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Misure alternative all’azione penale.

LA DISCREZIONALITA’: DEFINIZIONI E CRITERI DI ANALIS

6. Il sistema penale in Francia.

6.4. Misure alternative all’azione penale.

Fra l’esercizio dell’azione penale e l’archiviazione si collocano una serie di scelte intermedie cui il parquet può ricorrere in relazione alle esigenze del caso concreto. Per vero, la giustizia francese non conosce vere e proprie forme di plea

of guilty così come strutturate nei sistemi anglosassoni117. Possono, tuttavia, classificarsi impropriamente come tali strumenti quali l’archiviazione condizionata, la médiation e la derubricazione, affermatisi spontaneamente nella prassi come soluzioni per frenare la microdelinquenza urbana e successivamente regolamentate dal legislatore nel codice di procedura penale118.

Così, l’art. 41-1 c.p.p., dopo la riforma introdotta con la legge 515-99, prevede che il Procuratore della Repubblica possa «preliminarmente alle sue determinazioni circa l’esercizio dell’azione penale, direttamente o per delega 1) procedere a ricordare all’autore gli obblighi risultanti dalla legge (rappel à la

loi); 2) indirizzare l’autore a una struttura sanitaria, sociale o professionale; 3)

chiedere all’autore di regolarizzare la sua situazione nei confronti della legge e dei regolamenti; 4) chiedere all’autore di riparare al danno provocato; 5) far

117 La critica è di M. Chiavario (a cura di), Procedure penali d’Europa, cit., pp. 650-651, che

inserisce la correzionalizzazione e la procedura dei giudizi in flagranza fra le forme, seppur abbozzate, di giustizia consensuale francese.

118 Nota M.G. Aimonetto, Le recenti riforme della procedura penale francese. Analisi, riflessioni e spunti di comparazione, Giappichelli, Torino, 2002, p. 12: «La dottrina che ha studiato il

fenomeno della spontanea affermazione di diverse ipotesi di mèdiation, tra loro assai diversificate in relazione alle singole circoscrizioni giudiziarie, ha evidenziato le ragioni dell’insorgenza e dello sviluppo del fenomeno: la mediazione è apparsa uno strumento adeguato a far fronte alla delinquenza “quotidiana”, quella che irrita il cittadino e per la quale le classiche risposte del

classement sans suite ovvero della poursuite appaiono inadatte, in quanto la prima ingenera

nell’autore del fatto l’impressione di restare impunito e nella vittima un sentimento di ingiustizia patita, la seconda rischia di approdare ad una giustizia “tardiva” e quindi inefficace per entrambi i soggetti ovvero, per i reati di scarsa gravità, all’inflizione di una pena eccessiva, tale da “marginalizzare” ancor più l’autore del fatto».

procedere, con il consenso delle parti, a un mandato di mediazione fra l’autore e la vittima». Nella scelta della soluzione da adottare, il parquet è dotato di ampia discrezionalità: l’applicabilità di tali misure, infatti, generalmente non dipende da presupposti legati alla gravità o alla tenuità del fatto commesso ma esclusivamente dalla valutazione in merito alla idoneità delle stesse: 1) a garantire la riparazione del danno causato alla vittima; 2) a far cessare l’allarme derivante dal reato; 3) a contribuire alla risocializzazione dell’autore. La loro disposizione da parte del p.m. prescinde, inoltre, da qualsiasi controllo giurisdizionale119.

I dati statistici pubblicati dal Ministero della giustizia francese danno conto del notevole successo di tali strumenti120.

Mediazione. Attualmente ricompresa fra le soluzioni di cui all’art. 41-1 c.p.p., al

numero 5), la prassi della mediazione penale fu istituzionalizzata prima delle altre forme di archiviazione condizionata. Già nella legge 93.2 del 4 gennaio del 1993, infatti, tale alternativa all’esercizio dell’azione penale riceveva veste normativa mediante l’introduzione di un ultimo comma nell’art. 41-1 c.p.p.121. Si

119 Precisa al riguardo C. Mauro, op. cit., pp. 161-162: «Peraltro, il potere discrezionale del

pubblico ministero è tanto più ampio poiché, trattandosi di archiviazione dell’azione, queste misure non sono sottoposte ad alcun controllo giurisdizionale e non dovrebbero avere in via di principio alcuna conseguenza sull’esercizio eventuale, futuro dell’azione penale per gli stessi fatti. Infatti, come ha ricordato la Corte di cassazione, malgrado il successo di un rappel à la loi, il pubblico ministero è libero di avviare l’azione penale. Invece, quando la misura non sia accettata o rispettata, il legislatore esige ormai espressamente che il pubblico ministero proponga una composition pénale o avvii il procedimento penale».

120 Ivi, p. 159: «In pratica, queste diverse misure hanno riscontrato un vivo successo al punto che

nel 2013 delle misure alternative all’azione penale sono state decise nel 43,5% dell’insieme dei casi “perseguibili” mentre una decisione di mera archiviazione è stata presa solo nel 10,4% dei casi. Come le stesse tabelle pubblicate annualmente dal Ministero, questi dati statistici rendono conto di un’evoluzione che ha privilegiato in pratica le misure alternative sull’archiviazione piuttosto che l’esercizio dell’azione penale. i più critici considerano quindi che le misure alternative all’azione penale non costituiscono più un’alternativa alla pena, come vorrebbero le teorie della restorative justice, ma un mezzo rapido e flessibile per arrivare a una sanzione nei casi meno gravi evitando però l’azione penale. Quindi in un’analisi poco ortodossa, le misure alternative vengono spesso paragonate ai riti alternativi e considerate come dei veri e propri procedimenti penali lasciati interamente, o quasi, nelle mani e alle scelte discrezionali del pubblico ministero, nuovo concorrente del giudice penale».

121 Ivi si prevedeva: «le procureur de la République peut enfin, préalablement à sa décision sur l’action publique et avec l’accord des parties, decider de recourir à une médiation s’il lui apparait qu’une telle mesure est susceptible d’assurer la reparation du dommage causé à la victime, de mettre fin au trouble résultant de l’infraction et de contribuer au reclassement de l’auteur de l’infraction».

tratta di un’alternativa all’esercizio dell’azione penale consistente in un accordo tra soggetto attivo e soggetto passivo del reato ed avente a oggetto la riparazione, non necessariamente pecuniaria, del danno. La mediazione si svolge alla presenza di un mediatore e deve essere accettata per iscritto dalle parti, il cui impegno (presentazione di scuse, risarcimento del danno, prestazione di un servizio o impegno a rispettare un obbligo legale) è giuridicamente assimilato a una transazione. Una copia dell’accordo scritto è spedito dal mediatore al Procuratore della Repubblica. Quest’ultimo provvederà ad archiviare il caso qualora la mediazione abbia avuto successo. Diversamente, il parquet potrebbe decidere di mandare avanti l’azione penale. Sia che sia andata a buon fine che non, la mediazione non è in ogni caso causa estintiva dell’azione penale.

La composition pénale. Ispirato alle procedure di plea bargaining e ai deferred

prosecution agreements nordamericani, l’istituto della composition pénale è stato

introdotto dal legislatore francese nell’art. 41-2 c.p.p. con la legge 515-99. Dal 2004, la sua applicazione è legata alla gravità del reato per cui si intende procedere122: vi si può ricorrere per le contraventions e per i délits puniti con un massimo di cinque anni di reclusione. Esso costituisce un’alternativa all’esercizio dell’azione penale e comporta un accordo, proposto dal pubblico ministero ed accettato dall’imputato, avente a oggetto prescrizioni specifiche espressamente individuate nel testo legislativo e selezionate in relazione al fatto contestato. Tale accordo deve essere convalidato dall’autorità giudiziaria, chiamata a vagliare la realtà dei fatti, la colpevolezza nonché l’adeguatezza della misura sanzionatoria proposta. In mancanza di convalida o in caso di inadempimento da parte dell’autore del reato delle prescrizioni derivanti dalla procedura alternativa, il procuratore dovrà avviare l’azione penale. Diversamente, in caso di successo e di corretta esecuzione della misura, l’azione penale si estingue.

Casi di transaction pénale. Si tratta di un istituto di recente creazione dai

presupposti applicativi eterogenei ed assimilabile, per certi versi, alla

composition pénale. Vi rientrano taluni reati in materia lavoristica o talune

122 Prima di tale riforma, il codice di rito prevedeva una elencazione dei reati per cui tale istituto

contravvenzioni contro i beni del comune. Innovativa risulta, poi, la transaction introdotta dal legislatore francese nel 2014 all’art. 41-1-1 del c.p.p.: l’ufficiale di polizia giudiziaria può, su autorizzazione del p.m., proporre una transazione all’autore di una contravention, di un dèlit punito con la sola pena pecuniaria o con la reclusione fino a un anno o il cui valore dell’oggetto del reato sia inferiore a quello stabilito nel decreto applicativo. La discrezionalità si sposta sulla polizia giudiziaria e, per la prima volta, viene dato rilievo al requisito della tenuità del danno.

Derubricazione. L’istituto della disqualification, nelle forme della correzionalizzazione e della contravvenzionalizzazione giudiziaria, consiste

nell’attribuire al fatto una qualificazione giuridica meno grave di quella che deriverebbe dall’applicazione della fattispecie astratta. Attraverso l’omissione di un’aggravante, la considerazione più lieve del fatto o dell’elemento psicologico che ne ha sorretto la commissione, si evita un giudizio dinanzi alla corte di assise (è il caso della correzionalizzazione) o dinanzi al tribunale correzionale (è il caso della contravvenzionalizzazione). Tale pratica, considerata tradizionalmente

contra legem, è stata riconosciuta ufficialmente da una legge del 2004, la loi Perben II.

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