• Non ci sono risultati.

L’impiego di fitofarmaci, fertilizzanti, sementi e mangimi

6.2. L’impiego dei fattori produttivi

6.2.3. L’impiego di fitofarmaci, fertilizzanti, sementi e mangimi

Le spese sostenute dagli agricoltori per l’acquisto di fitofarmaci, fertiliz-zanti, sementi e mangimi, valutate in base all’andamento delle vendite ed alle

Tabella 6.6 - Macchine agricole "nuove di fabbrica" iscritte in Emilia-Romagna per catego-ria di utente

2008 2009 var. % 2009/2008 Macchine Agricole Totale 3.083 3.033 -2

Conto proprio 2.575 2.543 -1 Conto proprio/terzi 207 198 -4

Conto terzi 301 292 -3

di cui:

Trattrici Totale 1.465 1.495 2

Conto proprio 1.237 1.270 3 Conto proprio/terzi 94 91 -3

Conto terzi 134 134 0

Mietitrebbiatrici Totale 56 68 21

Conto proprio 8 9 13

Conto proprio/terzi 17 17 0

Conto terzi 31 42 35

Fonte: Regione Emilia-Romagna - Direzione Generale Agricoltura.

indicazioni di alcuni operatori a livello della distribuzione, hanno segnato un modesto contenimento, beneficiando del calo dei prezzi di alcuni mezzi tecni-ci, in particolare di concimi e mangimi. Tale riduzione, che ha seguito quota-zioni anomale degli ultimi due anni, è apparsa tuttavia insufficiente a rilan-ciarne il consumo; la caduta dei prezzi dei prodotti agricoli ha infatti determi-nato un’ulteriore contrazione degli investimenti in fattori produttivi, che sono stati ridotti al minimo, nel tentativo di mantenere un’adeguata redditività all’azienda agricola. Il mercato dei mezzi tecnici a livello della distribuzione ha subito la crisi del settore primario. Tutti i fornitori evidenziano sensibili ri-duzioni del fatturato, ritardi nel recupero dei crediti per carenza di liquidità delle aziende agricole, difficoltà nella programmazione degli approvvigiona-menti, anche in relazione alle forti oscillazioni dei prezzi ed al rapido evolversi delle condizioni di mercato.

Nel settore dei fitofarmaci, si è osservata una marcata riduzione dei quanti-tativi impiegati negli ultimi anni, mentre i prezzi hanno seguito un andamento indipendente dalle fluttuazioni che hanno interessato altri mezzi tecnici, evi-denziando un lieve ma progressivo aumento, con variazioni medie nell’ultimo anno comprese tra il 3 ed il 6%.

Nel corso del 2009, l’impiego di anticrittogamici, pur in assenza di feno-meni di rilievo dal punto di vista fitopatologico, è stato sostenuto dalle fre-quenti precipitazioni nel primo periodo dell’anno, che hanno favorito, in parti-colare, infezioni nelle colture frutticole; sono risultati più contenuti, rispetto al-lo scorso anno, gli attacchi a pomodoro, bietola e vite, a causa della siccità del periodo estivo. In generale, il cambiamento dell’offerta commerciale e la maggiore diffusione di specialità dal costo più elevato hanno comportato l’incremento dei prezzi, con effetti più evidenti su alcuni prodotti. I prezzi pre-valenti del Mancozeb sulla piazza di Ravenna sono aumentati di un terzo; i prodotti a base di zolfo, penalizzati dalla ridotta disponibilità delle sostanze at-tive, mostrano quotazioni sempre sostenute, con rialzi per lo zolfo bagnabile del 9%, rispetto all’anno precedente. Le quotazioni di altri prodotti toccati dal-la revisione europea delle sostanze attive (Captano) hanno seguito un anda-mento difforme, con valori stabili o in calo per le commodities e in forte rialzo per la specialità. A seguito della sospensione di alcuni insetticidi utilizzati per la concia delle sementi di mais, ha avuto un maggiore incremento l’impiego di geodisinfestanti.

Sono risultati nella norma gli impieghi di insetticidi, per contrastare attac-chi di fitofagi su cereali, pomodoro e patata. I prezzi di questi prodotti, interes-sati in maggiore misura dalla riduzione dell’offerta commerciale, a seguito della revisione europea delle sostanze attive, evidenziano un andamento cre-scente e forti oscillazioni, rispetto all’anno precedente: ad esempio, i prezzi

prevalenti rilevati dalla Camera di Commercio di Ravenna per il Dimetoato, per effetto della revoca delle revoca delle commodities contenenti tali sostan-ze attive, sono aumentati del 16%, mentre quelli di un altro acaricida revocato, il Dicofol, e dell’Imidacloprid, un conciante sospeso sul seme di mais, si sono stabilizzati sui valori dell’anno precedente.

Il mercato dei diserbanti ha subito una marcata contrazione degli impieghi sulle colture cerealicole, solo nella prima parte dell’anno parzialmente com-pensati dagli interventi in pre-emergenza sulle proteoleaginose.

Relativamente ai fertilizzanti, il mercato è stato segnato da un notevole ri-dimensionamento dei prezzi che, tuttavia, non ha contribuito ad incentivarne l’acquisto: la caduta dei prezzi agricoli ha comportato la necessità di compmere ulteriormente i consumi di questi mezzi tecnici; gli agricoltori hanno ri-dotto notevolmente gli interventi di concimazione, limitato i dosaggi ed orien-tato maggiormente gli acquisti ai prodotti di minor costo (tabella 6.7). In parti-colare, i concimi a base di fosforo e potassio hanno risentito maggiormente della crisi dell’agricoltura, rispetto agli azotati; infatti, il mancato impiego di questi prodotti ha effetti visibili sulle colture nel medio periodo, mentre l’azoto è il principale fattore limitante la produttività. La crisi del mercato ha coinvol-to le strutture distributive, che si sono trovate con ingenti quantità di merce in-venduta, peraltro acquistata anticipatamente a prezzi elevati.

Tra i concimi minerali, gli azotati hanno in parte attenuato il crollo del mercato. Anche questa categoria, tuttavia, è stata penalizzata dalla flessione degli investimenti cerealicoli e dalle forti piogge che hanno fatto ritardare la semina e successivamente reso difficoltosa la concimazione. Le quotazioni dell’urea, nonostante consistenti perdite rispetto ai valori eccezionali del 2008, hanno evidenziato un decisivo rialzo negli ultimi mesi dell’anno, a causa degli elevati prezzi dell’ammoniaca, la cui produzione è direttamente collegata ai costi energetici. Pur restando l’unità fertilizzante più economica, si è manife-stato un ridimensionamento della sua convenienza rispetto ai nitrati.

Il costo dell’unità fertilizzante fosfatica ha subito nel 2009 la riduzione più consistente: c’è da rilevare, anche in questo caso, che il confronto avviene con quotazioni assai elevate osservate nell’annualità precedente, condizionate dalla carenza dell’offerta di materie prime d’estrazione. Sono dimezzati i prezzi del perfosfato triplo, che evidenza una progressiva riduzione dell’impiego, a fron-te della stabilità del perfosfato semplice, concime di produzione nazionale.

Tra i complessi binari a base di fosforo, il fosfato biammonico 18/46 (DAP) ha segnato un dimezzamento delle quotazioni. I corsi dei complessi ternari NPK, dipendenti dal punto di vista produttivo da materie prime d’importazione, sono calati di un terzo. I concimi potassici non hanno invece evidenziato variazioni negative nel corso del 2009. Le quotazioni del cloruro potassico, rilevate sulla

piazza di Modena, si sono allineate a quelle dell’anno precedente, mentre quel-li del solfato potassico sono cresciute del 15%. Il concomitante ridimensiona-mento dei prezzi di azoto e fosforo ha penalizzato l’impiego di questi fertiliz-zanti ed il consumo dei potassici, a seguito della contrazione degli investimenti maidicoli, ha subito un tracollo.

Per quanto riguarda le sementi, in un momento particolarmente critico per il settore primario, in relazione al disaccoppiamento degli aiuti dalla produzio-ne, l’instabilità dei mercati e la flessione dei prezzi di vendita dei principali prodotti agricoli hanno reso ancora più difficile l’organizzazione delle semine.

I cereali, sfavoriti dall’andamento climatico avverso in occasione delle se-mine e dai bassi prezzi di mercato, hanno fatto registrare un’ulteriore contra-zione degli investimenti. In presenza di una domanda debole, i corsi della se-mente di frumento tenero sulla piazza di Bologna, sono calati quasi dell’11%;

peraltro, si diffonde maggiormente l’impiego di seme non certificato. Anche il frumento duro è stato scambiato nel 2009 a valori inferiori all’anno precedente (-6,4%). Per l’orzo si segnala un consistente calo delle quotazioni (-13,7%), con ridimensionamento degli investimenti a causa dei bassi prezzi di mercato.

È in ribasso anche il mercato delle sementi di mais, a causa della contrazione delle superfici coltivate.

Tra le colture oleaginose, la soia ha evidenziato una straordinaria espansio-ne, con investimenti alternativi a quelli del mais: le motivazioni sono da ricer-care nel migliore andamento di mercato dei semi oleosi, richiesti anche per uso non alimentare ed energetico. Per le quotazioni dei semi di soia, collocate nel 2009 su valori elevati, si prevede un ulteriore aumento, in relazione alla limita-ta disponibilità del prodotto nei Paesi dell’Est Europa ed alla contrazione pro-duttiva dei Paesi del Sud America. Relativamente alle sementi foraggere, si segnalano consumi stabili e quotazioni in ribasso, in particolare per il loietto

Tabella 6.7 - Prezzi prevalenti dei principali concimi (euro/q)

Prodotto 2008 2009 var % 2008-2009

Perfosfato minerale granulare 0-19-0 35,38 22,24 -37 Perfosfato minerale triplo 0-46-0 71,40 34,36 -52 Nitrato ammonico 26% 35,75 26,44 -26 Solfato ammonico 21% 32,96 22,37 -32 Urea agricola 46% 54,04 31,69 -41 Complesso Binario N/P 18/46 78,79 39,49 -50 Complesso Ternario N/P/K 11/22/16 71,92 48,85 -32 Complesso Ternario N/P/K 15/15/15 57,88 42,74 -26 Complesso Ternario N/P/K 20/10/10 57,25 40,96 -28

Fonte: Camera di Commercio di Ravenna - Listino annuale dei prezzi

italico, mentre i listini dell’erba medica sono calati di un quarto.

Tra le ortive, che evidenziano nel complesso un progressivo aumento dell’attività di moltiplicazione, si registra in particolare un maggiore apprez-zamento per cipolla e ravanello.

La barbabietola da zucchero ha risentito della difficile situazione di merca-to della coltura; l’offerta di seme è stata comunque abbondante, anche in rela-zione ai minori investimenti realizzati nei Paesi dell’Est Europa.

Per quanto riguarda i prodotti destinati all’alimentazione animale, gli effetti negativi della pesante congiuntura economica hanno aggravato una situazione di mercato difficile del comparto: negli ultimi anni, a causa del basso livello dei listini delle produzioni zootecniche, gli allevatori hanno stentato a mante-nere una redditività adeguata, non solo a sostemante-nere la concorrenza delle produ-zioni estere, ma anche ai fini della sopravvivenza delle imprese stesse. In tale situazione, particolarmente critica in alcuni settori (suini, latte) il contenimento dei costi di produzione è un obbiettivo imprescindibile, ma difficile da perse-guire.

I prezzi dei prodotti destinati all’alimentazione animale, infatti, originano dal costo delle materie prime, in particolare cereali e soia; poiché le produzioni nazionali sono insufficienti a coprire il fabbisogno, l’approvvigionamento av-viene anche sul mercato internazionale, esponendo le quotazioni delle materie prime vegetali alle incertezze sui fattori che influenzano i mercati globali (an-damento climatico e produzione, domanda per uso alimentare e per la produ-zione di bioenergie, speculazioni finanziarie).

A partire dal primo trimestre del 2009, si è osservato un rallentamento della corsa dei prezzi delle materie prime cerealicole, che hanno chiuso la fase di espansione eccezionale osservata dal secondo semestre del 2007 fino al primo semestre 2008: i costi dei mangimi, hanno così potuto collocarsi nella seconda metà del 2009 sui valori precedenti la bolla speculativa (figura 6.3).

In media, le materie prime cerealicole d’interesse mangimistico sono state scambiate a prezzi inferiori di un terzo rispetto all’anno precedente, con fru-menti ad uso zootecnico, mais ed orzo sostanzialmente collocati, nell’ultimo trimestre, allo stesso livello. Il mais, a partire dal mese di agosto ha evidenzia-to un notevole ribasso delle quotazioni, a causa della consistente offerta di prodotto nazionale alla quale si è sommata merce estera a prezzi convenienti;

la depressione dei prezzi (-29% su base annua) è stata inoltre favorita dalla concorrenzialità del prezzo del frumento quale alternativa nelle formule man-gimistiche. Anche l’orzo ha evidenziato un andamento delle quotazioni ten-denzialmente cedente (-34%); all’esordio sul mercato della merce del nuovo raccolto, i listini si sono subito assestati sui valori più bassi, rimasti invariati fino alla fine d’anno. Tra i sottoprodotti molitori, il cruscame tenero cubettato

ed il farinaccio tenero hanno seguito l’andamento tendenziale dei frumenti e sono stati scambiati a prezzi ridotti di un terzo rispetto al 2008. Anche la polpa cubettata essiccata di barbabietola nazionale, trattata a prezzi inferiori ai 150 euro/t, ha evidenziato una forte contrazione delle quotazioni (-37%), rispetto all’anno precedente; l’utilizzo di sottoprodotti della lavorazione è infatti di-pendente dalle esigenze della trasformazione primaria e da un crescente orien-tamento alla produzione di biomassa.

Per la soia, una delle più importanti materie prime di interesse mangimisti-co, la dipendenza dalle importazioni è pressoché totale; a livello globale, la domanda crescente di soia per l’uso alimentare ed energetico continua a soste-nerne i prezzi, che si sono riflessi sulle quotazioni dei prodotti proteici derivati (farine d’estrazione), assestate sugli alti valori dell’anno precedente (+1%).

Il ridimensionamento della spesa sostenuta per l’alimentazione animale è stata più evidente nel comparto avicolo e suinicolo. Permangono invece ele-menti di criticità per l’allevamento di bovini da latte, con costi ancora elevati, dovuti anche all’insufficienza delle produzioni nazionali a coprire il fabbiso-gno di risorse foraggere. La medica disidratata in pellet evidenzia quotazioni ancora sostenute, nonostante la media annuale del prezzo risulti inferiore del 15% a quella dell’anno precedente; i fieni tradizionali essiccati, anche a causa della contrazione dell’offerta, hanno evidenziato incrementi dei valori. La

ne-Figura 6.3 - Prezzi medi mensili delle materie prime di interesse mangimistico - anni 2008 e 2009

0,00 50,00 100,00 150,00 200,00 250,00 300,00 350,00 400,00

prezzi medi mensili (euro/t arrivo)

2008 2009

Fonte: Camera di Commercio di Bologna - Listino annuale dei prezzi.

cessità di comprimere i costi produttivi sta favorendo un maggiore impiego di foraggi autoprodotti dall’allevatore.