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uno strumento concreto per gli imprenditori

Nel documento Emilia-Romagna Regione d’Europa (pagine 194-197)

Relazione ufficiale del Presidente di Unioncamere Emilia-Romagna 193

❏ Informazioni e assistenza per la partecipazione a manifestazioni fieristiche e/o ad altre iniziative promozionali.

❏ Organizzazione e messa a punto di missioni economiche e di visite aziendali ad hoc su richiesta dei soci interessati (assistenza lingui-stica, tecnica, logilingui-stica, ecc.).

❏ Redazione mensile della “News-letter” informativa (informazioni relative a normativa, bandi e pro-grammi internazionali, tender, ri-chieste di collaborazione di aziende locali, fiere, seminari, iniziative speciali, ecc.).

Con l’obiettivo di realizzare le con-dizioni migliori per poter operare a vantaggio dei propri membri, la Ca-mera di Commercio Italo-Bosniaca è intensamente impegnata a stabili-re un’ampia stabili-rete di rapporti con gli organismi pubblici e privati di en-trambe le sponde, coinvolti nel diffi-cile compito di promuovere l’inte-grazione dell’economia bosniaca nel mercato europeo. Il consolida-mento delle sinergie con gli interlo-cutori locali, in particolare, nonché l’individuazione di nuove forme di approccio al paese costituiscono indubbiamente una premessa fon-damentale per avviare modalità più mirate di cooperazione, permetten-do di volta in volta di mettere a pun-to iniziative in risposta alle esigen-ze specifiche dei soggetti coinvolti.

A questo proposito, importanti col-laborazioni sono state avviate con i principali organismi locali, centrali e periferici (OHR, delegazione della

Comunità Europea a Sarajevo, Mini-stero del Commercio EMini-stero, Came-ra dell’Economia della BiH, Camere Cantonali, Amministrazioni comu-nali, ICE, ecc.), mentre, sul territorio italiano, rivestono un rilievo partico-lare le sinergie sviluppate con il Mi-nistero del Commercio con l’Estero, la Regione Emilia-Romagna, l’Unio-ne regionale delle Camere di Com-mercio, nonché, ad un livello più operativo, con organizzazioni priva-te, associazioni di categoria, socie-tà di consulenza ed imprese forte-mente motivate ad avviare attività economiche in territorio bosniaco.

Non di minor importanza, la coope-razione con istituzioni e organismi internazionali, quali la Comunità Eu-ropea, Eurochambres, la Internatio-nal Labour Organisation: progetti e iniziative di notevole rilievo sono sta-ti realizzasta-ti congiuntamente nell’inte-resse dei partner italiani e bosniaci.

Per citare qualche esempio, un pro-getto mirante a rafforzare il sistema camerale in Bosnia & Erzegovina e a sviluppare, nel contempo, la coope-razione economica fra imprese eu-ropee e bosniache è stato realizzato nel corso del ’98, nel quadro dell’“Industrial Development Pro-gramme for Bosnia & Herzegovina”, uno speciale programma di assi-stenza lanciato dalla Commissione Europea. Il progetto era basato sul-la filosofia che sia compito delsul-la Co-munità Europea guidare il processo di riorganizzazione del sistema ca-merale bosniaco, aiutandolo a mi-gliorare la qualità dei propri servizi e

ad introdurre nuove procedure che lo pongano nelle condizioni di poter fornire risposte adeguate alle esi-genze delle imprese in un’economia orientata al mercato. In quest’ottica, sono state istituite partnership fra camere europee e bosniache sele-zionate, con l’obiettivo di formare piccoli gruppi di lavoro per lo svilup-po di attività concrete. In questo progetto, la Camera mista Italo-Bo-sniaca (per conto della Camera di Ravenna), assieme ad altre due ca-mere europee, ha lavorato in part-nership con la Camera Cantonale di Tuzla, sviluppando molteplici iniziati-ve finalizzate essenzialmente al tra-sferimento di know-how a beneficio dei quadri e dipendenti della Came-ra bosniaca, nonché delle aziende locali ad essa associate. Ciò che è certo alla conclusione del progetto è che esso non possa che essere considerato solo l’inizio di un lavoro costruttivo comune. Il risultato più evidente di questa prima fase di im-plementazione è stato quello di aver portato alla luce i problemi e le diffi-coltà ad operare nel reale interesse degli imprenditori. L’augurio è che sia offerta l’opportunità di realizzare una seconda fase del progetto, che consenta alle partnership costituite di portare avanti le iniziative avviate e di supportare concretamente i partner locali nel porre le basi per una attività più efficiente al servizio dell’impresa.

La Camera di Commercio Italo-Bo-sniaca è attualmente impegnata nella realizzazione di un progetto di

Summit Economic Forum CEI - Central Europe Initiative Praga, 3-4 Novembre 1999

194 Relazione ufficiale del Presidente di Unioncamere Emilia-Romagna cooperazione industriale in Bosnia

ed Erzegovina nel settore edilizio, assieme ad un gruppo di imprendi-tori italiani, appartenenti tutti alla fi-liera delle costruzioni, e di consu-lenti esperti nelle tematiche della cooperazione internazionale non-chè dei relativi aspetti giuridici e fi-nanziari. L’ipotesi che ha progressi-vamente preso forma e che, nel corso del 1999, si è concretamente tradotta in un dettagliato progetto di fattibilità, è quella di impiantare un insediamento industriale in Bo-snia, con la duplice finalità di pro-durre, avvalendosi di manodopera locale, e di creare una sorta di “cen-tro commerciale” con deposito ma-teriali e show-room per la distribu-zione ai punti vendita e vendita di-retta a progettisti, installatori, utenti finali e commercianti. Strettamente connessa alla attuazione del pro-getto sarà indubbiamente la neces-sità di formare il personale locale ri-spetto al know-how tecnico e ge-stionale richiesto, sia attraverso la programmazione di azioni formative ad hoc sia tramite il “tutoraggio” in loco da parte di figure aziendali ita-liane.

Va assolutamente sottolineato che il valore dell’iniziativa risiede in larga misura nella diversità di approccio al Paese che essa presuppone e che ne accresce in misura sostanziale le potenzialità di successo: non più un tentativo individuale di penetrare il mercato bosniaco, ma un approccio strutturato e organizzato in cui l’im-prenditore può contare sul supporto di una compagine forte, sia da un

punto di vista istituzionale che da quello, più operativo, della consu-lenza legale e finanziaria sul posto.

Obiettivo per i mesi futuri sarà quel-lo di dare forma concreta alle ipote-si di progetto formulate, sulla base degli elementi messi in evidenza dal-lo studio di fattibilità.

Tra le altre iniziative realizzate dalla Camera Italo-Bosniaca, vale la pena di ricordare il contributo al progetto di metanizzazione della cittadina di Visoko, l’attivazione di segherie nel paese , nonché l’implementazione, in qualità di broker, di un servizio per le imprese, disponibile via Inter-net, finalizzato a favorire l’incontro di domanda e offerta nel settore delle tecnologie di seconda mano.

La Camera di Commercio Italo-Bo-sniaca conta attualmente una ses-santina di associati, fra Camere di Commercio, associazioni di catego-ria, società di consulenza ed azien-de, per lo più piccole e medie im-prese, operanti in molteplici settori.

Gli organi che la governano sono, oltre al Presidente, Assemblea Ge-nerale dei Soci, il Consiglio Direttivo (di cui fanno parte, fra gli altri, i rap-presentanti di Unioncamere dell’E-milia-Romagna, dell’Associazione degli Industriali, della CNA e del-l’Associazione delle Piccole e Medie Industrie della Provincia di Raven-na), la Segreteria e il Collegio dei Revisori.

Il riconoscimento ufficiale da parte del Ministero del Commercio con

l’Estero e la conseguente iscrizione all’Albo delle Camere Italo-Estere in Italia, a decorrere dal luglio 1998, ha rafforzato la veste istituzionale della C.C.I-B nei confronti degli in-terlocutori politici ed economici dei due Paesi, nonché, conseguente-mente, il ruolo di sostegno da essa svolto a favore dei propri associati.

Nell’intento, infatti, di interpretare le esigenze delle imprese associate e nel quadro del più ampio obiettivo di incrementare la presenza italiana nei progetti di ristrutturazione che beneficiano degli aiuti finanziari na-zionali ed internana-zionali, la Camera di Commercio Italo-Bosniaca punta a sviluppare nuove modalità di ap-proccio al mercato d’oltremare, ri-cercando sinergie e collaborazioni con i numerosi soggetti coinvolti, a vario titolo, nell’attuazione di inizia-tive a supporto di una cooperazione ad ampio raggio tra il nostro Paese e la Bosnia-Erzegovina.

Summit Economic Forum CEI - Central Europe Initiative Praga, 3-4 Novembre 1999

Rapporto sull’andamento economico regionale, tenutosi a Bologna nel dicembre 2000 195 Relazione del Presidente di Unioncamere Pietro Baccarini

La valutazione sull’andamento del reddito dell'Emilia-Romagna del 2000 può risentire della incompletezza e talvolta della provvisorietà dei dati disponibili.

Al di là di questa doverosa premessa, si può tuttavia affermare che i primi ot-to - nove mesi del 2000 si sono chiu-si pochiu-sitivamente, in piena chiu-sintonia con la ripresa emersa nel Paese, che do-vrebbe chiudere l'anno con una cre-scita del Pil prossima al 3 per cento.

I risultati più confortanti conseguiti in Emilia-Romagna sono venuti, a no-stro avviso, dal mercato del lavoro, in virtù della crescita dell’occupazione e del contestuale calo delle persone in cerca di occupazione. L’industria ma-nifatturiera si è lasciata alle spalle la situazione di sostanziale stagnazione del 1999. L'industria delle costruzioni ha consolidato la ripresa emersa nel 1999. Gli impieghi bancari sono cre-sciuti sensibilmente, riflettendo la vi-vacità del ciclo congiunturale. La sta-gione turistica è stata caratterizzata dalla ripresa di arrivi e presenze. I tra-sporti aerei sono aumentati nuova-mente. Quelli marittimi hanno eviden-ziato una tendenza espansiva, che potrebbe portare ad uguagliare, se non superare, il record di traffico del 1998. Il settore commerciale ha fer-mato la tendenza al ridimensiona-mento delle imprese e mantenuto stabile l'occupazione. L’export è cre-sciuto in misura adeguata. I protesti sono diminuiti. I fallimenti sono rimasti pressoché stabili. L’agricoltura do-vrebbe avere sostanzialmente mante-nuto i livelli produttivi rilevati nel 1999.

L’artigianato ha visto diminuire gli

in-terventi di sostegno al reddito, cosa questa che può sottintendere un mi-glioramento dell'attività produttiva. I segnali negativi sono stati in pratica circoscritti ai settori della pesca marit-tima, che ha visto diminuire prezzi e ricavi.

Nel 1999 il reddito dell’Emilia-Roma-gna, secondo le stime redatte dall'I-stituto Guglielmo Tagliacarne, è au-mentato in termini reali dell'1,8 per cento. Solo Basilicata e Calabria, en-trambe con una crescita del 2,3 per cento, sono cresciute più velocemen-te. La valutazione sull’andamento del reddito regionale del 2000 risulta, co-me accennato, di non facile attuazio-ne a causa della provvisorietà e in-completezza dei dati disponibili. Tut-tavia a nostro avviso l'incremento

ri-scontrato nel 1999 sarà largamente superato. Ci attendiamo una crescita reale del Prodotto interno lordo emi-liano - romagnolo attestata attorno il 3,2 per cento, che potrebbe anche salire al 3,4 per cento, se l'industria manifatturiera manterrà le previsioni di forte crescita e, soprattutto, se la stagione turistica riserverà importanti aumenti delle presenze anche nel tri-mestre luglio-settembre. Riteniamo che l'attuale shock petrolifero non potrà incidere più di tanto sulla cre-scita emiliano - romagnola. I prezzi in-dustriali hanno sì manifestato un cer-to risveglio, ma in termini relativamen-te conrelativamen-tenuti, mentre l'inflazione si è stabilizzata attorno il 2,5 per cento.

Qualche problema potrebbe sorgere nel 2001, quando la crescita

Nel documento Emilia-Romagna Regione d’Europa (pagine 194-197)

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