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Consulente tributario per società ed enti non profit, Vice Presidente dell’associazione Compagnia delle Opere e membro del Coordinamento del Forum Nazionale del Terzo Settore

1_Chi oggi accetti di guardare la realtà con apertura e il più possibile senza difese, può rendersi conto della verità delle parole di Papa Francesco alla Chiesa italiana riunita a Firenze: non è un’epoca di cambiamenti, è un cambiamento d’epoca.

I cambiamenti esigono innanzitutto di essere compresi nella loro reale portata, che si svela un po’ alla volta.

Il grande dato che sembra emergere dalla nostra società è quello di tante persone isolate, incerte sul senso della propria esistenza, facili prede di illusioni prive di fondamento, persone che, viste nel loro insieme, rischiano di fare semplicemente massa, proprio come le grandi e drammatiche ideologie di fine ‘800 e inizio ‘900 avevano preconizzato. Guardando ai tanti ragazzi apparentemente privi del gusto di vivere, all’incremento dell’uso di droghe, ai disturbi mentali, alla violenza che si insinua anche nelle relazioni più intime, emerge con evidenza che c’è qualcosa che non va. Che l’uomo solo, privato dei legami che lo alimentano, è incapace di realizzare se stesso, è facile oggetto di manipola- zioni e strumentalizzazioni, di paura.

Allo stesso tempo impressiona percepire la grande attesa, di un senso, di una casa, che anima i no- stri fratelli uomini. Si vede dappertutto. In posti dove nessuno se lo aspetta emergono squarci di umanità immediatamente riconoscibili come corrispondenti ai cuori e alle attese.

I corpi intermedi sono frutto di questo impeto mai definitivamente sopito, espressione dell’irriduci- bilità del cuore dell’uomo, che sempre può essere ridestato e, una volta rimessosi in piedi, non resta da solo.

Le circostanze esteriori possono cambiare, come cambiano i poteri avversi. Ma non cambia il cuore dell’uomo, desideroso di bene e di relazioni a cui darsi e in cui ritrovarsi.

2_La democrazia ha bisogno di uomini liberi e responsabili. Senza soggetti che, liberamente e re- sponsabilmente, decidono di vivere insieme orientati al bene comune, essa si tramuta in un formali- smo, subìto e non ricercato e costruito.

Questa educazione necessita di luoghi in cui si possa fare esperienza di un modo di vivere all’altezza del nostro essere uomini, pena lo svuotamento dei grandi ideali.

Per questo non vi è democrazia senza corpi intermedi, senza luoghi in cui l’uomo possa sperimen- tare una vita di relazioni autentiche, di messa a disposizione di sé per la costruzione di un ideale che lo superi.

3_In occasione della Riforma del Terzo Settore, con tanti amici di associazioni e corpi intermedi ab- biamo avuto modo di sperimentare come il mettersi insieme al servizio, e non per un potere, abbia generato un soggetto in grado di parlare con le Istituzioni, contribuendo alla stesura della Riforma con un apporto insostituibile.

L’insostituibilità del nostro semplice apporto trae origine da un metodo che abbiamo scoperto ade- guato: non spostare lo sguardo dalla realtà, amarla e per questo descriverla, rappresentarla, certi che nessuna legge è, né sarà, una buona legge se mortifica ciò che di buono nella realtà c’è ed opera. Abbiamo scoperto che ogni decisione, ogni norma, per attuare il principio di sussidiarietà devono es- sere sussidiari nella loro genesi, cioè nascere da percorsi partecipati con coloro che vivono in prima linea l’affronto dei problemi e dei tentativi di costruzione: i corpi intermedi.

4_Le buone prassi sono il segno di una società che non si arrende.

Vanno guardate e comprese, per far emergere i fattori che ne hanno permesso la nascita, la crescita e le diffusione. Non per replicarle artificiosamente, ma per tendere alla rimozione degli ostacoli che possono impedirne lo sviluppo o la creazione di nuove.

Mi ha sempre molto colpito, chiedendo il perché una “buona prassi” fosse nata, non imbattermi in progetti costruiti a tavolino, ma in persone che hanno incontrato un bisogno, che spesso sono state colpite personalmente da dolori o fallimenti, e hanno deciso di rispondere. Persone che non si sono arrese alla parola “fine” che queste avversità suggerivano, ma che ne hanno assecondato la profezia di nuovo inizio che racchiudevano.

Le buone prassi, come molte cose reali della vita, si diffondono per contagio e necessitano, innanzi- tutto, della libertà. Libertà di nascere e di crescere.

5_I corpi intermedi costituiscono il tessuto della società. Senza di essi, senza luoghi in cui il senso di appartenenza a una comunità venga vissuto ed educato, le società si impoveriscono, divengono luo- ghi in cui non si incontrano risposte a bisogni e pertanto in cui l’altro uomo tende ad essere visto come antagonista anziché come un compagno di strada.

Se non si incontrano luoghi in cui imparare la tensione al bene comune, a rispondere ai bisogni, a con- frontarsi con gli altri certi che il loro apporto ci svelerà aspetti della realtà che non avevamo incon- trato, il senso dei diritti è destinato ad affievolirsi nell’astrattezza, fino a rappresentare qualcosa di lontano, estraneo alla quotidiana fatica del vivere; gli interessi nazionali saranno oggetto di rivendi- cazione e contrapposizione e l’europeismo e l’internazionalismo rimarranno concetti vuoti.

Dunque, è grande la responsabilità dei corpi intermedi nella ricostruzione dei legami. Per questo, essi per primi devono riscoprirsi luoghi di apertura e non di chiusi corporativismi; di collaborazione, di superamento dell’autoreferenzialità, di abbattimento dei muri.

Luoghi di dialogo autentico, che come ha ricordato papa Francesco nel discorso alla Chiesa Italiana riunitasi a Firenze, non può realizzarsi senza “l’esodo necessario ad ogni autentico dialogo”, neces- sario per scoprire “le ragioni dell’altro” e per capire che “il fratello conta più delle posizioni che giu- dichiamo lontane dalle nostre pur autentiche certezze”.

I corpi intermedi sono luoghi privilegiati per scoprire che l’altro “è fratello”. Questa scoperta è la base per la costruzione di legami stabili e positivi.

PUNTO 3 - CORPI INTERMEDI E RAPPRESENTANZE

(SUSSIDIARIETA’ ORIZZONTALE)

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