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La struttura dell’industria alimentare

I dati disponibili nella banca dati delle Camere di Commercio consentono di fotografare la situazione strutturale in termini di numero di imprese, distin-guendo tra imprese artigiane e industriali in senso stretto, senza però fornire un indicatore delle dimensioni aziendali.

Nel 2009 sono stati completamente modificati i criteri con cui sono classi-ficate le imprese, cosicché tutti gli esercizi commerciali che erano compresi nella conta fino al 2008 sono, correttamente, stati posti in un’apposita catego-ria. In questa fase di ricodifica dei codici Ateco, non è ancora possibile riclas-sificare il passato e quindi ricreare una serie storica che consenta la lettura dei processi di evoluzione.

Riportiamo pertanto i dati 2008 relativi alle imprese alimentari suddivise nei 10 comparti secondo la codifica Ateco-3. L’aggregato ovviamente più nu-meroso è quello definito “altri prodotti” (prodotti di panetteria e di pasticceria fresca, paste alimentari, cuscus e prodotti farinacei e simili, fette biscottate, bi-scotti, prodotti di pasticceria conservati, zucchero, cacao, cioccolata, caramelle e confetterie), con il 65,2% delle imprese del settore a livello regionale. Esso rappresenta anche il comparto più dinamico essendo cresciuto dal 2000 di ben oltre un quarto.

Nel 2008 risultano iscritte negli appositi registri delle Camere di Commer-cio dell’Emilia-Romagna 58.142 imprese manifatturiere, delle quali 9.513 (il 16,4%) appartengono al settore alimentare e delle bevande (tabella 7.3). Da un’analisi evolutiva emerge una riduzione costante della numerosità delle im-prese manifatturiere, -0,7% dal 2000 al 2008, mentre il numero delle imim-prese alimentari al contrario accumula, dal 2000 al 2008, un incremento superiore al 15%.

La quota nazionale delle imprese alimentari sul totale delle imprese mani-fatturiere risulta di due decimi di punto percentuale maggiore rispetto a quella regionale, mentre la tendenza delle prime ad aumentare è più evidente a livello nazionale (+24,8% dal 2000). Il numero delle imprese manifatturiere in Italia oscilla senza mostrare un andamento ben definito.

Numericamente, sia l’industria manifatturiera sia quella alimentare regio-nali rappresentano il 8,9-9,0% dei corrispondenti aggregati nazioregio-nali. Vi sono comparti che vedono l’Emilia-Romagna certamente protagonista di primo pia-no quali quello delle carni, con poco mepia-no del 22% delle imprese nazionali, il comparto mangimistico, con oltre il 15%, e il lattiero-caseario, che concentra in regione poco meno del 14% delle imprese nazionali. Importante è pure la presenza di mulini, 8,9% del totale nazionale, e del 9% delle imprese pastarie.

Il comparto lattiero-caseario regionale conta ben 1.536 ragioni sociali, il

Tabella 7.3 - Evoluzione del numero delle imprese attive iscritte nel ”Registro delle Impre-se”delle Camere di Commercio

Ateco 2000 2004 2005 2006 2007 2008

Emilia-Romagna Manifatturiera 58.575 58.356 58.057 57.879 57.444 58.142 1,2 -0,7

Italia 15.50 Lattiero caseario 8.586 10.072 10.362 10.578 10.699 11.026 10,4 3,1 28,4 15.60 Molitoria 2.306 1.944 1.881 1.827 1.732 1.681 1,6 -2,9 -27,1 15.70 Mangimistica 616 631 642 634 620 632 0,6 1,9 2,6 15.80 Altri prodotti 56.410 67.584 70.463 72.721 74.174 76.388 71,8 3,0 35,4

di cui: Manifatturiera 639.778 643.267 640.054 636.219 628.468 642.707 2,3 0,5

* Quota percentuale Alimentari e bevande / Manifatturiera.

Fonte: Registro delle Imprese - Camere di Commercio.

Tabella 7.4 - Ripartizione per forma giuridica delle imprese attive in Emilia-Romagna iscritte nel "Registro delle Imprese" delle Camere di Commercio

Ateco 15.80 Altri prodotti 129 2.260 3.184 3 5.576 15.83 di cui: - zucchero - - - - -

Manifatturiera 2.723 13.596 23.505 35 39.859

Industriali

Manifatturiera 13.049 2.378 2.100 756 18.283

Artigiane + Industriali

Manifatturiera 15.772 15.974 25.605 791 58.142

Fonte: "Registro delle Imprese" - Camere di Commercio.

16,1% delle imprese alimentari dell’Emilia-Romagna. In regione la numerosi-tà delle imprese di questo comparto sembra abbastanza consolidata, mentre a livello nazionale l’incremento dal 2000 supera il 28%. L’altro comparto nume-ricamente molto rilevante è quello dalla carne: 1.102 imprese, l’11,6%

dell’alimentare regionale.

Nel loro complesso questi tre comparti assommano il 93,2% delle imprese alimentari della regione.

Spostiamo l’attenzione sulla tipologia di forma giuridica alla quale appar-tengono queste imprese, riferendoci alle tre annate disponibili: 2000, 2005 e 2008.

Osservando i dati del 2008, su 9.513 imprese, 4.394, il 46,2%, sono rappre-sentate da ditte individuali, 3.517, ovvero il 37% del totale, sono società di persone, 1.254 è il numero delle società di capitale, con una quota del 13,2%, il restante 3,7%, “altre forme giuridiche”, annovera per lo più cooperative e consorzi (tabella 7.4).

L’industria manifatturiera emiliano-romagnola presenta un rapporto tra numero di imprese appartenente alle diverse forme giuridiche molto differente da quello descritto per il settore alimentare: le imprese individuali, il 44%, so-no il gruppo più numeroso, le “altre forme giuridiche” rappresentaso-no l’1,4%

del totale e infine società di capitale e di persone si dividono pressoché alla pa-ri la restante quota (54,6%).

Dalla suddivisione tra imprese industriali e artigiane si evidenzia, come è logico attendersi, che la preponderanza di società di capitale è concentrato nel-la prima tipologia d’impresa (81,7%), mentre nelnel-la categoria “artigiane” tro-viamo la decisa prevalenza di società di persone (88,7%) e ancor più di ditte individuali (95,3%); quest’ultima preponderanza si lega soprattutto all’attività dei settori “carne”, “lattiero caseario” e “altri prodotti” (tabella 7.5). Valutando l’aggregato industriale notiamo una netta polarità: da un lato le società di capi-tale e dall’altro le “altre forme giuridiche”, che raggruppano soprattutto le co-operative ed i consorzi; quasi tutti i settori della trasformazione che richiedono impianti industriali di grande scala sono naturalmente rappresentati da queste due categorie.

In 8 anni il numero delle società di capitale è cresciuto di circa il 40%

nell’ambito di un’economia regionale che, come già visto sopra, è cresciuta del 15,2%; questa crescita si è realizzata, in buona misura, a scapito dell’aggregato “altre forme giuridiche” (-34,3%), per effetto della sostituzione di imprese per lo più di tipo cooperativo (tabella 7.6).

Dall’osservazione della evoluzione delle forme giuridiche nei diversi com-parti, possiamo notare che si evidenziano fenomeni di una certa rilevanza in quei settori industriali caratterizzati da piccoli numeri, da forti riduzioni del

Tabella 7.5 - Ripartizione per forma giuridica delle imprese artigiane e industriali attive in Emilia-Romagna iscritte nel “Registro delle Imprese” delle Camere di Commercio e loro peso

Fonte: "Registro delle Imprese" - Camere di Commercio.