90 Rapporto sull’andamento economico regionale, tenutosi a Bologna nel dicembre 1996 Relazione del Presidente di Unioncamere Pietro Baccarini 1995. L'attività edilizia ha chiuso il
primo semestre del 1996 con una si-tuazione ancora più negativa dal lato della produzione e della acquisizione degli ordini rispetto a quella riscon-trata nei due semestri precedenti.
Una conferma del rallentamento del-la congiuntura industriale è venuto dalla ripresa del ricorso alla Cassa integrazione guadagni. Il fenomeno appare tuttavia più contenuto in rap-porto al carico medio degli anni '90.
Inoltre se rapportiamo le ore autoriz-zate di Cig anticongiunturale ai di-pendenti dell'industria scaturisce la quota più contenuta in ambito nazio-nale (4,02), davanti a Veneto, Friuli Venezia-Giulia e Sardegna. All'au-mento della Cig si è contrapposta la netta flessione del ricorso ai contrat-ti di solidarietà, che hanno interessa-to mediamente nei primi otinteressa-to mesi del 1996 13 unità produttive rispetto alle 118 dello stesso periodo del 1995, con una discesa dei dipen-denti collocati in solidarietà da 3.659 a 516. Per restare in tema di "am-mortizzatori" sociali giova citare l'e-voluzione delle liste di mobilità. I dati raccolti dall'Ufficio regionale del la-voro hanno registrato un regresso degli iscritti passati mediamente dai 17.203 dei primi otto mesi del 1995 del 1994 ai 14.911 del 1995, per un decremento percentuale pari al 13,3 per cento. L'andamento apparirebbe positivo se non si fosse associato al-la diminuzione degli avviamenti al al- la-voro a tempo indeterminato e alla concomitante crescita dei cancellati per decorrenza dei termini, ovvero di persone che risultano uscite dalle
li-ste senza avere ricavato alcun bene-ficio sulla loro condizione di disoccu-pati. Le attività commerciali sono state caratterizzate dalla stabilità della consistenza delle imprese, av-venuta in presenza di un saldo nega-tivo, fra iscrizioni e cessazioni, ap-parso molto più ampio di quello ri-scontrato nei primi nove mesi del 1995. L'andamento delle vendite è stato caratterizzato da segnali nega-tivi, soprattutto negli esercizi tradi-zionali e da un rallentamento nella grande distribuzione. I trasporti por-tuali sono risultati in lieve ridimensio-namento rispetto ai volumi record del 1995. Il commercio estero ha confermato il rallentamento emerso dalle indagini congiunturali. Nel pri-mo semestre 1996, l'Istat ha
regi-strato nell'intera economia emiliano-romagnola esportazioni per un valo-re pari ad oltvalo-re 21.177 miliardi di livalo-re, vale a dire il 7,3 per cento in più ri-spetto allo stesso periodo del 1995, con una diminuzione di circa tredici punti percentuali rispetto all'anda-mento della prima metà del 1995. La stessa tendenza ha caratterizzato le regolazioni in valuta superiori ai ven-ti milioni di lire registrate dall'Ufficio italiano dei cambi, passate da 15.127 a 15.878 miliardi di lire, per un incremento percentuale pari al 5 per cento, rispetto alla crescita del 30,2 per cento riscontrata nei primi sei mesi del 1995.
L'annata agraria, sulla base dei primi parziali dati, ha dato discreti risultati quantitativi, ma è stata penalizzata
L'economia regionale nel 1996
Seduta di Consiglio Unioncamere: Avv. Pietro Baccarini - Presidente Unioncamere, Sig.ra Lorenza Maccaferri - Segreteria Unioncamere
Rapporto sull’andamento economico regionale, tenutosi a Bologna nel dicembre 1996 91 Relazione del Presidente di Unioncamere Pietro Baccarini
da prezzi all'origine in sensibile calo.
Le note positive non sono tuttavia mancate. La più importante è stata rappresentata dal mercato del lavo-ro. Sulla base delle rilevazioni con-dotte dall'Istat, è stata rilevata da gennaio a luglio una serie di incre-menti tendenziali dell'occupazione, che hanno determinato un aumento medio pari all'1,5 per cento, equiva-lente, in termini assoluti, a circa 25.000 persone. Gli uomini e le don-ne in cerca di occupaziodon-ne sono di-minuiti tendenzialmente da gennaio ad aprile, per poi stabilizzarsi a lu-glio, evidenziando una flessione me-dia del 9,7 per cento, corrisponden-te a circa 11.000 persone. Il tasso di disoccupazione medio del periodo gennaio-luglio è conseguentemente disceso dal 6,2 al 5,6 per cento. Il settore del credito, al di là dei pro-blemi strutturali comuni all'intero Paese, ha fatto registrare tassi di in-cremento per impieghi e depositi su-periori a quelli riscontrati nel Paese, mentre il rapporto sofferenze-impie-ghi è rimasto stabile a fronte della crescita nazionale. La stagione turi-stica è stata caratterizzata da anda-menti abbastanza differenziati da provincia a provincia, ma nel com-plesso si può parlare di sostanziale tenuta. Miglioramenti degni di nota sono inoltre venuti dai trasporti aerei (a Bologna è stato riscontrato un movimento record di passeggeri) e ferroviari, apparsi in ulteriore aumen-to sia in termini di passeggeri che di merci. L'assetto imprenditoriale rica-vato dai dati contenuti nel Registro Ditte è apparso in crescita se
con-frontato con la situazione in essere a fine settembre 1995: la consistenza delle imprese attive, senza conside-rare il gruppo delle imprese agricole (le iscrizioni degli imprenditori agri-coltori e ittici in ossequio alla nuova normativa hanno reso problematico il confronto con il passato) è infatti passata da 300.526 (306.611 con l'agricoltura e pesca ) a 303.058 uni-tà (310.471 con l'agricoltura e pe-sca). Il saldo fra imprese iscritte e cessate, senza considerare l'agricol-tura-pesca, è risultato attivo per 4.078 imprese, contribuendo a de-terminare un indice di sviluppo di se-gno moderatamente positivo, lieve-mente superiore a quello calcolato nei primi nove mesi del 1995.
Il ciclo degli investimenti, secondo le proiezioni contenute nell'indagine ef-fettuata da Unioncamere Emilia-Ro-magna in un campione di aziende manifatturiere, è risultato in rallenta-mento rispetto al 1995. Si tratta di un andamento per certi versi com-prensibile se si considera che il con-fronto è avvenuto con un anno forte-mente influenzato dagli effetti della Legge "Tremonti". Se guardiamo alla situazione in atto dal 1989 si può tuttavia collocare il 1996 fra gli anni sostanzialmente positivi.
Passiamo ora ad illustrare più detta-gliatamente alcuni temi specifici del-la congiuntura del 1996, rimandando ai capitoli specifici coloro che desi-derano un ulteriore approfondimen-to. Dal mercato del lavoro provengo-no segnali relativamente contrastan-ti, ma di segno prevalentemente po-sitivo.
Confrontando il periodo ottobre 1995-luglio 1996 con lo stesso pe-riodo dell'anno precedente, si rileva che il numero degli occupati è cre-sciuto (1,6 per cento), anche se in modo non omogeneo fra i vari setto-ri. La crescita occupazionale si è es-senzialmente concentrata nel settore terziario (4,7 per cento rispetto al 1995) e nelle costruzioni (5,5 per cento). Al contrario, l'agricoltura, in linea con la tendenza di lungo perio-do, ha subito una notevole flessione (-11,6 per cento), mentre l'industria è rimasta sostanzialmente stabile, in quanto l'aumento occupazionale delle costruzioni è stato compensato dalla riduzione dell'industria in senso stretto (-1,2 per cento). Questi fatto-ri, associati all'incremento della forza lavoro dell' 1%, hanno determinato una lieve contrazione del tasso me-dio di disoccupazione che, nel perio-do compreso fra l'ottobre 1995 e il luglio 1996 è sceso al 5,6 per cento rispetto al 6,2 per cento registrato nello stesso periodo dell'anno pre-cedente. Si tratta di un dato che è quasi la metà di quello nazionale.
Il ridimensionamento del lavoro di-pendente rispetto a quello indipen-dente, rilevabile negli anni preceden-ti, ha interessato nel 1996 solo il set-tore industriale.
A fronte di un andamento occupa-zionale complessivamente positivo (anche se di impatto relativamente contenuto) alcune tendenze di se-gno negativo provengono dalle liste di mobilità e dalla consistenza della cassa integrazione guadagni straor-dinaria. La consistenza dello stock di
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92 Rapporto sull’andamento economico regionale, tenutosi a Bologna nel dicembre 1996 Relazione del Presidente di Unioncamere Pietro Baccarini iscritti alle liste di mobilità si è ridotta
(-13,3% nei primi otto mesi dell'an-no), tuttavia è contestualmente dimi-nuito il numero di cancellazioni dovu-te ad avviamenti verso lavori a dovu- tem-po indeterminato, mentre sono au-mentate le cancellazioni per scaden-za dei termini.
La cassa integrazione guadagni straordinaria ha fatto registrare un vi-stoso decremento rispetto al 1995, ciononostante negli ultimi mesi il nu-mero di unità produttive coinvolte nelle procedure di Cig è tornato a crescere: da 47 in aprile a 74 in ago-sto. La Cig anticongiunturale, in di-minuzione fino a giugno, dal mese successivo è risultata in aumento fi-no ad arrivare ad un incremento complessivo, nei primi nove mesi, pari all'11,3 per cento. Il dato è ne-gativo, ma bisogna tuttavia conside-rare che il carico di ore autorizzate è risultato largamente inferiore alla me-dia del periodo 1990-1995. Inoltre, se si rapportano le ore autorizzate ai dipendenti dell'industria, scaturisce il più basso rapporto fra le regioni ita-liane. Infine è da registrare il buon andamento dei contratti di formazio-ne lavoro (regolati dalla Legge 863/84), rappresentato, nei primi ot-to mesi, da una crescita del 6,8%
dei giovani avviati con questo tipo di contratto. Come per gli anni prece-denti si può notare che questo tipo di contratto continua a privilegiare giovani dotati di bassa scolarità.
L'annata agraria 1996 appare ab-bastanza insoddisfacente, soprattut-to dal lasoprattut-to della redditività. La qualità dei prodotti, in particolare
ortofrutti-coli, è stata in parte penalizzata dal-le avverse condizioni climatiche.
L'andamento di mercato ha risentito della crescita quantitativa, coniugata alla scarsa qualità, e della competiti-vità delle produzioni concorrenti, il tutto accentuato dalla generale sta-gnazione dei consumi delle famiglie.
Il mercato cerealicolo registra una flessione generalizzata di tutti i prez-zi, in media 10-15%. Il calo della do-manda dei prodotti finiti, ha determi-nato la riduzione della domanda di materie prime. La superficie investita a cereali è aumentata, ma l'inversio-ne dei prezzi coniugata alla rivaluta-zione della lira verde ha ridotto i mar-gini di profitto. La superficie investita dalla barbabietola da zucchero è di-minuita del 13,1%. La campagna sembra però positiva per rese e gra-do saccarometrico.
Il livello dei prezzi dell'ortofrutta è de-cisamente insoddisfacente ed appa-re sensibile l'aumento dei costi di produzione. La domanda di orticole destinate al consumo fresco è risul-tata debole, con quotazioni poco soddisfacenti. La produzione del po-modoro è stata abbondante e spes-so spes-sono state superate le quote pro-duttive. La produzione delle patate appare mediocre per quantità e qua-lità. Buona la quantità e la qualità dei meloni e dei cocomeri che hanno tuttavia sofferto della contrazione dei consumi a causa dell'estate meno calda e della concorrenza estera.
I primi dati sulla vendemmia rientra-no negli standard di resa, con un li-vello qualitativo eterogeneo. La frut-ticoltura ha subito gli effetti della
sta-gnazione dei consumi delle famiglie.
Per pere, pesche, nettarine, ciliege e susine sono state spuntate quota-zioni insoddisfacenti. Migliore into-nazione per mele e kiwi.
Alcuni nuclei forti dell'agricoltura emiliano-romagnola come i compar-ti bovino e latcompar-tiero-caseario hanno particolarmente risentito degli effetti della infezione da Bse - il fenomeno è anche conosciuto come "mucca pazza" - e del problema delle quote latte. La consistenza dei bovini si è ridotta e sul mercato continua la ten-denza alla contrazione dei prezzi.
Anche la consistenza dei suini pare essersi ridotta, ma i prezzi delle car-ni suine e dei suicar-ni vivi hanno fatto registrare una buona ripresa. I primi otto mesi del 1996 risultano positivi per gli avicunicoli, l'offerta, anche a seguito delle difficoltà delle carni bo-vine, si è rapidamente incrementata, così come i prezzi sui massimi in aprile e maggio.
Il Parmigiano Reggiano ha registrato prezzi più bassi rispetto allo scorso anno, ma comunque soddisfacenti a fronte di un buon andamento pro-duttivo: +6,35% nel primo semestre.
Nei primi otto mesi del 1996 di attivi-tà della pesca marittima, il pescato introdotto e venduto nei mercati ittici regionali è diminuito sia in quantità (-8,6 per cento) che in valore (-9,7 per cento), in quanto è aumentata la quota delle varietà meno pregiate. I pesci, che costituiscono il 90 per cento circa del pescato introdotto, diminuiscono in quantità del 7 per cento e in valore del 6,5 per cento, con prezzi apparsi sostanzialmente
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Rapporto sull’andamento economico regionale, tenutosi a Bologna nel dicembre 1996 93 Relazione del Presidente di Unioncamere Pietro Baccarini
stabili. All'aumento quantitativo dei crostacei si è associata una riduzio-ne di prezzo equivalente, mentre alla diminuzione della quantità dei mollu-schi non ha corrisposto una sensibi-le variazione positiva dei prezzi. In contro tendenza con la diminuzione delle quantità introdotte nei mercati ittici, la produzione sbarcata da gen-naio a giugno nelle zone di Goro e Marina di Ravenna ha mostrato un notevole aumento della quantità (+75,5 cento).
L'industria energetica, per quanto concerne la produzione di energia elettrica registrata nelle centrali dis-locate in Emilia-Romagna, ha fatto registrare nei primi sette mesi del 1996 una tendenza di segno positi-vo. La produzione netta pari 8.026 milioni di Kwh è aumentata del 10,3 per cento rispetto allo stesso perio-do del 1995. Il forte incremento, lar-gamente superiore a quello registra-to nel Paese (+1,9 per cenregistra-to), è sta-to determinasta-to da entrambe le fonti, idroelettrica e termoelettrica.
Tra le categorie dei produttori si può notare che la crescita è stata dovuta alle centrali gestite dall'Enel - con 6.907.974 migliaia di Kwh si sono confermate il principale produttore -e dagli autoproduttori, la cui quota produttiva sul totale è salita al 14,1 per cento rispetto al 10,4 per cento dei primi sette mesi del 1995. Dal la-to dei combustibili consumati nelle centrali emiliano-romagnole, l'olio combustibile continua ad essere quello maggiormente impiegato, an-che se in misura inferiore rispetto al 1995. L'incidenza sul totale
dell'e-nergia prodotta è stata pari al 78 per cento rispetto all'87,1 dei primi sette mesi del 1995. Il metano ha contri-buito con una quota del 20,7 per cento, migliorando sensibilmente la quota rilevata nel 1995 pari all'11,3 per cento. La voce generica degli
"altri combustibili" si è attestata all'1 per cento; ultimo il carbone con ap-pena lo 0,3 per cento. Nel Paese la struttura dei combustibili impiegati è risultata più articolata. L'olio combu-stibile ha coperto il 60,2 per cento dei Kilovattore prodotti, seguito dal metano con il 23,4 per cento. Il car-bone si è attestato al 12,6 per cen-to; gli "altri combustibili" al 3,8 per cento.
Per restare in tema di energia, il con-sumo di metano dell'Emilia-Roma-gna dei primi nove mesi del 1996 è ammontato, secondo i dati forniti dalla S.n.a.m., a circa 5 miliardi e 514 milioni di 38.100 Kjoule al metro cubo rispetto ai circa 5 miliardi e 150 milioni dello stesso periodo del 1995, per un incremento percentua-le pari al 7,1 per cento ( +2,4 per cento nel Paese). L' aumento è da attribuire alla apprezzabile crescita delle reti cittadine - hanno inciso per circa il 41 per cento del consumo globale - e, soprattutto, del consu-mo destinato alla produzione di energia termoelettrica salito sensibil-mente, coerentemente con i dati Enel commentati precedentemente.
L'industria ha bruciato circa 2 miliar-di e 410 milioni miliar-di metri cubi (l'unità di misura è sempre 38.100 Kjou-le/metro cubo), con un lieve calo dello 0,6 per cento rispetto ai primi
nove mesi del 1995. In ambito setto-riale occorre sottolineare l'aumento del settore ceramico, grès e materia-li refrattari il cui utimateria-lizzo, pari al 15,8 per cento del totale generale, è au-mentato del 2,6 per cento. Un altro forte utilizzatore di metano, quale il settore chimico (11,2 per cento del totale generale) ha accusato invece una diminuzione del 6,9 per cento. I consumi destinati all'autotrazione (1,5 per cento del totale) sono cre-sciuti del 5,3 per cento.
I primi nove mesi del 1996 si sono chiusi, per l'industria manifatturie-ra, con una crescita moderata e molto più contenuta rispetto all'evo-luzione dello stesso periodo del 1995.
Bisogna tuttavia sottolineare che il confronto è stato eseguito rispetto ad un anno, quale il 1995, giudicato tra i migliori, se non il migliore, degli ultimi dieci anni.
Il volume della produzione è aumen-tato, tra gennaio e settembre, del 2,3 per cento rispetto allo stesso pe-riodo del 1995, che a sua volta risul-tò in crescita del 10,4 per cento ri-spetto ai primi nove mesi del 1994.
A questo rallentamento, si è coniu-gato il ridimensionamento del grado di utilizzo degli impianti - quasi tre punti percentuali in meno - e delle ore lavorate mediamente dagli ope-rai e apprendisti.
Il fatturato è aumentato in termini monetari del 4,5 per cento, rispetto all'incremento del 17,3 per cento ri-levato nei primi nove mesi del 1995.
Dal lato della redditività, in rapporto
L'economia regionale nel 1996
94 Rapporto sull’andamento economico regionale, tenutosi a Bologna nel dicembre 1996 Relazione del Presidente di Unioncamere Pietro Baccarini all'inflazione, siamo di fronte ad un
margine ancora positivo - circa un punto percentuale - anche se note-volmente inferiore rispetto a quanto riscontrato nel 1995. In termini reali, ovvero senza considerare l'aumento dei prezzi alla produzione, è stato re-gistrato un aumento del 2 per cento, non trascurabile, ma tuttavia larga-mente inferiore rispetto alla perfor-mance del 1995, quando l'incre-mento risultò pari al 10,8 per cento.
La domanda è apparsa in generale rallentamento. Il mercato interno, che assorbe abitualmente circa il 60 per cento della produzione, ha inter-rotto la tendenza espansiva in atto dai primi tre mesi del 1994, facendo registrare un decremento dello 0,8 per cento a fronte della crescita dell'11,6 per cento rilevata nei primi nove mesi del 1995. Gli ordini dall'e-stero sono risultati nuovamente in aumento, ma a tassi molto più con-tenuti rispetto al 1995: +3,1 contro +14,1 per cento. La quota di espor-tazioni sul fatturato ha di poco supe-rato il 40 per cento, migliorando lie-vemente i valori emersi nel 1995. E' dal 1993, anno successivo alla sva-lutazione, che questo rapporto ap-pare in costante aumento.
L'aumento medio dei prezzi indu-striali è stato pari al 2,4 per cento, ri-sultando inferiore di quattro punti percentuali all'evoluzione dei primi nove mesi del 1995. Il rallentamento della domanda, coniugato alla rivalu-tazione della lira, ha indotto le impre-se a contenere i prezzi con il dichia-rato fine di mantenere le quote di mercato conquistate nei mesi
prece-denti. Il periodo di produzione assi-curato dal portafoglio ordini si è avvi-cinato ai tre mesi e mezzo e anche in questo caso occorre annotare un lie-ve rallentamento rispetto ai primi no-ve mesi del 1995.
L'approvvigionamento dei materiali destinati alla produzione è risultato molto difficile per tutto il corso del 1995. Dal 1996 la situazione è anda-ta via via migliorando, in linea con il rallentamento della domanda. La percentuale di aziende che ha di-chiarato problemi è stata pari all'8,8 per cento rispetto al 29,6 per cento dei primi nove mesi del 1995.
Nei primi nove mesi del 1996 i volumi prodotti sono aumentati del 2,3 per cento, a fronte della crescita del 2 per cento delle vendite reali. Questo andamento si è coniugato al peggio-ramento del saldo fra chi ha giudica-to il magazzino in esubero e chi, al contrario, lo ha reputato scarso.
L'occupazione è apparsa in crescita dello 0,9 per cento. Andò meglio nei primi nove mesi del 1995 (+1,7 per cento), ma in quel periodo vennero rilevati incrementi straordinari, mai registrati prima. Di altro segno sono invece risultate le rilevazioni sulle for-ze di lavoro. Il dato va tuttavia valu-tato con una certa cautela in quanto le informazioni disponibili riguardano l'industria in senso stretto, che com-prende, oltre al settore manifatturie-ro anche quello energetico. Fatta questa premessa, nei primi sette mesi del 1996 è stata riscontrata in Emilia-Romagna una diminuzione media dell'1,2 per cento rispetto allo stesso periodo del 1995,
equivalen-te, in termini assoluti a quasi 6.000 persone.
Le ore autorizzate di Cassa integra-zione per interventi anticongiunturali sono passate da 1.636.147 dei primi nove mesi del 1995 a 1.845.968 del-lo stesso periodo del 1996. Questo andamento, in linea con quanto av-venuto nel Paese, ha interrotto la tendenza riduttiva che ha contrasse-gnato tutto il 1995 fino alla prima metà del 1996.
Gli interventi strutturali rappresentati dalle ore autorizzate di Cassa inte-grazione straordinaria sono risultati in sensibile decremento. Da
Gli interventi strutturali rappresentati dalle ore autorizzate di Cassa inte-grazione straordinaria sono risultati in sensibile decremento. Da