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la mente, propria e altrui, lungo percorsi intenzionali”

CAPITOLO 5 IL METODO SIGLO

5.2 Le caratteristiche del metodo

Il metodo Siglo si sviluppa a partire da un cambio di prospettiva: insegnare a leggere e scrivere non significa trasmettere una tecnica, ma far apprendere un linguaggio che consenta di comunicare e comprendere l’esperienza, così come accade per il linguaggio parlato (Vygotskij, 1987). Il linguaggio alfabetico, così come quello parlato, è un sistema di significati: i segni arbitrari possono essere compresi solo se vi è stata una condivisione. Nell’apprendimento della letto-scrittura sono coinvolti due processi di astrazione, il primo per le parole parlate rispetto alla realtà, il secondo per le parole scritte che si riferiscono a quelle parlate (Vygotskij, 1992). ‘Il rapporto tra linguaggio parlato e linguaggio alfabetico è quindi di dipendenza: il secondo è originato dal primo e ricava da esso struttura e finalità” (Meneghello & Girelli, 2016, p. 15).

Il cambio di prospettiva che sta alla base del metodo Siglo, conduce ad intendere il processo di alfabetizzazione un’occasione di maturazione delle capacità cognitive, sociali e personali, integrando l’acquisizione strumentale con i significati dell’esperienza del bambino all’interno dei contesti comunicativi. Il linguaggio scritto è considerato in stretta connessione con quello parlato e si ritiene che possa essere appreso per scoperta autonoma, riconoscendo un ruolo centrale alla motivazione intrinseca e alla gratificazione personale, senza il ricorso ad un sistema di ricompense esterne. In questo processo l’adulto ha il compito di creare occasioni congrue e accompagnare emotivamente il bambino (Montessori, 2008).

Nell’insegnamento tradizionale le parole vengono considerate scritte per lettere e questo richiede al bambino un grande sforzo per scindere i suoni sillabici in elementi letterali (nella scrittura) e per fondere tali elementi in suoni sillabici (nella lettura). Il bambino è impegnato quindi in una complessa attività di decifrazione che richiede un livello elevato di astrazione. Questo comporta una riduzione di energie per l’attività di comprensione e poiché i suoni sillabici sono naturalmente inscindibili, diventa necessario un insegnamento formale da parte dell’adulto, quello che Meneghello chiama ‘addestramento’ o

‘imparamento’ (Meneghello, 2011). Utilizzando la lettera come unità base della parola scritta siamo portati a pensare al linguaggio alfabetico in modo

indipendente dal linguaggio parlato e a concentrare l’attenzione sul suo aspetto strumentale, mettendo da parte la funzione comunicativa ed espressiva.

Il processo di alfabetizzazione può diventare un apprendimento per scoperta attuato in modo autonomo se forniamo ai bambini la possibilità di utilizzare la corrispondenza con il linguaggio parlato. La reciprocità tra i due linguaggi esiste solo a livello di sillaba globale, per cui il metodo Siglo utilizza la corrispondenza tra fonosillabe del linguaggio parlato e grafosillabe del linguaggio scritto. La fonosillaba è l’unità base funzionale della parola parlata, ossia la sillaba a livello sonoro, mentre la grafosillaba è il segno unico che corrisponde al gruppo di lettere che rappresenta la sillaba sonora.

I suoni linguistici corrispondenti agli impulsi fonici sono percepiti globalmente. Il nostro orecchio è in grado di cogliere i suoni sillabico-globali (Fonosillabe), mentre i suoni letterali non hanno un’indipendenza fonica e non sono percepibili singolarmente. Per questo motivo è più naturale apprendere la letto-scrittura per suoni sillabico-globali che non per suoni letterali (Meneghello

& Girelli, 2016b, p. 51). Le ricerche di Ehri (Ehri et al., 2001) misero in evidenza come la lettura si avvantaggi del riconoscimento di gruppi sillabici e intersillabici. L’utilizzo delle sillabe globali porta il bambino, nelle fasi iniziali di alfabetizzazione, a percepire gli insiemi di lettere corrispondenti alle sillabe come un segno unico, permettendogli di accedere in modo autonomo al linguaggio alfabetico attraverso la corrispondenza con il linguaggio parlato.

Lo schema di figura 6 illustra la differenza tra il metodo SiGlo ed il metodo tradizionale.

Dalle lettere B A

Alla sillaba sintetica BA Dalla sillaba globale BA

Alle lettere B A

Metodo tradizionale: astrazione, insegnamento, motivazione estrinseca

Metodo Siglo: per scoperta, in autonomia, motivazione intrinseca

Figura 6: differenza tra metodo Siglo e metodo tradizionale.

Il metodo ortogenetico fa ripercorrere al bambino il percorso evolutivo delle varie forme di scrittura: dai primi pittogrammi e scritture ideografiche, passando per le scritture fonetiche sillabiche in cui il segno rappresenta la sillaba parlata, per approdare alla scrittura alfabetica, in cui viene persa la corrispondenza con i suoni del parlato. Il bambino arriverà in autonomia a cogliere la presenza delle lettere, osservando che alcune grafosillabe si somigliano, così come le rispettive fonosillabe.

Un’altra caratteristica della metodologia è la contemporaneità di apprendimento dei processi di lettura e di scrittura: “i bambini arrivano alla c o m p e t e n z a d e l l a l e t t u r a e d e l l a s c r i t t u r a a t t r a v e r s o u n u n i c o processo” (Meneghello & Girelli, 2016b, p. 128). La corrispondenza tra suoni e segni a livello di sillaba globale permette al bambino di procedere in parallelo con le capacità di codifica e decodifica. La differenza tra le due competenze è relativa alla manualità, che si sviluppa più lentamente rispetto alla capacità di codifica/decodifica, poiché è necessaria la maturazione della coordinazione degli apparati neuro-muscolari relativi alla motricità fine. E’ quindi opportuno distinguere tra la scrittura manuale e

la scrittura funzionale, quest’ultima procede in parallelo con la lettura, mentre la prima se ne differenzia. Il metodo prevede quindi la costruzione di attività attraverso cui i bambini p o s s a n o e s s e r e s u p p o r t a t i nell’implementare le loro competenze di scrittura funzionale mediante grafie prefabbricate. Un esempio di queste attività è il ‘gioco delle bustine’, in cui sono fornite buste con i pezzi delle parole riuniti in famiglie fonosillabiche ed è possibile ricostruire i nomi scegliendo tra i singoli pezzi sciolti (figura 7).

Figura 7: esempio di materiale per il ‘gioco delle bustine’ (Meneghello & Girelli 2016c).

Il metodo Siglo ha un approccio globale alla persona, considerando le competenze cognitive, affettive e motivazionali. La finalità educativa è “far fiorire tutte le diverse potenzialità del bambino” (Meneghello & Girelli, 2016c, p. 20) Il linguaggio alfabetico è considerato un mezzo attraverso cui comunicare i propri bisogni, i propri desideri e la propria esperienza all’interno di interazioni significative cariche di affettività.

5.3 Accompagnare l’alfabetizzazione emergente: il coinvolgimento