196 Rapporto sull’andamento economico regionale, tenutosi a Bologna nel dicembre 2000 Relazione del Presidente di Unioncamere Pietro Baccarini be accusare un rallentamento
valuta-to in circa mezzo punvaluta-to percentuale, ammesso, e non concesso, che il prezzo del petrolio si mantenga attor-no ai 35 dollari al barile.
Ci sono insomma tutte le premesse affinché il 2000 sia ricordato tra gli anni più intonati dal punto di vista economico.
Passiamo ora ad illustrare più detta-gliatamente alcuni temi specifici della congiuntura del 1999, rimandando ai capitoli specifici coloro che desidera-no un ulteriore approfondimento.
Il mercato del lavoro ha beneficiato di un andamento positivo.
Le rilevazioni Istat sulle forze di lavoro hanno stimato nei primi sette mesi dell’anno una media di 1.760.000 oc-cupati, vale a dire l’1,3 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 1999, equivalente, in termini assoluti, a circa 22.000 persone.
In linea con gli anni passati, il trend di crescita occupazionale ha interessato maggiormente le donne (+2,1 per cento), piuttosto che gli uomini (+0,7 per cento).
Con riguardo alla posizione professio-nale, l’occupazione alle dipendenze è aumentata con un’intensità maggiore (+2,1 per cento) rispetto agli occupa-ti indipendenoccupa-ti apparsi in calo dello 0,5 per cento.
Il settore agricolo ha accusato una forte diminuzione degli addetti rispet-to ai primi sette mesi del 1999. L'in-dustria ha registrato un modesto au-mento occupazionale. In pratica sono state le attività del terziario a sostene-re l'occupazione, in virtù di un incsostene-re- incre-mento pari al 3,5 per cento, sintesi
delle concomitanti crescite dei dipen-denti (+3,1 per cento) e degli indipen-denti (+4,4 per cento).
Le persone in cerca di occupazione sono diminuite da 83.000 a 77.000, con contestuale riduzione del tasso di disoccupazione dal 4,5 al 4,2 per cento.
L'agricoltura, assieme alle attività della caccia e della silvicoltura, ha vi-sto scendere il numero di imprese iscritte nell'apposito Registro dalle 90.110 di fine settembre 1999 alle 88.153 di fine settembre 2000. Il sal-do dei primi nove mesi tra imprese iscritte e cessate è risultato negativo per 1.544 unità rispetto al passivo di 1.561 dell'analogo periodo del 1999.
L'occupazione nei primi sette mesi del 2000 è stata stimata in circa 106.000 addetti, vale a dire l'11,1 per cento in meno rispetto allo stesso pe-riodo del 1999, equivalente in termini assoluti a circa 13.000 addetti, in grande maggioranza indipendenti.
Se guardiamo all'andamento delle principali colture, la riduzione del ciclo di sviluppo della pianta è stata l’ele-mento principale che ha influito nega-tivamente sulla produzione cerealico-la. La produzione di frumento tenero è risultata inferiore rispetto ai valori degli ultimi anni. I risultati qualitativi sono stati mediamente migliori rispet-to ad un anno decisamente negativo quale è stato il 1999. Le quotazioni sono apparse in ripresa fino a novem-bre, dopo lo stagionale ribasso ad ini-zio campagna di commercializzaini-zio- commercializzazio-ne 2000/2001.
Le prime previsioni sulla vendemmia danno indicazioni contrastanti sul
li-vello quantitativo raggiunto rispetto al 1999. La qualità è stata giudicata tra il discreto e il buono. L'andamento di mercato è apparso debole per i vini bianchi sfusi e positivo per i rossi Doc e Igt. La produzione di pere è risulta-ta in media assai abbondante rispet-to alla campagna 1999, ma in linea con il livello medio delle produzioni realizzate nell’arco dell’ultimo quin-quennio. La campagna commerciale non è stata delle migliori, salvo che per le pezzature di alta qualità. La produzione di mele si è attestata su li-velli quantitativi medi. I prezzi alla pro-duzione sono stati estremamente bassi ed insoddisfacenti. L’intera campagna delle pesche e delle netta-rine è stata caratterizzata dal sensibi-le anticipo della maturazione e da vo-lumi inferiori alla media. L’andamento commerciale è risultato piuttosto alta-lenante, con prezzi alla produzione medio - bassi e poco remunerativi.
Per il settore bovino, l'annata si è aperta con un quadro pesante per le vacche da macello di razze da carne.
La ripresa dei prezzi da metà luglio non è riuscita a mutare sostanzial-mente il quadro di fondo del mercato.
Le quotazioni dei vitelloni maschi da macello Limousine sono risultate ten-denzialmente cedenti. Per la suinicol-tura le quotazioni dei grassi da inizio anno sino a metà giugno, si sono at-testate ben sotto le 2.400 lire/kg, con un calo del 23 per cento sui prezzi di inizio anno. Con l'avvio di una fase di ripresa, le quotazioni sono arrivate a superare del 10 per cento i prezzi di inizio anno. Le quotazioni del parmi-giano-reggiano hanno fatto registrare
L'Economia regionale nel 2000
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una lieve ripresa a inizio anno. Per la prima volta negli ultimi cinque anni la produzione del 1999 è risultata in ca-lo, sia pure lievemente. Da giugno le quotazioni hanno fatto registrate una costante risalita. La ripresa è stata fa-vorita dalla diminuzione della produ-zione lattiera, per evitare eccessi pro-duttivi e conseguenti multe.
Per quanto concerne la pesca ma-rittima, la produzione sbarcata nelle tre zone di competenza di Goro, Ma-rina di Ravenna e Rimini, nel periodo ottobre 1999 - settembre 2000 è au-mentata del 14 per cento rispetto ai dodici mesi precedenti. Nello stesso arco di tempo il pescato introdotto e venduto nei sette mercati ittici regio-nali è aumentato quantitativamente del 5,2 per cento sui dodici mesi pre-cedenti. Il valore complessivo si è in-vece ridotto del 5,7 per cento, a cau-sa della sensibile riduzione dei prezzi medi pari al 10,4 per cento.
Nei primi nove mesi del 2000 l’indu-stria manifatturiera ha evidenziato tassi di crescita molto più sostenuti ri-spetto a quelli riscontrati nello stesso periodo del 1999. Il volume della pro-duzione è aumentato, tra gennaio e settembre, del 6,3 per cento rispetto allo stesso periodo del 1999, che a sua volta risultò in crescita di appena l'1,1 per cento rispetto ai primi nove mesi del 1998.
Il fatturato è aumentato in termini mo-netari del 9,3 per cento, rispetto al-l’incremento del 2,0 per cento regi-strato nei primi nove mesi del 1999.
In rapporto all’inflazione, siamo di fronte ad un margine positivo più che rispettabile, pari ad oltre sei punti
per-centuali, largamente superiore a quel-lo riscontrato nel 1999. In termini rea-li, ovvero senza considerare l’aumen-to dei prezzi alla produzione, è stal’aumen-to registrato un incremento delle vendite del 6,9 per cento, superiore di cinque punti percentuali all'evoluzione dei primi nove mesi del 1999. Alla buona intonazione del quadro produttivo -commerciale non è stata estranea la domanda, cresciuta nel suo comples-so del 7,2 per cento. Il mercato inter-no è aumentato del 6,3 per cento, va-le a dire oltre tre punti percentuali in più rispetto al trend dei primi nove mesi del 1999. Gli ordini dall’estero sono cresciuti più velocemente di quelli interni, e in misura più ampia ri-spetto ai primi nove mesi del 1999.
La quota di esportazioni sul fatturato si è attestata poco oltre il 33 per cen-to, superando leggermente i valori emersi nei primi nove mesi del 1999.
I prezzi alla produzione hanno dato qualche segnale di risveglio, in linea con la tendenza nazionale. Il tasso di crescita, pari al 2,4 per cento, si è tut-tavia mantenuto leggermente al di sotto dell'inflazione.
Il periodo di produzione assicurato dal portafoglio ordini si è attestato sui tre mesi, confermando nella sostanza la situazione emersa nei primi nove mesi del 1999.
L’approvvigionamento dei materiali destinati alla produzione è risultato più difficile, scontando con tutta pro-babilità la pressione esercitata da una domanda apparsa piuttosto vivace.
Le giacenze dei prodotti destinati alla vendita sono state dichiarate in esu-bero da un numero più ridotto di
aziende, mentre è contestualmente salita la quota di chi, al contrario, le ha giudicate scarse.
L’occupazione è apparsa mediamen-te in crescita nel campione congiun-turale del 2,5 per cento. Nei primi no-ve mesi dell’anno si registrano di nor-ma degli aumenti, in quanto è molto forte l’influenza delle assunzioni sta-gionali effettuate soprattutto dalle in-dustrie alimentari nel periodo estivo.
Al di là di questa considerazione, re-sta tuttavia un andamento apprezza-bile, meglio intonato rispetto a quello riscontrato nei primi nove mesi del 1999.
Per quanto riguarda la Cassa integra-zione guadagni, dai 2.766.954 di ore autorizzate dei primi dieci mesi del 1999 si è scesi a 1.465.634 dello stesso periodo del 2000, per un de-cremento percentuale pari al 47,0 per cento. Se rapportiamo le ore autoriz-zate per interventi anticongiunturali ai dipendenti dell’industria (il dato com-prende tutte le attività economiche sulle quali le attività manifatturiere in-cidono per oltre il 90 per cento), l’E-milia-Romagna ha fatto registrare, re-lativamente ai primi nove mesi del 2000, il terzo migliore indice naziona-le (3,20), alnaziona-le spalnaziona-le di Friuli-Venezia Giulia (2,45) e Calabria (2,33).
Gli interventi strutturali rappresentati dalle ore autorizzate di Cassa integra-zione straordinaria sono invece risul-tati in aumento del 74,4 per cento, mantenendosi tuttavia al di sotto del livello dei primi dieci mesi del 1998.
Per i fallimenti dichiarati in cinque pro-vince, nei primi sette mesi del 2000 è emersa una flessione del 25,6 per
L'Economia regionale nel 2000
198 Rapporto sull’andamento economico regionale, tenutosi a Bologna nel dicembre 2000 Relazione del Presidente di Unioncamere Pietro Baccarini cento rispetto all'analogo periodo del
1999.
Per quanto concerne lo sviluppo im-prenditoriale i dati relativi ai primi no-ve mesi hanno evidenziato un lieno-ve ri-dimensionamento della consistenza delle imprese, scese dalle 58.671 di fine settembre 1999 alle 58.571 di fi-ne settembre 2000. Il leggero calo tendenziale della consistenza delle imprese si è coniugato al saldo nega-tivo fra imprese iscritte e cessate di 266 unità, più elevato rispetto al pas-sivo di appena 14 imprese riscontra-to nei primi nove mesi del 1999.
L’industria delle costruzioni ha re-gistrato un nuovo miglioramento pro-duttivo, che si è coniugato alla cresci-ta delle commesse acquisite. Il com-parto dell'edilizia non residenziale ha registrato l'andamento più dinamico, rispetto ai valori, comunque positivi, rilevati nell'edilizia residenziale e nelle infrastrutture.
La buona intonazione di produzione e domanda, apparsa più evidente nelle imprese di grandi dimensioni, è stata confortata dall'aumento degli investi-menti, apparso particolarmente ele-vato per hardware e macchinari. Da sottolineare che oltre l'80 per cento delle imprese ha dichiarato di avere effettuato investimenti.
Il trend congiunturale positivo non ha mancato di riflettersi sull'occupazio-ne. L'indagine delle forze lavoro ha registrato fra gennaio e luglio in Emi-lia-Romagna un aumento medio degli occupati del 6,7 per cento, equiva-lente in termini assoluti a circa 7.000 addetti, di cui la quasi totalità alle di-pendenze. Dall'indagine
Unioncame-re-Quasco emerge che, nel comples-so, i primi mesi dell’anno in corso so-no risultati propizi a tutte le figure pro-fessionali (totale addetti +1,7 per cen-to) ad esclusione delle figure dirigen-ziali che hanno invece subito una fles-sione (-7,0 per cento). La Cassa inte-grazione guadagni sia di matrice anti-congiunturale che strutturale è dimi-nuita significativamente. La base im-prenditoriale è risultata in forte au-mento, in contro tendenza con quan-to avvenuquan-to nella quan-totalità delle attività industriali.
Per quanto riguarda il commercio interno, l’indisponibilità dell’indagine congiunturale semestrale condotta dalla Camera di commercio di Bolo-gna su di un campione provinciale di esercizi commerciali al dettaglio, non ci consente di tracciare una linea di tendenza sull’andamento delle vendi-te avvenuvendi-te in regione. Dobbiamo li-mitarci ad osservare che nel Paese la crescita media delle vendite al detta-glio nel periodo gennaio-settembre è stata di appena l’1,5 per cento, ri-spetto ad un’inflazione attestata ten-denzialmente a settembre al 2,6 per cento, e che gli esercizi della grande distribuzione sono cresciuti più velo-cemente rispetto alla piccola dimen-sione. Sulla base di queste conside-razioni non si può escludere un ana-logo andamento per l’Emilia-Roma-gna, ma si tratta di una supposizione non suffragata da indagini specifiche sul campo. La consistenza delle im-prese è leggermente cresciuta. L'oc-cupazione complessiva è aumentata dello 0,3 per cento, in virtù della cre-scita di circa 3.000 dipendenti che ha
compensato il calo degli occupati in-dipendenti.
Il commercio estero è stato caratte-rizzato dal buon andamento delle esportazioni.
Nel primo semestre del 2000 sono ammontate in valore a 27.649 miliardi e 119 milioni di lire, rispetto ai 24.452 miliardi e 956 milioni dell'analogo pe-riodo del 1999. L'aumento percen-tuale è stato del 13,1 per cento, a fronte della crescita del 16,8 per cen-to riscontrata nel Paese. Se analizzia-mo l'evoluzione dei vari settori di atti-vità economica, possiamo evincere che, a parte i prodotti dell'agricoltura, silvicoltura e pesca, diminuiti del 7,3 per cento (la caduta delle quotazioni è alla base di questo andamento), tutti gli altri hanno registrato diffusi aumenti. Quelli più consistenti sono stati rilevati in settori sostanzialmente marginali, quali i prodotti delle miniere e delle cave (+37,4 per cento), i pro-dotti petroliferi raffinati (+102,7 per cento) e l'energia elettrica, gas, ac-qua e altri prodotti (+65,5 per cento).
Nell'ambito degli altri prodotti sono stati riscontrati incrementi più conte-nuti, compresi fra l'8,1 per cento del-le industrie alimentari e il 26,6 per cento della carta - stampa - editoria.
L'importante industria metalmeccani-ca ha visto aumentare il proprio ex-port del 19,3 per cento. Sotto l'incre-mento medio del 13,1 per cento, si sono collocate le industrie alimentari (+8,1 per cento), tessili (+11,0), del le-gno (+9,1), della lavorazione dei mi-nerali non metalliferi (+12,6), della fabbricazione di macchine e apparec-chi meccanici (+10,0), nonché le
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