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6.1.2) – ANALISI DEI RISULTATI DELL’INDAGINE

2 Modelli unificati di

preferenze

- spiegano l’interdipendenza delle funzioni di utilità;

- negano però la possibilità sia del potere che del conflitto, non riuscendo quindi ad essere di grande aiuto per la comprensione di questi processi.

Abbiamo visto invece come certe dimensioni sistematiche di genere siano presenti nel conflitto di preferenze. Il conflitto tra modelli di preferenze avviene quando :

a) - si tratta di mettere in discussione le decisioni sulla possibilità o meno delle donne di lavorare;

b) - le resistenze all’impiego femminile sono maggiori tra gli uomini; c) - la scelta deve avvenire all’interno della relazione matrimoniale.

Il desiderio femminile di lavorare tocca chiaramente un punto focale delle relazioni di genere all’interno della famiglia. La scelta della donna di lavorare, mette in discussione non solo il ruolo femminile, ma anche quello maschile all’interno del nucleo familiare : 1) - alcuni mariti sono contrari principalmente perché vedono minacciato il loro auto-interesse : se la donna andrà a lavorare avrà meno tempo da dedicare a loro ed ai loro bisogni primari (cibo, abitudini domestiche, ricevimento di ospiti, ecc.) e verranno quindi trascurati;

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Queste preoccupazioni sono presenti anche per i mariti favorevoli all’impiego delle donne :

2) - ci sono però esempi di mariti e fratelli che hanno iniziato a svolgere dei lavori domestici in risposta alla ristrutturazione dell’organizzazione del lavoro domestico causata dal lavoro esterno femminile (pulizie di casa, cucinare, aiutare i figli nei compiti, ecc.); 3) - in generale comunque, le nuove responsabilità delle donne non hanno portato a radicali rinegoziazioni dei ruoli di genere nel lavoro domestico. Ad esempio, quando ciò era possibile, le donne lavoratrici dividevano il loro carico lavorativo domestico con altri membri femminili della famiglia o assumevano delle domestiche.

Ma perché la gran parte degli uomini non era pronta ad accollarsi parte del lavoro domestico ?

1) - per molti uomini, il senso della propria identità è legato ad una determinata concezione dei ruoli di genere all’interno della famiglia, che pone al di là di ogni discussione il lavoro domestico;

2) - l’identità di genere maschile viene messa in discussione dall’esperienza molto fastidiosa per alcuni uomini, dell’accettare denaro dalle donne,da coloro cioè che per convenzione avrebbero dovuto essere mantenute. La presenza di una donna lavoratrice in famiglia si riflette malamente sulla loro capacità di fornire un reddito, specialmente nel caso di dipendenti pubblici;

3) - un’altra ragione di contrarietà è legata alla questione dell’onore. Questo tipo di resistenza non è limitata ai soli mariti o ai soli membri maschili della famiglia, ma proviene anche dai genitori, dai fratelli e dagli altri membri della famiglia estesa.

Le preoccupazioni per la reputazione femminile assumono una forma particolarmente intensa nel contesto delle relazioni matrimoniali, poiché qui le ansie relative alla correttezza del comportamento femminile vengono vissute assieme alle gelosie sessuali ed alle paure sull’infedeltà delle mogli. Questi tipi di obiezioni alla scelta femminile di lavorare, non vengono completamente afferrate dal concetto di preferenze conflittuali, utilizzato dall’economia classica. Più che una differenza soggettiva di opinioni tra individui, ciò che sembra essere in gioco è un conflitto più profondo tra i tipi di cambiamenti di ruolo che gli uomini e le donne sono preparati ad accettare nei confronti della divisione sancita culturalmente dei ruoli e delle responsabilità all’interno ed all’esterno della famiglia. Sulla base di questa suddivisione convenzionale dei ruoli di genere, gli uomini possono esigere una varietà di privilegi materiali :

- controllo delle risorse familiari; - esenzione dai lavori domestici;

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- l’aspettativa che il loro comfort abbia la priorità;

- il rispetto e l’autorità dovuti al capofamiglia e fornitore di reddito.

Per questi motivi, se le donne spiegano il loro desiderio di lavorare in termini di vantaggi materiali per la famiglia, gli uomini vivono questa spiegazione come una minaccia ai loro privilegi materiali all’interno della famiglia. lavoratori maschi presenti nelle fabbriche dove si è svolta l’indagine della Kabeer, temono che un cambiamento negli aspetti economici della relazione matrimoniale possa determinare una situazione in cui le mogli :

- disobbediscono ai mariti; - trascurano i lavori domestici; - richiedono uguali diritti in casa;

- vogliono usare i soldi a loro piacimento; - diventano troppo libere;

- perdono le loro voci dolci e piacevoli;

- iniziano varie altre forme di insubordinazione, che faranno sentire smarriti gli uomini.

Dal canto loro, le donne per iniziare a lavorare, sentono il bisogno di ottenere il consenso dei loro capofamiglia. Ciò suggerisce che :

a) - o sono così intimidite dall’autorità maschile dall’essere rese incapaci di agire autonomamente;

b) - oppure che i guadagni che ricaverebbero dal lavoro in fabbrica devono essere bilanciati con le conseguenze che potrebbero derivare dall’insistere nelle loro convinzioni, nonostante la contrarietà dei mariti.

La sfida aperta ha delle implicazioni sia simboliche che materiali. Un aspetto fondamentale del contratto familiare è la responsabilità maschile di protezione e mantenimento per le donne della famiglia, la “protezione simbolica” esposta da H. Papanek, in virtù dei loro ruoli di padri,mariti, fratelli e figli. Per le donne c’è l’obbligo conseguente di deferenza all’autorità maschile in ogni faccenda familiare importante. L’insistenza delle donne di fronte al rifiuto maschile è una violazione fondamentale di questi obblighi. Il fatto che le donne abbiano implicitamente accettato di riferirsi all’autorità maschile all’interno della famiglia, suggerisce che per la gran parte di loro, i benefici della protezione simbolica superano i vantaggi ricavati dal lavoro salariato. Questo ci viene dimostrato anche dal comportamento di due categorie di donne che hanno intrapreso l’attività lavorativa :

176 1) le donne che hanno scelto il

lavoro in fabbrica in aperto conflitto con la loro autorità maschile

- qui, gli uomini non avevano ottemperato ai loro obblighi di protezione e mantenimento ed era quindi maggiormente l’irresponsabilità dei mariti a spingere le donne a sfidare l’autorità maritale; 2) le donne che hanno compiuto

una scelta riluttante forzata, a causa della perdita del supporto maschile

- qui invece non c’era aperta opposizione alla scelta delle donne, perché che avrebbe dovuto effettuarla aveva mancato ai suoi obblighi di protezione e non era quindi nella posizione di potersi opporre ad una scelta in qualche modo forzata.

Questo può aiutarci a capire il senso di solitudine e di impotenza che queste donne provano nei confronti di un mondo con il quale non sono state preparate a trattare ed anche a capire cosa possa significare per le donne, la perdita della protezione maschile. Ciò ci mostra anche cos’è nella realtà il “rischio patriarcale”, la minaccia di restare sole, che sottostà all’abilità femminile di compiere delle scelte. Finché sono dipendenti dagli uomini, le donne non sono motivate a cercare forme alternative di comportamento che possano alienare l’aiuto maschile. Ciò diventa per la donna anche una questione prioritaria : la sua identità è legata al gruppo familiare e ad una determinata forma di gestione di questo gruppo. Quando questo tipo di gestione si assesta, la donna non deve solo fronteggiare una questione di sopravvivenza economica, è anche la sua sopravvivenza psicologica ad essere messa in discussione, è il modo in cui ha costruito il suo Sé ad essere messo in discussione, perché le relazioni cambieranno e fatto principale, cambierà il suo modo di porsi in relazione : non più come solo soggetto passivo, ma anche come soggetto attivo.

Per questo motivo, quando le donne cercavano di negoziare con i membri maschili della famiglia e trovavano la loro opposizione, le loro negoziazioni erano solitamente mirate a trovare una soluzione consensuale. La natura cooperativa dell’istituzione familiare ci mostra ora come nonostante la loro posizione di debolezza materiale, le donne siano capaci, proprio perché minacciate dalla perdita di status o da un cambiamento troppo radicale, di effettuare delle decisioni che favoriscono le loro preferenze. Questo ci dimostra anche che i risultati delle contrattazioni all’interno della famiglia non sono determinati solo dal vantaggio materiale. Per svolgere questo ruolo, proprio a causa della natura intima delle relazioni familiari, le donne hanno tacitamente compreso e spesso

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empatizzato con le paure e le ansie maschili, utilizzando questa comprensione per condurre a loro vantaggio le negoziazioni familiari, utilizzando degli approcci discorsivi e pratici per calmare le ansie maschili e per raggiungere un compromesso praticabile. Gli uomini erano materialmente avvantaggiati nel processo contrattuale, dai termini asimmetrici del contratto patriarcale, ma esprimevano la loro opposizione alle preferenze femminili non con l’uso della forza o con le minacce materiali, ma con l’espressione di preoccupazioni per il benessere familiare e per l’onore familiare. Le donne potevano quindi impegnarsi nel processo contrattuale a livello discorsivo, cercando di contestare le interpretazioni maschili, fornendo delle definizioni alternative del benessere familiare e del corretto comportamento di genere.

Gli uomini avevano delle grosse difficoltà a controbattere gli argomenti femminili relativi al benessere dei figli, specialmente quando proprio in virtù del loro ruolo di custodi e di padri, potevano vedere la legittimità e la validità materiale di questi appelli. Un’altra strategia usata dalle donne era quella di “dare per prendere”, con la quale, concedevano qualcosa in determinate aree di discussione, per ottenere qualcosa in altre aree. In questo modo, ad esempio, le donne scambiavano il mantenimento del livello dei comfort domestici maschili, con delle concessioni da parte dei maschi relative alle possibilità di lavorare fuori casa. Una volta che le donne siano riuscite ad iniziare un’attività lavorativa esterna, qual è la reale potenzialità dei loro salari da lavoro di portare ad un cambiamento nelle relazioni intra-familiari ?

Dall’accesso al salario, la Kabeer sposta la sua analisi al controllo del salario, al modo in cui le donne possono avere un’influenza sull’utilizzo di questo salario. Le decisioni sull’utilizzo dei redditi non sono processi con un unico punto di controllo. Esistono diversi punti di controllo potenziali sui quali l'abilità di influenzare la presa di decisione può avere delle importanti ripercussioni sull’esercizio del potere distributivo all’interno della famiglia. Abbiamo due tipi di punti di controllo :

1) - punti di controllo delle funzioni politiche (decisioni che riguardano la distribuzione del reddito);

2) - e punti di controllo delle funzioni manageriali (che riguardano la messa in pratica delle decisioni distributive).

Dobbiamo esaminare il percorso del denaro dal punto di entrata nella famiglia, fino al suo punto di uscita, nella forma di spese immediate o differite, facendo attenzione ai punti di controllo.

178 1 Riuniti in un fondo

comune

- qui la gestione distributiva è quella del “dittatore benevolo”, che ridistribuirà i beni secondo il principio di Becker della massimizzazione del reddito;

2 Incamerati da un