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Ordinario di Economia politica presso Università di Roma “Tor Vergata”

1_Quali elementi di similitudine sussistono tra l’attuale cambiamento d’epoca e il momento storico in cui è stato elaborato il punto tematico legato alla PAROLA CHIAVE a Lei sottoposta in esame, tratta dall’Appello ai Liberi e Forti del 18.1.1919.

Esistono purtroppo alcune similitudini importanti tra i tempi in cui scrive Sturzo e i nostri giorni. Si tratta in entrambi i casi di periodi in cui l’avanzamento dell’integrazione globale dei mercati pro- duce forme di reazione identitaria e nazionalista. Ai tempi di Sturzo tutto questo ha creato i pro- dromi per una crisi finanziaria del 29 che darà una spinta decisiva a nazionalismi e populismi. Per evitare quello che accadde poco anni dopo l’appello di Sturzo (la salita al potere dei totalitarismi di sinistra e di destra) è assolutamente necessario difendere con forza il ruolo degli enti intermedi nella società, promuovere forme di partecipazione e di cittadinanza proprio come si propose di fare e fece concretamente Sturzo in quegli anni. Ed è fondamentale portare avanti i valori del personalismo cri- stiano in economia che vogliono dire maggiore partecipazione, sussidiarietà e promozione di forme di cittadinanza attiva. Dobbiamo assolutamente sostituire la cultura della generatività e della ric- chezza di senso della vita (fondata sul principio della cooperazione che si rifà alla legge basilare dell’1 + (con) 1 = 3) alla cultura della rabbia e del conflitto dove 1 contro 1 fa meno di 2 ovvero riduce la di- mensione della torta. Dobbiamo spiegare in tutti i modi che questa seconda cultura non solo è uma- namente e socialmente squalificante ma anche economicamente non conveniente.

La missione è culturale e di comunicazione prima di essere politica ed economica perché è inutile avere ragione, e non è possibile realizzare quello che sarebbe giusto ed opportuno fare, senza il con- senso della maggioranza dei cittadini che in questo momento viaggia su dimensioni diverse. 2_SE e COME il punto tematico, legato alla PAROLA CHIAVE a Lei sottoposta in esame, può essere utile sfida per creare un ponte tra una democrazia popolare e i grandi ideali del Cristianesimo legati all’amore per il prossimo e al rispetto di verità e giustizia.

Il problema chiave dei nostri tempi è la differenza di perimetro tra gli stati nazionali e le imprese che si muovono in un campo da gioco più ampio e globale. Tutto questo rende impossibile realizzare i grandi ideali del cristianesimo (opzione preferenziale per gli ultimi, primato della persona e del la- voro) con i vecchi strumenti. Nel mondo pre-globale dove il perimetro del campo da gioco delle im- prese coincideva con quello statale delle istituzioni le istituzioni avevano potere contrattuale per imporre regole fiscali e non in grado di promuovere tutela della dignità della persona e del lavoro. Nella globalizzazione i vecchi strumenti non sono più efficaci perché si scatena una corsa al ribasso nella quale le imprese si localizzano nei paesi a più basso costo del lavoro, con minori tutele con pre- lievo fiscale più basso. Per questo motivo uno stato che con le migliori intenzioni alza il costo o le tu- tele del lavoro nel proprio paese ottiene l’obiettivo paradossale di rendere meno competitive le imprese che producono sul proprio territorio stimolando la fuga di imprese ed occupati verso altri paesi. Se questo non vale per tutto il sistema produttivo perché una parte delle imprese ha fatto un

cammino verso la qualità e l’innovazione tecnologica e dunque ha un vantaggio competitivo non troppo sensibile al dumping sociale della svalutazione del lavoro, una parte importante e prepon- derante del sistema produttivo resta fortemente sensibile al costo del lavoro.

In conclusione ciò implica che se si vogliono coniugare economia e fiscalità con il bene comune, l’op- zione preferenziale per gli ultimi, la dignità della persona e del lavoro è necessario tenere conto della globalizzazione ed utilizzare un approccio nuovo.

In primo luogo la scala sovranazionale aiuta ad accrescere il potere contrattuale delle istituzioni verso le imprese (e dunque l’UE è importante per poter aumentare l’efficacia delle regole). In secondo luogo anche singoli stati nazionali possono agire efficacemente se passano dal lato dell’offerta a quello della domanda. La social/green consumption tax, ovvero la rimodulazione dell’Iva per premiare con ali- quote più basse le filiere ad alta dignità del lavoro e viceversa diventa uno dei pochi strumenti effi- caci. E la sua efficacia è superiore all’approccio più rozzo dei dazi doganali che sono comunque percepiti come atti di ostilità di un paese nei confronti di un altro e producono dunque reazioni ed una guerra commerciale che peggiora le condizioni di partenza in entrambi i paesi. La social con- sumption tax è una difesa della dignità del lavoro in qualunque paese essa venga realizzata perché le stesse regole si applicano a prodotti nazionali ed esteri.

In altri termini è essenziale definire (in Italia e In Europa) delle regole o incentivi “di galateo” senza il rispetto delle quali le imprese non “possono sedersi a tavola” e vendere prodotti nei nostri paesi. Regole di dignità del lavoro, tutela dell’ambiente e responsabilità fiscale. Il modello degli incentivi è quello dell’ecotassa ambientale che può diventare anche ecotassa della dignità del lavoro. Se con la manovra 2019 il governo italiano disincentiva con maggiori tasse l’acquisto di macchine diesel o a benzina usando i proventi per sussidiare l’acquisto di auto ibride o elettriche lo stesso sistema di tasse/sussidi dovrebbe essere costruito per premiare le filiere produttive ad alta dignità del lavoro In materia di fisco due sono le cose più urgenti. La prima è mettere in atto nel nostro paese il princi- pio “pagare meno pagare tutti” che coniuga equità ed efficacia. Ovvero aggredire elusione ed eva- sione con gli strumenti tecnici che oggi abbiamo (fatturazione elettronica alla “portoghese” e riduzione del contante) ma con l’obiettivo credibile di destinare tutti i proventi derivanti dalla lotta all’evasione alla riduzione delle tasse.

La seconda, a livello europeo, è perseguire l’obiettivo dell’armonizzazione fiscale evitando la pratica del “rubamazzo” per la quale ogni paese sottrare base fiscale agli altri attraendo categorie partico- lari con condizioni fiscali di favore (es. Lussemburgo, Irlanda ed Olanda le imprese, Portogallo i pen- sionati, Italia la residenza di contribuenti facoltosi).

3_SE il punto tematico, legato alla PAROLA CHIAVE a Lei sottoposta in esame, può superare l’attuale concetto di “potere” ed introdurre quello di “servizio” nella realizzazione del “bene comune”, e COME possa divenire strumento diverso per amministrare la COSA PUBBLICA, che sia concreta ri- sposta alle sensibilità di TUTTI i cittadini, che chiedono partecipazione, trasparenza, semplicità degli adempimenti e coerenza nelle decisioni.

Nell’ottica dell’economia civile economia e fiscalità possono diventare servizio per la realizzazione del bene comune se in economia vengono sperimentati e messi in campo approcci che favoriscono partecipazione e trasparenza.

Le tradizionali soluzioni a due mani (mano invisibile del mercato e mano visibile di istituzioni be- nevolenti) non possono funzionare in un mondo complesso come quello di oggi. Il nuovo approccio, adottato ormai anche a livello internazionale come evidente nei Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite, è un approccio a quattro mani dove l’azione del mercato e dello stato viene comple-

mentata dalla terza mano della cittadinanza attiva della società civile e dalla quarta mano delle im- prese socialmente ed ambientalmente responsabili.

Il modello a quattro mani è profondamente “Sturziano” perché fa leva sull’importanza della parte- cipazione e della cittadinanza attiva che è il fondamento del principio di sussidiarietà.

4_SE il punto tematico, legato alla PAROLA CHIAVE a Lei sottoposta in esame, può dare slancio a quelle “buone prassi” capaci di elevare la dignità dell’uomo e di concorrere al progresso e al benes- sere della Nazione, indicando come queste “buone prassi” possono declinarsi nel risanare la crisi morale e culturale della nostra comunità e tradursi in riforme delle nostre Istituzioni pubbliche e pri- vate.

Con il percorso di Cercatori di Lavoro realizzato nel cammino verso le Settimane Sociali di Cagliari abbiamo chiesto ai rappresentanti di ciascuna diocesi di individuare le buone prassi economiche in grado di testimoniare in che modo è possibile creare valore economico sostenibile promuovendo di- gnità del lavoro in un mondo così duro e complesso come quello odierno (dove globalizzazione, con- correnza al ribasso sul costo del lavoro e quarta rivoluzione tecnologica mettono in crisi molti tipi di lavoro). Da Cercatori di Lavoro attraverso le interviste con i protagonisti sono state stimolate e rac- colte anche proposte di policy per il paese. Ed è stata successivamente avviata la seconda fase dei Can- tieri di Lavoro dove il bagaglio di apprendimento e di esperienze delle 400 buone pratiche individuale aiuta ad avviare nuovi percorsi innovativi.

Con il percorso di Cercatori e poi di Cantieri (e con le proposte di policy che ne sono scaturite e si sono tradotte in emendamenti per la manovra del governo) abbiamo testimoniato come economia e fisca- lità possono tradursi in ricerca di buone prassi, proposte di policy e laboratori per la costruzione di nuove esperienze produttive ed associative in direzione del bene comune.

5_SE e COME il punto tematico, legato alla PAROLA CHIAVE a Lei sottoposta in esame, può rico- struire quei legami che tengano insieme la nostra comunità nazionale ma siano giusto viatico per l’affermarsi di un giusto senso dei diritti e degl’interessi nazionali con un sano europeismo ed inter- nazionalismo.

Ènecessario coniugare su questo fronte il giusto rapporto tra interessi e identità nazionale e un sano europeismo e internazionalismo.

La totale apertura economica con regole commerciali che guardano soltanto alla riduzione dei prezzi senza tenere in conto gli effetti che la stessa può generare in termini di dignità del lavoro, tutela del- l’ambiente, tutela della biodiversità locale e dei prodotti doc e dop finisce per produrre un impove- rimento e un arretramento del bene comune.

La risposta dei dazi è l’eccesso opposto perché è una difesa inefficace degli interessi nazionali che pro- duce un sistema di azioni e reazioni che rende la condizione di tutti peggiore rispetto alla situazione di partenza. Soprattutto in un commercio internazionale fortemente globalizzato dove nelle filiere produttive il traffico di perfezionamento oltrepassa molte frontiere prima di arrivare al prodotto fi- nito.

La questione strategica diventa pertanto quella di invertire la corsa al ribasso per la quale sui mer- cati globali le imprese cercano di ridurre i costi andando a localizzarsi nei paesi a più basso costo del lavoro, con minori tutele dell’ambiente e più bassi costi fiscali. Come farlo è spiegato nella risposta di cui al punto 2.