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CAPITOLO 3 LA LETTO-SCRITTURA

3.6 Le funzioni della lettura e della scrittura

Insegnare a leggere e scrivere è spesso considerato un compito scolastico fondamentale, ma poche volte ci si interroga sul suo significato. La scrittura è un artefatto socioculturale la cui acquisizione è necessaria per interagire nel mondo, l’obiettivo della letto-scrittura è formare cittadini capaci di

interagire nelle situazioni della realtà in cui è coinvolta la lingua scritta (Teruggi, 2019). “Leggere e scrivere rappresentano la quintessenza delle competenze di cittadinanza” (Cisotto & Rossi, in Castoldi & Chicco, 2017, p. 12).

L’apprendimento del codice scritto rientra all’interno della competenza comunicativa, che può essere considerata la capacità di comunicare efficacemente, appropriatamente e correttamente, unita alla consapevolezza del perché certi messaggi sono efficaci, appropriati e corretti, ovvero la metacompetenza (Balboni, 2015). Considerare l’alfabetizzazione parte della formazione della competenza comunicativa, conduce a considerarne la dimensione linguistica, socioculturale e pragmatica. Il sistema di scrittura è fortemente connotato culturalmente, è interconnesso con il linguaggio ma allo stesso tempo ha caratteristiche proprie rispetto alla lingua parlata. Bruner (1973, p.80) riferendosi ad esso parla di “lontananza di riferimento”, per indicare la complessità del legame scrittura-significato, dovuta al fatto che i contesti linguistici sono lontani da riferimenti immediati. La capacità di sfruttare le potenzialità della lingua scritta dipende dalla conoscenza delle sue peculiarità, che non riguardano solo la trascrizione, ma la modalità stessa di organizzazione delle informazioni e delle parole nel testo (Tornatore, 1991). La lingua scritta non è mera trascrizione della lingua parlata, perché è utilizzata in contesti diversi, ha funzioni diverse e di conseguenza necessita di conoscenze specifiche per essere padroneggiata.

La scelta delle strategie di insegnamento-apprendimento della letto-scrittura deve tenere in considerazione la complessità di questa acquisizione, attraverso uno sguardo olistico che coinvolge le sue diverse dimensioni.

L’alfabetizzazione è fattore centrale dello sviluppo cognitivo, ma anche forma di socializzazione (Cisotto, 2017), leggere e scrivere sono pratiche sociali. La scrittura non può essere ricondotta alla sola padronanza del codice, ma è anche “conoscenza di strategie, regole, strutture, generi che riguardano il testo scritto” (Pontecorvo, 1991, p. 45). Scrivere un testo, qualunque esso sia, non significa solo trasporre delle parole su un foglio, ma avere chiaro chi è il destinatario, lo scopo e di conseguenza come organizzare quanto si vuole comunicare. La lettura non è semplicemente la decodifica che permette di

passare dai segni scritti alle parole orali, essa dovrebbe avere come fine l’appropriazione di quanto si legge, per permettere l’inserimento nelle pratiche sociali.

Essendo l’alfabetizzazione parte della competenza comunicativa, essa va considerata come una capacità di agire socialmente con la lingua attraverso il codice scritto, richiede quindi competenze linguistiche, extralinguistiche, socio-pragmatiche e interculturali (Balboni, 2015). La lingua scritta è condizionata dall’uso che ne viene fatto all’interno del contesto sociale, poiché ogni atto comunicativo è costruito sulla base delle intenzioni dei soggetti ed influenzato dalla cultura di riferimento (Teruggi, 2019).

Lettura e scrittura hanno diverse funzioni, ognuna delle quali prevede l’attivazione di strategie ed abilità specifiche. Si può leggere per farsi un’idea globale del testo, per seguire istruzioni, per trarre un’informazione precisa, per ampliare le proprie conoscenze, per revisionare un testo, oppure per svago (ivi).

Conoscere lo scopo della lettura in ogni contesto aiuta a gestire il processo in modo più funzionale. La scrittura può servire per lasciare una testimonianza, comunicare a distanza, dare istruzioni, esprimere sentimenti ed emozioni, oppure giocare con la lingua (ivi). Saper individuare l’obiettivo della scrittura in un determinato contesto, permette di produrre testi adeguati alla situazione di comunicazione.

Quando guidiamo i bambini nel processo di alfabetizzazione è necessario quindi pensare ad attività didattiche che facciano loro scoprire gli usi e le funzioni della lingua scritta, rispecchiando pratiche autentiche di scrittura e lettura, affinché possano cogliere il senso di questo oggetto culturale (Teruggi, 2019). Queste pratiche autentiche sono riconducibili ai ‘compiti di realtà’ (ivi):

considerando il codice scritto un oggetto sociale, il suo insegnamento dovrebbe rispecchiarne gli usi culturali ed avvenire con modalità contestualizzate. Risulta importante condurre i bambini ad interrogarsi sulle motivazioni che spingono a scegliere un testo scritto piuttosto che una comunicazione orale o un disegno, organizzando situazioni che ne fanno cogliere l’utilità, al fine di acquisire abilità linguistiche che non siano fini a sé stesse. La motivazione ad imparare sarà maggiore se gli atti di scrittura vengono inseriti in situazioni in cui risultano più

funzionali rispetto agli atti linguistici: attività in cui non è possibile una comunicazione diretta o in cui è necessaria una registrazione (Tornatore,1991).

E’ importante far cogliere la peculiarità del testo scritto, esso può essere riletto, riesaminato, rielaborato, discusso (ivi). E’ inoltre importante creare occasioni che sviluppino la consapevolezza della necessità di modificare il registro linguistico e l’organizzazione del testo in base alla funzione che esso assume.

Queste pratiche contribuiscono a formare quello che Cisotto (2007) chiama

“senso del lettore”. Questa abilità può essere coltivata fin dalla scuola dell’infanzia, età in cui i bambini mostrano già di comprendere il ‘potere’ della scrittura e la sua funzionalità (dialoghi in Teruggi, 2019). La capacità di utilizzare uno strumento è legata alla consapevolezza del suo utilizzo e alla possibilità di padroneggiarlo (Tornatore, 1991). Il bambino quindi dovrebbe imparare a scrivere motivato dagli obiettivi che questa abilità permette di raggiungere, così come impara a parlare all’interno di contesti in cui coglie la funzionalità di questo strumento (ivi).

Dare importanza alla funzione dei testi e agli scopi significa anche mettere in rilievo il paratesto, ovvero “gli elementi testuali e grafici che fanno da supporto al testo” (Teruggi, 2019, p. 156). Il carattere di scrittura, l’illustrazione che accompagna il testo, la sua organizzazione in titoli e sottotitoli, si modifica in base allo scopo di chi scrive ed è elemento centrale per supportare la comprensione e cogliere gli intenti comunicativi. Nelle aule scolastiche è poco diffusa la pratica di far prestare attenzione alla struttura e alla modalità di costruzione dei testi, nell’approcciare il codice scritto non viene stimolato nessun contatto con le funzioni del leggere e dello scrivere. (Pontecorvo, 1991).

Sarebbe utile promuovere situazioni che consentano ai bambini di analizzare attivamente il testo che hanno davanti, potendo coglierne le caratteristiche peculiari e gli elementi distintivi che guidano nell’individuarne la funzione.

Attraverso pratiche didattiche di questo tipo, gli alunni possono scoprire gli scopi della lettura, le circostanze in cui essa diventa utile o necessaria, il tipo di testi che sono utili nella vita quotidiana e le relative proprietà testuali (Teruggi, 2019). In questo modo i bambini possono prendere consapevolezza della dimensione socioculturale della letto-scrittura, supportando così lo sviluppo

della competenza comunicativa. Imparare a leggere e scrivere dovrebbe essere considerato come “un appropriarsi di un insieme di pratiche culturali relative ai testi scritti […] in situazioni condivise” (Wells, 1990).