Seduta di Consiglio Unioncamere - Da sinistra: Dott. Cesare Gherri, Presidente CCIAA di Parma - Dott. Sergio Mazzi, Presidente CCIAA di Forlì-Cesena - Geom. Reno Zoboli, Presidente CCIAA di Reggio Emilia - Rag. Federico Franchella, Sindaco revisore.
136 Estratto dalla Relazione del Presidente di Unioncamere al Consiglio di Amministrazione temente internazionalizzato come
quello emiliano-romagnolo, mantiene infatti la sua importanza come fattore competitivo strategico. Tuttavia, ri-spetto al passato, sono diversi i fat-tori che rendono competitivo il terri-torio per l’impresa. Fattori come la presenza di servizi reali forniti da ap-posite agenzie pubbliche, la specia-lizzazione territoriale dei distretti, la disponibilità di aree per l’insediamen-to restano importanti ma non piu’
sufficienti a mantenere la competitivi-tà dei sistemi.
Il trasferimento e la disponibilità di tecnologie e di un sistema di forma-zione adeguato, la ristrutturaforma-zione delle principali infrastrutture di tra-sporto in una ottica di maggiore effi-cienza dei collegamenti internaziona-li, l’assistenza alle imprese in fasi strategiche del loro sviluppo (rappor-ti con i merca(rappor-ti finanziari, apertura di nuovi mercati) richiedono un ripensa-mento delle azioni sul territorio anche attraverso nuove forme di concerta-zione e coinvolgimento dei principali attori dell'economia regionale. Il coin-volgimento degli attori dell’economia regionale consentirà all’ente Regione di impiegare meno risorse nella ge-stione diretta di iniziative e progetti.
La rigidità d'azione propria delle bu-rocrazie pubbliche ha poi spesso ostacolato la tempestività ed effica-cia degli interventi gestiti direttamen-te dall’endirettamen-te Regione.
Le Camere di commercio:
la Pubblica Amministrazione per le imprese
Il rapporto fra l'Ente Regione e le
Ca-mere di commercio puo’ quindi esse-re ridisegnato, anche in vista di una piena attuazione della legge 580/93, nella quale esse sono state ricono-sciute come istituzioni pubbliche del-le imprese, aprendo un capitolo nuo-vo nei rapporti non solo tra imprese e Stato, ma anche tra imprese, Ente Regione ed Enti locali, e ridisegnan-do completamente anche il rapporto tra sistema camerale, associazioni di categoria e parti sociali. Ci sono quindi tutte le condizioni per il pieno riconoscimento delle stesse Camere (e delle loro Unioni regionali) quali soggetti del governo locale, parte della pubblica amministrazione spe-cificatamente dedicata alle imprese, quindi con specifiche competenze e funzioni delegate ad esse dalla Re-gione. Il programma di attività ed an-che il bilancio di previsione per l'eser-cizio 1997 dell’Unione regionale, in continuità con quello del 1996, ten-gono ovviamente conto di questo ra-dicale mutamento di prospettiva del sistema camerale regionale, sempre più "istituzione", sempre più "sogget-to di governo" del sistema delle im-prese, obbligato, quindi, a risponde-re della risponde-responsabilità di una fetta consistente dello sviluppo economi-co regionale. Questo significa opera-re per garantiopera-re alle impopera-rese emilia-no-romagnole iniziative e servizi ade-guati in quegli ambiti nei quali si esprimono maggiormente le poten-zialità di sviluppo delle imprese stes-se, e, cioè, internazionalizzazione e cooperazione, formazione, innova-zione, credito, qualità ed informazio-ne economica. In quest'ultimo
ambi-to Unioncamere rappresenta la prin-cipale sede di monitoraggio sull'eco-nomia regionale attraverso lo stru-mento dell'Osservatorio sull'econo-mia regionale (congiunturale e strut-turale) e le sue sezioni specializzate.
Ma il sistema camerale si propone anche come momento di composi-zione delle molteplici istanze rappre-sentate da ognuno dei soggetti, as-sociazioni e categorie, dell'economia regionale, nel contesto di nuove sedi di concertazione e co-programma-zione delle politiche dello sviluppo. In queste sedi, tale opera di composi-zione, si pone anche come obiettivo quello di correggere l'eccessivo fra-zionamento delle iniziative di promo-zione in molti settori dell'economia regionale, impegnandosi a lavorare con più assiduità sul versante della verifica ex-post della ricaduta delle iniziative stesse per individuare una precisa scala di priorità ed i più effi-caci strumenti di intervento. La rifor-ma delle Camere di commercio, in corso di attuazione contiene tutti gli elementi necessari a questa ridefini-zione del ruolo delle Camere stesse.
Lo stato di attuazione della riforma
Con Decreto del Ministero dell’indu-stria, del commercio e dell’artigiana-to del 18 luglio 1996 (pubblicadell’artigiana-to nel-la G.U. n. 179 del 1 agosto 1996) so-no stati resi so-noti i dati (per le province di Alessandria, Belluno, Bologna, Chieti, La Spezia, Lecce, Pisa, Reg-gio Calabria, Teramo, Verona e Vi-cenza) relativi al numero delle impre-se, all’indice di occupazione e al
va-Programma di attività dell’Unioncamere per l’anno 1997
Estratto dalla Relazione del Presidente di Unioncamere al Consiglio di Amministrazione 137 lore aggiunto nei settori economici
individuati dal regolamento di attua-zione dell’art. 10 della legge 580/93 per la ripartizione dei membri dei nuovi Consigli delle Camere di com-mercio. Le giunte attualmente in cari-ca delle Camere di commercio delle suddette province, entro il mese di novembre 1996, dovranno quindi ap-provare i nuovi statuti con la defini-zione delle norme per la ripartidefini-zione dei consiglieri secondo le caratteristi-che economicaratteristi-che del territorio di competenza. Con Decreto del Mini-stero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato 24 luglio 1996 (pub-blicato nella G.U. n. 226 del 26 set-tembre 1996) è stato reso noto an-che il regolamento di attuazione del-l’art. 12 comma 3 della legge 580/93 relativo alle norme sulla designazione dei componenti dei Consigli camera-li da parte delle organizzazioni rap-presentative delle imprese dei settori economici interessati. La riforma del-le Camere di commercio è, quindi, giunta al suo punto cruciale, visto che i rinnovi dei Consigli camerali in queste prime province rappresenta-no un delicatissimo e decisivo banco di prova.
La ratio della riforma risponde a due necessità fondamentali: la prima è che la composizione dei consigli ca-merali sia più rispondente agli assetti delle economie locali, la seconda è che l’attività e l’iniziativa degli stessi trasformi il ruolo delle Camere di commercio rendendolo più adeguato alle dinamiche del mercato. La possi-bilità per le associazioni di categoria di eleggere direttamente i propri
rap-presentanti all’interno dei consigli ca-merali dovrebbe rendere ancora più stretto il legame tra Camere di com-mercio ed imprese: ed essendo que-ste ultime oramai sempre più proiet-tate verso un mercato globale, le Ca-mere di commercio saranno chiama-te a caratchiama-terizzarsi sempre più come enti locali non territoriali, esaltando la
“vocazione alla globalità” dei sistemi produttivi locali. Resta, comunque, aperto il problema del rapporto istitu-zionale tra Ente camerale, in partico-lare i suoi organi di vertice, e le im-prese non associate ad alcuna delle organizzazioni rappresentative dei settori economici interessati all’ele-zione dei nuovi Consigli camerali.
Proprio attraverso le Camere di com-mercio, il sistema di piccola e media impresa potrà, ad ogni modo, espri-mere con più forza ed efficacia una forte domanda di un diverso modello di governo dell’economia, di diverse e più efficaci forme di regolazione dei rapporti tra imprese ed istituzioni pubbliche, ma si troverà anche ad assumere direttamente la responsa-bilità di questo diverso modello di go-verno dell’economia. Proprio nelle Camere di commercio, il sistema di piccola e media impresa, attraverso le sue rappresentanze settoriali, po-trà verificare la sua stessa propensio-ne al cambiamento ed alla trasforma-zione di un modello produttivo che, in particolare nella nostra regione, deve individuare nuovi e più moderni fatto-ri di competitività. Le Camere di commercio, poi, costituiscono oggi un elemento unico ed originale nel panorama della pubblica
amministra-zione italiana, essendo istituzioni pubbliche prevalentemente finanziate e compartecipate dalle imprese: il si-stema camerale è così chiamato an-che a corrispondere positivamente all’istanza di generale ammoderna-mento della pubblica amministrazio-ne italiana. L’obiettivo di creare una pubblica amministrazione finalmente efficiente e “moderna” potrebbe sembrare un’utopia, ma probabil-mente non si e’ ancora colta la ratio innovativa del legislatore, che rappre-senta la vera sostanza della legge di riordino del sistema camerale: l’aver affidato agli utenti, cioè alle imprese, la sorte delle Camere di commercio.
Il legislatore, prendendo atto del falli-mento dei tentativi della Pubblica Amministrazione di riformare se stes-sa, ha chiamato le imprese (gli “uten-ti”) a progettare il cambiamento delle Camere di commercio e ad assumer-si la responsabilità dell’efficienza e dell’efficacia dei loro servizi. L’elezio-ne dei nuovi consigli camerali da par-te delle associazioni di capar-tegoria, in base al peso dei vari settori nel con-testo delle economie locali, non è che lo strumento scelto dal legislato-re per ufficializzalegislato-re questo “scambio di consegne” ai vertici delle Camere di commercio. Le Camere di com-mercio possono quindi diventare il luogo della programmazione per lo sviluppo economico del territorio e, quindi, interlocutrici privilegiate delle amministrazioni locali e provinciali:
l’affermazione di questo ruolo rap-presenta una aspettativa diffusa nel mondo camerale sicuramente desi-deroso di essere messo alla prova di
Programma di attività dell’Unioncamere per l’anno 1997
138 Estratto dalla Relazione del Presidente di Unioncamere al Consiglio di Amministrazione fronte ad una così delicata
scom-messa L’intero sistema camerale, si gioca sul campo la possibilità di di-ventare, per naturale vocazione, sog-getto di deleghe o di trasferimento di funzioni da parte dello Stato e delle Regioni nelle materie di propria com-petenza: ed è proprio in questa pro-spettiva che si può dire che proprio le Camere di commercio si stanno già preparando a convivere con i cam-biamenti legati all’inarrestabile pro-cesso di riforma delle autonomie re-gionali in senso federalista. Dietro al-l’attuazione imminente della riforma delle Camere di commercio si cela-no, pertanto, grandi aspettative e si attende anche una iniezione di fan-tasia, di novità, di modernità nell’a-zione di promonell’a-zione e sviluppo eco-nomico del territorio che nelle Came-re di commercio troverà la sua sede più naturale. E’ in questa logica poli-tica che si vuole sviluppare l’iniziativa del sistema camerale a partire dalle strategie operative dell’Unione regio-nale, al servizio dei sistemi produttivi locali.
Il programma di attività 1997 L'impostazione sia del Programma d'attività che del Bilancio di previsio-ne dell'esercizio 1997, è previsio-nel segno di una chiara continuità con gli orienta-menti generali e le attività realizzate e sviluppate nel corso degli ultimi quat-to anni ed in particolare nel 1996.
L’entità dei fondi trasferiti dal sistema camerale all’Unione per la realizza-zione dell’attività 1997 tuttavia non consente un ulteriore allargamento delle aree di intervento dell’Unione
stessa, ed in molti casi, non consen-te neppure il consolidamento e la ri-proposizione di attività svolte nel cor-so del 1996. Anche a causa di tali scelte di contenimento della spesa si conferma anche per il 1997 l'impe-gno:
– alla razionalizzazione delle spese di amministrazione e di funzionamen-to degli uffici, continuando nell'a-zione di controllo e qualificanell'a-zione della spesa già avviata negli anni precedenti;
– all'assestamento della struttura operativa sugli attuali livelli numeri-ci di personale, che nel corso del 1996 hanno registrato la sostituzio-ne di 1 unità, collocata presso l’ Uf-ficio Studi e il rafforzamento, con l’inserimento di una nuova figura, del Centro Estero;
– alla conferma dell'impegno per lo sviluppo ed il supporto ad iniziative in favore delle attività produttive;
– alla conferma dell'impegno in favo-re dello sviluppo dell'attività di con-sorzi regionali di garanzia fidi, an-che nei settori an-che tuttora ne sono sprovvisti;
– alla conferma delle attività di osser-vatorio economico regionale svolte dall’ufficio studi, i cui risultati ven-gono messi a disposizione della domanda espressa sul piano regio-nale, nazionale ed internazioregio-nale, anche con strumentazioni tecnolo-gicamente innovative;
– all'attuazione e completamento dei progetti, avviati nel corso del 1996 rivolti allo sviluppo in rete dei servi-zi e delle attività delle Camere di Commercio dell'Emilia-Romagna,
svolgendo in tale modo il compito di stimolo e di coordinamento del-l'attività camerale che la Legge 580/93 affida alle Unioni Regionali.
Emerge quindi un quadro nel quale l’attività dell'Unione regionale si svi-lupperà nel 1997 lungo le 5, ormai tradizionali, direzioni:
1. politiche di network e riorganizza-zione del sistema camerale emilia-no-romagnolo;
2. osservatorio economico regionale;
3. pubblicistica ed informazione eco-nomica;
4. servizi e sostegno ai consorzi di garanzia fidi;
5. politiche e relazioni europee.
L’Unioncamere ha promosso nel 1996 un “Progetto di sviluppo orga-nizzativo del network camerale del-l’Emilia-Romagna” e nel 1997 sarà possibile soffermarsi sulle linee stra-tegiche che il progetto ha suggerito in vista dell’organizzazione “a siste-ma” delle Camere di commercio del-la regione. Nelle aree di business in-dividuate come “sede sperimentale”
del sistema sarà necessaria, da par-te di tutpar-te le Camere di commercio della regione, una costante ricerca del network, di tutte le possibili siner-gie in termini di politiche di offerta, di costruzione delle logiche di scambio nel network, di politiche organizzati-ve. Senza voler snaturare la missione istituzionale delle Camere sarà co-munque possibile pensare a politiche di sviluppo ed a logiche di azione che, individuati i punti di eccellenza ed economie di scala all’interno della rete (per evitare replicazioni ridon-danti nella fornitura di servizi), diano
Programma di attività dell’Unioncamere per l’anno 1997
139 vita ad un sistema integrato di
offer-ta, socializzando e diffondendo le esperienze eccellenti senza creare ri-dondanza negli apparati, ma raziona-lizzando e valorizzando le strutture già esistenti. Il tentativo di individuare aree nelle quali sperimentare la pro-pensione delle Camere di commercio della regione a fare “sistema”, non rappresenta semplicemente l’obietti-vo di un progetto che si esaurisce nel corso di un anno: questo progetto, in realtà, si pone come la prima tappa di un percorso che deve aiutare a svi-luppare ed affermare una cultura or-ganizzativa di “rete” che favorisca una visione globale del sistema ca-merale emiliano-romagnolo, attraver-so la diffusione di linguaggi comuni, per un maggiore orientamento al ser-vizio del sistema stesso e per favori-re approcci più dinamici nei confronti dei propri mercati di riferimento ed interlocutori istituzionali. Questo “si-stema” deve poi riappropriarsi di adeguate modalità di comunicazio-ne. Le Camere di commercio devono riprendere a comunicare e comuni-care bene, progettando le strategie complessive della loro comunicazio-ne istituzionale, interna ed esterna, investendo in risorse umane e finan-ziarie, competenze e professionalità da destinare a questo capitolo così importante della loro attività. La co-municazione, potenziando e svilup-pando la nuova identità ed il ricono-scimento dell’Ente (perchè questo deve essere l’obiettivo prioritario dei nuovi Consigli camerali e delle asso-ciazioni che andranno ad eleggere, nei Consigli stessi, i loro
rappresen-tanti), ha così una doppia valenza: da un lato sostiene e contribuisce ad or-ganizzare il cambiamento attraverso la presa di coscienza da parte di fun-zionari e dirigenti di come ciò che pri-ma veniva inteso quasi come un compito, un obbligo, oggi è diventa-to una “responsabilità”, e di come “il lavoro che si fa” corrisponde ad un
“ruolo che si ricopre”, ruolo che attri-buisce piena dignità a quel lavoro;
dall’altro lato, la comunicazione è, quindi, componente fondamentale dell’erogazione dei servizi, della loro qualità, della loro efficienza e della lo-ro efficacia, perchè tende ad avvici-nare sempre più il servizio stesso al-l’utente in base a quelle che sono le sue fondamentali esigenze. L’evolu-zione in atto, che ha spinto le Came-re di commercio a mettersi in una prospettiva di “sistema”, impone quindi strategie di comunicazione in-tegrata sia tra i diversi livelli organiz-zativi che tra questi e l’ambiente esterno regionale e nazionale. Le ri-sorse umane interne alle singole CCIAA ed a Unioncamere Emilia-Ro-magna devono poter condividere sempre meglio le nuove prospettive, il che presuppone una circolazione delle informazioni e l’instaurazione di un confronto costanti, giungendo co-sì a perseguire obiettivi secondo una missione comune. Attraverso la co-municazione, quindi, il “sistema”
prende coscienza di sè e si fa cono-scere. Anche in questo campo, quin-di, sempre su iniziativa di Unionca-mere, si stanno studiando iniziative e progetti per dare vita ad un “Piano di Marketing Communication” dl
siste-ma camerale emiliano-rosiste-magnolo per il 1997, relativo sia alla comunicazio-ne interna che a quella esterna.
Osservatorio economico regionale La vasta copertura settoriale e il complesso della ricerca svolta con-sentono di considerare il sistema de-gli osservatori come un unico Osser-vatorio economico regionale, attività che ha conosciuto un ulteriore raffor-zamento nel 1996. La capacità di analisi dell'economia regionale, non-chè il costante monitoraggio dei vari settori che la compongono, conti-nuano a costituire un elemento quali-ficante dell'attività dell'Unione regio-nale. Se gli sviluppi dei rapporti istitu-zionali con l'ente Regione lo consen-tiranno, il 1997 vedrà la costituzione anche formale dell'Osservatorio eco-nomico regionale. Ulteriori sviluppi dell’attività di Osservatorio di Union-camere proverranno nel 1997 dalla partecipazione ad importanti progetti nazionali di rilevazione ed analisi sta-tistica. L’esecuzione del censimento intermedio del 1997, il progetto na-zionale di rilevazione dei fabbisogni di manodopera denominato Excelsior, il coordinamento delle indagini con-giunturali sull’industria manifatturiera e la costituzione dell’ Archivio Stati-stico delle Imprese Attive (ASIA) sono destinati nei prossimi anni a raziona-lizzare e rendere piu’ omogenea e confrontabile l’informazione disponi-bile a livello regionale. Il sistema delle comunicazioni di Unioncamere Emi-lia-Romagna e del sistema camerale e’ stato potenziato nel 1996 per con-sentirgli di raggiungere con le proprie
Programma di attività dell’Unioncamere per l’anno 1997
140 Estratto dalla Relazione del Presidente di Unioncamere al Consiglio di Amministrazione notizie e strumenti informativi il
mag-gior numero di imprese e soggetti dell'economia regionale. Notevoli passi in avanti in tale direzione sono stati compiuti con il rafforzamento della rivista Econerre, che raggiunge oggi le 10.000 copie, con la banca dati Unioncamere on-line. Nel 1997 la rivista Statistiche regionali ha subi-to una profonda trasformazione, con l'edizione dell'annuario statistico in formato elettronico ed una diffusione piu' capillare. Le edizioni elettroniche dei prodotti e delle iniziative promo-zionali hanno trovato maggiore diffu-sione anche grazie al sito Internet che Unioncamere ha allestito. L'atti-vità di studio e ricerca nel 1997 con-tinuerà a interessare i seguenti indi-rizzi generali:
• monitoraggio congiunturale perio-dico sull'industria manifatturiera, anche in raccordo con Unioncame-re Italiana, sul settoUnioncame-re edile ed ela-borazione di scenari previsionali sugli andamenti attesi dell'econo-mia regionale; dal 1997 l'indagine congiunturale sull'industria viene coordinata con quelle delle princi-pali regioni italiane e resa con esse comparabile;
• sviluppo dell'osservatorio econo-mico regionale: investimenti nel settore industriale; evoluzione strutturale e produttiva dell'artigia-nato di servizio e di produzione;
prosecuzione dell'analisi delle pro-blematiche del sistema agro-indu-striale regionale; rafforzamento del-l'osservatorio export; osservatorio sul trasporto merci, la subfornitura, le richieste occupazionali delle
im-prese; analisi delle problematiche del turismo emiliano-romagnolo nei diversi segmenti che lo compongo-no; prosecuzione e valorizzazione dell'Osservatorio sulla subfornitura assieme ad altre strutture camerali regionali.
• partecipazione ai progetti nazionali condotti dal sistema camerale : progetto ASIA (Archivio Statistico delle Imprese Attive) coordinato da Istat e che porterà nel 1997 a dis-porre di una banca dati completa del sistema delle imprese attraver-so l'integrazione degli archivi am-ministrativi, coordinamento della ri-levazione del progetto Excelsior, fi-nanziato dalla Unione Europea, sui fabbisogni di manodopera;
• diffusione dell’informazione econo-mica tramite la rivista Econerre, il sito Internet e la diffusione
• diffusione dell’informazione econo-mica tramite la rivista Econerre, il sito Internet e la diffusione