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La vite e il vino

La piovosità dei mesi autunnali del 2008 ha garantito il ripristino delle di-sponibilità idriche per le piante e le condizioni climatiche primaverili ed estive

hanno consentito un buon sviluppo vegetativo. Le elevate temperature dell’estate hanno portato precocemente le uve a maturazione e indotto l’anticipazione della fase di raccolta (che non ha subìto decurtazioni per effetto di fattori esogeni). Le fermentazioni sono risultate regolari, anche grazie all’andamento meteorologico di settembre, consentendo l’ottenimento di un prodotto di elevato livello qualitativo (vini rossi molto strutturati, e vini bian-chi con profumi ed aromi speciali). Nella considerazione della riduzione delle superfici a vigneto dovuta all’estirpazione degli impianti a seguito dell’applicazione delle misure previste dall’OCM vino, l’andamento del com-parto nell’annata agraria trascorsa ha fatto registrare una buona performance sotto il profilo quantitativo, ed altrettanto soddisfacente in termini qualitativi, con buone gradazioni zuccherine (superiori a quelle dell’annata precedente).

Sotto il profilo fitopatologico è stata riscontrata la presenza di infezioni di oi-dio e botrite, di marciume acido, di mal dell’esca e del disseccamento del ra-chide (provocato da squilibri idrico-nutrizionali); permangono le consuete di-sposizioni per la lotta obbligatoria alla flavescenza dorata della vite negli areali focolaio di infezione.

In termini produttivi, il comparto ha fatto registrare una pressoché genera-lizzata flessione delle superfici in produzione (fanno eccezione le province di Parma e Piacenza, nelle quali gli ettari a vigneto risultano, rispettivamente, uguali e leggermente superiori rispetto al 2008 - tabella 4.4). Tuttavia, i risulta-ti in termini produtrisulta-tivi sono, soprattutto per l’areale emiliano centro-occidentale, eccellenti, determinati da significativi incrementi di produzione di uve ai quali hanno fatto seguito aumenti della produzione vinicola piuttosto consistenti (Parma +7,7%; Bologna +12,4%; Modena e Reggio Emilia +20%;

Piacenza +27,8%). Appare più contenuto l’incremento produttivo delle zone orientali, che si caratterizzano anche per il risultato negativo conseguito dalla provincia di Ferrara in termini di vino prodotto (-3,3%).

L’analisi dell’andamento delle categorie vinicole mette in evidenza una si-tuazione molto simile, in termini di composizione dell’offerta vinicola regio-nale, a quella del 2008. Nella considerazione dell’incremento complessivo del-la produzione vinicodel-la e delle singole tipologie di vino (vino da tavodel-la +5,5%;

vino a IG +10%; vino VQPRD +15%), rimangono pressochè inalterate, rispet-to al 2008, le incidenze delle categorie vinicole sul rispet-totale, con la prevalenza di produzioni ad indicazione geografica (39%) ed un lieve incremento delle pro-duzioni DOC/DOCG (+2% sul totale rispetto al 2008), a scapito dei vini da ta-vola, che comunque rappresentano il 34% della totalità del vino prodotto nel 2009. La composizione dell’offerta vinicola vede la conferma della prevalenza dei vini rossi e rosati (56%), in leggero incremento rispetto al 2008 (+2%). In termini di mercato, deve registrarsi una marcata flessione delle quotazioni

Tabella 4.4 - Superfici e produzioni della vite per uva da vino in Emilia-Romagna Province

Superficie in produzione (ha) Produzione totale (100 kg) Uva vinificata (100 kg) Vino prodotto (hl) Variazione % 2009/08 2008 2009 2008 2009 2008 2009 2008 2009 sup. prod. vino Piacenza 6.213 6.256418.620 599.766418.120 598.766327.000 418.0000,69 43,327,8 Parma 824 82474.286 85.23274.286 85.23256.977 61.3600,00 14,77,7 Reggio E. 8.383 8.1771.300.7921.505.1891.300.7921.505.189900.000 1.079.000-2,46 15,719,9 Modena 7.428 7.2061.247.9041.465.3201.247.9041.465.320828.835 991.523-2,99 17,419,6 Bologna 7.111 6.8961.079.0001.218.7001.079.0001.218.700745.800 838.500-3,02 12,912,4 Ferrara 673 66499.604 99.60099.604 99.60077.252 74.703-1,34 0,0-3,3 Ravenna 16.459 15.8493.050.000 3.064.2553.050.0003.064.2552.109.500 2.156.119-3,71 0,52,2 Forlì 6.687 6.627768.789 791.707768.289 791.430598.850 603.861-0,90 3,00,8 Rimini 2.743 2.725282.959 286.882282.959 286.882209.389 229.506-0,66 1,49,6 TOTALE 56.521 55.2248.321.954 9.116.6518.320.9549.115.3745.853.603 6.452.572-2,29 9,510,2 Fonte: Regione Emilia-Romagna - Assessorato Agricoltura, Ambiente e Sviluppo Sostenibile.

(-9,2%), che ha annullato il soddisfacente risultato produttivo e qualitativo de-terminando un valore di PLV del comparto pressochè stazionario rispetto al 2008 (+0,1%). La flessione, provocata dalla riduzione dei consumi e dalla scarsa vivacità delle contrattazioni, ha raggiunto picchi negativi per le produ-zioni di vino da tavola (compresi tra -20% e -25%), e non ha risparmiato i vini a denominazione d’origine, incidendo in modo maggiore sul prodotto roma-gnolo (tabella 4.5).

Il settore ha vissuto un’annata contraddistinta dagli effetti della crisi (evi-denti sui consumi) e dall’incidenza delle misure ad esso applicate. Il comparto è infatti alle prese con una riorganizzazione derivante dalla nuova OCM, che ha visto, nel primo anno di applicazione, un significativo recesso degli inve-stimenti superficiali, sostenuti anche dagli incentivi all’espianto. Alle modifi-che introdotte dall’OCM si aggiunge, per l’Italia ed in relazione all’OCM stes-sa, la riforma della legge 164/92, legge “quadro” per il comparto vitivinicolo nazionale. La proposta di modifica della legge adegua la legge nazionale vi-gente alle innovazioni introdotte dall’OCM vino e ne opera una semplificazio-ne, ridefinendo le regole relative alle denominazioni, alle decisioni sulla quali-tà dei vini e le responsabiliquali-tà dei Consorzi di tutela; il testo è tuttavia apparso poco incisivo in termini di rilancio dell’efficacia della legge quadro rispetto al-le effettive esigenze dei produttori.

Come premesso, nel 2009 è giunta a completamento la riforma del compar-to, attraverso la messa a punto delle disposizioni relative a etichettatura e pro-tezione di DOP, IGP e Menzioni tradizionali, inserite nel nuovo registro co-munitario nel quale sono automaticamente transitati i vini DOC, DOCG e IGP dal 1 agosto 2009. La semplificazione del sistema di classificazione, protezio-ne, etichettatura e controllo dei vini mirava a tutelare i consumatori e ad in-crementare la trasparenza dei produttori, ai fini del miglioramento della qualità del comparto (confermato anche dal rafforzamento del sistema delle DOP e delle IGP). Tuttavia, alcuni elementi contenuti nei regolamenti europei hanno destato preoccupazione: le disposizioni relative all’etichettatura, che permetto-no a vini esteri di inserire in etichetta il permetto-nome del vitigpermetto-no (anche se appartenen-te a DOC e DOCG italiane), appaiono penalizzanti per le produzioni vitivini-cole di qualità, in quanto vengono sfruttate impropriamente sul piano com-merciale le indubbie valenze delle denominazioni italiane. Le ultime disposi-zioni della riforma si sommano alle adisposi-zioni strutturali e di mercato già operative (ristrutturazione dei vigneti, contributi all’estirpo, arricchimenti e distillazio-ni), alle quali si è aggiunta l’approvazione del decreto relativo alla promozione dei vini nei paesi terzi (misura cardine dell’OCM vino).

Tra le misure di programmazione per il settore si inserisce la formulazione del Programma nazionale di sostegno per il quinquennio 2008-2013. Il

programma, concordato tra Ministero, amministrazioni regionali e rappresen-tanti dei produttori, ha attivato la procedura di distillazione di crisi per l’annata 2009, così come ha avviato, con effetto dalla campagna 2009-2010, la misura della “vendemmia verde” (volta a fronteggiare le eccedenze di prodotto con soluzioni alternative rispetto alla distillazione di crisi) e la misura dell’assicurazione del raccolto. Il programma ha inoltre ridefinito, abbassando-le, le soglie relative ai valori dei progetti di promozione dei vini sui mercati e-steri, ed ha innalzato i contributi per ettaro per le attività di riconversione e ri-strutturazione dei vigneti.

A livello regionale, anche nel 2009 è stato istituito il bando per l’erogazione di fondi volti alla promozione dei vini emiliano-romagnoli sui mercati extra-europei; le risorse erogate dal bando 2008 sono state aggiudicate ad un raggruppamento di imprese, a sottolineare l’approccio strategicamente vincente dell’aggregazione. La Regione ha inoltre emanato la legge per la re-golarizzazione dei vigneti impiantati illegalmente fino al 1998, in recepimento

Tabella 4.5 - Prezzi alla produzione delle uve e dei vini rilevati sulle principali piazze regio-nali

(provincia di Ravenna) (€/kg) 0,22 0,19 -13,4 Uva bianca a I.G.T. di colle

(provincia di Bologna) (€/kg) 0,28 0,25 -10,7 Uva lambrusco di pianura

(provincia di Modena) (€/kg) - -

-Vino bianco da tavola gr. 11/12

(€/ettogrado) 3,71 2,79 -24,8 2,65 3,10

Vino rosso da tavola gr. 11/12

(€/ettogrado) 3,27 2,62 -19,9 2,45 3,00

Vino lambrusco di Sorbara D.O.C.

(provincia di Modena) (€/ettogrado) 4,99 4,77 -4,4 4,75 4,88 Vino Sangiovese D.O.C.

(provincia di Forlì) (€/ettogrado) 4,18 3,63 -13,2 3,10 4,00 Vino Trebbiano D.O.C.

(provincia di Forlì) (€/ettogrado) 3,70 3,07 -16,9 2,50 3,50 Vino Reno Pignoletto D.O.C.

(provincia di Bologna) (€/ettogrado) 7,50 7,30 -2,7 6,50 7,50 - dato non disponibile

Fonte: Camere di Commercio dell'Emilia-Romagna.

delle disposizioni contenute nei regolamenti europei relativi a OCM unico e organizzazione comune del mercato vitivinicolo.

Anche per il comparto vitivinicolo si impone la ricerca di strumenti per af-frontare la situazione contingente ed il futuro: la sostenibilità economica e l’internazionalizzazione sono approcci strategici imprescindibili per garantire al settore solidità e competitività.

Tra le novità del settore, si deve ricordare, per l’areale modenese, la revi-sione dei disciplinari dei lambruschi DOC e l’approvazione della proposta del-la nuova DOC “Modena”. Entrambe le azioni rientrano in un processo di ri-strutturazione del comparto vinicolo modenese, volto a sfruttare i vantaggi del-la sinergia tra prodotti di eccellenza e territorio. Anche l’areale romagnolo è stato protagonista di un’evoluzione nello scenario vinicolo, con la modifica del disciplinare della DOC “Colli di Rimini” e l’inserimento, al suo interno, di al-cune tipologie di Sangiovese.

4.4. I cereali

Per i cereali autunno-vernini l’avvio della campagna è stato funestato dalle avverse condizioni climatiche, che, prima con il clima secco e poi con le insi-stenti precipitazioni, hanno ostacolato le semine e le operazioni agronomiche, e determinato asfissia radicale e diradamenti delle piantine per via dei ristagni.

In primavera l’abbondanza delle piogge ha penalizzato le rese dei frumenti; le elevate temperature di maggio hanno forzato la maturazione delle cariossidi e sfavorito i processi fenologici in atto; le condizioni siccitose estive hanno in-fluito sulle colture a maggiore fabbisogno idrico (mais) per via degli elevati regimi evapotraspirativi. L’andamento climatico ha marcatamente influito sul-la performance delle varietà precoci ed in generale sulle rese massime poten-ziali. Sotto il profilo fitopatologico, sono da registrarsi sui cereali attacchi mo-desti di septoria ed infezioni contenute di ruggini, oidio e fusariosi. Sul mais è stata rilevata la Diabrotica, che per effetto della sua presenza per 2 anni conse-cutivi sul territorio regionale ha fatto dichiarare la regione “Zona infestata”. In termini produttivi, il comparto evidenzia una contrazione marcata e generaliz-zata delle superfici delle principali colture cerealicole, fortemente condizionata dalla flessione internazionale dei prezzi che, in sede di semina, ha dissuaso gli agricoltori, sempre più attenti alle ripercussioni del disaccoppiamento degli aiuti PAC sulle dinamiche di mercato (tabella 4.6). Le contrazioni degli inve-stimenti hanno riguardato in modo significativo i frumenti duro e tenero (ri-spettivamente, -8,3% e -9,9%), l’orzo (-14,8%) e il mais (-9,4%), e unitamente alla flessione delle rese indotta dall’andamento climatico, hanno provocato un

deciso peggioramento della performance produttiva del comparto, con perdite di produzione del 12,7% e del 20,7% (rispettivamente, per frumento duro e te-nero), del 16,6% per l’orzo e del 15,3% per il mais. In termini di investimenti superficiali, il 2009 ha visto una marcata flessione delle superfici a granoturco, determinata sia dalla dinamica dei prezzi, sia dal persistere sulla coltura degli effetti del disaccoppiamento, che nell’ultimo quinquennio ne ha ridotto le su-perfici a favore dei cereali a paglia. A giovarsi della flessione del comparto maidicolo sono state le colture oleaginose (soia e girasole), verso le quali si sono orientate le scelte degli agricoltori.

La performance dell’avena appare in linea con la flessione delle superfici destinate alla coltura (-5,8%); a fronte di rese pressoché immutate, il risultato produttivo è apparso flettente (-5,2%). Decisamente positivi sono, al contrario, i risultati quantitativi di sorgo e riso. Il sorgo si è giovato dell’incremento degli investimenti superficiali (+16,0%), che unitamente al miglioramento delle rese hanno favorito l’eccellente risultato produttivo (+17,4%). Gli incrementi della superficie a sorgo sono da collegarsi al sempre più frequente impiego della coltura nei progetti di riconversione per la produzione di biomassa. Anche per il riso l’annata è risultata piuttosto soddisfacente sotto il profilo quantitativo (+19,6%), legato all’incremento degli ettari destinati alla sua produzione (+19,6%). La performance positiva si allinea con quelle conseguite dagli altri paesi europei, ponendo il problema della collocazione del prodotto. In questo senso, agricoltori ed industriali hanno siglato un patto per evitare l’ingresso

Tabella 4.6 - Superfici e produzioni dei principali cereali in Emilia-Romagna

Produzioni

Fonte: Regione Emilia-Romagna - Assessorato Agricoltura, Ambiente e Sviluppo Sostenibile.

della concorrenza straniera nell’area europea, anche in vista di un probabile eccesso di offerta conseguente all’incremento delle superfici destinate alla col-tura. Si rimanda alle tabelle A4.6 in appendice per il dettaglio provinciale.

L’analisi del risultato di mercato evidenzia ulteriori elementi di criticità, che insieme alla performance quantitativa flettente, spiegano la forte perdita di valore produttivo del comparto (tabella 4.7).

Per il mais la tendenza alla riduzione internazionale dei prezzi è stata meno intensa, contribuendo ad una contrazione delle quotazioni del prodotto meno consistente (-5,2%), alla quale ha comunque fatto seguito una pesante perdita di redditività (-19,6%), acuita dalla flessione delle produzioni. Per le altre ce-realicole (frumenti, orzo, riso), sono stati registrati crolli delle quotazioni sul mercato compresi tra il 20% e il 25%, ai quali sono corrisposte pessime per-formance in termini di PLV soprattutto per le colture già penalizzate dalle con-trazioni del risultato produttivo (PLV frumento tenero -36,3%; PLV frumento duro -33,4%; PLV orzo -32,7%). In questo quadro, appare positivo il risultato del riso, che a fronte di un deprezzamento consistente (-24,6%), ha contenuto la perdita di PLV (-9,8%) grazie al buon andamento quantitativo; appare deci-samente soddisfacente la performance del sorgo, che giovandosi di un ottimo

Tabella 4.7 - Prezzi all'ingrosso dei cereali di produzione nazionale rilevati sulla piazza di Bologna (€/100 kg)

Produzioni Medie annue Var. % 2009/08

2008 2009 2008/2009 2009/2010 Frumento tenero

Fino 21,89 14,97 -31,6 18,35 14,46 -21,2

(lug.-dic.) (lug.-dic.) Frumento duro

Fino nazionale prod. Nord (a) 36,71 20,70 -43,6 26,93 20,43 -24,1 (lug.-dic.) (lug.-dic.) Mais

Nazionale comune (b) 19,48 13,79 -29,2 13,05 13,90 6,5

(ott.-dic.) (ott.-dic.) Orzo

Nazionale pesante (b) 20,61 13,58 -34,1 16,59 13,54 -18,4

(lug.-dic.) (lug.-dic.) Sorgo

Nazionale bianco (a) 18,19 13,23 -27,3 13,02 12,83 -1,5

(ott.-dic.) (ott.-dic.) (a) Franco partenza produttore

(b) Franco arrivo

Fonte: Associazione Granaria Emiliana-Romagnola.

andamento della produzione, ha contenuto gli effetti della contrazione delle quote di mercato (-11,1%), incrementando la sua redditività (+4,3%). Anche per il 2009 i cerealicoltori hanno potuto beneficiare del pagamento unico a-ziendale disaccoppiato e del pagamento supplementare dell’art. 69. Sul com-parto sono ricaduti gli effetti delle novità introdotte a seguito dell’Health Check sulla PAC; si ricordano in particolare: l’obbligo del disaccoppiamento totale dei seminativi dal 2010; le risorse aggiuntive derivanti dalla modulazio-ne; l’abolizione dell’aiuto specifico alla qualità del grano duro.

Sotto il profilo congiunturale, la campagna delle semine dei cereali ha ri-sentito della concomitanza dell’incremento del costo dei fattori di produzione e del crollo dei prezzi di mercato, al quale hanno contribuito anche l’ingresso di prodotto estero e probabili dinamiche speculative sui prodotti. Il livello de-gli stock mondiali, le importazioni e le fluttuazioni dei prezzi, nonchè le riper-cussioni di alcune scelte penalizzanti formulate a livello comunitario (nel caso del grano duro, l’UE ha deciso per l’abbassamento dei dazi all’importazione, fino ad azzerarli nel caso di import di prodotti di alta qualità da paesi terzi) hanno reso esplicita la necessità di difendere il settore e di rafforzare le siner-gie tra gli attori del comparto, sviluppando modelli contrattuali ed organizzati-vi in grado di ridurre la volatilità dei prezzi e di conferire stabilità. In termini di difesa, diventa fondamentale la regolamentazione delle importazioni; in termini di sinergie, è urgente la costituzione di filiere di settore, in grado di ga-rantire prezzi adeguati alla materia prima di qualità e di tutelare il valore del prodotto trasformato e della filiera di provenienza, nonché di stimolare l’approccio all’innovazione. In questo contesto si inserisce il Piano cerealicolo nazionale, che partendo dal recepimento delle novità emerse a seguito dell’Health Check e in un’ottica di complementarità rispetto al PSR, identifica le criticità del comparto e propone alcune linee di intervento: redditività e pro-cessi produttivi; riduzione della volatilità dei prezzi; trasparenza del mercato;

orientamento alla domanda; riorganizzazione; logistica; ricerca, sviluppo e sperimentazione. In questa direzione agisce il rinnovo del protocollo d’intesa tra Regione e Carisbo per il sostegno alla ricerca nel campo agricolo ed agro-alimentare, con particolare attenzione per il settore cerealicolo.

A livello strategico, le principali associazioni di categoria ed alcune impor-tanti cooperative regionali hanno siglato un accordo finalizzato al coordina-mento e alla gestione delle criticità della filiera cerealicola e di quelle delle proteoleaginose. La volatilità del mercato, le istanze di qualità e la difesa della marginalità di gestione sono i principali aspetti su cui l’accordo intende incide-re, attraverso l’impiego di accordi quadro, piani di sviluppo e contratti di filie-ra. A questo proposito si ricorda, per il 2009, il rinnovo dell’accordo tra Barilla e le organizzazioni di produttori di sementi e di grano duro.

In termini di valorizzazione si cita la pubblicazione del regolamento che at-tribuisce il marchio IGP al “Riso del Delta del Po”; il riconoscimento si inseri-sce tra le iniziative volte alla valorizzazione e alla protezione delle varietà lo-cali. In questo quadro assume rilievo il progetto di legge “Nuova disciplina del commercio interno del riso”, avente per obiettivo la tutela del patrimonio va-rietale italiano (non valorizzato dalla genericità della classificazione comunita-ria). La proposta di impiego delle denominazioni di vendita dei risi in etichetta costituisce un elemento strategico per la loro commercializzazione.