• Non ci sono risultati.

Il MoVimento 5 Stelle: un partito politico sui generis

LA DEMOCRAZIA INTERNA NEGLI STATUTI (E NON STATUTI) DI PDL, PD E M5S: UN’ANALISI CRITICA

5.9 Il MoVimento 5 Stelle: un partito politico sui generis

Nel corso di questo scritto non si è fatto alcun accenno alla struttura del M5S, se non qualche limitata anticipazione; la ragione sta nel fatto che, come si avrà modo di vedere, la struttura organizzativa di questo movimento politico è profondamente sui generis, risultando strettamente connessa con una concezione della democrazia dichiaratamente opposta a quella sostanzialmente o formalmente accolta da tutte le altre formazioni politiche nazionali. Il M5S si è affermato come forza politica principale proprio con le ultime elezioni politiche del 2013, e questo nonostante sia, tra i tre partiti oggetto di esame, quello cronologicamente più recente: la nascita del Movimento è stata annunciata infatti dal suo “capo politico”, Beppe Grillo, il 9 settembre 2009, al fine di “raccogliere l’esperienza maturata nell’ambito del blog www.beppegrillo.it, dei “meetup”, delle manifestazioni ed altre iniziative popolari e delle “Liste Civiche Certificate […]”398

. Il sistema delle fonti cui si deve attingere per analizzare la struttura organizzativa del movimento è piuttosto articolato, e riflette la peculiare natura (ed autoqualificazione) propria di questa formazione politica: ci si dovrà basare sul c.d. “Non Statuto”, uno smilzo documento di soli sette articoli che fornisce le “coordinate organizzative” del movimento; risulterà inevitabile tener conto dei c.d. “comunicati politici”, dei post che il “capo politico” del M5S pubblica sul blog www.beppegrillo.it, attraverso i quali delinea la linea politica del movimento, ma che talvolta hanno integrato le previsioni del Non Statuto fornendo alcune indicazioni relative agli aspetti organizzativi ed ai rapporti col

397

Ad esempio, il Congresso nazionale è stato convocato solo una volta, nel 2009, per consentire la fondazione del partito e l’elezione del Presidente; la Direzione nazionale è stata convocata solo una volta, nel 2010, per mettere in minoranza all’interno del partito il cofondatore Fini ed indurlo ad abbandonare la Presidenza della Camera; il Collegio nazionale dei probiviri è stato convocato solo una volta per deferire col fine di espellerli tre parlamentari vicini a Fini; il Consiglio nazionale è stato convocato una sola volta nel 2013 per sancire lo scioglimento del partito, e rendere formale la scissione con una parte del partito, guidata dal Segretario politico.

398

182

party on the ground ed il party in the public office. In realtà, probabilmente per

poter presentare liste alle imminenti elezioni politiche e per poter avere accesso ai contributi pubblici (per poi poter ufficialmente rinunciare), nel dicembre 2012 il “capo politico” ha dovuto depositare un vero e proprio Statuto, che fornisce interessanti indicazioni ulteriori circa la struttura organizzativa del M5S, fermo restando che proprio queste previsioni risultano essere, benché formalmente accolte, sostanzialmente disattese. Nel corso dell’analisi dell’organizzazione interna del M5S, si terrà conto perciò sia del livello statutario, sia del livello “non statutario” e della prassi, al fine di avere un quadro normativo completo della struttura del M5S, peraltro avendosi occasione di rilevare come spesso emerga una certa contraddizione tra le due fonti. L’adozione di un “Non Statuto” è la logica conseguenza dell’autoqualificazione del M5S quale “non associazione”, come risulta dall’articolo 1 del Non Statuto, previsione la cui ratio può essere accolta leggendo l’articolo 1 in combinato disposto con l’articolo 4 del Non Statuto, per cui “il MoVimento 5 Stelle non è un partito politico né si intende che lo diventi in futuro.” Tali indicazioni riflettono un preciso connotato ideologico del M5S: il rigetto completo della democrazia rappresentativa, e l’instaurazione della democrazia diretta, con l’azzeramento di ogni filtro istituzionale e di un’intera classe politica, considerata profondamente corrotta e ripiegata solo sul proprio tornaconto. I partiti politici sono visti come un ostacolo al governo diretto dei cittadini e come espressione della c.d. “casta”, pertanto qualcosa di negativo e tra l’altro superato, esistendo un altro strumento che consente al cittadino di partecipare direttamente alla gestione della cosa pubblica, ossia il Web. Il M5S perciò ideologicamente non poteva autoqualificarsi come “partito” o “associazione”, e conseguentemente non poteva dotarsi di uno Statuto e di un’organizzazione interna tradizionale, fondata sul principio della democrazia delegata. È questa la ratio delle previsioni di cui all’articolo 1 e 4 del Non Statuto: tuttavia, resta il fatto che, da un punto di vista strettamente giuridico, anche il M5S, al pari di tutti gli altri partiti politici, è un’associazione non riconosciuta, e non a caso se ne dà atto nell’articolo 1 dello Statuto: “è costituita l’associazione denominata “Movimento 5 Stelle””. Anzi, è stato osservato che il M5S può essere sostanzialmente inteso come un partito politico a tutti gli effetti, alla luce della

183

definizione di “partito politico” che si è data nel Capitolo II. Nell’analisi dell’organizzazione interna del M5S non si può prescindere da un’altra osservazione di fondo: non è possibile scindere la struttura “fisica” del partito da quella “digitale”. Anzi, a differenza di quanto accaduto in tutti gli altri partiti politici, non è la struttura “digitale” ad essere derivata da quella “fisica” e a costituirne un supporto, ma nel M5S accade esattamente il contrario, ovvero è a partire dalla struttura “digitale” che si è originata la struttura “fisica” del partito. A monte di questo peculiare rapporto tra i due piani sta una duplice ratio, ideologica e cronologica. Quanto alla ragione ideologica, bisogna fare riferimento all’istanza di democrazia diretta ed al modo in cui il M5S ritiene sia possibile la sua realizzazione. Democrazia è intesa come partecipazione dal basso, inclusività di tutti nelle decisioni pubbliche, cancellazione di qualsiasi passaggio istituzionale intermedio: i cittadini sono “il centro da cui si irradia il decision making”399

. Se nei partiti tradizionali è accolto il principio della democrazia delegata, nel M5S, questo principio fondamentale nell’architettura interna è sostituito da un altro, il principio dell’“ognuno vale uno”, posto a fondamento del concetto di democrazia diretta, e così recepito nell’articolo 4 del Non Statuto, che lo concepisce come finalità del M5S: “esso vuole essere testimone della possibilità di realizzare un efficiente ed efficace scambio di opinioni e confronto democratico al di fuori di legami associativi e partitici e senza la mediazione di organismi direttivi o rappresentativi, riconoscendo alla totalità degli utenti della Rete il ruolo di governo ed indirizzo normalmente attribuito a pochi”. Il principio dell’“ognuno vale uno” permette alla totalità degli individui di poter esercitare il “ruolo di governo ed indirizzo” prescindendo dall’intermediazione di “organismi direttivi o rappresentativi”, mediante lo strumento della Rete, del Web, e quindi delle ICT. Alla struttura “fisica” di partito costituita da organi, delegati e regolamenti si sostituisce una struttura digitale “digitale” costituita da blog, piattaforme online, e post. Questa “rivoluzione ontologica” dell’essenza della democrazia (e del partito politico) travolge la stessa natura del M5S, che l’articolo 1 del Non Statuto definisce “una piattaforma ed un veicolo di confronto e di consultazione che trae origine e trova il suo epicentro nel blog www.beppegrillo.it.”. Passando alla

399

184

ragione cronologica, si deve osservare che il M5S, costituito nel 2009, non nasce dal nulla, ma già era presente un “humus fertile” costituito da una “infrastruttura tecnologica” preesistente: il blog di Beppe Grillo, creato nel gennaio del 2005, i gruppi Meetup400, annunciati con un post di Grillo nel luglio 2005, che costituiranno le articolazioni digitali/territoriali del movimento; l’origine del M5S sta proprio nell’utilizzo dell’ICT, a prescindere da qualsiasi struttura territoriale, perciò il movimento ha una natura intrinsecamente digitale.

5.10 Segue: il MoVimento 5 Stelle: l’organizzazione centrale e

l’articolazione territoriale

Chiarita l’impossibilità di scindere il piano fisico da quello digitale, è opportuno procedere all’analisi della struttura centrale del movimento; al riguardo, si riscontra una profonda contraddizione tra lo Statuto ed il Non Statuto, risolta con la sostanziale disapplicazione del primo. Infatti il principio dell’“ognuno vale uno” e le istanze di democrazia diretta si traducono nel fatto che, a differenza degli statuti dei partiti tradizionali, il Non Statuto non configura alcuna struttura corporativa, sostituita, si vedrà in che termini, dalla Rete. Osservando invece lo Statuto, è prevista una struttura corporativa, seppure minimale, costituita, ai sensi dell’articolo 11, da Assemblea401

, Consiglio direttivo402 e Presidente403. Poiché questa organizzazione corporativa non trova alcun riscontro nella prassi, né vi

400

Meetup.com è un servizio di social network che ha lo scopo di facilitare l'incontro di gruppi di persone in varie località del mondo. Meetup consente ai membri di trovare e unirsi a gruppi creati attorno a un comune interesse, come la politica, i libri, i giochi ecc. L'utente può inserire la località del proprio domicilio/residenza e l'argomento di proprio interesse per visualizzare i gruppi legati a quella località e argomento.

401

Ai sensi dell’articolo 12 dello Statuto, l’Assemblea è costituita da tutti i Soci, e può essere ordinaria o straordinaria. L’Assemblea ordinaria è convocata una volta all’anno, nel mese di aprile, dal Consiglio Direttivo, oppure ogni qualvolta il Consiglio direttivo lo ritenga opportuno o ancora quando gliene sia fatta richiesta motivata o sottoscritta da almeno un quinto degli Associati. L’Assemblea ordinaria è competente ad approvare la relazione del Consiglio Direttivo sull’andamento dell’Associazione ed il bilancio. L’Assemblea straordinaria è competente a deliberare sulle modifiche dello Statuto e lo scioglimento dell’Associazione.

402

Ai sensi dell’articolo 13 dello Statuto il Consiglio direttivo si compone di un numero variabile da tre a sette membri, eletti dall’Assemblea, per tre anni. Tale organo determina le priorità ed i piani di attuazione dei deliberati assembleari, approva i regolamenti e determina annualmente l’ammontare del contributo obbligatorio dovuto da ogni Associato.

403

Ai sensi dell’articolo 14 dello Statuto, il Presidente, eletto dal Consiglio Direttivo tra i suoi componenti, è ha varie competenze tra cui la rappresentanza politica e giudica dell’Associazione, il deposito del contrassegno e Programma, con l’indicazione del capo politico, amministrazione e gestione di eventuali fondi dell’Associazione, nonché tutte le funzioni non specificamente riservate ad altri organi.

185

sono indizi che lascino presagire una sua possibile implementazione, occorre basarsi sulla disciplina “non statutaria” e concretamente praticata. Come accennato, la struttura centrale del M5S si sostanzia nell’essere “una piattaforma ed un veicolo di confronto e di consultazione che trae origine e trova il suo epicentro nel blog www.beppegrillo.it.” La massa indistinta degli utenti, che, come si vedrà, si possono considerare gli iscritti al movimento, posti tra di loro su un piano di parità, possono quindi partecipare alla determinazione della linea politica del movimento attraverso il blog su citato ; tuttavia è stato osservato404 che il blog costituisce uno strumento di utilizzo unidirezionale e centralizzato del

Web, con un nucleo fondante, il post, che viene calato dall’alto tutti i giorni, e un

seguito di commenti, che si annulla nell’eccesso e nella mancanza di feedback. Ai suoi post, comprensibilmente, Grillo non risponde mai, riducendosi il tutto ad “un assolo, un soliloquio, un monologo che impone un pensiero dominante e lascia ai commentatori la gloria effimera di uno spazio ininfluente e invisibile”. Attraverso il blog, Beppe Grillo non permette perciò agli utenti di determinare la linea politica del movimento, ma determina lui stesso tale linea, imponendola agli utenti che si limitano a recepirla, col compito di diffonderla, senza alcuna possibilità di dialogo tra leadership e base. È l’impostazione top down che si è già osservato essere propria dei partiti personali/azienda e della concezione democratica plebiscitaria. Una simile organizzazione centrale è stata all’origine di accese critiche circa l’assenza completa di democrazia interna, non solo da parte dell’esterno del movimento, ma anche dal suo interno, divenendo sempre più pressanti le richieste che al blog si vada ad affiancare una piattaforma di liquid

democracy405, per discutere e votare mozioni, e che quindi garantisca un ruolo decisionale attivo degli utenti. In particolare, in talune occasioni pubbliche e sullo stesso blog, gli attivisti del M5S hanno invocato l’adozione della piattaforma

Liquid Feedback406. C’è da osservare che anche questo sistema, proprio per gli

404

A. Trocino, Popstar della cultura, Roma, Fazi, 2011, p. 117-118.

405

La democrazia liquida è un modo di esercizio della democrazia nella quale i cittadini possono decidere in che forma esercitare il proprio potere politico, scegliendo, nella massima libertà, se esercitarlo in prima persona, o se delegarlo a un suo rappresentante di fiducia (il delegato). La democrazia liquida integra sia i concetti di democrazia diretta, sia quelli di democrazia rappresentativa.

406

Liquid Feedback è una piattaforma opensource, sviluppata da due esponenti del Partito pirata tedesco nel 2010, che permette ai membri di un'associazione di prendere parte ai processi

186

innesti di democrazia rappresentativa, rischia di ripresentarne le medesime problematiche: infatti se un singolo concentra su di sé un certo numero di deleghe si rischia il take over, ossia una minoranza riuscirebbe a far passare le decisioni contro la volontà della maggioranza; un pericolo che si corre soprattutto se gli iscritti non sono numerosi. In presenza di una leadership capace di imporre la linea (e sembra proprio essere il caso del M5S) il sistema delle deleghe consentirebbe molto facilmente di controllare il processo decisionale. Senza contare che è stata rilevata la possibilità di raggirare il sistema di certificazione delle deleghe e quindi in astratto un individuo potrebbe crearsi un gruppo di sostenitori finti (Bot) per far passare la propria linea407. Probabilmente è anche per quest’ordine di ragioni (che avrebbero determinato una potenziale perdita del controllo del M5S) che Beppe Grillo non ha accolto l’adozione a livello centrale di Liquid Feedback. In un post del 3 ottobre 2013, Beppe Grillo afferma che il “Sistema operativo del MoVimento 5 Stelle” già esiste, non consistendo in un’unica piattaforma, ma in più applicazioni online disponibili e gratuite, così individuate: “1. Scelta candidati per le elezioni politiche (utilizzata per le Parlamentarie); 2. Scelta portavoce regionale, o comunale per capoluoghi di provincia (utilizzata per le regionali in Lombardia e per le comunali a Roma); 3. Scelta candidato carica pubblica nazionale (es. presidente Repubblica, Authority, presidente del Senato, ecc) utilizzata per le Presidenziali; 4. Decisione immediata su temi di interesse nazionale o del MoVimento (utilizzata per la valutazione del comportamento di due parlamentari del M5S); 5. Discussione proposta di legge parlamentare (in futuro anche regionale) con gli iscritti; 6. Creazione di banchetti sul territorio nazionale per eventi specifici con Foursquare; 7. Invio mail da parte

decisionali attraverso la Rete. La piattaforma funziona così: una volta entrati nel sistema, prima si discute un tema, poi lo si vota, attraverso il c.d. «metodo Schulze» che permette di esprimere la propria opinione creando una gerarchia di preferenze. Poi il programma calcola quali sono le opzioni più gettonate. Così ogni mozione riceve un punteggio di preferenza da parte di ogni partecipante e quella che ottiene il punteggio migliore viene approvata. Poiché non tutti i partecipanti possono avere il tempo e le competenze necessarie per dire la loro su un argomento, è previsto l’istituto della delega liquida: è possibile delegare il proprio voto a un altro partecipante. La delega è valida solo per ogni singolo argomento e può essere revocata in qualsiasi momento. Tale piattaforma opensource è attualmente utilizzata dai vari Partiti pirata (tedesco, svizzero, italiano….) nonché da alcuni gruppi Meetup del M5S.

407

Cfr. Intervista a Carlo Brancati, vicepresidente del Partito Pirata svizzero, http://www.corriere.it/politica/12_settembre_23/grillo-liquid-feedback-democrazia-liquida- movimento-cinque-stelle_885a7416-057c-11e2-b23b-e7550ace117d.shtml.

187

delle liste M5S certificate agli aderenti sul territorio a livello comunale e regionale (utilizzate regolarmente da molte liste); 8. Forum di discussione pubblico su temi locali; 9. Forum privato di condivisione delle attività comunali e regionali da parte dei consiglieri eletti; 10. Raccolta fondi (utilizzata per le elezioni politiche); 11. Invio Sms/mail a tutta la popolazione degli iscritti in occasioni di importanza nazionale (utilizzata in varie occasioni); 12. Kit di promozione digitale e fisica per gli attivisti su un tema specifico (utilizzata per le elezioni politiche).” Talune di queste applicazioni sono dichiarate in fase di evoluzione, mentre è annunciato, ma non ancora operativo, il software “Proposta legge parlamentare e regionale formulata dagli iscritti al M5S per i parlamentari e i consiglieri regionali”. Si osservi tuttavia come in questa congerie di “strumenti digitali partecipativi”, gli unici che sembrano contemplare la possibilità di un dialogo tra utenti cui segua la possibilità di esprimersi mediante il voto sono la “Discussione proposta di legge parlamentare (in futuro anche regionale) con gli iscritti” e la “Proposta legge parlamentare e regionale formulata dagli iscritti al M5S per i parlamentari e i consiglieri regionali”. Quest’ultima non è ancora attiva, quanto alla prima applicazione, essa è divenuta attiva il 28 ottobre 2013. È così strutturata408: il primo firmatario della proposta inserisce il testo di legge e determina un periodo di tempo per la sua discussione online. Gli iscritti possono intervenire indicando integrazioni, modifiche, obiezioni, suggerimenti o vizi di forma e votare gli interventi degli altri utenti. Il primo firmatario è incaricato di rispondere agli interventi qualora lo ritenga necessario e accogliere o meno le richieste presenti negli interventi durante il periodo di tempo stabilito per la discussione. Al termine di esso la legge, grazie agli interventi degli iscritti, avrà subito integrazioni, modifiche, tagli o sarà rimasta invariata. Quanto avvenuto sarà formalmente espresso dal primo firmatario nella "Relazione di chiusura". Al termine del processo la proposta di legge viene ufficialmente depositata in Parlamento. L’applicazione è ancora in fase di test, ed è passato troppo poco tempo dalla sua introduzione per procedere ad una sua valutazione; tuttavia è possibile rilevare già un aspetto suscitante perplessità; possono utilizzare l’applicazione solo gli iscritti certificati entro il 30 giugno 2013. La ratio della limitazione è chiaramente quella

408

Cfr.http://www.beppegrillo.it/2013/10/discussione_proposta_di_legge_parlamentare_con_gli_is critti.html

188

di evitare possibili “inquinamenti” nelle votazioni da parte di individui iscrittisi col solo fine di influire sulla redazione del testo di legge, ma è anche vero che con tale limitazione si privano i nuovi iscritti di un diritto di non poco conto nel quadro complessivo delle prerogative garantite ad un’attivista del M5S. In definitiva, si rileva l’assenza di una generale piattaforma, sul modello di Liquid

Feedback, che consenta agli utenti di dibattere e votare su proposte che attengano

non ad una specifica legge, ma in generale alla linea politica del M5S (alleanze, partecipazione alle elezioni, indicazioni di voto per i referendum, proposte di modifica del Non Statuto etc…). Per concludere l’analisi della struttura centrale, occorre risolvere un dilemma essenziale: stabilire quale sia il ruolo di Beppe Grillo nel M5S. Da un punto di vista giuridico strettamente formale, e cioè basandosi sullo Statuto, egli è il Presidente dell’Associazione, pertanto spettandogli le competenze di cui all’articolo 14 dello Statuto; essendo questa fonte del tutto disattesa, si deve guardare al Non Statuto e alla prassi. Il Non Statuto vi fa riferimento solo all’articolo 3, che definisce Grillo “l’unico titolare” dei diritti d’uso del nome e del contrassegno del M5S, registrati a suo nome. In un videodiscorso del 30 ottobre 2012, Beppe Grillo ha avuto modo di precisare che “il mio ruolo è quello di garante, di essere a garanzia, di controllare, vedere chi entra”. In questa funzione si inserisce la titolarità del marchio “MoVimento 5 Stelle”: essendo organo di garanzia, Beppe Grillo vigila sul rispetto del Non Statuto e, come si vedrà parlando degli eletti, del vincolo di mandato; qualora riscontri “incompatibilità” diffiderà il responsabile dall’utilizzare il “nome e il marchio del M5S”, de facto espellendolo dal Movimento. La titolarità del marchio, di cui all’articolo 3 del Non Statuto, da parte di Beppe Grillo, è l’aspetto che suscita maggiori perplessità, configurando il M5S come una sorta di “impresa commerciale”, portando alle estreme conseguenze il modello del partito personale. Grillo concentra su di sé il ruolo di organo di vertice del partito, di determinazione della linea politica (alla luce di quanto detto sul ruolo degli attivisti nella Rete), di garanzia: è il leader carismatico del M5S, non essendoci dubbio che senza la sua leadership il movimento non sarebbe mai nato e non sopravviverebbe. Questo potrebbe porta ad un’impostazione plebiscitaria e populista, che tuttavia risulta essere celata dietro l’opposto dell’ostentazione della democrazia diretta resa

189

possibile grazie alla Rete. La partecipazione diretta è l’antitesi esatta di qualsiasi forma di leadership. Si assiste perciò ad una contraddizione palese tra gli obiettivi teorici e lo stato di fatto. Terminata l’analisi dell’apparato centrale, esaminiamo l’articolazione del M5S sul territorio. Sia lo Statuto che il Non Statuto, nulla dicono al riguardo, rileva perciò la prassi. È a livello locale, come accennato, che

Outline

Documenti correlati