• Non ci sono risultati.

Segue: il Popolo della Libertà: il rapporto col gruppo parlamentare e l’attività di selezione delle candidature Il concetto di democrazia

LA DEMOCRAZIA INTERNA NEGLI STATUTI (E NON STATUTI) DI PDL, PD E M5S: UN’ANALISI CRITICA

5.8 Segue: il Popolo della Libertà: il rapporto col gruppo parlamentare e l’attività di selezione delle candidature Il concetto di democrazia

implicito nello Statuto

Occorre esaminare il rapporto tra il partito ed i gruppi parlamentari, rilevando come manchi una specifica sezione dedicata appositamente a tale rapporto. C’è però una notevole compenetrazione tra componenti dei gruppi ed organi interni di partito: come osservato, i Capigruppo ed i vicecapigruppo vicari delle Camere compongono di diritto l’Ufficio di presidenza, ed integrano a certe condizioni393

il Collegio dei probiviri; i parlamentari sono membri sia del Consiglio nazionale, sia dell’Assemblea dei parlamentari, organo quest’ultimo con funzioni consultive circa la situazione politica e l’azione del Governo. Gli eletti alle Assemblee rappresentative sono tenuti a finanziare l’attività del PDL. Il Capo II del Titolo II

393

Nel caso di risoluzione delle questioni relative all’elezione del Presidente e dei membri elettivi dell’Ufficio di presidenza.

179

è specificamente dedicato all’attività di selezione delle candidature, e consiste del solo articolo 25. Le candidature alle elezioni nazionali ed europee sono stabilite dal Presidente nazionale d’intesa con l’Ufficio di Presidenza, e formalizzate dal Segretario Politico Nazionale. Al Presidente nazionale394 spetta altresì determinare la candidatura a Presidente di Regione e le candidature nelle liste per la quota maggioritaria. Il Segretario politico nazionale, sentiti il Coordinatore regionale, provinciale e di Grande Città, indica la candidatura a Presidente di Provincia e a Sindaco di Grande Città o di Comune capoluogo. Le restanti candidature sono attribuite alla competenza a seconda dei casi del Coordinatore regionale e dal Vice coordinatore regionale, dal Coordinatore Provinciale o di Grande Città, d’intesa con altre cariche dirigenziali inferiori. L’articolo 39 sancisce che “è […] sempre esclusa dai poteri dei rappresentanti locali la presentazione delle candidature e dei contrassegni elettorali, attività di competenza esclusiva degli Organi nazionali, che agiscono per mezzo di procuratori speciali.” Lungo l’asse inclusività-esclusività, guardando al

selectorate, l’attività di selezione delle candidature è estremamente esclusiva,

essendo rimessa ad organi monocratici, principalmente il Presidente o il Segretario politico, con l’intesa di altri organi di vertice a livello centrale o periferico; lo Statuto è assolutamente indeterminato circa i candidabili, ma la prassi ha dimostrato come essi siano selezionati principalmente tra gli associati al partito, esponenti di partiti – satellite, o singole personalità estranee al partito ma aventi legami personali o professionali col Presidente. Alla luce della disciplina statutaria, il PDL presenta sicuramente una concezione ideologica della democrazia di stampo elitistico - elettoralistica. Vale, sebbene con talune attenuazioni, quanto la dottrina ha avuto modo di osservare con riferimento a Forza Italia: si tratta di un movimento sorto intorno al proprio leader e da questi totalmente dipendente, sicché gli organismi interni sono composti da persone di fiducia del leader. La struttura del partito è profondamente centralista come attestato dalla disciplina sulle articolazioni territoriali del partito: si pensi al ruolo del Segretario politico nazionale con riferimento all’organizzazione periferica del partito, alla designazione dei Coordinatori regionali a parte dell’apparato centrale,

394

D’intesa con l’Ufficio di Presidenza, sentito il Coordinatore regionale, ed con la formalizzazione dal Segretario Politico Nazionale.

180

alla mancata chiara definizione di Circoli e Sezioni e delle relative competenze. È stato tuttavia sostenuto395 che “almeno sulla carta, il PDL sembra porsi come punto di equilibrio tra il partito elettorale leggero e costruito intorno al leader e quello tradizionale, strutturato ed organizzato sul territorio […]. Le regole che il PDL si è dato sembrano suscettibili di evolvere verso una forma partito più equilibrata, se e nella misura in cui i rapporti di forza tra le sue anime dovessero modificarsi”. Nella sua formulazione letterale, sarebbe addirittura possibile una gestione federalista del partito (almeno a livello territoriale sub-regionale), ma la prassi chiaramente tende a rendere la struttura del partito a quella propria del partito-azienda. Il partito è cioè organizzato in modo tale da perseguire il fine di ottenere il massimo risultato possibile per la realizzazione delle idee del leader, facendo ricorso alle tecniche di gestione aziendale, ad operazioni di marketing etc…. un’organizzazione quindi in cui le decisioni non nascono dal basso, ma dal vertice, con un’impostazione top down che assicura una maggiore agevolezza nell’assunzione delle decisioni. Nello Statuto del PDL sopravvivono gli istituti plebiscitari che già avevano caratterizzato l’esperienza di Forza Italia, disegnando una sorta di “monarchia elettiva”396

: la democrazia degli associati appare limitata e guidata da norme che condizionano sostanzialmente i poteri e la composizione del Congresso nazionale, mentre l’intero potere di gestione ordinaria del partito appare affidato alla sola maggioranza (espressione del Presidente), alla quale spetta anche il potere di designare i candidati alle elezioni nazionali ed europee.

De facto gli unici soggetti rilevanti nel partito sono il Presidente ed il suo

“popolo”, cioè gli associati e gli aderenti, intesi come una collettività atomizzata ed individualistica, il cui compito e recepire e diffondere il pensiero del leader, sostenendone le scelte e fornendogli un costante supporto. È questa l’essenza del partito carismatico, e della democrazia plebiscitaria, che informa di sé anche l’utilizzo delle ICT nell’attività politica interna. In un sistema simile, ogni corpo intermedio ed ogni opinione dissenziente sono d’intralcio all’affermazione delle idee del leader; e non a caso gli unici organi effettivi dell’apparato centrale sono stati il Presidente, l’Ufficio di presidenza ed il Segretario politico, essendo tutti gli altri organi de facto mai convocati, se non per un loro utilizzo strumentale al fine

395

R. Cerreto, Statuto del PdL: partito liquido o strutturato?, http://www.nelmerito.com, 2009.

396

181

di isolare e costringere i dissenzienti ad abbandonare il movimento397. In quest’ottica l’esistenza di correnti è inconcepibile, o perlomeno, eventuali correnti possono sopravvivere solo conformando la propria attività alla linea politica dettata dal Presidente.

Outline

Documenti correlati