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la mente, propria e altrui, lungo percorsi intenzionali”

CAPITOLO 6 LA MIA ESPLORAZIONE

6.4 Gli strumenti

Gli strumenti utilizzati hanno permesso di raccogliere dati per la valutazione in itinere e per quella finale, che è stata svolta attraverso il supporto della rubrica valutativa. La raccolta dati è stata svolta coerentemente con la pedagogia montessoriana, non forzando i bambini ad una prestazione, ma lasciandoli liberi di agire, raccogliendo documentazione e narrazioni attraverso la metodologia della narrative inquiry. Le osservazioni hanno riguardato sia l’agire dei bambini che quello dell’insegnante ed il contesto che essa struttura, poiché l’esperienza formativa avviene all’interno di un’ecosistema cui appartengono allievi, educatori e contesto, e tutti ne influenzano gli esiti (Castoldi, 2020).

Sono state quindi utilizzate osservazioni e diari di bordo, supportati da griglie contestualizzate in questa particolare esperienza. Questi strumenti sono stati accompagnati da foto, video e registrazioni audio, al fine di aiutare la rammemorazione, la rielaborazione dell’esperienza, e la condivisione.

6.4.1 Il diario di bordo

Il diario di bordo è uno strumento utile nella ricerca educativa: esso guida l’esplorazione del contesto fornendo una struttura di supporto. Rispetto all’osservazione seguita dalla narrazione, in cui il fulcro è rappresentato dal rammemorare in un momento successivo all’esperienza stessa, il diario di bordo suddivide l’esplorazione in tre momenti differenti: prima, durante e dopo l’intervento. Il primo momento prevede alcune riflessioni anticipatorie guidate da domande stimolo, che conducono a riassumere ciò che già si conosce del contesto e a definire quello che si vuole indagare in una precisa esplorazione.

Questo primo momento prevede inoltre la scelta degli strumenti che si utilizzeranno per l’osservazione. Il secondo momento coinvolge l’attività esplorativa vera e propria di cui vengono raccolti gli elementi più significativi attraverso griglie, appunti, mappe, foto o video. Infine il momento conclusivo richiede riflessioni didattiche e professionali su quanto osservato, attraverso alcune domande stimolo che portano l’attenzione sui saperi teorico-pratici che possono derivare dall’osservazione. Questa struttura del diario facilita la raccolta di riflessioni pre e post intervento, osservando il processo in atto, e allo stesso tempo si configura come ‘luogo di autocomprensione’, che permette di

‘guardare a distanza’ quello che accade nell’esperienza (Mortari, 2007)

Le mie esplorazioni ed osservazioni sono state talvolta guidate dalla compilazione di un diario di bordo libero, che non ha previsto il momento riflessivo pre-intervento, ma solo la narrazione successiva. Altre volte ho utilizzato il modello completo ed in questi casi gli strumenti utilizzati sono state alcune griglie fornite nel percorso di tirocinio (allegato 1) ed una griglia costruita da me relativa al comportamento dell’insegnante (allegato 2). Alcune volte ho seguito lo schema di Bales, che guida nell’osservazione di comportamenti socio-affettivi dei bambini; il sistema di Flanders, che fornisce categorie per

indagare la comunicazione insegnante-allievo; la griglia d’osservazione di DaCorino e Napoletano, che propone altri descrittori per analizzare gli atti comunicativi. L’osservazione dei comportamenti della tutor ha condotto all’elaborazione di un’ulteriore strumento, che racchiude indicatori riguardanti l’agire dell’insegnante, la sua predisposizione dell’ambiente e i suoi atteggiamenti. Questa griglia l’ho poi utilizzata come strumento per le osservazioni del mio agire durante gli interventi. E’ stata necessaria la costruzione di questo strumento contestualizzato per poter prestare attenzione alla sintonia dei miei comportamenti rispetto alla pedagogia montessoriana.

6.4.2 Osservazioni

“Agli insegnanti competono la responsabilità della valutazione e la cura della documentazione […]” (MIUR, 2012, p.19). Elemento centrale della documentazione sono le osservazioni, accompagnate da video e fotografie.

Montessori afferma che osservando il bambino è possibile assecondare le sue linee di sviluppo (Montessori, 1949). Nel mio percorso di ricerca, ho quindi trascritto al termine di ogni incontro quello che avevo osservato, affiancandolo ai miei pensieri e riflessioni, affinché diventasse un racconto in cui fosse narrato

‘quello che si fa e quello che si pensa’ (Mortari, 2007). Ho narrato i fatti accaduti, le azioni dei bambini, le mie e quelle dell’insegnante, ma anche i pensieri e le emozioni che emergevano e le riflessioni che mi nascevano.

Questo mi ha permesso di ricostruire il percorso di ricerca seguendo lo sviluppo dei bambini ed allo stesso tempo di ricostruire gli orizzonti di significato per i partecipanti (ivi).

Le osservazioni sono state seguite dalle mie narrazioni per quasi tutti gli incontri in sezione, mentre in ambito domestico ogni resoconto ha riunito più momenti di osservazione.

Per le osservazioni in sezione ho utilizzato due griglie: una relativa ai bambini, che mi ha guidato nel prestare attenzione sia agli aspetti dell’apprendimento, sia a quelli emotivi e sociali (allegato 3), e una per l’osservazione del mio agire, che mi ha aiutato ad affinare la capacità di sintonizzarmi con la pedagogia montessoriana (allegato 2). Le griglie hanno

rappresentato una ‘guida per l’occhio’, orientando l’osservazione su aspetti relativi agli obiettivi dell’azione educativa (Girelli, a.a. 2017-2018b). Tali griglie sono state utilizzate poi per un’analisi quantitativa a livello di classe, affiancata da analisi qualitative riferite ai singoli bambini.

In riferimento alle osservazioni in ambiente domestico, non ho elaborato una griglia di riferimento, ma ho utilizzato l’annotazione ‘carta-matita’, per allargare lo sguardo il più possibile e cogliere il fenomeno nel modo più fedele, nonostante il mio profondo coinvolgimento (Castoldi, 2012). Questa modalità è risultata più adeguata all’interno dello studio di caso, perché in questo contesto erano maggiori le situazioni in cui io non ero impegnata in attività educative in modo diretto.

6.4.3 Le tavole di Kuno Beller

Le tavole di Kuno Beller sono uno strumento di osservazione che aiuta nel costruire un profilo di sviluppo del bambino, evidenziando le aree in cui mostra maggiore motivazione e competenze. La compilazione di tali profili permette di proporre attività ed esperienze basate sulle loro preferenze ed attitudini (Beller, 1995). L’efficacia delle attività messe in atto può essere poi verificata attraverso le variazioni che si osservano nelle rispettive aree delle tavole. Questo strumento è utile per la conoscenza dei bambini, può quindi essere di supporto nell’attività di valutazione alla scuola dell’infanzia, conducendola ad essere formativa e guidando nel descrivere e documentare i processi di crescita (MIUR, 2012). La valutazione diventa così ‘per i bambini’,

“[…] orientata a esplorare e incoraggiare lo sviluppo di tutte le loro potenzialità.” (MIUR, 2012, p. 24).

Il test delle tavole di Kuno Beller prevede una serie di domande, suddivise in otto aree: dominio delle funzioni del corpo, consapevolezza del mondo esterno, sviluppo sociale ed emotivo, gioco, linguaggio, sviluppo cognitivo, motricità generale e motricità fine. Le domande di ogni area sono suddivise in 14 fasi, che seguono indicativamente l’età del bambino. Ho utilizzato le tavole selezionando le domande sia in base all’età, sia considerando gli ambiti che avrei potuto osservare in classe durante le attività. Ho inoltre scelto un maggior

numero di domande per le aree più attinenti al mio progetto: sviluppo sociale ed emotivo, gioco, linguaggio, sviluppo cognitivo e motricità fine. Ne è derivato uno strumento osservativo (allegato 4), che mi ha permesso di comprendere l’individualità di ogni bambino. Ho potuto così costruire proposte adatte, che risultassero idonee ai diversi percorsi tenendo in considerazione le loro motivazioni (ivi). Ho poi utilizzato il test al termine del percorso di ricerca, per valutare l’efficacia del progetto messo in atto. Esso è quindi risultato uno strumento per considerare la capacità dell’ambiente di sintonizzarsi con i bisogni del bambino. L’utilizzo delle tavole mi ha quindi guidato sia nel calare il progetto Siglo nel contesto, seguendo le peculiarità dei singoli alunni, sia nel comprendere quanto gli interventi si siano rivelati efficaci nell’offrire opportunità di sviluppo adeguate.

6.4.4 La rubrica valutativa

All’inizio del mio percorso ho elaborato una rubrica valutativa (allegato 5), attraverso la quale ho potuto esplicitare quali fossero gli obiettivi principali dell’azione didattica. La rubrica valutativa è un passaggio fondamentale in un percorso formativo, perché permette di stabilire dei criteri attraverso cui osservare i comportamenti degli studenti (Castoldi, 2012). E’ elemento cardine per la fase valutativa, ma anche per la progettazione formativa (ivi). La rubrica valutativa del mio progetto è stata elaborata considerando il contesto e rivista in itinere, per adeguarsi al meglio al percorso formativo vissuto dai bambini. In linea con la pedagogia Montessoriana, non sono stati stabiliti degli obiettivi di apprendimento, ma sono stati individuati degli scopi relativi al sostegno dell’interesse e alla capacità dell’ambiente di rendere i bambini attivi costruttori di conoscenza. Le attività in una sezione Montessori sono organizzate con il fine di permettere il massimo sviluppo del bambino lasciando che agisca spontaneamente (Montessori, 1949). Ogni bambino ha svolto quindi attività diverse in base ai suoi interessi e al suo stadio di sviluppo, per cui ognuno ha seguito un percorso differente e raggiunto con i propri tempi le diverse competenze. La rubrica valutativa riproduce questa visione educativa, per cui le dimensioni considerate riguardano il sostegno dell’interesse naturale dei

bambini verso il codice scritto, il supporto di un agire attivo nei confronti di esso e lo sviluppo di una competenza trasversale, ovvero le prime capacità di ascolto reciproco.

CAPITOLO 7