Seduta del Consiglio di Amministrazione di Unioncamere
186 Estratto dalla Relazione del Presidente di Unioncamere al Consiglio di Amministrazione - l’assistenza alla creazione di nuove
imprese ed alla formazione imprendi-toriale.
In una corretta logica di integrazione, quindi, la Camera di commercio ha tito-lo per diventare uno dei nodi cruciali del sistema produttivo locale, ed in questa logica l’ingresso delle associazioni di categoria nei Consigli camerali potrà - favorire il pieno riconoscimento e la
valorizzazione dell’autonomia funzio-nale dell’ente;
- rappresentare il presupposto per un ulteriore passo in avanti, soprattutto in termini di efficienza, efficacia ed eco-nomicità dei servizi attraverso i quali quell’autonomia si deve esprimere.
In un sistema territoriale integrato, alti devono essere anche il livello ed i con-tenuti della concertazione che si misu-reranno sulla capacità di incrociare pro-getti di sviluppo e politiche di sostegno e sulla capacità di orientare gli strumen-ti a servizio dei programmi definistrumen-ti (for-mazione, offerta di lavoro, qualità delle istituzioni, marketing): per le Camere una ulteriore occasione di sinergia e partenariato con gli Enti locali e con i soggetti di rappresentanza, anche at-traverso la programmazione negoziata.
L’attuazione del decentramento amministrativo nella regione Emi-lia-Romagna
Entro la fine del 1998 il Consiglio regio-nale dell’Emilia-Romagna licenzierà il testo definitivo della legge “Riforma in senso federalista del sistema regionale e locale” che rappresenta il provvedi-mento attuativo del decreto 112/98 sul conferimento di compiti e funzioni dallo Stato alle Regioni ed agli Enti locali e
funzionali. La legge Bassanini I (n.
59/97), il decreto legislativo 112/98 e, quindi, quello che è ancora il progetto di legge regionale di attuazione del decen-tramento amministrativo, hanno prima riconosciuto che, oltre agli enti locali, anche gli enti funzionali, quali le Came-re di commercio possono esseCame-re titola-ri di funzioni confetitola-rite dallo Stato e dal-le Regioni ed hanno poi innestato dal-le Ca-mere stesse nell’ordinamento istituzio-nale ed amministrativo raccordandole alle altre istituzioni. Si può dire che le Camere di commercio beneficiano di completa autonomia e di una posizione formale di pari dignità istituzionale con gli altri Enti locali. Ed è proprio il nuovo modello regionale dei rapporti interisti-tuzionali e degli strumenti di concerta-zione sociale che valorizza appieno il ruolo delle Camere di commercio nel senso indicato dalla legge Bassanini e dai suoi decreti attuativi. Il 1999 sarà, quindi, un anno decisivo per quello che riguarda i rapporti tra sistema camerale e Regione e tra sistema camerale ed istituzioni locali (Province e Comuni). Il progetto di legge sull’attuazione del de-centramento amministrativo, se doves-se esdoves-sere confermato il testo della Giunta regionale, tende a valorizzare notevolmente il ruolo delle Camere di commercio e ad introdurre varie mate-rie sulle quali il rapporto tra il sistema camerale e la Regione dovrà essere consolidato. Il suddetto progetto codifi-ca l’istituzione di una sede ufficiale di confronto tra Giunta regionale, Camere di commercio e Unioncamere: sarà quella la sede nella quale si procederà ad una costante verifica dei rapporti in corso e di quelli destinati a venire in
es-sere. Alle Camere di commercio verrà assegnata la delega in materia di albo delle imprese artigiane e di funziona-mento delle Commissioni Provinciali per l’Artigianato. Ma i temi all’ordine del giorno, per esplicita previsione del pro-getto di legge, dovrebbero essere an-che quello della riorganizzazione del si-stema dei servizi all’internazionalizza-zione, rispetto al quale le Camere di commercio hanno già elaborato una lo-ro plo-roposta di costituzione di un’Agen-zia Regionale per l’internazionalizzazio-ne e quello degli strumenti di monito-raggio ed analisi dell’economia regiona-le e dell’informazione economica in ge-nerale. Il sistema camerale si propone come uno dei principali interlocutori della Regione in vista di una forte e con-creta iniziativa per la riorganizzazione dei servizi all’internazionalizzazione del-le imprese. Attraverso il progetto Net-prise, il sistema camerale punta alla specializzazione nei servizi più sofistica-ti gessofistica-tisofistica-ti su resofistica-ti e, attraverso l’atsofistica-tività del-la rete degli Eurosportelli, a rendere più accessibili e fruibili gli strumenti interna-zionali di sostegno ai rapporti con i mer-cati globali, alla formazione degli im-prenditori. Il presupposto di questa li-nea strategica è che “globalizzazione”
non equivalga ad “esportazione”: si tratta cioè di un processo più ampio per il quale non esistono soggetti, oggi, in grado di dare un contributo serio e dif-fuso alle imprese della regione. Per quanto riguarda l’attività di monitorag-gio e di analisi dell’economia remonitorag-gionale essa si concentrerà sui settori tradizio-nali: industria manifatturiera, investi-menti, export, fabbisogni occupazionali (Progetto Excelsior) turismo,
subfornitu-Programma di attività dell’Unioncamere per l’anno 1999
Estratto dalla Relazione del Presidente di Unioncamere al Consiglio di Amministrazione 187 ra. Il tema del monitoraggio
dell’econo-mia regionale, come si diceva, è entra-to a pieno tientra-tolo nell’agenda dei rappor-ti tra Camere di commercio e Regione Emilia-Romagna che ha espressamen-te previsto, nel progetto di legge regio-nale sull’attuazione del decentramento amministrativo, il supporto del sistema camerale, in particolare, per “attività di analisi e ricerca sulla struttura economi-ca regionale”. Le Camere potrebbero contribuire non solo a fornire una base conoscitiva alla programmazione regio-nale, ma anche a determinare una più selettiva gestione decentrata del siste-ma degli incentivi attraverso, ad esem-pio, il sistema dei consorzi fidi regionali.
A riprova dell’intensificazione dei rap-porti tra sistema camerale e Regione, c’è da ricordare anche la proposta di un nuovo progetto editoriale per la rivista ECONERRE che vedrebbe una più di-retta partecipazione, anche in termini fi-nanziari, della Regione stessa. Ma l’at-tuazione del decentramento ammini-strativo imporrà all’Unione regionale un’azione di coordinamento delle Ca-mere di commercio su altre materie sul-le quali deve per forza emergere una strategia complessiva del sistema: in materia di Sportello Unico, in materia di programmazione negoziata, in materia di assistenza ed informazione alle im-prese. In materia di sportello unico per le attività produttive l’obiettivo delle Ca-mere di commercio deve essere quello di stringere rapporti di collaborazione con i Comuni, titolari della delega, al fi-ne di garantire le fi-necessarie attività di supporto alle strutture comunali, la pre-disposizione di programmi informatici e della idonea strumentazione telematica
per la gestione degli sportelli. E’ auspi-cabile che i Comuni si consorzino tra di loro per una razionale ed efficace orga-nizzazione degli sportelli sul territorio e che le Province valorizzino questo tipo di percorso assumendo un ruolo di co-ordinamento per evitare dispersione e sprechi di risorse. In questo quadro le Camere di commercio potranno realiz-zare, anche direttamente con le Provin-ce, accordi di collaborazione per la rea-lizzazione e la gestione di una rete degli sportelli per le autorizzazioni ammini-strative. Unioncamere regionale sta in-contrando gli organismi regionali di rap-presentanza delle autonomie locali al fi-ne di verificare la loro disponibilità ad una intesa in materia, al fine di raggiun-gere, per quanto possibile, l’obiettivo di scelte e comportamenti omogenei e coordinati in tutto il territorio regionale.
Discorso analogo anche per quello che riguarda l’assistenza e l’informazione al-le imprese, in particolare con riferimen-to all’informazione sulle opportunità e le agevolazioni finanziarie. L’obiettivo che si è proposto la Regione è quello della promozione, a livello locale, in particola-re a livello provinciale, di una particola-rete inte-grata di servizi informativi, promuoven-do le iniziative per il coordinamento, per la razionalizzazione e la riorganizzazione dei servizi esistenti eliminando le dupli-cazioni pur senza limitare o restringere l’azione dei vari soggetti operanti sul territorio, soprattutto laddove questi hanno maturato esperienze e compe-tenze eccellenti che possono diventare di riferimento per tutto il sistema. In questa prospettiva il sistema camerale può mettere a disposizione la rete re-gionale degli Eurosportelli, indiscusso
“punto di eccellenza” in materia di assi-stenza ed informazione alle imprese.
Politiche di network
Nel 1999 verranno realizzati due pro-getti di sistema ammessi anche ai fi-nanziamenti del Fondo di Perequazio-ne: si tratta della “Certificazione di qua-lità del Registro Imprese” e del “Con-trollo di gestione e adeguamento dei si-stemi di rilevazione contabile al nuovo regolamento di contabilità”.
Si tratta di progetti che oltre a consoli-dare le relazioni interne al sistema, con il costante coordinamento dell’Unione regionale, segnano una svolta decisa nel senso della definizione di strumenti comuni per la semplificazione e l’am-modernamento dei servizi amministrati-vi camerali. Una delle grandi scommes-se per le Camere di commercio riguar-da, infatti, le funzioni amministrative che esse, anche per legge, sono chiamate a svolgere: è la scommessa per la sem-plificazione burocratica delle procedure di accesso ai servizi camerali per diven-tare modello di modernità amministrati-va. Anche in questo campo il ruolo del-l’Unione regionale può essere determi-nante e lo si è sperimentato nello svol-gersi del “Progetto di sviluppo organiz-zativo di un network camerale dell’Emi-lia-Romagna” che l’Unione stessa ha voluto fortemente ed al quale quasi tut-te le Camere di commercio hanno ade-rito. E’ nell’ambito di questo progetto che, in particolare, i gruppi di lavoro sul Registro Imprese, sui servizi ammini-strativi, sulle interpretazioni normative, hanno sperimentato la disponibilità del-le Camere di commercio alla concreta e comune elaborazione di progetti
finaliz-Programma di attività dell’Unioncamere per l’anno 1999
188 Estratto dalla Relazione del Presidente di Unioncamere al Consiglio di Amministrazione zati alla semplificazione delle procedure
presso le singole Camere e, quindi, proiettati ad una offerta di servizi più ef-ficenti ed efficaci: si pensi proprio ai so-pracitati progetti per la “Certificazione di qualità del Registro Imprese” e per il
“Controllo di gestione e l’adeguamento dei sistemi di rilevazione contabile al nuovo regolamento di contabilità”. Ma anche tutta la riflessione avviata, sem-pre nell’ambito del Progetto network, sul tema della regolazione del mercato risponde ad un’esigenza sempre più impellente per le Camere di poter usu-fruire di modelli condivisi di organizza-zione e gestione dei servizi: l’Unione re-gionale può, quindi, dare una concreta risposta, sul tema della regolazione del mercato, come anche su tutti gli altri te-mi di rilevanza amte-ministrativa per le Ca-mere, ad una istanza di omogeneizza-zione dei comportamenti amministrativi e di coordinamento delle strategie della semplificazione e modernizzazione dei servizi camerali. Entrerà inoltre a regime il Servizio Legale regionale, istituito alla fine del 1998, ma che nel 1999 dovrà sempre maggiormente caratterizzare la sua presenza nel contesto del sistema.
Con la fine del 1999 dovrebbe anche essere portato a compimento il Proget-to Netprise, definiProget-to dagli esperti come uno dei progetti più innovativi realizzati nell’ambito del sistema camerale euro-peo, e proseguiranno le attività dei pro-getti Demarche, Kismet e Lapin, finan-ziati dall’Unione Europea e coerenti con l’obiettivo di consolidare i rapporti tra le Camere di commercio emiliano-roma-gnole ed il sistema al quale partecipano anche le Camere di commercio euro-pee. Importante è sostenere gli obiettivi
che si propone Eurochambres:
- l’affermazione del ruolo delle Camere nell’attivazione del criterio di sussidia-rietà all’interno delle politiche dell’UE;
- la messa a punto di strumenti comuni per l’occupazione e la creazione di imprese, favorendo i rapporti tra Ca-mere e tra sistemi camerali;
- l’azione per l’introduzione dell’Euro nelle imprese;
- l’azione per la definizione dell’Agenda 2000;
- i progetti di realizzazione delle funzioni di rete, in primis il Registro europeo delle imprese e l’autorità di certifica-zione per il commercio elettronico.
Per questi obiettivi i rapporti tra le Unio-ni nazionali di alcuUnio-ni paesi potrebbero produrre, come già stanno producen-do, intese tra sistemi camerali regionali di diversi paesi e partenariati tra Came-re di commercio: su questa strada in-tende proseguire anche l’Unione regio-nale dell’Emilia-Romagna.
Il ruolo dell’Unione regionale In questo contesto il ruolo dell’Unione regionale può essere ed è già stato di particolare rilevanza. Se è vero che in questa fase la parola spetta alle Regio-ni, che sono diventate lo snodo centra-le del nuovo reticolo istituzionacentra-le, l’im-pegno del sistema camerale deve es-sere quello di individuare modalità orga-niche di collaborazione, innanzitutto con la Regione, e strumenti di collabo-razione con gli enti locali per offrire il proprio peculiare contributo allo svilup-po del territorio. L’Unione regionale ha individuato, già da alcuni anni, come obiettivo prioritario quello della definizio-ne di iniziative e proposte definizio-nei confronti
della Regione per aprire nuovi spazi di intervento camerale: dalla proposta per il trasferimento della delega in materia di CPA, elaborata nel 1996 e che solo ora si sta concretizzando, alla proposta del-l’estate 1997 sulla riorganizzazione a li-vello regionale del sistema dei servizi al-l’internazionalizzazione delle imprese, al coinvolgimento del sistema camerale, quale partner di riferimento, nella nuova organizzazione turistica regionale, al costante e proficuo lavoro di confronto svolto negli ultimi mesi con la Regione sul testo del progetto di legge regionale sull’attuazione del decentramento am-ministrativo nel quale le Camere di commercio hanno visto consolidarsi la loro presenza ed il loro ruolo. E la Re-gione non ha mancato di riconoscere all’Unione regionale l’importanza della sua funzione: il suddetto progetto di legge regionale, infatti, prevede che la Giunta regionale promuova periodiche riunioni con le Camere e con l’Unione al fine di garantire i necessari rapporti di collaborazione e che l’Unione regionale presenti ogni anno alla Regione una re-lazione sulle attività delle Camere di commercio. Questo significa che, dal punto di vista della Regione, è stata ri-conosciuta all’Unione la rilevanza stra-tegica del tentativo di mettere a sistema le Camere di commercio, in modo tale da farne un interlocutore sempre più forte, credibile ed affidabile. Ma oltre ad un ruolo di rappresentanza, l’Unione re-gionale si è già attivata da tempo per garantire a tutte le Camere di commer-cio della regione un supporto importan-te nella individuazione di straimportan-tegie e di strumenti comuni sia in materia di pro-mozione dell’interesse generale delle
Programma di attività dell’Unioncamere per l’anno 1999
Estratto dalla Relazione del Presidente di Unioncamere al Consiglio di Amministrazione 189 imprese, che di modernizzazione
am-ministrativa. Nel primo caso qualifican-do sempre di più l’attività di monitorag-gio, di analisi e di studio dell’economia regionale, nel secondo caso, divenen-do soggetto attivo nel processo di sem-plificazione, predisponendo e soste-nendo, come abbiamo già visto nel-l’ambito del Progetto Network, propo-ste in tal senso. Si tratta di concordare con le Camere sull’esigenza di una mi-surazione dei risultati dell’efficienza del-le Camere, attraverso diversi strumenti r farne comparazione ai fini del migliora-mento degli standard, nonché di inno-vare nelle politiche comuni di selezione, formazione e promozione del persona-le per adeguare persona-le prestazioni ai compi-ti sempre nuovi e sempre maggiori ed innestare la cultura del risultato.
Riorganizzazione del turismo regionale
Il Consiglio regionale dell’Emilia-Roma-gna ha approvato nel mese di aprile 1998 la nuova legge su “Organizzazio-ne turistica regionale – Interventi per la promozione e commercializzazione turi-stica” che rappresenta una svolta im-portante per l’intera economia regiona-le. E’ stata una formale intesa firmata dalla Regione e dall’Unione regionale delle Camere di commercio dell’Emilia-Romagna, a gettare le basi della riforma del settore turistico e a candidare il si-stema camerale quale partner di riferi-mento della Regione stessa nella defini-zione degli strumenti attuativi di quella riforma. Una rappresentanza del siste-ma camerale è, così, presente nel Co-mitato di concertazione della Agenzia Regionale per il Turismo, il nuovo
sog-getto della programmazione turistica regionale, mentre le Camere di com-mercio sono, dopo la Regione, che de-tiene la maggioranza del capitale socia-le, le principali azioniste della APT Ser-vizi S.r.l., la società cui è affidata l’attua-zione e la gestione delle politiche turisti-che regionali. Regione e sistema came-rale hanno condiviso in pieno i principi ispiratori della nuova legge:
- il principio della separazione tra pro-grammazione e gestione,
- il principio della concertazione, che sancisce la possibilità per il privato, pur mantenendo la naturale titolarità della funzione di commercializzazione, di partecipare alla progettazione an-che delle attività di promozione, tradi-zionalmente riservate al pubblico, - il principio del cofinanziamento
regio-nale destinato a creare un sistema di finanziamento in grado di privilegiare le aggregazioni nel pubblico, tra il pubblico ed il privato, nonché tra i pri-vati per aumentare le risorse disponi-bili, per favorire la progettualità, l’origi-nalità, l’innovazione, per favorire, in definitiva, una nuova cultura turistica.
Il sempre più stretto rapporto in materia di turismo tra Regione e sistema came-rale ha garantito, soprattutto in questi ultimi anni, la conoscenza diretta del-l’offerta turistica e della domanda di servizi da parte delle imprese e questo ha permesso di risalire alla comprensio-ne dei mutamenti che hanno caratteriz-zato il fenomeno turistico: la moltiplica-zione delle motivazioni e dei bisogni, la tendenza a privilegiare il prodotto turisti-co, la necessità della diversificazione si-stematica dell’offerta turistica. Questo obiettivo è stato raggiunto, in questi
an-ni, anche grazie all’attività dell’Osserva-torio Turistico Regionale, la cui gestione è affidata, anche per il 1998/1999 al-l’Unioncamere regionale. Allo stesso modo il confronto sistematico tra Re-gione e sistema camerale in materia di turismo ha evidenziato la necessità e, soprattutto, l’urgenza, di eliminare so-vrapposizioni e duplicazioni negli inter-venti con conseguente spreco di ingen-ti risorse. La riforma avrebbe dovuto, e sembra esserci riuscita, individuare, quindi, tutti gli incentivi e gli strumenti fi-nalizzati alla creazione di reti ed allo svi-luppo di azioni concertate tra i protago-nisti pubblici e privati, per aggredire in modo più efficace i mercati, e valorizza-re competenze e capacità progettuali veramente innovative. Le Camere di commercio hanno saputo investire, an-che, non poche risorse a favore del tu-rismo ed hanno dimostrato di essere in grado di attivare anche le risorse dei pri-vati attorno a progetti mirati al migliora-mento della qualità dell’offerta turistica, anticipando, in un certo senso, quelli che sono poi diventati i cardini della ri-forma. La conoscenza dei bisogni e la disponibilità di risorse hanno reso così quasi inevitabile l’incontro tra Regione e Camere di commercio in materia di tu-rismo.
Programma di attività dell’Unioncamere per l’anno 1999
190 Intervento del Presidente di Unioncamere Pietro Baccarini Bologna, 28 Maggio 1999 Il significato di questa giornata va
ri-cercato nella necessità per il sistema camerale di ripensarsi alla luce di al-cuni importanti mutamenti del conte-sto nel quale le Camere di commercio sono chiamate ad operare.
1) Innanzitutto l’attuazione della legge di riordino, la 580/93, che ha porta-to, in particolare in Emilia-Roma-gna, al completo rinnovo degli or-ganismi camerali costituiti, ora, dai membri designati dalle associazioni delle categorie economiche più rappresentative dei singoli territori.
2) Poi l’attuazione del decentramento amministrativo con il decreto legis-lativo 112/98, sul trasferimento di funzioni e compiti dallo Stato alle Regioni ed agli enti locali, e con la legge regionale 3/99 sulla “Riforma del sistema regionale e locale” che hanno collocato le Camere di com-mercio tra i soggetti del governo territoriale valorizzando la loro auto-nomia, finalmente, anche sul piano funzionale.
3) Infine il corposo processo di riforma della pubblica amministrazione
3) Infine il corposo processo di riforma della pubblica amministrazione