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NUOVE RIFORME E NUOVE DOMINAZIONI

2. Stabilimenti pubblici nel 1807

1. Il Santo Monte di Pietà i cui capitali sono attualmente molto ristretti perché diminuiti di molto nelle passate vicende e perché è caduto l’obbligo di alcuni depositi semplici.

2. La commissaria de Uccellis che per disposizione del fondatore annualmente soddisfa all’educazione di 5 donzelle nubili della comune fino a 25 anni e le dota al caso di collocamento.

3. La Pia casa della Carità [poi istituto Renati] l’istitutore di questo stabilimento volle soccorrere quelli che in età infantile fossero privi dei genitori e rimasti alla discrezione della sorte… è un ricovero d’orfani miserabili d’ambo li sessi, che vengono educati come si dirà al quesito 31.

4. La casa delle Convertite 5. La Casa delle Zitelle

si possono annoverare nella classe de’ stabilimenti di beneficenza: la prima serve di ritiro e di educazione nel tempo stesso a quelle donne che nella debolezza del sesso fossero fatalmente indotte a traviare dal retto sentiero; la seconda al mantenimento gratuito e all’educazione di 12 donzelle povere che giunte alla seconda età vengono soccorse in caso di matrimonio con li fondi dello stabilimento.

Dunque, nel primo quadro undici istituti distinti in due gruppi: il primo in cui “tutti si impiegano all’educazione” comprensivo dei Barnabiti e del Seminario, ma anche dell’orfanatrofio cittadino; il secondo i cui istituti “s’occupano anche di questo oggetto”, con 6 monasteri e 2 case di “donne secolari”201. “Sicché - si concludeva - le case di educazione nella comune possonsi annoverare al

198

Par. 2.1.

199

R.CORBELLINI,L.CERNO,C.SAVA, op. cit., p. 77.

200

Ivi, p. 75.

201

R.CORBELLINI,L.CERNO,C.SAVA, op. cit., p. 77. A Udine all’epoca della visita apostolica di monsignor Cesare De Nores

(1584-1585) sono attestati 8 monasteri femminili: 1 di San Bernardino delle Osservanti di San Francesco, 2 della Madonna dei Sette Dolori delle Servite, 3 di Santa Croce delle Terziarie Francescane, 4 di Santo Spirito delle Pizzocchere di San Francesco, 5 di Sant’Agostino delle Terziarie Agostiniane, 6 di San Domenico, 7 di Santa Chiara, 8 di San Nicolò delle Agostiniane. cfr. C.SOCOL, La visita

numero di 11”. Nel secondo quadro, la parola “educazione” ricompariva in quattro dei cinque “stabilimenti pubblici” elencati poco prima, con la sola eccezione del “Santo Monte di Pietà”: la Commissaria Uccellis, la Pia Casa della Carità, l’istituto delle Convertite e quello delle Zitelle. La Casa di Carità e le Zitelle202 erano già indicate tra le case di educazione, ma si rilevavano le finalità educative delle altre due istituzioni: le Convertite che accoglievano ragazze strappate alla strada203, e il lascito Uccellis che a lungo fu elargito a indigenti ospitate in varie case di educazione o presso privati. Si cita infine, alla voce “Ospitali”, l’Ospedale di Santa Maria della Misericordia “che riceve li miserabili della comune e di tutto il dipartimento, tiene pur anco la cura e il mantenimento degli esposti” i cui redditi erano ricavati da prodotti di fondi, affitti di case, capitali e livelli attivi204. Un’istituzione non direttamente connessa all’istruzione, ma che occupandosi di esposti certo convogliava i suoi piccoli indigenti verso l’orfanatrofio Renati o altri istituti.

Si è già detto delle vendite di monasteri e conventi cui la Repubblica Veneta era già ricorsa per risolvere i suoi pressanti problemi di deficit, ma qualche cenno merita anche la prima occupazione francese. In quei mesi non risulta fosse stata formulata alcuna proposta in materia d’istruzione pubblica, né previsto alcun specifico comitato ma, a riprova di un certo interesse del governo in quella direzione e della centralità assunta da alcuni conventi in materia d’istruzione, furono preservati dalle soppressioni quelli “impiegati nelle pubbliche scuole”: Barnabiti, Cappuccini e i Padri delle Missioni o di S. Vincenzo de Paoli205 che il patriarca Daniele Dolfin nel 1751 aveva chiamato a Udine206. Tacendo dei Barnabiti la cui attività educativa è nota, il convento dei Cappuccini dal 1580 fu quasi sempre sede di studentato per chi intraprendeva gli studi religiosi, mentre ai Padri delle Missioni era affidato l’insegnamento della liturgia che gli allievi del seminario solitamente venivano ad apprendere durante le ferie pasquali207. Per gli stessi motivi furono risparmiate altre comunità religiose friulane208. Si decretò invece la scomparsa dei Domenicani di San Pietro Martire, i Serviti di Santa Maria delle Grazie, i “Padri Zoccolanti” o Minori Osservanti di S. Francesco e i Francescani del Convento detto della Vigna.

apostolica del 1584-85 alla diocesi di Aquileia e la riforma dei Regolari, in Storia della società friulana. Sezione studi e testi, 6,

Udine 1986.

202

ASUd ACU p.n., b. 285 quadro storico delle Zitelle.

203 Ivi, quadro storico delle Convertite.

204

R.CORBELLINI,L.CERNO,C.SAVA, op. cit., p. 76.

205 L.CARGNELUTTI, Gli uomini… cit., p. 96 e verbali delle sedute del Governo centrale del Friuli relative ai beni ecclesiastici del 4,

del 14 e del 15 settembre 1797, pp. 162-165.

206

Detti anche Lazzaristi o Vincenziani, fondati nel 1625 da San Vincenzo de Paoli per l'evangelizzazione dei poveri e la formazione del Clero, a Udine divennero rinomati per l’opera di predicazione.

207

Un proclama del Governo Centrale del 20.9.1797 in BCU, Fondo Proclami, n. inv. 269215 ordinò l’allontanamento di regolari o frati non del dipartimento tranne quelli “attualmente impiegati nelle pubbliche scuole e li Padri delle Missioni e Cappuccini”, cit. in

L.CARGNELUTTI, Gli uomini… cit., p. 162. sulle scuole presso i Missionari G.ELLERO,G.MARCUZZI,P.PASCHINI, G.VALE, Il

seminario… cit. p. 202.

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Tra questi il collegio dei Domenicani di Cividale, perché gran parte dei suoi beni si trovava nei domini asburgici e per “esser utile alla società colle scuole che mantiene”. I Domenicani si trovavano a Cividale da quando nell’estate 1770 il Senato veneto aveva decretato la chiusura e la vendita di tutti i beni dell’abbazia di Rosazzo, dove risiedevano. Sorte non dissimile toccò a quelle di Moggio e di Sesto.

In materia d’istruzione la successiva dominazione austriaca operò una puntigliosa vigilanza sull’insegnamento abusivo209: per il resto, fedele alla linea di Giuseppe II che pur sopprimendo senza remore monasteri e conventi non aveva toccato quanti erano dediti a opere di assistenza, consentì donazioni e legati a loro vantaggio addirittura annullando limiti disposti a suo tempo da Venezia, forse rinviando ad altra data provvedimenti mirati sul fronte delle istituzioni scolastiche210. Ma quando, dopo le vittorie della Terza Coalizione, il Veneto tornò a Napoleone, il primo obiettivo di quel governo si rivelò essere quello di garantire la sopravvivenza dei nuovi apparati acquisendo quel che restava dei patrimoni ecclesiastici. Ora, però, non si trattava più solo di ricolmare disavanzi ma di costruire uno Stato, sistemi d’istruzione e assistenza compresi, con patrimoni ancora distribuiti in un mosaico di congregazioni e confraternite, luoghi di culto e parrocchie.

Sin dal 17 marzo 1802 la Repubblica Italiana aveva istituito l’Economato generale dei beni nazionali, poi Direzione del Demanio, per curare l'amministrazione di quanto confiscato alle corporazioni religiose211, incaricandone l’abate Giovanni Bovara212. Alla vicepresidenza Melzi risaliva anche quel Ministero per il Culto che lo stesso Bovara resse fino al 1812, anno della sua morte213, e che ebbe amplissimi poteri214. Sulla scia del giurisdizionalismo lombardo, il criterio dell’utilità sociale divenne in quegli anni la premessa per intervenire in settori che, con i medesimi scopi, da secoli costituivano la roccaforte dell’iniziativa religiosa e del laicato locale: patrizi e possidenti alla guida degli enti di beneficenza e assistenza tramite collegi di loro rappresentanti, ma anche ceti medio bassi nei ruoli chiave delle numerose fraterne laicali.

Nel 1806 le nuove normative si estesero al Friuli. Il 18 aprile si stabilirono modalità di nomina e compiti dei direttori del Demanio e dei Diritti uniti nei nuovi dipartimenti215 e se ne fondò uno a Udine che nel maggio trovò sede provvisoria in un’ala del convento dei Filippini216. Il successivo 25 aprile217 gli si attribuirono i beni di abbazie e commende: scuole, confraternite e consorzi laicali, e posti a suo carico i legati pii sui beni avocati se riconosciuti utili al culto, alla beneficenza e alla pubblica istruzione mentre le chiese parrocchiali e sussidiarie serbarono i loro beni. Si vietarono inoltre in tutto il Regno confraternite e congregazioni - che il successivo decreto 26 maggio 1807

209

Par. 2.2.

210

L.STEFANELLI, Il Friuli…, cit., pp. 62-63.

211 Nel 1805 l’Economato divenne Direzione del Demanio attivo fino al 1813 e poi dal 1818 al 1830, in epoca austriaca. Decreto 28.6.1805, in Bollettino …cit., 1805, I, dove se ne stabilivano organizzazione e funzionari fissando in ogni capoluogo di dipartimento un direttore del demanio, in ogni distretto un sotto direttore, in ogni cantone un ricevitore.

212

Foglio officiale della Repubblica italiana, a. I, Milano 1802, p. 36 e a p. 37 il decreto ufficiale d’incarico del Bovara.

213

Napoleone nominò Bovara ministro per il culto con decreto 1.5.1802, Bollettino delle leggi della Repubblica … cit., 1802, pp. 122-128, e il 23 giugno si definirono le sue attribuzioni e competenze e l’organizzazione del ministero. I.PEDERZANI, Un ministero

per il culto… cit. Le sue funzioni sono sintetizzate da F. AGOSTINI, Istituzioni ecclesiastiche e potere politico in area veneta

(1754-1866), Venezia, 2002, pp. 208-211.

214

Organo con fini amministrativi e politici, vigilava su vari ambiti connessi all’istruzione: istruzione sacra e studi seminariali, disciplina e tutela del clero regolare e secolare, istituti di pubblica beneficenza e materie beneficiarie, rendite delle pie fondazioni e dotazione del culto. F.AGOSTINI, Istituzioni ecclesiastiche…, cit., p. 209.

215

Decreto 18.4.1806 In Bollettino …cit., 1806, II,pp. 416-420.

216

Detti anche Padri dell’Oratorio, la prima congregazione fu fondata a Roma nel 1575 da Gregorio XIII.

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avrebbe cancellato - eccetto quelle del Santissimo Sacramento, approvate dal Governo e ammesse una al massimo per ogni parrocchia218.

Nel 1806 il Ministro per il Culto estese ai dipartimenti ex veneti una vasta inchiesta su ospedali, luoghi pii di ricovero, monti di pietà e altri istituti assistenziali219 cui seguì, l’anno dopo, l’istituzione della Congregazione di Carità, unica deputata ad amministrarli220. All’inchiesta rispose anche il presidente della Rappresentanza Locale di Udine, Asquino221.