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Le previsioni 1998 per l’Emilia-Romagna

Nel documento Emilia-Romagna Regione d’Europa (pagine 132-137)

Lo scenario di P.I.E.R.O. per il 1998

Produzione Industriale Emilia-Romagna

131 prontamente attuato, l’adeguamento

della normativa italiana sulla riserva obbligatoria al quadro europeo pro-spettato comporterebbe una sensi-bile riduzione della sua quota e una consistente immissione di liquidità nel sistema, capace di sostenere un ulteriore riduzione del costo del cre-dito. Se l’adeguamento dei tassi a breve da parte di Banca d’Italia ver-rà rapidamente trasmesso dal siste-ma bancario sui tassi attivi, ciò non potrà mancare di avere effetti positi-vi per tutti gli operatori che accedo-no in misura rilevante al credito a breve, in particolare le piccole e me-die imprese. In questo caso, condi-zioni reali favorevoli potrebbero av-viare un ciclo positivo degli investi-menti. Secondo il rapporto “Analisi dei settori industriali” curato da Pro-meteia Calcolo e Ufficio studi Banca Commerciale Italiana (ottobre ’97), il tasso di variazione degli investimenti industriali dovrebbe risultare di solo il +1,2% nel ’97, ma passerà ad un + 6% nel corso del ’98. Comunque, secondo Banca d’Italia, la revisione del tasso di sconto potrà essere af-frontata solo dopo avere superato lo scoglio della finanziaria e a fronte di un continuo positivo andamento del-l’inflazione. Secondo la previsione di Prometeia, la crescita del Pil dovreb-be raggiungere l’1,3% nel ’97, men-tre nel ’98 dovrebbe aumentare e ar-rivare al 2,3%. Il ciclo positivo di in-vestimenti in macchinari e attrezza-ture realizzatosi negli ultimi mesi del 97 (+3,2) accelererà ulteriormente nel ‘98 (+7,1%). La buona dinamica delle esportazioni (+3,2% nel ‘97)

migliorerà nel ’98 (+7,1%), sostenuta dall’alto livello del dollaro, ma con l’avvio della ripresa sarà superata da quella delle importazioni (+8,1% nel

‘98). I consumi delle famiglie nel ’97 crescono più del Pil (+1,8%), ma non avranno incrementi sostanziali (+1,6% nel ’98) fino a quando alla ri-duzione dell’inflazione non si accom-pagneranno la discesa dei tassi no-minali, della pressione fiscale, prima, e della disoccupazione, poi, a deter-minare un aumento del reddito dis-ponibile reale e un miglioramento delle aspettative delle famiglie. L’in-flazione potrebbe risalire nel ’98 (+2,4%), ma in misura non rilevante, a fronte della pressione sul sistema produttivo derivante dalla ripresa della domanda interna ed estera. Sul fronte della politica monetaria, i tassi di interesse reali dovrebbero prose-guire nel loro trend discendente, in particolare quelli a breve termine.

Nel ’98 il tasso medio annuo sugli impieghi bancari dovrebbe assestar-si all’8,1%, con una riduzione di quasi due punti percentuali, per poi ridursi ulteriormente. La discesa dei tassi in corso, dopo aver cominciato a riflettersi sulle composizioni di por-tafoglio, dovrà quindi influenzare le decisioni di investimento reale e di consumo. Resta ancora da consoli-dare l’aggiustamento straordinario del bilancio pubblico, ma l’imposta-zione della finanziaria ‘98 pare ade-guata. Il rapporto tra indebitamento della pubblica amministrazione e Pil sarà del 3% a fine ‘97 e si ridurrà an-cora nel ’98. Dopo il ’99, l’incremen-to delle entrate, derivante dal

mag-giore ritmo di crescita, dovrà essere impiegato anche per sostenere forti investimenti in infrastrutture e servizi alle imprese necessari per garantire la competitività del paese.

Il quadro macroeconomico regionale

Alla fine del 1996, secondo i model-li di previsione di Prometeia, la cscita del prodotto interno lordo re-gionale ha raggiunto a malapena lo 0,5%, con un ritmo di crescita ana-logo a quello nazionale (+0,7%).

Questa fase di debole congiuntura ha fatto seguito a un ’95 positivo, ma ha introdotto nel ’97 l’economia regionale con un andamento con-giunturale negativo, che è mutato solo a partire da secondo trimestre dell’anno. Per il ’97 la crescita previ-sta del Pil regionale risulta pari allo 0,8%. Questo risultato moderata-mente positivo costituisce una revi-sione in lieve rialzo della previrevi-sione per lo stesso periodo effettuata lo scorso anno. Si tratta di uno dei pri-mi effetti della riduzione dell’inflazio-ne e dei tassi di interesse che, insie-me al buon andainsie-mento della do-manda estera, hanno fatto da soste-gno all’economia regionale. Nel biennio ’98-99 la crescita dovrebbe procedere ad un ritmo più rapido anche a livello regionale, passando dal 2% al 2,4% rispettivamente. Il rit-mo di crescita del valore aggiunto regionale è stato previsto a un livello leggermente superiore a quello del Pil, sia per il biennio trascorso, sia per il biennio ‘98-’99. Il tasso annuo medio di incremento del valore

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giunto regionale, nel periodo 1990-94, è risultato superiore a quello na-zionale, mentre nel quinquennio 1995-99 dovrebbe risultare inferiore.

Il rilevante sostegno fornito dalla do-manda estera all’attività economica regionale è confermato dall’anda-mento del ritmo di crescita delle esportazioni. Dopo l’eccezionale in-cremento fatto registrare nel ’95 (+11,4%) e il forte rallentamento se-gnato nel ’96 (+1,9%), nel ’97 le esportazioni regionali sono aumen-tate in termini reali del 3,2% e nel corso dei prossimi due anni la loro crescita accelererà notevolmente il passo, fino a livelli del +7,1% e +8,2% rispettivamente. La caduta del ritmo di crescita dell’attività eco-nomica a cavallo del ’96 è stato rile-vato anche dall’andamento delle im-portazioni, che nel ’96 si sono ridot-te dell’1,3%. La ripresa della produ-zione industriale nel corso del ’97 ha fatto sentire i suoi effetti determinan-do un recupero del 4% delle impor-tazioni in termini reali, recupero de-stinato ad incrementarsi ulterior-mente nel ’98-’99 al consolidarsi della ripresa dell’attività economica.

Questa evoluzione dell’attività eco-nomica ha determinato un forte ral-lentamento del ritmo di crescita de-gli investimenti, risultato di poco su-periore all1% nel ’96 e nel ’97, non-ostante che, pur con notevole pru-denza, la politica monetaria abbia permesso la riduzione dei tassi di in-teresse. La ripresa dell’attività pro-duttiva, avviata dal secondo trime-stre ’97 e prevista in ulteriore raffor-zamento, determinerà un favorevole

ciclo degli investimenti nel prossimo biennio. Il tasso di crescita degli in-vestimenti risulterà del 6,8% nel ’98 e del 7,7 nel ’99. Il ciclo positivo de-gli investimenti risulta essenziale per garantire la competitività del sistema produttivo regionale a fronte della maggiore competizione indotta dal processo di unione monetaria euro-pea. È quindi importante che esso trovi sostegno in un favorevole orientamento della politica moneta-ria. Nel quinquennio 1990-94, il tas-so di variazione medio annuo degli investimenti in macchinari e attrez-zature è stato negativo, ma la misu-ra della sua riduzione è stata meno rilevante di quella nazionale. Il siste-ma regionale ha infatti tenuto un rit-mo di investimento superiore a quel-lo nazionale anche a fronte di un pe-riodo economico difficile. Nel suc-cessivo quinquennio (1995-99), le fasi di ripresa dell’attività, nel ’95 e nel prossimo biennio 1998-99, de-terminano una ripresa del ciclo che avrà un ritmo di crescita regionale solo lievemente inferiore a quello na-zionale. La quota percentuale regio-nale degli investimenti in macchinari e attrezzature sul valore aggiunto complessivo regionale continua a ri-sultare inferiore a quella nazionale. Il suo andamento ha anticipato la ca-duta della quota a livello nazionale dei primi anni ’90, ma ne ha poi prontamente seguito la ripresa suc-cessiva e si prevede continuerà in questo trend positivo. La necessità delle imprese di difendere e migliora-re il proprio livello di competitività in-terna ed estera, attraverso

incre-menti di produttività e miglioraincre-menti qualitativi, sosterrà la ripresa degli investimenti. Alla fine del decennio la quota degli investimenti in macchi-nari e attrezzature dovrebbe trovarsi su livelli tra i più elevati degli ultimi venti anni. Il piccolo incremento fat-to registrare nel ‘95-’96 dalle unità di lavoro complessive occupate nell’e-conomia regionale risulta completa-mente compensato dalla riduzione prevista per il 1997. L’andamento dell’impiego di forza lavoro non sarà positivo nemmeno durante il prossi-mo biennio, durante il quale un in-cremento è previsto solo nel ‘99. Nel complesso del sistema economico regionale i salari reali lordi hanno avuto un andamento sostenuto nel

’96 e nel ’97, che tenderà a ridursi nel ’98-’99, pur continuando a pro-cedere con un ritmo di crescita su-periore a quello dell’inflazione. L’an-damento dei salari reali nell’industria risulterà più sostenuto, ma con un differenziale rispetto alla media ten-dente a ridursi. Dopo la diminuzione registrata nel ’96, i disoccupati risul-tano in crescita nel corso del ’97 e continueranno ad aumentare lieve-mente anche nel ’98, per poi ridursi sulla spinta della ripresa dell’attività produttiva. Probabilmente il modello sovrastima leggermente l’incremen-to effettivo dei disoccupati, ma pare realistico attendersi come effettivo un tasso di disoccupazione superio-re di poco al 6% a fine ’97. La psuperio-res- pres-sione fiscale e la questione aperta della disoccupazione, o meglio, a li-vello regionale, di una maggiore in-certezza riguardo la condizione

oc-Le previsioni 1998 per l’Emilia-Romagna

133 cupazionale, ha determinato in

que-sti anni una compressione dei con-sumi, che nel corso del ’96 si sono ridotti in termini reali a livello regio-nale e nel corso del ’97 dovrebbero risultare poco più che invariati. La ri-presa dell’attività non potrà comun-que fornire un adeguato sostegno ai consumi delle famiglie, fino a che non si ridurrà la pressione fiscale e migliorerà la condizione occupazio-nale. Infatti il modello prevede una variazione positiva sensibile dei con-sumi delle famiglie solo nel ’99. Il tasso medio annuo di variazione dei consumi delle famiglie regionali è ri-sultato di poco superiore a quello nazionale nel periodo 1990-94. Nel successivo quinquennio si prevede che esso risulterà sensibilmente in-feriore a quello nazionale, +0,3% e +1,3% rispettivamente. Se ciò risul-tasse corretto se ne potrebbe trarre qualche indicazione sull’effettiva ca-pacità del sistema economico regio-nale di continuare a produrre, ma soprattutto a distribuire ricchezza.

Le previsioni per l’industria emiliano-romagnola.

Lo scenario di base

Dopo la fase negativa fatta registrare tra la fine del ‘96 e l’inizio del ‘97, la produzione industriale regionale ha invertito la tendenza e ha rapida-mente recuperato, superando il trend positivo a livello nazionale. La fase di ripresa della produzione indu-striale è risultata intensa e prossima nel tempo, come previsto. La ripresa dovrebbe procedere a ritmo soste-nuto sino alla primavera del ’98, per

poi ridursi nei trimestri successivi, mantenendo tuttavia tassi apprezza-bili. Quest’anno la produzione indu-striale dovrebbe aumentare del 3,0%

e nei prossimi dodici mesi, dal IV ’97 al III ’98, del 4,4%. Fino ad ora l’oc-cupazione non ha tratto sensibili be-nefici dalla ripresa, ma dovrebbe au-mentare in misura apprezzabile a se-guito dell’esaurimento dei margini di flessibilità del sistema industriale (Cig), come indicato dall’incremento delle ore lavorate. L’inversione di tendenza della produzione ha incre-mentato il grado di utilizzo degli im-pianti, che continuerà ad aumentare nei prossimi dodici mesi. La ripresa degli ordini interni risulta apprezzabi-le nel corso di quest’anno (+3,0%), ma nei prossimi dodici mesi dovreb-be ridursi attorno al 2,1%, per poi accelerare nuovamente il passo dal-la seconda metà del ‘98. La dinami-ca degli ordini esteri risulterà più consistente di quella degli ordini in-terni, sarà pari al 6,1% nel ’97 per ri-dursi lievemente al 4,3% nei prossi-mi dodici mesi. La ripresa dell’attivi-tà risulterà comunque trainata dalla domanda estera europea e dell’area del dollaro. Uno scenario alternativo:

il risanamento di bilancio e la difesa della lira nello Sme. La previsione di base si fonda sull’ipotesi di una sen-sibile ripresa della domanda mondia-le. L’incertezza sull’evoluzione della congiuntura economica trova fonte principalmente nei tempi e nelle mo-dalità relative all’Unione monetaria europea e nell’entità della crisi dell’e-stremo oriente. Quest’ultima ha messo in luce le debolezze di

capa-cità di governo dell’economia e dei sistemi bancari e finanziari dei paesi di quell’area. Sviluppatasi come crisi valutaria di alcune delle più giovani tigri del sud-est asiatico, a partire dalla crisi valutaria thailandese, la crisi è divenuta poi una più generale crisi dei sistemi valutari e finanziari di tutti i paesi dell’area, con forti inter-connessioni con le modalità di cre-scita dell’economia reale, da sempre eccessivamente basata sull’indebi-tamento. Dopo avere raggiunto la Corea del Sud, undicesimo paese sviluppato del mondo, e toccato il settore finanziario giapponese, que-sta crisi avrà importanti effetti reali nell’area. L’impatto reale per il resto del mondo dipenderà dalla prontez-za con cui i governi locali accette-ranno la necessità di importanti rifor-me politiche, sociali ed economiche e di un adeguato intervento del Fmi, di cui dovranno rapidamente adotta-re le indicazioni. Se da un mancato pronto intervento nei confronti della crisi dell’estremo oriente, derivasse una riduzione della dinamica della domanda mondiale, questa avrebbe pronti effetti diretti sull’evoluzione della produzione regionale. In questo caso la dinamica della produzione industriale regionale potrebbe rima-nere sostenuta nei prossimi dodici mesi (3,7%), ma poi finirebbe per ri-dursi complessivamente al 2,8% nel

’98. La causa di questa evoluzione sarebbe da individuare sia nella forte riduzione della dinamica degli ordini esteri (2,4% nel ’98), sia in successi-vo e in parte indotto calo di quelli in-terni (1% nel ‘98).

Le previsioni 1998 per l’Emilia-Romagna

134 I settori

L’industria dell’abbigliamento (Codifica Ateco91: 18)

L'industria dell'abbigliamento ha ri-sentito fortemente della riduzione della domanda nel '96. La domanda si è però ripresa nel corso del '97 e questa ripresa proseguirà nel corso del '98 (+4,1%) e del '99. Nello stes-so periodo la ripresa degli ordini sa-rà lentamente seguita da una ripresa della produzione più lieve (+1,7% nel '98). Nel corso del '97, la crescita li-mitata del settore ha determinato un aumento delle ore lavorate media-mente da ogni lavoratore. Si prevede che l'occupazione non trarrà vantag-gio nei prossimi anni dall'incremento della produzione.

L’industria tessile (Codifica Ateco91: 17)

L'industria tessile ha registrato una riduzione degli ordinativi nel '96, cui ha fatto fronte un lento recupero nel '97, che accelererà ulteriormente nei prossimi due anni. La produzione avrà invece un andamento negativo nel '98, cui farà seguito una lieve ri-presa nel '99. Questo andamento al-talenante della produzione, ma com-plessivamente lievemente variato, determinerà solo lievi oscillazioni le ore mediamente lavorate e del-l'occupazione.

L’industria alimentare (Codifica Ateco91: 15, 16)

Per il settore alimentare l'evoluzione degli ordini interni nel corso del '98 (+3,9%) proseguirà nel trend positivo avviato dal '96. Dopo un buon perio-do di rapiperio-do incremento, gli ordini esterni vedranno invece rallentare il

loro passo nel '98 (+3,2%), ritmo che riprenderà rapido nel '99. La produ-zione riprenderà a un ritmo superiore sia nel '98 (+2,7%), sia nel '99, dopo il rallentamento registrato nel ‘97.

L’industria delle piastrelle in ce-ramica (Codifica Ateco91: 263) Dopo la caduta registrata nel 96, la ripresa degli ordini dell’industria del-le piastreldel-le in ceramica nel ’97 pro-seguirà a ritmi elevati nel ’98 (+4,3%

e +6,1% rispettivamente per gli ordi-ni interordi-ni ed esteri) e nel ’99, con un lieve rallentamento del ritmo di cre-scita degli ordini interni. Conforme-mente all’andamento degli ordini, il ritmo di crescita della produzione re-sterà anch’esso elevato nel prossi-mo biennio (+6,4% nel ’98). L’occu-pazione farà registrare un lieve incre-mento nel ’98 e nel ’99, nonostante abbia un andamento poco variato, con oscillazioni collegate all’anda-mento della produttività.

L’industria dell’elettricità e del-l’elettronica (Codifica Ateco91: 30, 31, 32)

Nel ’97 l’industria dell’elettricità e dell’elettronica ha avuto un rapido in-cremento degli ordini, che proseguirà nel prossimo biennio a un passo so-lo lievemente inferiore (+7,9% nel

‘98). La variazione della produzione nel ‘97 ha avuto lo stesso senso e rit-mo di quella degli ordini. Il suo ritrit-mo accelererà nel corso del ’98 (+9,1) e si manterrà elevato anche nel ’99. Le ore mediamente lavorate per addetto resteranno stazionarie nel prossimo biennio, mentre nello stesso periodo l’occupazione registrerà un incre-mento (+1,3% nel ’98).

L’industria meccanica tradizio-nale (Codifica Ateco91: 28, 29, 33) L’industria meccanica tradizionale nel ’98 registrerà un aumento del rit-mo di crescita degli ordini interni (+7,3%), che si ridurrà nei dodici me-si succesme-sivi, pur rimanendo superio-re a quello del ’97. Gli ordini esteri in-crementeranno anch’essi il loro ritmo di crescita nel ’98 (+7,1%), ritmo che accelererà ulteriormente anche nel

’99. Di conseguenza nel prossimo biennio la produzione registrerà buo-ni incrementi (+6,0% nel ‘98), che potranno tradursi in un buon aumen-to dell’occupazione, a fronte della quasi stazionarietà delle ore media-mente lavorate per addetto.

Le previsioni 1998 per l’Emilia-Romagna

Estratto dalla Relazione del Presidente di Unioncamere al Consiglio di Amministrazione 135 Dall’attuazione della riforma delle

Camere di Commercio, un nuovo rapporto fra istituzioni e imprese.

Dal federalismo, un nuovo model-lo di governo dell’economia re-gionale

Il contesto politico ed economico nel quale ci troviamo ad operare è carat-terizzato da una ritrovata stabilità po-litica, dovuta dai risultati elettorali che hanno consegnato il paese ad una coalizione di governo relativamente stabile. Gli imperativi imposti in termi-ni di politica di rientro del bilancio pubblico dalla scadenza dell’Unione Monetaria impongono tuttavia scelte rigorose, che potrebbero nei prossi-mi mesi comportare rallentamenti nella crescita economica del paese.

Inoltre il recupero di credibilità della li-ra sui mercati internazionali ne ha stabilizzato il corso attorno alle mille lire contro il marco, sancendo defini-tivamente la fine degli effetti benefici sull’export della svalutazione del 1992 .

Lo stato di emergenza fissato dalle scadenza comunitarie ha in apparen-za anche rallentato il processo di ri-definizione dello stato in senso fede-ralista. Nonostante il tema sia stato alla ribalta delle cronache per tutto il 1996, la complessità dei percorsi di convergenze politica su un tema tan-to delicatan-to non paiono garantire una rapida soluzione del problema. Non per questo una complessiva riforma delle autonomie regionali in senso fe-deralista appare meno impellente, non solo per i suoi risvolti finanziari, ma anche per il suo significato politi-co, che significa dare al nostro

siste-ma democratico basi partecipative più solide. L’affronto di una riforma in senso federalista dello Stato, sotto la pressione di un bilancio pubblico da risanare, deve rifuggire il persegui-mento esclusivo della sola efficienza amministrativa, evitando il diffondersi di ulteriori logiche accentratrici negli apparati regionali. I progetti che si li-mitino al semplice trasferimento del gettito di alcuni tributi gestiti a livello centrale senza però attribuire alle Re-gioni stesse alcuna flessibilità ed au-tonomia sugli aspetti generali di poli-tica tributaria (presupposti del tribu-to, soggetti passivi, differenziazione delle aliquote, controlli) rischiano di fallire lo scopo di una maggiore effi-cacia delle politiche locali se non si procederà anche ad una

complessi-va riforma delle autonomie regionali, con l'alleggerimento dei vincoli di de-stinazione delle risorse regionali e quindi con un ampliamento delle ma-terie di competenza regionale. Con la prospettiva dell'attribuzione di mag-giori competenze alle Regioni, si raf-forza anche la necessità di un diver-so rapporto, da un lato tra pubblica amministrazione e cittadini, dall'altro tra pubblica amministrazione territo-rio ed imprese, per un decisivo salto di qualità delle politiche per il territo-rio. In particolare il sistema delle im-prese esprime una forte domanda di un diverso modello di governo dell'e-conomia, di diverse e più efficaci for-me di regolazione dei rapporti tra im-prese ed istituzioni pubbliche. Il terri-torio, per un sistema di imprese

for-Programma di attività dell’Unioncamere

Nel documento Emilia-Romagna Regione d’Europa (pagine 132-137)

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