• Non ci sono risultati.

Giurista e Presidente emerito della Corte Costituzionale

1_ Le enormi trasformazioni che si sono verificate nel secolo trascorso nella società e nelle nostre isti- tuzioni a livello regionale e locale vanno attentamente conosciute e valutate per considerare l’attua- lità o il superamento della “libertà ed autonomia degli enti pubblici locali”.

In effetti le trasformazioni intervenute sono davvero immense, a cominciare dall’accrescimento delle libertà, formali e sostanziali, di cui dispongono ora i cittadini, le cittadine ed i gruppi sociali nel si- stema istituzionale attuale, al di là dei pur numerosi problemi esistenti (e che vanno bene individuati ed analizzati). Basti anche solo pensare alla piena titolarità dei diritti politici, alla diffusione del- l’istruzione e dei vari servizi sociali, alle molteplici tutele sociali, alla stessa condizione di vita delle persone e delle famiglie, alla esistenza di efficienti insediamenti territoriali e di numerosi strumenti di comunicazione.

Le stesse attività produttive e le opere pubbliche appaiono radicalmente mutate e conseguentemente lo stesso insediamento di comunità umane sul territorio, mentre le diverse tecnologie e le grandi tra- sformazioni dei trasporti e del trasferimento dei dati e delle notizie rompono o riducono fortemente i preesistenti insediamenti e isolamenti. Tutto ciò con anche forti effetti, oltre che sul piano economico, sul piano delle culture locali e particolarmente della formazione dei giovani. Inoltre vanno conside- rate attentamente le pur ritardate e discusse trasformazioni istituzionali che sono intervenute, con la creazione delle Regioni (speciali ed ordinarie) e con le riforme dell’amministrazione provinciale e locale. Anzi, sembrerebbe doveroso considerare davvero con attenzione le innovazioni (positive o negative che siano) che si sono prodotte, le caratteristiche dei sistemi politici e sociali che si sono af- fermati nella loro gestione, il peso delle diverse burocrazie e le forme di influenza realizzate dai di- versi organismi economici operanti nelle realtà locali.

Le stesse caratteristiche ed il “peso” delle diverse materie affidate agli amministratori locali e regio- nali sono venuti largamente mutando nel tempo e comunque ormai risentono molto delle competenze e delle scelte operate dall’Unione europea.

Su queste basi profondamente mutate si pone tuttora il problema della opportunità o della necessità (a seconda delle materie) di affidare ai rappresentanti delle comunità locali – luoghi di naturale con- vivenza e quindi di accentuata condivisione di problemi e di approcci culturali - sufficienti poteri di disciplina normativa e di gestione amministrativa delle funzioni pubbliche che concernono interessi locali o prevalentemente locali, pur nella consapevolezza delle diffuse interdipendenze fra le res- ponsabilità dei diversi livelli istituzionali (dall’UE allo Stato nazionale).e quelle locali- regionali. Ciò tanto più se si puntasse -come appare opportuno- a valorizzare, oltre che la loro titolarità di al- cune funzioni di prevalente interesse locale e/o regionale, ad attribuire agli enti regionali e locali anche alcune responsabilità nella progettazione e gestione di parti delle politiche di competenza della comunità nazionale: ciò in considerazione della grandissima concentrazione di poteri a livello na-

zionale, che rischia di ridurre o escludere forme di controllo e di partecipazione popolare su materie di grandissima rilevanza (basti pensare a tutta l’area della tutela della natura e della produzione delle energie).

2_ Appare assolutamente pacifico che una buona ed efficiente politica locale e quella nazionale (tra loro inestricabilmente legate) debbano cercare -pur nel perdurante tentativo di operare insieme a tutti gli uomini di buona volontà- di concretizzare “i grandi ideali del Cristianesimo legati all’amore per il prossimo e al rispetto di verità e giustizia”. Da ultimo ci si può riferire alle considerazioni del Messaggio di Papa Francesco (“La buona politica è al servizio della pace”), inviato per la celebra- zione della giornata della pace del 2019.

3_ Dovrebbe essere nella consapevolezza comune che passare dal concetto del “potere” nelle realtà locali al concetto del “servizio” nella realizzazione del “bene comune” a questi livelli è facile da af- fermare, ma assai più difficile da realizzare, in presenza della evidente tentazione ricorrente di parti significative delle classi politiche e burocratiche di utilizzare i rilevanti poteri locali per finalità cer- tamente estranee alla ricerca del bene comune. Ciò tanto più in considerazione delle molte manife- stazioni di diffusa crisi dell’etica individuale e collettiva che sembra caratterizzare l’epoca attuale, mentre si ha una larga consapevolezza che si sono molto accresciuti gli interessi connessi alla ge- stione delle politiche regionali e locali.

Occorre quindi impegnarsi davvero a fondo a disciplinare meglio ed a garantire davvero “parteci- pazione, trasparenza, semplicità” anche nell’amministrazione regionale e locale. Ciò pur nella con- sapevolezza che nessuna norma giuridica può da sola assicurare davvero la legalità e la piena correttezza, ove non supportata da piena trasparenza, adeguata partecipazione e soprattutto diffusa esistenza fra le persone interessate di adeguati principi etici.

4_ Una buona politica a livello regionale e locale (ove sia davvero voluta e conseguita) può dare alle persone ed alle comunità interessate non solo condizioni di vita migliori e maggiore potere di in- fluenza su politiche che le concernono in modo più diretto, ma colmare lo spazio di scetticismo e di delusione che caratterizza attualmente l’opinione pubblica relativamente al funzionamento di tutte le istituzioni democratiche. Potrebbe anche attivare un sostanzioso ricambio delle classi politiche operanti a livello superiore, così contribuendo ad un conseguente processo di trasformazione e di miglioramento delle istituzioni nazionali (se non sovranazionali).

Tutto ciò peraltro presuppone non solo l’esistenza di “buone prassi” (ovviamente da ricercare e dif- fondere), ma che queste prassi siano attuative di rinnovate normative sostanziali e procedurali, non- ché del netto miglioramento delle forme di partecipazione e di controllo.

5_ Come già accennato, nella configurazione e nel funzionamento dell’amministrazione regionale e locale vengono in rilievo valori assolutamente centrali nella configurazione della Repubblica demo- cratica (partecipazione popolare, sussidiarietà, diritti sociali, solidarietà, ecc.). Inoltre il suo buon fun- zionamento è assolutamente essenziale per garantire il conseguimento di risultati positivi da parte delle politiche di intervento delle stesse istituzioni nazionali (ed europee), in realtà largamente con- dizionate dalle politiche locali, a continuo e diretto contatto con i cittadini, con le loro esigenze e pro- blemi.

Anzi, proprio l’attuale crescente condizionamento della sfera personale ad opera di fenomeni e forze largamente eccedenti ed estranee alla dimensione nazionale e continentale (dai fenomeni naturali ai commerci ed alle produzioni, dai flussi informativi ai modelli culturali) esige che parallelamente siano valorizzate le radici locali e rafforzati i legami con i territori e le comunità locali al fine di evi- tare una pericolosa perdita di identità e di consapevolezza storica.

PUNTO 6 - STATO ED AUTONOMIE LOCALI

(SUSSIDIARIETA’ VERTICALE)

Relazione di Sintesi di