Nel 2009, come per gli anni precedenti, la Direzione Generale Agricoltura della Regione Emilia-Romagna ha promosso un’attività di valutazione della redditività complessiva delle principali filiere agroalimentari della regione.
L’analisi ha consentito di evidenziare la capacità delle filiere di creare valo-re, nonché di comprendere come tale valore sia ripartito fra i diversi soggetti che partecipano al processo di produzione e di distribuzione del prodotto ali-mentare(2).
In questo paragrafo ci si focalizza sulla filiera del vino e su quella del po-modoro trasformato.
Per quanto concerne la filiera del vino, nella media del periodo considerato (2004-08), l’analisi ha consentito di evidenziare come, ponendo pari a 100 il valore delle vendite di uva da parte delle aziende agricole, il valore delle ven-dite nette al dettaglio del prodotto finito risulti pari a circa 350 (figura 3.5).
Considerando le diverse fasi in cui si articola la filiera, si osserva inoltre come il valore dell’output raddoppi tra la fase agricola e quella di trasforma-zione in cantina, per raggiungere il valore di quasi 300 all’uscita della fase di confezionamento/ingrosso, sempre in rapporto a 100 euro di output dell’azienda agricola (tabella A3.5).
Considerando i diversi anni, si osserva come il valore finale dell’output ab-bia fatto registrare un incremento fra il 2004 ed il 2005, per poi intraprendere un percorso di ridimensionamento fino al 2007, per attestarsi infine sui valori medi di periodo nel 2008. Se si considerano i valori in uscita dalle cantine di trasformazione e dalle strutture di confezionamento e di ingrosso, si osserva come i meccanismi di addizione dei valori siano relativamente indipendenti dai prezzi della materia prima (prodotto agricolo di base) o del prodotto finale.
Per quanto attiene al valore “generato” dalla filiera, inteso come sommato-ria dei risultati operativi di cui beneficiano i diversi operatori, questo è am-montato mediamente a circa 55 euro che, se rapportato al valore finale delle vendite precedentemente analizzato, ammonta mediamente al 15,5% del valo-re delle vendite. Se si analizza la dinamica di tale indicatovalo-re, tuttavia, si evi-denzia come esso abbia fatto registrare nel periodo considerato sensibili o-–––––––––
(2) Lo studio rientra in una più ampia valutazione della competitività delle filiere regionali:
“La competitività delle filiere agroalimentari della Regione Emilia-Romagna”, ricerca condotta da UBM e Ergo Consultino, spin off dell’Università di Bologna. Lo studio si è basato sull’analisi dei dati di bilancio delle imprese che operano lungo le filiere e sulle informazioni relative ai flussi di input/output che si realizzano fra le medesime. I dati analizzati si riferiscono a circa 300 aziende e fanno riferimento al quinquennio 2004-2008. Al report conclusivo di detta ricerca si rimanda il lettore per una puntuale descrizione della metodologia utilizzata.
scillazioni fra l’11% circa del 2005 ed il 20% del 2007 (figura 3.6). È inoltre da rimarcare come le suddette oscillazioni siano state trasferite, in modo pres-soché esclusivo, sui coltivatori, le cui variazioni di redditività sono state, per-ciò, particolarmente accentuate (figura 3.7).
Il valore generato in ciascun segmento della filiera fornisce una misura del valore sociale della produzione, ma non fornisce la misura del reddito com-plessivo goduto dai singoli operatori, che risulta influenzato dagli elementi strutturali tipici delle aziende coinvolte, quali la dimensione aziendale e il li-vello di capitale impiegato per unità di prodotto. Nella figura 3.8 si riporta quindi l’analisi della redditività delle imprese operanti lungo la filiera, espressa in termini di risultato operativo per unità di capitale investito (ROI).
I dati evidenziano una marcata differenziazione nei livelli di redditività. In particolare, si osserva come la redditività sia minima per le aziende agricole (2,6%) e, ancor più, per le cantine di trasformazione (2,2%), mentre gli altri at-tori della filiera si attestano su livelli di redditività decisamente più elevati (5,2%).
L’analisi relativa alla filiera del pomodoro trasformato ha messo in evidenza come il valore medio delle vendite al dettaglio del prodotto confezionato sia
Figura 3.5 - Filiera Vino - Prodotto generato (Ricavi delle vendite - valori in euro - produ-zione agricola = 100)
0 100 200 300 400
MEDIA 2004 2005 2006 2007 2008
Az. Viticole Altri fornitori cantine Cantine Altri fornitori ingrosso Confezionamento/Ingrosso Altri fornitori distribuzione Distribuzione Dettaglio
Fonte: Regione Emilia-Romagna – Direzione Generale Agricoltura.
Figura 3.6 - Filiera Vino - Valore generato (Risultato operativo - valori in euro - produzione agricola = 100)
55 58
42
51
64
60
0 100 200 300 400
MEDIA 2004 2005 2006 2007 2008
Fonte: Regione Emilia-Romagna – Direzione Generale Agricoltura.
Figura 3.7 - Filiera Vino - Distribuzione del valore generato (Risultato operativo - valori in euro – produzione agricola = 100)
-10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0
2004 2005 2006 2007 2008
Fornitori az. Agricole Az. Viticole Altri fornitori cantine Cantine
Altri fornitori ingrosso Confezionamento/Ingrosso Altri fornitori distribuzione Distribuzione Dettaglio
Fonte: Regione Emilia-Romagna – Direzione Generale Agricoltura.
stato pari a 6,8 volte quello della materia prima di origine agricola (figura 3.9).
A fronte di un valore della produzione agricola pari a 100, il valore in usci-ta dagli susci-tabilimenti di trasformazione è risulusci-tato pari a circa 490, mentre la fa-se distributiva genera un ulteriore incremento dell’output, pari a circa 180 (ta-bella A3.6). Considerando i diversi anni, si osserva come il valore finale dell’output abbia fatto registrare dapprima, fra il 2004 ed il 2005, un notevole aumento, per poi ridimensionarsi e riportarsi infine su valori più bassi della media.
L’analisi del valore generato dalla filiera (inteso come sommatoria dei red-diti operativi) si attesta mediamente su valori prossimi all’11% circa. Analiz-zando la dinamica di tale indicatore, si riscontrano valori significativamente inferiori alla media nel 2005 e nel 2006, mentre nel 2008 si osserva un signifi-cativo innalzamento dei livelli di redditività (figura 3.10).
Se si considera la distribuzione del valore generato fra i diversi attori della filiera, si può evidenziare come il miglioramento della redditività nell’ultimo anno sia andato a beneficio prevalentemente della fase agricola. Tale segmen-to, nel periodo precedente, aveva tuttavia dato segnali evidenti di sofferenza (figura 3.11).
Figura 3.8 - Filiera Vino - Redditività della filiera (ROI - Risultato operativo in relazione ai capitali investiti – valori percentuali)
-1,0 2,0 3,0 4,0 5,0 6,0 7,0 8,0
2004 2005 2006 2007 2008
Fornitori az. Agricole Az. Viticole Altri fornitori cantine
Cantine Altri fornitori ingrosso Confezionamento/Ingrosso
Altri fornitori distribuzione Distribuzione Dettaglio
Fonte: Regione Emilia-Romagna – Direzione Generale Agricoltura.
Figura 3.9 - Filiera Pomodoro - Prodotto generato (Ricavi delle vendite - valori in euro – produzione agricola = 100)
0 100 200 300 400 500 600 700 800 900
MEDIA 2004 2005 2006 2007 2008
Az. Orticole Altri fornitori Trasformazione Altri fornitori Distribuzione Dettaglio
Fonte: Regione Emilia-Romagna – Direzione Generale Agricoltura.
Figura 3.10 - Filiera Pomodoro - Valore generato (Risultato operativo - valori in euro – pro-duzione agricola = 100)
77
71
77 73
71
92
0 100 200 300 400 500 600 700 800 900 1000
MEDIA 2004 2005 2006 2007 2008
Fonte: Regione Emilia-Romagna – Direzione Generale Agricoltura.
Figura 3.11 - Filiera Pomodoro – Distribuzione del valore generato (Risultato operativo - va-lori in euro – produzione agricola = 100)
-10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0 90,0 100,0
2004 2005 2006 2007 2008
Fornitori az. Agricole Az. Orticole Altri fornitori Trasformazione Altri fornitori Distribuzione Dettaglio
Fonte: Regione Emilia-Romagna – Direzione Generale Agricoltura.
Figura 3.12 - Filiera Pomodoro – Redditività della filiera (ROI - Risultato operativo in rela-zione ai capitali investiti – valori percentuali)
0,0 1,0 2,0 3,0 4,0 5,0 6,0 7,0
2004 2005 2006 2007 2008
Fornitori az. Agricole Az. Orticole Altri fornitori Trasformazione Altri fornitori Distribuzione Dettaglio
Fonte: Regione Emilia-Romagna – Direzione Generale Agricoltura.
L’analisi della redditività dei capitali investiti, espressa in termini di risulta-to operativo per unità di capitale, conferma le indicazioni emerse dall’analisi della ripartizione del valore generato. Le aziende agricole, infatti, fino al 2007 hanno fatto segnare livelli di redditività decisamente inferiori a quelle degli operatori a monte e a valle, mentre nel 2008 la ripresa della redditività le col-loca su valori medi rispetto al complesso degli altri operatori (figura 3.12).
L’analisi della performance delle produzioni vegetali fa registrare, per l’anno 2009, una flessione del risultato rispetto a quello conseguito nel 2008 in termini di apporto alla PLV (-10,2%). Coltivazioni arboree ed erbacee hanno manifestato difficoltà soprattutto in termini di riuscita commerciale, eviden-ziando flessioni di redditività rispetto all’anno precedente (rispettivamente, -12,1% e -8,7%). Ai risultati positivi del comparto orticolo (che si è giovato di una buona performance produttiva, in grado di attutire gli effetti della contra-zione delle quotazioni e di incrementare dell’1,4% la redditività del comparto rispetto al 2008) e di quello delle colture industriali (sostenute da un soddisfa-cente risultato economico della frazione bieticola, che ha condotto ad un in-cremento pari al 6,1% della PLV per le piante industriali), si contrappongono la marcata flessione della redditività del settore frutticolo (-16,1%), dovuta allo scarso apprezzamento dei prodotti sul mercato, ed il crollo della PLV del comparto cerealicolo (-23,1%), sul quale hanno congiuntamente inciso la fles-sione produttiva e la contrazione delle quotazioni.
Sotto il profilo meteo-climatico, l’annata agraria si è caratterizzata per l’elevato regime pluviometrico dei primi mesi dell’anno, che ha mantenuto alti livelli di umidità nel terreno determinando problemi per i seminativi; le condi-zioni climatiche siccitose dei mesi estivi hanno creato difficoltà alle colture, per l’incremento dei processi evapotraspirativi. I fenomeni grandinigeni estivi hanno inciso su alcuni areali regionali provocando danni alla frutticoltura e ad alcune orticole, appesantendo il bilancio di un comparto fortemente penalizza-to dalla situazione congiunturale di crisi, da un processo di progressiva ridu-zione delle difese del mercato europeo dei prodotti agricoli e dal costante in-cremento dei costi di produzione, particolarmente significativi per i settori a più alta densità di investimenti.
A livello politico, si sottolinea lo svolgimento in Italia, nel 2009, del primo G8 agricolo, avente per obiettivo l’identificazione di percorsi comuni di uscita dalla crisi e di risoluzione dell’emergenza alimentare mondiale. All’incontro sono state portate le principali risultanze del G14 degli agricoltori, svoltosi in Italia su iniziativa della Federazione Internazionale dei produttori agricoli, e
articolatosi su vari temi, tra i quali: contrasto alle crisi alimentari; sostegno all’agricoltura; riequilibrio dei mercati; tutela del reddito. Sempre più pressanti sono le sollecitazioni alla costituzione di un G20 del comparto frutticolo, per affrontare i problemi comuni all’area mediterranea ed europea e per cogliere le opportunità che verranno dall’apertura, nel 2010, dell’area di libero scambio tra Nord Africa ed Europa.
In termini di azioni con riflessi diretti sul comparto, si cita la promulgazio-ne, a seguito dell’Health Check sulla PAC, di alcuni nuovi regolamenti comu-nitari, che hanno definito nuove prospettive finanziarie. In particolare, l’art. 68 del Reg. CE 73/09 ha introdotto una più flessibile forma di sostegno (sostegno specifico), rivolto a 5 tipologie di misure finanziabili (tra cui la protezione dell’ambiente e il miglioramento della qualità e della commercializzazione dei prodotti agricoli). L’accordo siglato tra Stato e Regioni ha poi definito il ripar-to dei fondi derivanti dall’art. 68, parte dei quali destinata ai setripar-tori bieticolo e olivicolo, in un’ottica di miglioramento della qualità dei prodotti. Dalla verifi-ca dello stato di salute della PAC è sverifi-caturita anche la decisione di aumentare il tasso di modulazione obbligatoria, orientando sui PSR le risorse destinate agli obiettivi definiti (cambiamento climatico; energie rinnovabili; gestione delle risorse idriche; biodiversità; ristrutturazione del settore lattiero-caseario). Per effetto delle nuove disposizioni, la Regione ha potuto contare su un incremen-to della dotazione finanziaria, ed erogare, sulla base degli obiettivi definiti in sede comunitaria, risorse straordinarie per alcune Misure del PSR (si ricorda-no, in particolare, la 123 e la 214).
Infine, ha assunto rilievo nell’annata il pronunciamento della Commissione Europea a favore dell’etichettatura d’origine dei prodotti agroalimentari. Tale approccio si inserisce tra le raccomandazioni formulate dalla Commissione per migliorare la comunicazione della qualità dei prodotti agricoli; accanto alle di-sposizioni sull’etichettatura, la Commissione ha proposto l’istituzione di un registro unico per le indicazioni geografiche e un rafforzamento della loro tu-tela, nonché la definizione di buone pratiche per i sistemi di certificazione pri-vati.