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I tre Stamenti a ranghi ridotti esaminano i dispacci spediti dall'Alternos, dalla Reale Governazione e dal magistrato civico di Sassari, che informano del

malcontento che serpeggia tra la popolazione cittadina e rurale a causa della mancanza di grano; a questa situazione non può venire incontro la città di Ca-gliari in quanto dallo scrutinio risulta essere modica la quantità di grano che vi è ammassato.

F G 5v. Addì 11 maggio 1796.

Per la premura di leggersi le pezze comunicate da Sua Eccellenza non si è fat-to merifat-to del non essersi unifat-to lo Stamenfat-to militare, di cui non esservene, che dieci, e del reale cinque.

Una lettera

dell'Alternos in

data 6 maggio, in cui accenna la difficoltà di poter lasciare più oltre i piemontesi arrestati: prega Sua Eccellenza a voler esser per-suasa dell'esistenza della congiura: si riserva di darne maggiori riscontri col corriere venturo: dimanda un capo pei dragoni, e suggerisce che sia Attori.

Altra del medesimo, ove accenna l'agitazione di quel pubblico per la mancan-za di grano, di cui non ve ne esiste, che per pochi giorni: similmente Sorso, ed

Osilo: che la città scrive per detto grano: si restringe a pregare pel grano: ri-mette varie pezze:

1° — Una supplica all' Alternos di Sorso, che accenna lo scompiglio di quel po-polo, per la mancanza di pane già da quattro giorni — indi varie lettere di Sas-sari ad Alghero, e d'Alghero a SasSas-sari, da cui si rileva la buona armonia di esse città.

Una lettera dei 6 della Reale Governazione di Sassari sulla mancanza del gra-no: si accenna l'insurrezione di alcuni aderenti, ed omicidi [di] tre carcerati, i quali tentavano liberarli coll'irruzione nelle carceri.

Una lettera di don Antonio Fois dei 6 maggio, che prega per la tratta del grano.

Una lettera del magistrato civico di Sassari delli 6 riguardante la chiesta del grano, che è mancato per l'affluenza dei villici — che non può farsi l'incetta in quei villaggi per non esservene — che non potendosi estrarre da Oristano, gli venga concesso l'incettato da Mundula, e Leoni. /

Supplica di Steffano Leoni, che dice aver incettato 3000 rasieri di grano, e che F c.

ne ha introdotto in Sassari soli 1985, restando il rimanente in potere di Batti-lana.

Supplica di Sanroch, che chiede grano.

Risulta dallo scruttinio 26000 starelli di grano in questa città. Il signor avvoca-to Cabras ha fatavvoca-to presente, che Sua Eccellenza attesa la piciola quantità di grano risultato dallo scrutinio non è di sentimento doversi accordare il grano a Sassari, quale può prima introdurne in questa città.

Si è letta una nuova memoria del reverendo Camedda, che insta di venirli ac-cordata la copia autentica della memoria relativa al Passìo; si è eccitato nuova-mente dal signor cavalier Guiso che sarebbe convenevole li venisse spedita la patente interinale dell'impiego di controllore, che occupa, e per cui già altra volta risolvettero i due Stamenti militare, e reale sul riflesso, che non verreb-besi così ad erezione di nuovo posto mentre attualmente lo sta esercendo. Lo Stamento ecclesiastico dopo essersi separato per la discussione di tal punto, è stato di sentimento, che la giunta generale provveda sul proposito, a cui si ri-mette esso Stamento.

607 1796 maggio 13, Cagliari (Palazzo arcivescovile).

I tre Stamenti esaminano diversi dispacci dell'Alternos e della Reale Go-vernazione sulle controversie con i feudatari, sulla sventata congiura contro l'Angioy e sulla voce sparsa ad arte dai fuorusciti sassaresi secondo la quale un corpo di dragoni sarebbe in partenza da Santu Lussurgiu per attaccare Sassari e trarre in arresto gli attuali responsabili del governo del Capo settentrionale. Gli Stamenti vengono inoltre informati che è stato diffuso nell'isola «un libello in-famante l'onore di monsignore, contro la sovranità, e contro altri soggetti». In

realtà [come si desume dal doc. 607/11 i libelli sediziosi sono due:• gli Stamenti deliberano di chiedere al viceré che vengano bruciati per mano del boia.

F C. 6 Addì 13 maggio 1796, nel salone.

Un dispaccio di don Giammaria Angioi in data 9 maggio, che si agira sull'affa-re dei feudatari.

Una supplica dell'avvocato Gavino Fadda sull'affare di Sedini.

Altro dell'istesso signor Alternos in data 9 maggio sull'affare del grano; accenna alle doglianze della baronessa di Sorso sul pagamento di porta Castello, per cui smentire rimette una memoria dell'avvocato Mundula: si dice esser una malintesa mentre ciò, che si pretendeva di non pagare si era alcuni rami di feudo delle ville: contiene altri oggetti particolari. /

F C. 6v. Dispaccio della Reale Governazione in data 9 maggio, ove dice che ogni gior-no si vangior-no scuoprendo nuove prove della gior-nota cospirazione: ne fa un detta-glio: si rimette un viglietto anonimo, che compare (?) una prova delle voci sparse dagli emigrati di essere i dragoni a Santu Lussurgiu per attaccare a Sas-sari contro don Giammaria, e del resto della Reale Governazione.

Il comune di Sedini, che accenna aver già pubblicato le determinazioni di Sua Eccellenza in quelle ville: che i ministri di Sorso non hanno aderito sotto pre-testo di non essere determinazioni di Sua Eccellenza.

Un foglio di don Giovanni Lavagna in data 10 maggio, che non contiene og-getti dell'affari pubblici.

Si è fatto palese essersi sparso un libello infamante l'onore di monsignore, contro la sovranità, e contro altri soggetti. Si è progettato una memoria, in cui si prega Sua Eccellenza a farsi bruciare per man del boia, e promettersi un tal-lione a chi scuoprirà gli autori a carico dei due Stamenti militare, e reale i.

Una memoria circa l'affare della congiura di Sassari 2.

Altra memoria sulla chiesta del grano del magistrato civico', come sull'affida-mento del cavalier 4. Sonosi separatati per la votazione; lo Stamento ecclesia-stico non ha voluto entrare nell'affare della congiura; gli altri due Stamenti hanno approvato a pieni voti.

607/1 1796 maggio 13, Cagliari.

Gli Stamenti militare e reale, venuti a conoscenza della diffusione di due li-belli sediziosi dal titolo L'Achille della sarda liberazione e Il verme patriot-tico che rode l'albero della schiavitù, nonché di uno scritto infamante contro monsignor Melano, oratore del Regno a Torino, stabiliscono una taglia per chi

Vedi doc. 607/1.

2 Vedi doc. 607/2.

Vedi doc. 607/3.

4 Il periodo s'interrompe a questo punto.

ne rivelerà gli autori e chiedono al viceré che i libelli vengano pubblicamente

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