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Le quote latte

2.2. Lo scenario nazionale

2.2.3. Le quote latte

Il negoziato di revisione dell’OCM latte, concluso alla fine del 2008 nell’ambito dell’Health Check della Politica Agricola Comune, ha di fatto con-fermato la fine del regime delle quote latte, prevista per il 31 marzo 2015.

Al fine di accompagnare gradualmente il settore alla liberalizzazione pro-duttiva, l’Unione Europea ha disposto un aumento annuo dell’1%, per cinque anni, dei quantitativi nazionali di tutti gli Stati membri. Solo per l’Italia l’incremento è stato concesso in unica soluzione a partire dalla campagna lat-tiera 2009/2010. Ciò ha determinato un aumento di 547.881 tonnellate, pari al 5% del quantitativo nazionale garantito, che si è così assestato a 11.288.542

tonnellate. L’impegno, assunto dall’Italia in fase di negoziato, di destinare l’aumento di quota “a quei produttori che sono stati responsabili del supera-mento delle quote nazionali di latte” ha necessariamente comportato l’adozione di rilevanti modifiche nell’ordinamento normativo nazionale. I cri-teri, stabiliti nel 2003 dalla legge n. 119, per l’assegnazione di quote integrati-ve ai produttori di latte sono stati pertanto superati dall’entrata in vigore, nell’aprile 2009, della legge n. 33.

L’approvazione della legge 9 aprile 2009, n. 33 è stata accompagnata, fin dall’inizio del suo iter, da accese polemiche con aperto dissenso di molte Re-gioni e di quasi tutte le Organizzazioni del settore, con la mobilitazione del mondo agricolo, a sostegno dei produttori che con grandi sacrifici hanno ope-rato nel rispetto delle regole.

Il testo del decreto legge approvato dal Senato, modificato rispetto alla prima stesura, è stato oggetto di animate controversie nel corso del confronto alla Camera. A fronte di oltre cento emendamenti dibattuti in Commissione Agricoltura, la discussione in aula non ha portato ad alcun risultato condiviso, per cui il decreto, anche in vista della scadenza dei termini, è stato ritirato.

Successivamente il testo licenziato dal Senato è stato inserito come maxi-emendamento al decreto per le misure anticrisi sul quale il Governo, il 9 apri-le, ha ottenuto la fiducia.

La nuova normativa disciplina i seguenti aspetti:

 stabilisce i criteri di ripartizione delle quote aggiuntive;

 introduce una nuova rateizzazione del prelievo supplementare che anco-ra risulta inevaso;

 definisce nuovi criteri di restituzione del prelievo versato a fine campa-gna;

 istituisce un fondo da destinare ai produttori che hanno acquistato quo-te;

 attribuisce ad un Commissario straordinario nominato dal Governo le competenze delle attività di assegnazione e rateizzazione, con l’ausilio di Agea, escludendo di fatto il coinvolgimento delle Regioni.

Assegnazione delle quote aggiuntive

All’incremento del 5% derivante dal negoziato di revisione della PAC è stato sommato quello del 2% ottenuto nel 2008, e già utilizzato in compensa-zione (ma non ancora ripartito tra i produttori) per il periodo 2008/2009. Il quantitativo totale disponibile ammonta così a 757.881 tonnellate.

I criteri stabiliti dalla legge 33/2009 prevedono l’assegnazione alle aziende in produzione, che nel periodo 2007/2008 hanno realizzato consegne di latte

non coperte da quota, nei limiti del quantitativo prodotto in esubero ed al netto di quantitativi eventualmente venduti nelle campagne dalla 1995/1996 ad oggi.

Al proposito è opportuno ricordare che la produzione in esubero per la campa-gna in questione ammontava a oltre 873.000 tonnellate.

Le priorità per la ripartizione vedono al primo posto le aziende che nel 1995 subirono la riduzione della quota B, nei limiti della quota ridotta e non ancora riassegnata (negli anni precedenti furono effettuate dalle Regioni alcu-ne riattribuzioni di quota a questi produttori, proprio per “indennizzare”, alcu-nei limiti delle disponibilità, il taglio subito). Il quantitativo assegnabile non può comunque superare la quota ridotta effettivamente prodotta, calcolata sulla media delle ultime cinque campagne.

Subito dopo vengono tutte le altre aziende che nella campagna 2007/2008 hanno superato la propria quota; a queste sono assimilate quelle che hanno evitato l’esubero grazie ad affitti di quota in corso di periodo, nei limiti dell’esubero coperto dalla quota acquisita.

Al terzo gradino della scala delle priorità si trovano le aziende ubicate in montagna o in zona svantaggiata condotte da giovani agricoltori che nel 2007/2008 hanno realizzato produzioni oltre il proprio quantitativo, o non tito-lari di quota.

Da sottolineare che le quote ricevute, ad eccezione di quelle “compensati-ve” della quota B tagliata, non potranno essere vendute né cedute in affitto in corso di periodo fino alla conclusione del regime delle quote latte.

Il Commissario straordinario ha effettuato le assegnazioni in due momenti diversi, in quanto si è reso necessario un parere del Consiglio di Stato in meri-to ad alcuni dubbi interpretativi. Al termine delle operazioni, le quote attribuite a livello nazionale hanno raggiunto quasi 13.000 produttori per un quantitativo pari a oltre 736.000 tonnellate (tabella 2.1). In Emilia-Romagna le aziende che hanno beneficiato delle assegnazioni sono state 1.899, con quantitativi aggiun-tivi pari a 80.760 tonnellate (tabella 2.2).

Si evidenzia come i criteri introdotti dalla nuova legge, basandosi sui quan-titativi eccedentari della campagna 2007/2008, non rispecchino proporzional-mente i livelli produttivi delle diverse regioni. Infatti i produttori del Veneto e del Piemonte, che hanno conseguito una produzione complessiva inferiore a quella delle aziende emiliano-romagnole, hanno ricevuto una quota maggiore di quella assegnata ai produttori della nostra regione.

Rateizzazione del prelievo pregresso

Il secondo aspetto saliente della nuova legge riguarda, come si è detto, la possibilità di rateizzare le somme ancora dovute a titolo di prelievo

supplementare. Questa opportunità, concessa solo per somme superiori a 25.000 euro, con diversa durata (da 13 a 30 anni) e con differenti tassi d’interesse a seconda dell’entità del debito, è stata preceduta dall’intimazione delle somme esigibili (quindi non coperte da sospensione o da altro provvedi-mento giurisdizionale) e dalla contestuale interruzione, a cura di Agea, delle procedure di riscossione già in atto. Il provvedimento ha raggiunto 2.000 pro-duttori in tutta Italia (174 in Emilia-Romagna), per un importo intimato di ol-tre 730 milioni di euro (33,7 milioni nella nostra regione). Circa la metà dei produttori italiani con intimazione hanno aderito alla rateizzazione proposta, per un importo ipoteticamente recuperato pari a oltre 450 milioni. In Emilia-Romagna le adesioni sono state poco più di 20, corrispondente a circa 8 milio-ni. Questa attività ha tuttavia subito un rallentamento in quanto un gran nume-ro di pnume-roduttori ha impugnato l’intimazione presso il TAR del Lazio che ha

Tabella 2.1 - Distribuzione delle quote latte (quota consegne) a livello regionale - Campagne lattiere dal 2007/2008 al 2009/2010 (tonnellate)

Regioni

campagna 2007/2008 campagna 2008/2009 campagna 2009/2010

quota fine

Piemonte 770.927 905.627 788.596 879.860 105.957 876.444 Valle d'Aosta 41.061 32.011 41.765 32.717 386 41.316

Lombardia 4.029.202 4.360.703 4.024.734 4.304.001 340.264 4.365.222 Prov. Aut. Bolzano 402.168 383.738 402.060 366.549 17.517 420.094 Prov. Aut. Trento 140.229 132.066 139.925 128.031 3.073 144.821

Veneto 1.053.085 1.156.197 1.042.201 1.130.233 103.633 1.160.152 Friuli Venezia G. 236.830 259.021 233.835 249.257 18.849 254.662

Liguria 6.913 4.092 5.940 3.512 2 5.279

Emilia-Romagna 1.621.462 1.676.599 1.591.438 1.607.878 80.760 1.695.242

Toscana 73.736 70.200 71.107 65.548 733 76.873 Umbria 63.795 62.521 63.868 61.210 1.825 67.944 Marche 46.900 44.609 43.561 40.656 1.113 50.587 Lazio 393.382 395.655 389.969 377.793 12.118 407.869 Abruzzo 86.534 80.120 84.921 76.637 1.039 86.442 Molise 84.792 78.047 83.659 74.473 1.445 84.306 Campania 261.088 240.461 261.926 232.584 4.307 274.097 Puglia 314.913 346.426 321.479 357.832 29.789 347.704 Basilicata 112.483 110.216 114.926 115.562 2.359 118.701 Calabria 60.829 57.115 62.655 56.948 1.161 66.654 Sicilia 181.280 174.652 185.261 178.529 4.127 188.813 Sardegna 232.429 234.381 231.451 227.756 6.143 238.618 TOTALE 10.214.038 10.804.457 10.185.277 10.567.566 736.600 10.971.840

Fonte: Regione Emilia-Romagna - Direzione Generale Agricoltura. Elaborazioni su dati AGEA.

Tabella 2.2 - Distribuzione delle quote latte (quota consegne) a livello provinciale (Emilia-Romagna) - Campagne lattiere dal 2007/2008 al 2009/2010 (tonnellate) Province campagna 2007/2008campagna 2008/2009assegnazioni 2009/10 L. 33/09quota 1/4/2009 + assegnaz. L. 33/09 quota fine periodo

produzione rettificata quota fine periodo produzione rettificata assegnatari

tonn. assegnate Piacenza 238.107 251.051 237.600 247.983 197 13.721 252.300 Parma495.692 515.133 485.269 493.012 559 27.648 526.019 Reggio nell'Emilia 473.527 484.466 465.549 465.393 610 20.328 490.677 Modena 294.104 304.940 288.027 289.251 410 14.933 300.629 Bologna73.684 73.241 70.996 68.907 87 2.318 78.046 Ferrara22.634 24.332 20.642 21.148 19 1.374 22.288 Ravenna16.758 16.594 16.640 15.806 6 244 17.367 Forlì-Cesena 4.506 4.388 4.414 4.154 7 166 5.749 Rimini 2.451 2.454 2.301 2.224 4 28 2.167 Totale 1.621.462 1.676.599 1.591.438 1.607.878 1.899 80.760 1.695.242 Fonte: Regione Emilia-Romagna - Direzione Generale Agricoltura. Elaborazioni su dati AGEA.

sospeso il procedimento.

Criteri di restituzione del prelievo versato

La nuova situazione, innalzando il quantitativo nazionale garantito a oltre 11,2 milioni di tonnellate, ha di fatto riequilibrato la quota nazionale alla pro-duzione effettiva, sempre rimasta al di sotto degli 11 milioni di tonnellate. Ciò dovrebbe finalmente mettere fine, a meno di imprevedibili impennate produt-tive, agli ingenti esborsi verso le casse dell’Unione di cui l’agricoltura italiana ha dovuto farsi carico sin dall’inizio dell’applicazione del regime delle quote latte.

La legge 33/2009 ha apportato modifiche anche ai criteri di restituzione del prelievo versato. Infatti, immediatamente dopo i produttori di montagna, delle zone svantaggiate e che hanno subito il blocco della movimentazione per cau-se sanitarie, già sancite dalla normativa precedente, il nuovo ordinamento in-troduce le seguenti priorità: aziende che non hanno superato il livello produtti-vo conseguito nella campagna 2007/2008 e aziende che non hanno superato di oltre il 6% la propria quota.

I requisiti appena descritti sono essenziali per entrare nei calcoli della resti-tuzione nazionale; qualora un produttore non rientri in una delle casistiche menzionate, rimane escluso dalla restituzione, e le somme versate mensilmen-te a titolo di prelievo supplementare vengono comunque tratmensilmen-tenumensilmen-te da Agea.

Le somme non restituite dovrebbero confluire in un fondo per gli interventi nel settore lattiero-caseario, che però nel corso del 2009 non è stato attivato.

Da notare la scomparsa di fatto del beneficio di compensazione per le a-ziende che nel 1995 subirono la riduzione della quota B, indipendentemente dall’entità delle assegnazioni ricevute.

La campagna lattiera 2008/2009

La produzione nazionale consegnata ai caseifici nel periodo 2008/2009 si é attestata a 10.567.566 tonnellate, il livello più basso dal 2001 ad oggi. Il de-cremento produttivo è imputabile alle forti tensioni a cui è sottoposto, ormai da anni, l’intero comparto; problemi riconducibili sia a fattori congiunturali, particolarmente aggravati dalla recente crisi economica, sia ad aspetti struttu-rali che hanno richiesto, e ancora stanno richiedendo, al settore un importante sforzo di riorganizzazione per mantenere la competitività sul mercato.

La scarsità di latte prodotto, congiuntamente all’aumento di quota del 2%, utilizzato, come detto in precedenza, per i calcoli di restituzione ha generato un prelievo supplementare dovuto all’Unione Europea di poco più di 45 mi-lioni di euro, coinvolgendo 613 aziende. Si tratta della somma di gran lunga

più bassa dall’inizio del regime.

A livello regionale questa tendenza viene rispettata: il prelievo in consegne si è attestato sui 2 milioni di euro, imputato a 28 produttori. Infatti, a fronte di una quota a disposizione dei produttori di circa 1.591.000 tonnellate, la produ-zione ha raggiunto circa le 1.608.000 tonnellate. Tra le regioni a più elevata vocazione lattiera, l’Emilia-Romagna, che rappresenta oltre il 15% del prodot-to nazionale, si rivela quella con il minor prelievo imputaprodot-to: appena il 4,5%

del debito totale. Le province nelle quali si è concentrata la produzione sono, ancora una volta, quelle del comprensorio del Parmigiano Reggiano, (Parma - 493.000 tonnellate, Reggio Emilia - 465.000 e Modena - 290.000), che da sole sfiorano l’80% del latte regionale.

Nella campagna lattiera 2008/2009, per la terza volta dall’entrata in vigore del regime, la produzione nazionale in vendite dirette ha superato la quota di-sponibile. Infatti le 335.000 tonnellate prodotte hanno generato un esubero di oltre 7.000 tonnellate, per un prelievo supplementare di 1.985.000 euro, impu-tato a 277 produttori. La nostra regione ha concorso in maniera evidente a de-terminare questa eccedenza: infatti, con una produzione di 129.000 tonnellate, l’Emilia-Romagna ha superato la propria quota di 3.500 tonnellate (il 49% del totale nazionale), con un conseguente prelievo di 974.000 euro, da ascriversi a 64 produttori.

Il riequilibrio fra quantitativi di riferimento e produzione raggiunto a livello nazionale dovrebbe facilitare l’attuazione della normativa sulle quote latte nei suoi ultimi anni di applicazione. Il contenzioso accumulato e gli ingenti prelie-vi pregressi che gravano ancora su diversi produttori condizioneranno tuttaprelie-via ancora per parecchi anni il settore che deve, tra l’altro, iniziare a prepararsi ad affrontare le problematiche che sorgeranno nel periodo “dopo quota”.

3.1. L’andamento congiunturale dei redditi agricoli nell’Unione