• Non ci sono risultati.

L’ISTRUZIONE PRIMARIA E MEDIA

19. Maestri privati nel 1809-1810

maestri Materie scolari onorari

148

ASUd ACU p.n., b. 98, 1810, il 29 ottobre 1810 Il direttore del Demanio scrisse al podestà che, soppresso il collegio barnabita, il suo ente era entrato in possesso di tutti i suoi fabbricati e fondi. Quel possesso non poteva “essere turbato d’alcuno a pretesto di vantati diritti di proprietà” finché essi non fossero stati stabiliti dall’autorità competente, pertanto il Demanio intendeva acquisirlo senza tenere in alcun conto le “inconsiderate dichiarazioni” con cui evidentemente la municipalità aveva rivendicato i suoi diritti, né intendeva accordarle “la menoma ingerenza in alcuna parte del locale suddetto” finché non fosse stato autorizzato dal governo.

149 ASUd ACU p.n., b. 98, 1810, 11 novembre 1810 Antonini fa presente che “la pendenza del locale de’ barnabiti impedisce l’apertura della scuola normale” e chiede al prefetto che riapra nel locale ex barnabita al più presto. Dopo la lettera del prefetto del 26 novembre 1810, il podestà potrà comunicare il 27 novembre al demanio l’ordinanza prefettizia d’apertura delle scuole.

150

ASUd ACU p.n., b. 98, 1810, il prefetto al podestà il 30.7.1810. ASMi, Studi, p.m., fasc. n. 10, 1810, si indicano in una tabella proprio 86 scuole elementari nell’intero dipartimento, esclusi il liceo, le scuole del seminario, i due collegi di Udine e di Cividale intesi unicamente con funzioni di convitto.

151 ASUd ACU p.n., b. 98, 1810, lettera del prefetto al podestà dei primi di agosto in cui fissa la data degli esami. Il podestà ne informa Chiap l’8 agosto, Tartagna il 9. Il prefetto non intervenne alle premiazioni e il 16 agosto il podestà gli riferì sulla giornata. Infine, lettere di ringraziamento del prefetto agli insegnanti il 22 agosto e il 20 settembre.

152

ASUd ACU p.n., b. 98, 1810, Il 21 febbraio 1810 Deciani trasmise copia della circolare prefettizia del 30 dicembre 1809 in cui si obbligava all’uso della lingua italiana nelle scuole, a 11 maestri di cui cito, dov’è leggibile, il domicilio: Domenico Magrini, Antonio Zurico, Vincenzo Mollari in Borgo S. Lucia, Silvestro Viezzi in Borgo di Villalta, Giambattista Bassi in Borgo di Pracchiuso, Giambattista Leonarduzzi in Borgo di Aquileia, Niccolò Bosco in Borgo San Paolo, Antonio Bonano in Borgo S.Lucia, Valentino Modesti in Borgo di S. Cristoforo, Leonardo Saltarini in Borgo Redentore, Antonio Facchina nella Scuola di Domenico Sovrano. Il medesimo elenco d’insegnanti si trova, con maggior dovizia di dati, in ASMi, Studi, p.m. b. 400, fasc. 11 (1810). La tabella 17 deriva dal confronto dei due documenti.

d. Pietro Sabbadini Leggere e scrivere 13 2 l cent d. Giovanni Peruzzaro Leggere e scrivere 8 75 cent d. Vincenzo Molari Leggere e scrivere 16 75 cent d. Giobatta Monai Leggere e scrivere 10 75 cent d. Giobatta Bassi Leggere e scrivere 6 1

d. Giobatta Ferigo Leggere e scrivere 12 2

d. Antonio Zurico Leggere e scrivere, Grammatica, principi di lingua it. e lat., aritmetica

23 2

d. Domenico Sovrano Idem 35 2

d.Giobatta Leonarduzzi Idem 12 1

d. Valentino Modesti Leggere e scrivere 10 2 d. Silvestro Viezzi Leggere e scrivere, Grammatica e principi

di lingua it. e lat., aritmetica

12 2

d. Leonardo Saltarini Idem 18 2

d. Angelo Nicoli Idem più rettorica e umanità 20 2

d. Giovanni Marzona Leggere e scrivere, Grammatica, principi di lingua it. e lat., aritmetica

10 1,50

d. Antonio Signorelli Idem più rettorica e umanità 14 2

15 219

Si annoverano dunque in quest’anno scolastico 44 allievi presso i Barnabiti; 123 nelle scuole normali comunali di Chiap e Magrini; 219 nelle scuole private, di cui 44 impegnati in studi elementari.

4.5 IL 1810/1811

Sciolti i Barnabiti, occorreva trovare a chi affidare l’istruzione intermedia e mantenere in funzione il convitto: nel dicembre 1810, in una circolare ai prefetti, Scopoli aveva espresso l’intenzione di concentrare i collegi maschili nel Passariano in un collegio dipartimentale o regio convitto unito al liceo perché “niuno può dare miglior educazione ai giovinetti di quella che si dà nelle scuole dei licei pagate dal Re; quindi con maggiore economia si sosteranno li collegi uniti a detti licei” né si doveva permettere di aprire nuovi collegi convitti dove ve ne fossero altri, pubblici o privati153. Inoltre “ordinariamente gl’institutori dei licei sono sacerdoti, e sono quindi più cari alle popolazioni, e più utili, poiché non hanno famiglia e conviene certamente allontanare le donne dalle case di educazione dei giovinetti. Ella però - proseguiva, rivolgendosi al prefetto - saprà ottenere che tali sacerdoti siano degni in tutto della confidenza del governo”154. Dunque, gli uomini di Chiesa potevano continuare a servire alla pubblica istruzione, se adeguatamente diretti.

Proprio per un nuovo collegio convitto nell’autunno il vicario del podestà, Deciani, chiese un progetto al direttore del collegio di San Vito155 con l’intenzione di affidarlo a “Zandonella ex barnabita”. Per le elementari, fu nuovamente chiamato Tartagna ma si dichiarò indisponibile causa la malferma salute che gli consentiva solo d’insegnare privatamente. Furono poi richiesti gli ex barnabiti Angelo Zamboni e Paolo Narducci di San Daniele e due ex Somaschi: Narducci rifiutò e dei Somaschi, forse del collegio di Santo Spirito di Cividale a sua volta soppresso, non si hanno altre notizie156.

Accettarono invece Zamboni, che allora ricoprì le funzioni di direttore del convitto, e l’abate Giuseppe Menegaldo per la classe di umanità alle elementari, quest’ultimo raccomandato da Quirico Viviani nel 1809/1810 reggente del liceo. Si accettò pure la richiesta d’impiego dell’ex barnabita G. Battista Costantini, già da vent’anni maestro nel corso di base del vecchio ginnasio, poi assunto per la grammatica inferiore nelle nuove scuole157.

153

Nei primi mesi di quell’anno il decreto 8 marzo 1810, nell’aggiungere “alcune norme disciplinari al regolamento organico dei licei convitti” aveva ribadito l’inizio delle scuole ai primi di novembre e il divieto di ammissione ai licei convitti degli alunni minori di 7 e maggiori di 11 anni. In Bollettino… cit., I, 1810.

154 ASUd ACU p.n., b. 98, 1810, circolare del Direttore generale di pubblica istruzione il 13 dicembre 1810.

155

Il collegio di San Vito, oggi San Vito al Tagliamento, fu fondato dal religioso geologo e naturalista Anton Lazzaro Moro che lo resse fino al 1758, pochi anni prima della sua morte. Nel 1793 la sua gestione era passata al consiglio cittadino sanvitese che ne aveva affidato la gestione al clero secolare: nel 1806 istruiva una settantina di allievi, e dal 1807 era compreso nel limitrofo dipartimento del Tagliamento. Sul collegio F.METZ, Collegio d'istruzione in San Vito al Tagliamento dalla fine del XVIII alla metà

del XIX secolo, Pordenone 1993.

156

ASUd ACU p.n., b. 98, 1810, lettera del 5 ottobre 1810 in cui Deciani riferisce al prefetto quanto disposto sulle nuove scuole normali ed elementari: la proposta di direzione per Zandonella e di cattedre all’ex barnabita Zamboni e a due ex somaschi, dai quali attendeva una proposta di onorario annuale. Altra proposta fu fatta a Paolo Narducci ex Barnabita di S Daniele che però rifiutò per motivi di salute, ivi, sua lettera al podestà il 7 ottobre 1810 da Cividale.

157

ASUd ACU p.n., b. 98, 1810, lettere di assunzione, il 18 ottobre 1810, a Zamboni e a Menegaldo; lettera da Soligo 11 ottobre 1810 di Viviani a sostegno di Menegaldo; proposta del comune a Zamboni il 19 ottobre 1810 per la direzione del convitto “nella

Nel novembre Menegaldo era a Udine per assumere le sue funzioni158 e si decisero gli onorari dei neoassunti159. Ma data la controversia tra comune e Demanio sugli edifici ex barnabiti, che si era trascinata per tutto il 1810, le scuole ebbero inizio solo a dicembre inoltrato160 nonostante un avviso che aveva imprudentemente fissato la data di apertura per l’11 novembre presso gli ex Barnabiti con l’usuale tassa di L. 12 per gli scolari non indigenti161. Così, mentre si preparavano i documenti da consegnarsi al prefetto, comprovanti i diritti di proprietà del comune su quegli edifici, le scuole di Chiap vennero aperte nel medesimo locale ex barnabita, mancando il tempo per provvedere a un’alternativa162.

S’intensificavano intanto i controlli sulle più varie articolazioni del lavoro scolastico e, non senza difficoltà, sui metodi d’insegnamento: come da disposizioni di legge, il prefetto impose che s’incaricasse un uomo di fiducia per recarsi nelle scuole a “ricordare il metodo che si tiene e a regolarizzare quanto non fosse corrispondente alle direttive del Governo e del prefetto”. Fu incaricato da Antonini il savio Mantica, che però rifiutò. Solo nel gennaio si riuscì a incaricare il savio Sabbatini del quale risultano le ispezioni nelle due scuole normali maschili, in quelle femminili delle Zitelle e delle Rosarie “maestre delle elementari” e delle Dimesse163. Ovunque, riferì, si parlava e s’insegnava la lingua italiana. Nuove disposizioni pervennero anche sul calendario scolastico: le lezioni non si sarebbero più dovute concludere a fine luglio, ma a fine agosto164. Seguirono, a fine anno, severe ingiunzioni a non battere gli scolari con minaccia di licenziamento ai maestri. Il divieto delle battiture costituiva un principio basilare per la Direzione parte morale, poiché ad altro soggetto sarà affidata la parte economica…”; risposte di Zamboni il 20 e il 24 ottobre. Lettera 9 ottobre 1810 di Costantini al prefetto in cui spiega che, data la soppressione del collegio barnabita è privo d’impiego e mezzi di sussistenza e che da più di vent’anni vi era stato apprezzato maestro di rudimenti grammaticali; autorizzazione il 1 Novembre 1810 di Antonini a Costantini ad aprire la scuola Grammatica inferiore e invito a precisare il compenso.

158

ASUd ACU p.n., b. 98, 1810, lettera di Antonini al prefetto dell’11 novembre 1810 che annuncia l’arrivo a Udine di Menegaldo.

159

ASUd ACU p.n., b. 98, 1810, lettera 4 dicembre 1810 in cui Antonini al prefetto propone i seguenti compensi annui: per Zamboni direttore morale e maestro di rettorica L. 975: per Menegaldo maestro di sintassi L. 885; per Costantini maestro di grammatica L. 690, compresi vitto e alloggio, e per il custode L 50 annue. Seguono rimostranze di Zamboni, che il 30 novembre osserva che “in altra comune, al maestro di sola scuola sono assegnate lire d’Italia 750 e pagato l’alloggio…”. Nuova lettera del podestà al prefetto dei primi di dicembre in cui decide di dividere le 2.600 lire stanziate per le scuole elementari e normali tra Zamboni (L. 1000), Menegaldo (L. 900), Costantini (L. 700) ma ritagliando all’interno di quegli onorari in cui erano compresi il vitto e l’alloggio, da Zamboni L. 15, da Menegaldo L 15, da Costantini L 10 per il salario del custode fissato in L. 50. Il 5 dicembre Costantini ne aveva chieste 750 e il 4 dicembre Menegaldo ne aveva chieste 800.

160

ASUd ACU p.n., b. 98, 1810, il 6 dicembre 1810 il prefetto sollecita il podestà a esporre il problema del collegio al consiglio comunale per disporre l’apertura quanto prima. E il 31 dicembre 1810 il prefetto lo invita a recarsi alla prefettura “essendo tuttora pendente l’importantissimo oggetto dell’istruzione comunale” a un incontro ai primi di gennaio cui parteciperanno oltre al prefetto e al podestà, il direttore del demanio e per il liceo il reggente abate Zandonella e il professor Cocconi. Il 31 dicembre 1810 Costantini invia al podestà l’elenco dei suoi primi 20 scolari dei quali non precisa i premiati essendosi aperte le scuole più tardi del previsto.

161 ASUd ACU p.n., b. 98, 1810, 27 ottobre 1810, avviso a stampa di Deciani per il podestà assente in cui s’informa dell’apertura in data 11 novembre per le scuole normali ed elementari del comune alle solite condizioni: ma il 1.11.1810 questi pregò il prefetto di toglierlo “dall’incomodo in cui sono entrato con la pubblicazione dell’enunciato avviso” e di consentire l’apertura delle scuole nel solito locale dei Barnabiti.

162

ASUd, ACU, b. 98 1810, Lettera 1.11.1810 di Deciani, ivi, e minuta del 27 novembre 1810 al direttore del demanio in cui Antonini comunica l’ordinanza prefettizia di apertura delle scuole.

163

ASUd ACU p.n., b. 98, 1810, il 22.9.1810 su ordine del prefetto richiesta del podestà al savio (assessore) Mantica; rifiuto di questi riferito nella lettera 22.9.810 di Deciani al podestà; Ivi, b. 99, 1811, rapporto del 22.1.1811 del savio Sabbatini sulle scuole maschili e femminili; rapporto del podestà al prefetto e il 15.12.1811 ordine, da parte di questi, di promuovere abituali ispezioni.

164

ASUd ACU p.n., b. 98 1810, l’8.10.1810 il prefetto ricorda al podestà che la Direzione di pubblica istruzione ha fissato il termine dell’anno scolastico a fine agosto. Il 18 luglio 1811 Il nuovo podestà Giulio Mattioli ne informa i maestri Angelo Zamboni, Giuseppe Menegaldo, G. Battista Costantini, Niccolò Chiap e Domenico Magrini.

generale che lo impose più volte ai governi locali, e al tempo stesso la prova di una pratica diffusa e dura a morire165.

A ricevere le direttive del prefetto era subentrato nel frattempo, dal gennaio 1811, il nuovo podestà Giulio Mattioli166. Il prospetto che il nuovo responsabile delle scuole, Zamboni, gli inviò in quell’anno presenta una popolazione scolastica, iscritta al livello elementare intermedio, interessante nella sua varietà. Degli allievi registrati in quel mese per nome, cognome e mestiere del padre risultavano sì in gran parte figli di possidenti, ma vi era anche una cospicua rappresentanza di borghesi: nella prima classe 5 figli di artigiani e negozianti (35%); nella seconda 4 tra negozianti, artigiani e avvocati (44%); nella terza 15 tra negozianti, artigiani e impiegati (57%)167. Il numero degli scolari delle elementari, complessivamente 42 a gennaio ripartiti nelle tre classi o “scuole” come allora erano definite, salì fino a 51 nel luglio di quell’anno168 (20).