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Programma di attività dell’Unioncamere per l’anno 1996

Nel documento Emilia-Romagna Regione d’Europa (pagine 109-115)

Dott. Claudio Pasini

Segretario Generale Unioncamere

108 Estratto dalla Relazione del Presidente di Unioncamere al Consiglio di Amministrazione tati in base al “peso” di ciascuno nel

contesto dell’economia locale. Le Ca-mere di Commercio di Bologna e Pia-cenza saranno tra le 20 Camere italia-ne che italia-nel 1996 avvieranno le proce-dure per i rinnovi dei loro Consigli, una sorta di banco di prova per la riforma.

Proprio in vista di una piena attuazio-ne della 580/93, soprattutto attuazio-nella par-te riguardanpar-te le nuove funzioni delle Camere di Commercio, il rapporto con l’Ente Regione deve essere com-pletamente ridisegnato anche alla lu-ce di nelu-cessarie innovazioni legislative a livello regionale per il pieno ricono-scimento delle stesse Camere (e delle loro Unioni regionali) quali soggetti del governo locale, parte della pubblica amministrazione specificatamente de-dicata alle imprese, quindi con speci-fiche competenze e funzioni delegate ad esse dalla Regione.

Il programma di attività, ed anche il bi-lancio di previsione per l’esercizio 1996 di Unioncamere Emilia-Roma-gna, tengono ovviamente conto di questo radicale mutamento di pro-spettiva del sistema camerale regio-nale, sempre più “istituzione”, sempre più “soggetto di governo” del sistema delle imprese, obbligato, quindi, a ri-spondere della responsabilità di una fetta consistente dello sviluppo eco-nomico regionale.

Questo significa operare per garantire alle imprese emiliano-romagnole ini-ziative e servizi adeguati in quegli am-biti nei quali si esprimono maggior-mente le potenzialità di sviluppo delle imprese stesse, e, cioè, internaziona-lizzazione e cooperazione, formazio-ne, innovazioformazio-ne, credito, qualità ed

in-formazione economica. In quest’ulti-mo ambito Unioncamere può legitti-mamente aspirare ad essere la princi-pale sede di monitoraggio sull’econo-mia regionale attraverso lo strumento dell’Osservatorio sull’economia regio-nale (congiunturale e strutturale) e le sue sezioni specializzate.

Ma il sistema camerale si propone an-che come momento di composizione delle molteplici istanze rappresentate da ognuno dei soggetti, associazioni e categorie, dell’economia regionale, nel contesto di nuove sedi di concer-tazione e co-programmazione delle politiche dello sviluppo, come potreb-be essere il nuovo Consiglio Regiona-le per l’Economia ed il Lavoro (C.R.E.L.), oggetto, anch’esso, di una specifica proposta di Unioncamere. In queste sedi, tale opera di composizio-ne, si pone anche come obiettivo quello di correggere l’eccessivo fra-zionamento delle iniziative di promo-zione in molti settori dell’economia re-gionale, impegnandosi a lavorare con più assiduità sul versante della verifica ex-post della ricaduta delle iniziative stesse per individuare una precisa scala di priorità ed i più efficaci stru-menti di intervento.

L'impostazione sia del Programma d'attività che del Bilancio di previsione dell'esercizio 1996, è nel segno di una chiara continuità con gli orientamenti generali e le attività realizzate e svilup-pate nel corso degli ultimi tre anni.

In particolare, si conferma anche per il 1996 l'impegno:

• al contenimento delle spese di ammi-nistrazione e di funzionamento degli uffici, continuando nell'azione di

razio-nalizzazione e qualificazione della spe-sa già avviata negli anni precedenti;

• all'assestamento della struttura operativa sugli attuali livelli numerici di personale, che nel corso del 1995 hanno registrato l'aumento di 1 uni-tà, collocata presso la Segreteria Generale con funzioni di assistenza in materia giuridico-legislativa; allo stesso tempo nel 1996 sarà neces-sario inserire pienamente le due fi-gure che nell'Ufficio Studi hanno so-stituito le due persone collocate presso il Centro Estero;

• alla sostanziale conferma dell'impe-gno per lo sviluppo ed il supporto ad iniziative in favore delle attività pro-duttive;

• alla conferma ed intensificazione dell'impegno in favore dello sviluppo dell'attività di consorzi regionali di garanzia fidi, anche nei settori che tuttora ne sono sprovvisti;

• all'ulteriore sviluppo e qualificazione della funzione di ricerca economica, che si traduce nell'istituzione del-l'osservatorio economico regionale, i cui risultati vengono messi a dispo-sizione della domanda espressa sul piano regionale, nazionale ed inter-nazionale, anche con strumentazio-ni tecnologicamente innovative;

• all'attuazione e completamento dei progetti, avviati nel corso del 1995, o che verranno sviluppati nel 1996, rivolti allo sviluppo in rete dei servizi e delle attività delle Camere di Com-mercio dell'Emilia-Romagna, svol-gendo in tale modo il compito di sti-molo e di coordinamento dell'attività camerale che la Legge 580/93 affi-da alle Unioni Regionali.

Programma di attività dell’Unioncamere per l’anno 1996

Estratto dalla Relazione del Presidente di Unioncamere al Consiglio di Amministrazione 109 L'attività dell'Unione regionale si

svi-lupperà nel 1996 lungo 5 direzioni:

1. politiche di network del sistema ca-merale emiliano-romagnolo;

2. osservatorio economico regionale;

3. pubblicistica ed informazione eco-nomica;

4. servizi e sostegno ai consorzi di ga-ranzia fidi;

5. politiche e relazioni europee.

La capacità del sistema camerale re-gionale di immedesimarsi nel ruolo che la legge gli ha affidato, dipende più che mai dalla effettiva disponibilità ad operare in rete da parte delle sin-gole Camere di Commercio, che affi-dano all’Unioncamere il compito di rappresentarle anche nei confronti dell’Ente Regione nel contesto di un nuovo modello di reciproche relazioni.

In questa prospettiva vale la pena ri-cordare che qualcosa è già stato fatto, come, ad esempio, la realizzazione delle brochures sull’economia di ogni singola provincia emiliano-romagnola, iniziativa in corso di completamento o il prossimo auspicabile avvio di un pro-getto di network regionale dei servizi delle C.C.I.A.A,. o ancora quello di una Guida informatizzata ai servizi stessi.

Obiettivo principale, oltre a quello di potenziare queste funzioni di servizio alla rete, rimane, comunque, quello di realizzare un progetto di sviluppo or-ganizzativo del network camerale del-l’Emilia-Romagna.

Si sta infatti affermando, sempre con maggiore insistenza, l’esigenza di an-dare oltre la ricerca del “buon funzio-namento” della singola Camera di Commercio, per elaborare invece, co-me sistema caco-merale, politiche di

re-lazione e di offerta con l’ambiente più ampio, ispirate da logiche comuni e caratterizzate da maggiore visibilità ed efficacia.

La riforma delle Camere di Commer-cio, per la mole di funzioni anche completamente nuove e particolar-mente impegnative nella gestione, im-pone una svolta in questo senso ed il sistema camerale emiliano-romagnolo evidenzia un potenziale di offerta mol-to interessante, che va ben al di là dei servizi per le quali le singole Camere di Commercio sono conosciute nelle ri-spettive realtà provinciali.

Ci sono quindi aree di attività nelle quali le Camere di Commercio posso-no costantemente presentarsi ed operare come network, perchè solo così possono raggiungere efficienza di gestione nei servizi e potrà quindi es-sere loro riconosciuto il ruolo loro affi-dato dalla legge di riforma.

Network camerale ed Ente Regione

I principi ispiratori del nuovo modello di relazioni che si intende proporre tra la Regione ed il sistema camerale del-l’Emilia-Romagna, in sintonia con il di-segno istituzionale tracciato dalla leg-ge di riforma, sono quelli

- della concertazione e del coordina-mento nella corresponsabilità delle azioni di sostegno e sviluppo delle imprese;

- della specializzazione delle compe-tenze e delle professionalità e quindi della divisione del lavoro tra i sog-getti del “governo” regionale dell’e-conomia;

- della sussidiarietà nella concreta

realizzazione di progetti, programmi ed iniziative;

- della semplificazione della modalità dell’offerta dei servizi alle imprese.

In questo contesto il sistema camera-le può camera-legittimamente aspirare - al riconoscimento da parte della

Re-gione di una funzione consultiva e di proposta, attraverso l’Unioncamere, nelle materie che sono di competen-za camerale ed, in generale, nelle materie socio-economiche; tale rap-porto potrà allora prevedere, sempre in sintonia con la 580/93;

- all’attribuzione ordinaria alle Camere di Commercio delle funzioni ammini-strative ed economiche relative alle imprese, non esplicitamente attribui-te alle Regioni dalla legislazione re-gionale;

- all’utilizzo, da parte della Regione, dello strumento della delega di fun-zioni e degli accordi di programma tra Enti Locali ai sensi della legge 142/90 di riforma delle autonomie locali.

La proposta dell’istituzione di un nuo-vo Consiglio Regionale dell’Economia e del Lavoro (C.R.E.L.) quale sede di confronto tra istituzioni, categorie, Ca-mere di Commercio e parti sociali, nonchè di riflessione, di sintesi e di elaborazione progettuale sui temi strategici dell’economia regionale, rappresenta una concreta opportunità per l’attuazione di questo nuovo mo-dello relazionale.

Attraverso il sistema degli osservatori economici, con la responsabilità della gestione di un unico Osservatorio Economico Regionale, oggetto di una specifica convenzione con la Regione,

Programma di attività dell’Unioncamere per l’anno 1996

110 Estratto dalla Relazione del Presidente di Unioncamere al Consiglio di Amministrazione Unioncamere potrà diventare, in

colle-gamento e nell’ambito del C.R.E.L., il fornitore di statistiche ed analisi eco-nomiche producendo le informazioni utili all’elaborazione di politiche di svi-luppo e svolgere, così, le sue istituzio-nali funzioni consultive e di proposta.

Vanno confermate e consolidate le esperienze delle sezioni dell’Osserva-torio Economico Regionale già attiva-te ed è necessario stringere i attiva-tempi su quelle di nuova istituzione, in partico-lare per quel che riguarda i settori del trasporto merci, del commercio e del-le fasce deboli del mercato del lavoro.

Per quello che riguarda le funzioni nel-le materie amministrative ed economi-che relative alle imprese, vale la pena sottolineare il ruolo affidato dall’ISTAT al sistema camerale italiano nell’ambi-to del progetnell’ambi-to del nuovo Archivio Statistico delle Imprese Attive (A.S.I.A.): gli uffici di statistica delle Camere, con il supporto delle Unioni regionali, cureranno le indagini di con-trollo necessarie per l’impianto e l’ag-giornamento di A.S.I.A., nonchè la dif-fusione dei dati statistici derivanti dal progetto stesso.

Fra le possibili aree di intesa, Union-camere propone alla Regione iniziative comuni per un complessivo migliora-mento del coordinamigliora-mento e della qua-lità dell’offerta dei servizi alle imprese, in tema, ad esempio, di internaziona-lizzazione ed innovazione (con una conseguente ridefinizione dei rapporti con ERVET, Centri Servizi e B.I.C.), in tema di formazione professionale e di certificazione della qualità.

Di prioritaria importanza il settore del credito dove mancano informazioni

sul sistema dei consorzi e delle co-operative di garanzia, esperienza scarsamente conosciuta ed utilizzata in molti settori produttivi (in particolare l’agricoltura).

Questa sorta di ”istituzionalizzazione”

del rapporto con la Regione, nel con-testo di un nuovo modello relazionale, ha imposto al sistema camerale e ad Unioncamere una progressiva intensi-ficazione delle attività, conseguente all’assunzione di maggiori responsabi-lità nel campo delle politiche di soste-gno alle imprese. Le tante iniziative avviate e quelle che sono destinate a partire nei prossimi mesi hanno impo-sto un adeguamento della struttura in-terna dell’associazione e non sono escluse ulteriori scelte in questo sen-so per corrispondere alle attese sem-pre crescenti e garantire la qualità dei servizi resi, così come si è saputo fare fino ad ora.

Network camerale, associazioni e categorie

L’affermazione di un network regionale delle Camere di Commercio, non solo sulla carta, ma nel concreto svolgimen-to delle proprie funzioni e competenze, è funzionale anche all’ulteriore obiettivo che la legge di riforma intende perse-guire: quello di sviluppare e qualificare il rapporto con le associazioni e le cate-gorie economiche ed imprenditoriali, di renderlo più stretto e fattivo.

Associazioni e categorie, con la 580/93, si trovano coinvolte in un im-pegno “istituzionale” come è appunto la gestione di enti pubblici quali sono le Camere di Commercio, un impegno di grande responsabilità che

aumen-terà la visibilità dei comportamenti e, di conseguenza, la trasparenza com-plessiva delle relazioni economiche domestiche ed internazionali.

Era necessaria questa accelerazione poichè il cambiamento che pervade il nostro tempo, necessitava che si cer-cassero i protagonisti e gli strumenti della trasformazione là dove in realtà essi sono. Per il sistema camerale, pubblica istituzione delle imprese, questo significa andare incontro alle imprese per offrire una libera sede di confronto e di dialettica a loro ed a tutte le loro associazioni e categorie e le parti sociali.

Già molte delle iniziative e dei progetti che Unioncamere ha promosso o cui ha partecipato non si sarebbero realiz-zate senza la collaborazione ed il contri-buto delle associazioni e delle catego-rie, proprio perchè il sistema camerale ha cercato e ricerca questo rapporto.

Ora c’è bisogno di un ulteriore salto di qualità che porti all’elaborazione di una strategia globale a sostegno dell’intero sistema imprenditoriale emiliano-roma-gnolo, eliminandone squilibri esistenti e valorizzandone tutte le potenzialità.

Con la legge 580/93, le nuove Came-re di Commercio diventano, perciò, il momento di più efficace composizio-ne, di massima sintesi, di più autore-vole rappresentanza degli interessi delle imprese, delle loro istanze ed il loro essere “sistema”, il loro proporsi come sistema, rappresenta una delle prime condizioni affinchè anche nelle politiche di sviluppo del territorio pos-sano affermarsi il valore delle autono-mie ed il principio di sussidiarietà car-dini di una più moderna forma di

Sta-Programma di attività dell’Unioncamere per l’anno 1996

Estratto dalla Relazione del Presidente di Unioncamere al Consiglio di Amministrazione 111 to e di un nuovo regionalismo.

A condizione, ovviamente, che le Ca-mere di Commercio non si trasformino, al contrario, nella cassa di risonanza di nuove tensioni corporative, nel campo di battaglia di un disordinato scontro fra interessi che rifiutano di collaborare solo per confliggere tra loro.

Osservatorio economico regionale La capacità di analisi dell'economia regionale, nonchè il costante monito-raggio dei vari settori che la compon-gono, costituisce un elemento qualifi-cante dell'attività dell'Unione regiona-le. Il 1995 ha visto un consolidamento delle attivita’ di osservatorio economi-co regionale. Anche se fino ad ora gli osservatori hanno mantenuto una configurazione autonoma, la vasta co-pertura settoriale e il complesso della ricerca svolta consentono per il 1996 di considerare il sistema degli osser-vatori come un unico Osserosser-vatorio economico regionale. Se gli sviluppi dei rapporti istituzionali con l’ente Re-gione lo consentiranno, il 1996 vedra’

la costituzione anche formale dell’Os-servatorio economico regionale.

Il sistema delle comunicazioni di Unioncamere Emilia-Romagna e del sistema camerale verra’ potenziato nel 1996 per consentirgli di raggiungere con le proprie notizie e strumenti infor-mativi il maggior numero di imprese e soggetti dell’economia regionale. No-tevoli passi in avanti in tale direzione sono stati compiuti con il rafforzamen-to della rivista Econerre, che raggiunge oggi le 10.000 copie, e con la banca dati Unioncamere on-line. Nel 1996 la rivista Statistiche Regionali subira’ una

profonda trasformazione, con l’edizio-ne dell’annuario statistico in formato elettronico ed una diffusione piu’ capil-lare. Le edizioni elettroniche dei pro-dotti e delle iniziative promozionali tro-veranno maggiore diffusione anche grazie al sito Internet che Unioncame-re sta allestendo e che sarà piena-mente operativo entro il 1995.

L'attività di studio e ricerca nel 1996 continuerà a interessare i seguenti in-dirizzi generali:

• monitoraggio congiunturale periodi-co sull'industria manifatturiera, an-che in raccordo con Unioncamere Italiana ed Eurochambres, sul setto-re edile ed elaborazione di scenari previsionali sugli andamenti attesi dell'economia regionale; dai primi mesi 1996 l’indagine congiunturale sull’industria verra’ coordinata con quelle delle principali regioni italiane e resa con esse comparabile;

• consolidamento, qualificazione ed ulteriore sviluppo dell’ osservatorio economico regionale, al fine di tene-re sotto costante monitoraggio l'an-damento economico e le problema-tiche di sviluppo dei diversi settori o segmenti dell'economia regionale:

investimenti nel settore industriale;

evoluzione strutturale e produttiva dell'artigianato di servizio e di pro-duzione; prosecuzione dell'analisi delle problematiche del sistema agro-industriale regionale; rafforza-mento dell'osservatorio export; os-servatorio sui prezzi dei prodotti agroalimentari; osservatorio sui set-tori di pubblica utilita’; apertura di nuovi osservatori sul trasporto mer-ci, l’abusivismo commerciale, la

subfornitura, le richieste occupazio-nali delle imprese;

• partecipazione attiva alla definizione delle politiche e dell’operativita’ del progetto ASIA (Archivio Statistico delle Imprese Attive) coordinato da Istat e che portera’ nel 1996-1997 a disporre di una banca dati completa del sistema delle imprese attraverso l’integrazione degli archivi ammini-strativi;

• prosecuzione dell'attività, iniziata nel 1995, di analisi delle problema-tiche del turismo emiliano-roma-gnolo nei diversi segmenti che lo compongono; prosecuzione e va-lorizzazione dell'Osservatorio sulla subfornitura assieme ad altre strut-ture camerali regionali.

• ulteriori attività di studio e ricerca che nel 1996 riguarderanno: un’in-dagine sull’innovazione tecnologi-ca nel sistema delle piccole e me-die imprese; la realizzazione di un monitoraggio internazionale sulle possibili politiche di crescita della cooperazione; la continuazione del progetto di orientamento scolasti-co indirizzato nel 1995 alle scuole medie superiori, dopo gli ottimi ri-sultati ottenuti con il completa-mento del progetto di orientamen-to scolastico rivolorientamen-to alla scuola me-dia inferiore.

Nel corso del 1995 la banca dati sta-tistica, con accesso telematico gra-tuito via modem, ha soddisfatto cir-ca 500 richieste di dati da parte di 150 utenti. Il servizio verra’ esteso agli utenti Internet entro la fine del 1995.

Viene confermata, tra le funzioni

pro-Programma di attività dell’Unioncamere per l’anno 1996

112 Estratto dalla Relazione del Presidente di Unioncamere al Consiglio di Amministrazione prie dell'Ufficio Studi, quella

dell'ela-borazione di progetti ed iniziative per ed assieme al sistema camerale emi-liano-romagnolo, lasciando all'Unio-ne regionale la funzioall'Unio-ne di coordina-mento e di stimolo. La redazione di un progetto per il reperimento di ma-nodopera al Sud, ultimato nel 1995, comportera’, se attuato, un notevole sforzo da parte di tutto il sistema ca-merale e di quello associativo. Con-temporaneamente saranno sviluppa-te iniziative di promozione del sviluppa- territo-rio regionale, attraverso l’attuazione del programma investimenti estero, e verra’ avviata la valutazione della domanda di servizi espressa dalle imprese.

In ciò si sta cercando di conseguire un forte raccordo operativo con le singole Camere di Commercio, non-ché il supporto della Regione Emilia-Romagna.

Nel 1996 si cercherà inoltre di dare il via ad un gruppo di lavoro formato da riconosciute competenze tecni-che tecni-che, partendo dall'analisi di pun-ti di forza e punpun-ti di debolezza del si-stema produttivo regionale ("il mec-cano industriale"), definisca i possi-bili scenari di sviluppo socio-econo-mico nei prossimi 10-20 anni, con particolare attenzione al nodo delle reti di comunicazione ("la regione ca-blata"), che sta modificando e modi-ficherà sempre più radicalmente as-setti produttivi e stili di vita. Su que-sti temi si cercherà quindi di organiz-zare un seminario di studio.

In queste attività sono fortemente impegnati l'Ufficio Studi dell'Unione regionale e, in parte, la sezione

Rela-zioni Europee ed Eurosportello.

Per quanto concerne l'attività del Centro per il Commercio Interno, per il 1996 si confermano le linee già in-dividuate nel corso del 1995, in par-ticolare per quanto attiene l'aggior-namento del servizio documentazio-ne, la realizzazione di alcuni studi su questioni inerenti la distribuzione commerciale, l'organizzazione di se-minari tecnici su problemi del com-mercio, al fine di riproporre l'Union-camere come punto di riflessione e di elaborazione culturale, crocevia tra imprese, associazioni di catego-ria, studiosi ed istituzioni pubbliche.

Tali attività verranno svolte con sup-porto di esperienze e professionalità consulenziali.

Analisi, studi e ricerche di carattere economico e sociale hanno e conti-nuano a caratterizzare in positivo l'at-tività dell'Unione Regionale, divenuta un qualificato e riconosciuto punto di riferimento in materia di ricerca eco-nomica in Emilia-Romagna.

Oltre alle tradizionali iniziative

Oltre alle tradizionali iniziative

Nel documento Emilia-Romagna Regione d’Europa (pagine 109-115)

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