NUOVE RIFORME E NUOVE DOMINAZIONI
3. Ospedali, luoghi pii di ricovero, monti di pietà e altri istituti nel 1806
1. Ospitale Maggiore di Santa Maria della Misericordia 2. Ospizio dei Calzolari
3. Orfanatrofio Pia casa della Carità 4. Casa delle Convertite
5. Casa delle Zitelle 6. Commissaria Uccellis 7. Commissaria Delfino 8. S. Monte di Pietà
Come si vede, dalla relazione emersero i quattro istituti specificamente rivolti all’educazione di varie fasce sociali già incontrati nell’inchiesta del 1807: l’orfanatrofio, le case delle Convertite e delle Zitelle, la commissaria Uccellis222. Asquino citava anche in tutto il distretto, senz’altro specificare, “Fraterne laicali che per incidenza, non per originario istituto, hanno tra i loro oneri certi legati di Grazie a donzelle nubili, di vestizioni di poveri, e simili”; la confraternita dei Calzolari che oltre a mantenere un ospizio per i familiari degli affiliati e altri bisognosi, usava dotare alcune giovani nubili della città223 oltre a sovvenzionare l’Ospedale Maggiore, compreso nell’elenco224. La concatenazione carità - istruzione riaffiora nella supplica rivolta al prefetto dalla municipalità udinese che chiese invano la conservazione della fraterna delle Anime del Purgatorio che, si ricordava, avrebbe lasciato senza sostegno la parrocchia di San Giacomo, l’ospedale, la casa delle Convertite con “35 povere donzelle”, e “innumerevoli famiglie”225. Del Monte di Pietà si ricordò invece che erogava, così come le fondazioni o commissarie, elemosine ai poveri, doti su
218 Decreto 26.5.1807, In Bollettino…cit., 1807, I, pp. 281 ss.
219
ASUd ACU p.n., b. 285, lettera di Bovara ai prefetti del 10.5.1806.
220 Decreto 5.9.1807, in Bollettino… cit., 1807, II, pp. 468-475.
221
ASUd ACU p.n., b. 285, ordinanza del 28.5.1806 con cui Frangipane incarica la RL di raccogliere i dati richiesti e relazione di Asquino il 31.5.1806 in cui si elencano gli otto istituti.
222
Delle commissarie Uccellis e Delfino si trovano documenti e notizie in ASUd ACU p.n., b. 321.
223
ASUd ACU p.n., b. 287, quadro storico della confraternita e risposte al questionario il 25.6.1806. La dote per le figlie da maritare o destinare al chiostro costituì per secoli un obbligo sociale per le famiglie, oneroso specie per le più povere, soccorse in ciò da confraternite, associazioni artigiane, monti dotali e istituzioni assistenziali. Sui rapporti che legano confraternite e doti L.
CAMPESTRIN, Le doti della carità. Confraternite in area trentina e veneta (secoli XVI–XVII) in Il prezzo della sposa. Doti e patrimoni
femminili in età moderna, a cura di S.CLEMENTI - M.GARBELLOTTI, in “Geschichte und Region”, 2010, 1, atti del convegno, Trento, 25-26 settembre 2009, Fondazione Bruno Kessler, Studi storici italo-germanici/Italienisch Deutsches Historisches Institut.
224
ASUd ACU p.n., b. 287, Quadro storico sulla storia dell’ospedale e notizie sullo stesso.
225
utili e lasciti di benefattori destinati a orfane, esposte o indigenti: nell’agosto 1806 i Conservatori dell’ente chiesero aiuti al comune lamentando i danni economici causati dall’avocazione al Demanio dei diritti daziali, nerbo delle sue rendite226. L’anno dopo il prefetto Somenzari si occupò di questi istituti anche per informarsi sulla condotta politica dei responsabili227.
Il successivo decreto 21 dicembre 1807228 trasferì le competenze di “beneficenza pubblica” al Ministro dell'Interno incaricando i comuni di amministrare i beni degli istituti tramite un collegio di cittadini - la già citata Congregazione di Carità - in numero proporzionale agli abitanti inclusi prefetto, vescovo e podestà, che avrebbe provveduto a “ospedali, orfanotrofi, istituti elemosinieri”. Di qui a inizio 1808 la nomina a Udine da parte del podestà, su sollecitazione del prefetto, dei membri della Congregazione cittadina nelle persone di Gio.Batta Flamia, Detalmo Brazzà, Luigi Ottelio, il canonico Giuseppe Gabrieli, Orlando Cicogna, Domenico Zerbini229.
Riguardo alle comunità religiose udinesi, la scure napoleonica si abbatté per la prima volta su di loro col decreto 28 luglio 1806230, che estendendo al Friuli e alle terre già venete gli effetti di quello dell’8 giugno 1805231 aveva stabilito i conventi e i monasteri da conservare, quelli da sopprimere e i beni di quelli soppressi da avocare allo Stato. Per Udine, si ripeterono alcune scelte di fondo della breve amministrazione francese: furono conservati i Barnabiti e disposta l’unione al loro collegio di quello di San Giuseppe di Serravalle (oggi Vittorio Veneto), anch’esso votato all’educazione; conservati anche i Padri della Missione di San Vincenzo, i Cappuccini del convento di S. Giustina e in più i Filippini. Presumibilmente nel medesimo solco di quelle scelte, si decise invece l’unione a omologhe comunità in altre città dei Minori Conventuali della Vigna232, dei Minori Osservanti di San Francesco e dei Domenicani di San Pietro Martire233; così pure per i Serviti di Santa Maria
226
ASUd ACU p.n., b. 290, i Conservatori alla RL il 3.8.1806 e il 13.8.1806, e b. 298, loro relazioni a Frangipane datate 23.11.1806 e 14.12.1806.
227
ASUd ACU p.n., b. 314, il prefetto alla RL il 23.11.1807 e in b. 315 le risposte con i dati richiesti in una tabella inviate dagli amministratori al podestà il 22.12.1807.
228 Decreto 21.12.1807, in Bollettino…cit., 1807, pp. 1231-1233. In un primo tempo abolita con la Restaurazione, nel 1815 la Congregazione fu riattivata, anche se in forma semplificata, dalla legislazione austriaca.
229
ASUd ACU p.n., b. 317, 16.1.1808 sollecitazione del prefetto ad Antonini per la nomina della Congregazione e il 23.1.1808 nomina dei membri.
230 In Bollettino …cit., 1806, II, pp. 809-820. Come da decreto 8.6.1805, accordava ai religiosi una pensione da corrispondersi da parte del Demanio.
231 Il decreto 8.6.1805, precisato un mese dopo dalla determinazione 8.7.1805, accorpò monasteri e conventi mantenendo quelli dediti a istruzione, cura dei malati e altri fini sociali, riunendo i membri in poche sedi di ciascun ordine e facendo confluire i beni di quelli soppressi nel Demanio, che s’impegnava a corrispondere ai religiosi una pensione annua. Bollettino …cit., 1805, I, pp. 123-130.
232
ASUd ACU p.n., b. 290, due suppliche per la preservazione del monastero del 17.8.1806 dal comune e dal vicario capitolare Mattia Cappellari a Bovara; b 318, con lettera 30.1.1808 il podestà si lamenta col prefetto che i Padri siano ancora nel convento e osserva che i militari andrebbero alloggiati non presso gli abitanti, ma nel convento già destinato a quell’uso. Infine, lettere del 18 e 19.2.1808, del podestà al capo di stato maggiore di stanza a Udine: si destina il convento ad alloggio per una parte dei 700 Russi giunti come alleati - altri sostarono in varie città del Veneto - in seguito alla temporanea alleanza franco-russa in funzione antibritannica e antiturca, seguita alla pace di Tilsit, che il 7 luglio 1807 pose fine alla guerra della Quarta coalizione.
233
ASUd ACU p.n., b. 297, lettera dei primi di gennaio del preposto dell’ordine alla RL in cui si chiede una proroga fino alla buona stagione, oltre gli 8 giorno concessi dal Demanio per lasciare il convento, poi trasmessa al prefetto. Il locale fu poi destinato a uso di Corte di Giustizia (Il Friuli nel 1807… cit., p. 81).
delle Grazie portati a Venezia, e la chiesa e il santuario adibiti a parrocchia per decisione del ministro per il Culto234, il convento usato come sede della prefettura dipartimentale235.
Degli istituti femminili si decretò che le Terziarie di San Domenico, delle quali la statistica 1807 riconosceva l’opera educativa, e le Terziarie Servite di San Valentino si trasferissero presso le omologhe congregazioni rispettivamente di Cividale e San Daniele; che alle Francescane dell’Osservanza in San Bernardino fossero unite quelle di San Niccolò di Cividale; che si unissero le monache di Santa Lucia a quelle di Santa Chiara236 e, tra di loro, le monache di Santo Spirito e di Sant’Agostino: anche delle ultime tre la statistica ricordava l’educazione impartita alle fanciulle. Le numerose petizioni inviate tra il 1806 e il 1807 a Milano ora dal vicario capitolare, ora dalla Rappresentanza locale, di cui vi è traccia cospicua anche nell’archivio comunale napoleonico nell’anno 1806, testimoniano la mobilitazione dell’intera comunità cittadina a difesa del proprio patrimonio di privato - sociale237. Non tutte quelle disposizioni, però, ebbero seguito: si è già visto che alcune case furono conservate, nonostante il decreto del 1806, fino alle soppressioni del 25 aprile 1810238.
Pur se le biblioteche non sono oggetto di questo studio ma poiché l’istruzione si alimenta largamente di quelle, qui ricordo che da accorpamenti e soppressioni derivò pure la dispersione delle collezioni di preziosi volumi di monasteri e conventi, e con esse di tesori e opere d’arte239 delle quali, tolte quelle divenute refurtiva di predatori e trafficanti, occorreva progettare forme più ampie di fruizione pubblica240: il prefetto Somenzari istituì un’apposita commissione “corendo voce che esistano in questa città come pure in altri luoghi di questo dipartimento delle biblioteche in mano di qualche comunità religiosa e di qualche famiglia particolare ch’erano una volta di pubblico
234
ASUd ACU p.n., b. 293, lettere della RL del 26 settembre, 11 e 14 ottobre 1806; Il Friuli nel 1807… cit., p. 81.
235
Ibidem.
236
BCU, F.P., Ms. 870/13, Relazione del trasporto delle monache di S. Lucia in Udine al monastero di S. Chiara, della contessa Lavinia Dragoni, madre di Agostina badessa del monastero di Santa Chiara, e di Teresa Margherita monaca a Santa Lucia la quale ricorda che il trasferimento avvenne il 25 settembre mattina. Sulla contessa, nata nel 1752 da Vittoria Valvasoni e dal conte Daniele Florio, regina del salotto che ospitò anche Algarotti e Goldoni, cfr. V.DELLA TORRE, Il salotto della contessa Lavinia Dragoni
Florio, in “Memorie Storiche Forogiuliesi”, XXVII - XXIX, 1931 - 1933. pp. 1 - 54.
237
ASMi, Culto, p.m., atti e relazioni in bb. 2558, 2559, 2696, cit. in R.CORBELLINI, La costruzione di una capitale, cit., p.309.
238 Ai parr. 2.6 e 2.6.1, a proposito degli istituti di educazione femminili fino al 1810.
239
ASUd ACU p.n., b. 288 il 5 luglio 1806 Frangipane chiese alla RL che, come da disposizioni del Ministro delle Finanze, delegasse persona idonea alla scelta dei libri, manoscritti, opere d’arte custoditi presso i conventi del circondario con beni già avocati al Demanio, badando che non venissero trafugati. Si contano a decine nelle buste relative a questi primi anni di Regno, gli avvisi d’asta del Demanio di patrimoni di monasteri e conventi: b. 299 avviso d’asta 8.3.1807 dei beni dei monasteri di San Valentino e Santa Lucia e delle chiese di San Pietro Martire e delle Grazie tra il 20 marzo e il 7 aprile 1807; b. 318. avviso 16.2.1808 per i beni della Casa della Contadinanza, dei conventi della Vigna e ancora di San Pietro Martire. Il decreto 10.6.1806 in Bollettino...cit., 1806, II, pp. 609-611, ordinava al Demanio la consegna dei cataloghi dei patrimoni al Direttore della Pubblica Istruzione e a questi, dopo averli esaminati, di disporre a spese del Demanio il trasporto a Milano delle opere scelte, alcune delle quali da destinare a licei del Regno, dei libri scartati si sarebbe poi organizzata la vendita.
240
ASUd ACU p.n., b. 287 decreto napoleonico 10.6.1806, Bollettino …, cit., 1806, II. L'articolo 5 del Decreto destinava alle biblioteche dei Licei una selezione dei libri delle soppresse corporazioni. Il decreto prevedeva anche una prima selezione a favore della Biblioteca Nazionale di Brera: i libri rimasti dopo queste selezioni dovevano essere venduti dagli uffici provinciali del Demanio. Identiche disposizioni vi furono nel decreto di Compiègne del 25 aprile 1810.
diritto”241. Occorreva insomma ricorrere alle istituzioni private per l’apertura di una biblioteca pensata a supporto del nuovo sistema d’istruzione che si andava delineando242. Somenzari chiese anche all’abate Filippo Florio dei dati sulla sua biblioteca ma ne ebbe risposte poco incoraggianti243. Meglio andò quando si trattò di strappare al demanio il patrimonio prontamente incamerato della biblioteca dell’Accademia Agraria Aquileiese, che il prefetto s’impegnò a far restituire al sodalizio. Di quella biblioteca il demanio si era appropriato subito dopo la soppressione dell’ordine barnabita in quanto essa, conservata da tempo presso l’istituto, fu ritenuta arbitrariamente di loro proprietà. Lo stesso Florio, da vice presidente dell’Accademia, ottenne nell’aprile 1811 dal podestà Mattioli un attestato che “quella biblioteca si trovava nel locale degli ex Barnabiti in forma di deposito e non altrimenti come proprietà di quel corpo religioso” sostenendo che ciò era necessario per l’uso che l’accademia intendeva fare di quel patrimonio244.
Frutto intero dell’opera barnabita era invece la Biblioteca di San Lorenzo Giustiniani, inaugurata nel triennio 1758-1761 della quale restano oggi 1210 volumi poi passati al liceo “Jacopo Stellini” dove tuttora si trovano, elencati in schedari sotto la dicitura “Biblioteca barnabitica del Liceo Ginnasio Jacopo Stellini”. Vi sono conservate pure numerose lezioni di diritto e di filosofia svolte dai Barnabiti nei 131 anni delle loro scuole a Udine245.
Sgomberati i religiosi, le loro case divennero sedi di uffici a uso civile o militare: l’Ospedale Maggiore di Santa Maria della Misericordia fu usato come caserma sin dal tempo della prima occupazione francese quand’era ancora da ultimare, poi reso per breve tempo alle sue funzioni246. Uguale il destino del palazzo arcivescovile: il nuovo arcivescovo Baldassarre Rasponi247, che trovò
241
ASUd ACU p.n., b. 331, lettera del 19.12.1808, il corsivo è mio, in cui il prefetto dichiarò anche d’aver nominato membri della commissione lo stesso podestà, il reggente del Liceo, il consigliere di prefettura Manenti, il presidente dell’Accademia Agraria Florio. Il giorno stesso Antonini rispose che non gli risultava alcuna libreria di quel tipo nel comune e nel dipartimento.
242
ASUd ACU p.n., b. 100, 1813, una lettera del 24 giugno 1813 con cui il prefetto trasmise al podestà un avviso di asta per appaltare alcuni lavori alla “biblioteca del liceo” ci documenta interventi in quella direzione.
243
Il prefetto tornò sull’argomento due anni dopo. In ASUd ACU p.n., b. 98 1810, il 9.1.1810 chiese al podestà di conoscere le biblioteche esistenti nel dipartimento comprese le “private celebri [...] essendo tra queste ultime la più distinta quella appartenente al sig. Florio”. Il 18.1.1810 risposta del vicario Deciani in minuta, che si dice dispiaciuto per non aver potuto procurare le notizie desiderate, allegata una lettera del 26.1.1810 del Florio che minimizza il valore della sua biblioteca, eredità del padre e dello zio. In b. 99, 1811, il 2 gennaio 1811 il prefetto al podestà dichiarò sciolta la commissione delle biblioteche, istituita con la sua ordinanza del 10 dicembre 1808, data la sua inefficacia.
244
ASUd ACU p.n., b. 99 1811, 24 aprile richiesta del Florio al podestà e risposta il 26 aprile con allegato attestato.
245 G.B. PASSONE, La Biblioteca Barnabitica del Liceo Ginnasio “J. Stellini”. Catalogo delle opere stampate nel settecento, Udine,
1984;A.TRANGONI, Il fondo antico della biblioteca dei Barnabiti di Udine, tesi di laurea, rel. U. Rozzo, a.a. 1993-1994. Se ne trova una sintesi in Nel Friuli del Settecento: biblioteche, accademie e libri, a cura di U.ROZZO, Udine, 1996, 2 voll.
246 L’ospedale sorgeva tra le vie M. Stringher e B. Odorico da Pordenone. Soppresso da Venezia nel 1768 il convento dei Carmelitani in borgo Aquileia, l’arcivescovo Gian Girolamo Gradenigo lo fece trasferire nel più spazioso e salubre convento dei Minori di San Francesco che si trasferirono in borgo Aquileia. Col decreto del 25 luglio 1806 da Saint Cloud Napoleone lo rese alle sue funzioni ma ciò avvenne solo due anni più tardi, quando i soldati si spostarono nel convento dei Francescani della Vigna, aggregati ai monaci di Motta di Livenza per decreto 28.7.1806. L’edificio, che subì altre occupazioni, è oggi sede del tribunale. In ASUd ACU p.n., b. 287, fascicolo datato 29.6.1809 dedicato all’ospedale e in bb. 290, 293, 294, 321altre notizie.
247
ASUd ACU p.n., b. 298, 11.1.1807 decreto di nomina a Udine del settantaquattrenne Filippo Vittorio Melano, all’epoca vescovo di Novara e sua sostituzione con Baldassarre Rasponi, già canonico della cattedrale di Ravenna; b. 299, lettera della RL a Melano del 20.2.1807 e b. 300, il 2.3.1807, sua risposta da Novara da cui risulta che Melano declinò l’incarico per motivi d’età e salute; b. 303, decreto 29.5.1807 che in seguito a quella rinuncia nomina Rasponi arcivescovo a Udine; b. 318, avviso comunale 14.2.1808 del suo arrivo verso le 4 del pomeriggio del 15 febbraio. Qui resterà fino alla morte, il 14 febbraio 1814.
ad attenderlo a Udine il vicario capitolare Mattia Cappellari248, dovette ricorrere al Ministero dell’interno per farlo sgomberare dai militari249.
Ai Filippini e alla loro sede occupata dal Demanio già si è accennato250. La “Commissione sopra le notifiche dei beni comunali” s’installò invece in alcuni locali dell’ex santuario di Santa Maria delle Grazie251, il monastero con la chiesa di Santa Lucia, sgomberato dalle monache trasferite a Santa Chiara, divenne sede dei coscritti252, poi dell’Intendenza di Finanza, e la sua chiesa adibita a dogana253; le chiese di San Valentino in borgo Pracchiuso, di San Francesco e di Sant’Antonio adibite a magazzini254 come quella di Santa Croce255; la chiesa di San Rocco a deposito di polvere da sparo256, i monasteri di Sant’Agostino e di San Valentino adibiti a caserma257. Altre confische e occupazioni di luoghi di culto riguardarono le parrocchie, nelle quali la città era stata divisa nel 1595 dal patriarca Barbaro258: il decreto 18 dicembre 1807 a Udine ne ridusse il numero da nove a cinque259. Quello del 10 marzo 1808260 ridusse invece drasticamente le chiese in 25 città del Regno, tra le quali Udine che ne contava ben 53261.
248
Fu vicario capitolare dell’arcidiocesi nei difficili anni intercorsi tra la morte di Pietro Antonio Zorzi, nel 1803, e la nomina di Baldassarre Rasponi. Alla morte di questi, nel 1814, assunse nuovamente quelle funzioni negli anni del governo austriaco. Su di lui
G.ELLERO,G.MARCUZZI,P.PASCHINI,G.VALE, Il seminario … cit; S.PIUSSI, La Chiesa di Udine… cit.
249
ASUd ACU p.n., b. 307, con lettera 22.8.1807 la RL chiede alla “Commissione casermaggio”, lo sgombero del palazzo nell’imminente arrivo dell’arcivescovo; risposta della Commissione uffici Riuniti del 24.8.1807 da cui risulta il rifiuto dell’ispettore Motte là alloggiato, almeno fino all’offerta di un alloggio adeguato; b. 308, il 28.8.1807 il prefetto ne riferisce alla municipalità; b. 309, la Commissione Uffici Riuniti comunica a questa il 14.9.1808 che il 10 Motte e il seguito del generale Marmont avevano lasciato il palazzo; b. 329 un verbale del 26.10.1808 firmato dal canonico Franceschinis, già economo delle rendite arcivescovili, dal podestà Antonini e dal segretario comunale Brunelleschi documenta i danni derivati da quell’ospitalità obbligata.
250
ASUd ACU p.n., b. 284, lettera 13.5.1806 in cui Frangipane chiede alla RL l’uso di un’ala del convento; b. 293, ingiunzione del 17.9.1806 con cui il prefetto chiede alla RL di far sgomberare dalla Fraterna dei Calzolari la Commissione agli Alloggi Militari per ospitarvi il Demanio; b. 297, lettera del 14.1.1807 alla RL con cui, trasferito l’ente in quella sede, il preposito dei Filippini Massimo Brazzano chiese la restituzione di almeno alcune delle stanze prestate; b. 298, risposta negativa del 16.1.1807 del Demanio in cui si afferma la necessità di spazio per gli archivi.
251
ASUd ACU p.n., b. 299, avviso della RL del 13.2.1807.
252
ASUd ACU p.n., b. 293, lettera il 29.9.1806 della RL al Prefetto e risposte del 5 e 8 ottobre 1806; b. 294, lettera del 26.10.1806 del prefetto al viceprefetto. Al comune spettò pure pagare i danni provocati dai soldati: in bb. 294 e 295 due lettere del direttore del Demanio Perosa alla RL rispettivamente del 17.11.1806 e del 19/11.1806.
253
BCU, F.P., ms. 870/6, Descrizione delle Chiese… cit.; Vita della beata Elena da Udine…,Udine 1760; G.OCCIONI BONAFFONS,
Illustrazione… cit., pp. 93-94; Il Friuli nel 1807… cit., p. 81.
254
ASUd ACU p.n., b. 298 lettere del 17.1.1807, 27.1.1807 e 28.1.1807 e b. 311 lettera 7.10.1807; b. 312 lettera 10.10.1807.
255
Il Friuli nel 1807… cit., p. 81.
256
ASUd ACU p.n., b. 314, verbale di sopralluogo del 21.11.1807. l’ordine di destinarla a quell’uso sarà poi revocato dal Demanio; b. 315 il prefetto ne avvisa il podestà il 23.12.1807; lettera 17.12.1807 con cui i Filippini con la popolazione del borgo ricorsero al Comune affinché un deposito di polvere da sparo fosse spostato dalla loro casa in altra sede.
257
Il Friuli nel 1807… cit., p. 81.
258
L.CARGNELUTTI,Lo sviluppo delle comunità religiose nella città. Dalle origini all’età napoleonica, in Monasteri, conventi, case
religiose nella vita e nello sviluppo della città di Udine, Udine 2001, p. 107.
259
ASUd ACU p.n., b. 315 copia del Decreto sulla riunione delle parrocchie nelle principali città dello Stato ex-veneto, in
Bollettino… cit., 1807, III, p. 1211 ss., con cui a Udine si accorparono le parrocchie di San Giacomo e di San Cristoforo a quella del
Duomo; di San Giorgio a San Pietro; di San Quirino al S.S. Redentore. San Valentino e San Niccolò restavano al momento preservate. Rimasero alla fine la Cattedrale, con sussidiarie quelle soppresse di San Giacomo e di San Cristoforo; il S.S. Redentore con sussidiaria quella soppressa di San Quirino; il santuario di Santa Maria delle Grazie dove, trasferiti i Serviti, si trasferì la parrocchia di San Valentino; la chiesa del Carmine che sostituì San Pietro; San Giorgio al posto di San Nicolò. Delle chiese, furono mantenuti solo i cinque oratori di Santa Maria di Castello, del SS. Crocifisso, di San Pietro Martire, di San Valentino e dei santi Ermacora e Fortunato. S.PIUSSI, La Chiesa di Udine … cit., p. 189 e sul trasferimento di San Valentino ASUd ACU pn, b. 325, scritto del parroco delle Grazie don Paolo Canciani il 13.8.1808.
260
ASMi Culto, p.m., b. 127, Decreto che prescrive il numero delle chiese da conservarsi in 25 città del Regno. Sulla razionalizzazione del sistema parrocchiale in epoca napoleonica F.AGOSTINI, Dall'antico sistema» al «nuovo ordine»: la riforma
della parrocchia nel Veneto napoleonico, in Studi in onore di Angelo Gambasin, a cura di L.BILLANOVICH, Vicenza 1992.