verremo pienamente esauditi.

Si vocifera qualche strepitoso fatto d'armi verso Ceva. Iddio dia la vittoria alle nostre armi, ed illumini i cuori ad una onorevole pace. / Intanto tuttoché sia T c. 436

alquanto debole di salute e di forze, ho l'onore di rassicurarla del costante mio interessamento per la tranquillità del Regno e felicità dei popoli, e pel mi- glior servizio del re e del desiderio che continuo ad avere de' suoi veneratissi- mi cenni ai quali sempre mi sottometto mentre con proffonda venerazione ed ossequio mi riprottesto di vostra signoria illustrissima e reverendissima, umi- lissimo ed obbedientissimo servitore.

Cagliari 29 aprile 1796.

Giovanni Battista Simon.

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