Capitolo 4. PERCORSO STORICO-LEGISLATIVO SCOLASTICO DELL’IRLANDA, DELL’ITALIA E DI MALTA
4.4 Percorso storico-legislativo della scuola maltese: verso l’inclusione
I cittadini maltesi avevano accesso all'istruzione già con gli arabi (870-1090). Con i vari ordini religiosi che si susseguirono nei quattro secoli successivi, l'istruzione era un privilegio delle persone più benestanti. Tendenza che continuò anche sotto i Cavalieri Ospedalieri che istituirono l'Università di Malta e le varie istituzioni primarie, secondarie e post-secondarie.
Quando i francesi (1798-1800) invasero l’isola riuscendo ad espellere l'Ordine dei Cavalieri di San Giovanni, imposero la loro forma di governo e nuove politiche in materia di istruzione: chiusero le scuole private, ridussero l'Università a un’École Centrale e tentarono di introdurre l'istruzione elementare per tutti e l’educazione anche per gli adulti da svolgersi nelle scuole per ‘matelot’66. Sotto il
sistema educativo francese i maltesi acquisirono un nuovo senso di identità nazionale e rispetto per i loro diritti e la loro religione. L'educazione con i francesi divenne una questione pubblica sotto il controllo dello stato.
Nel XIX secolo Malta divenne colonia della Gran Bretagna. Gli inglesi, allora, per conquistare la benevolenza del popolo colonizzato, con il governatore Richard More O’Ferrall, istituzionalizzarono l'istruzione elementare sulla base del loro sistema (Maltese, 1847; Pullicino, 1850) e istituirono delle commissioni per l'istruzione. Al religioso Paolo Pullicino fondatore del Dipartimento dell'Educazione, venne data la responsabilità dell'educazione primaria e l’incarico di gestire tutta l'istruzione pubblica. In questo stesso periodo vennero aperte scuole in ogni città e in ogni villaggio e l'istruzione divenne gratuita per tutti coloro che volevano apprendere abilità e conoscenze67.
Nel 1878 con Julyan e Keenan nel sistema educativo maltese venne sostituito l'insegnamento della lingua italiana con l'inglese (una politica ancora valida) e venne incoraggiato l'uso e l'insegnamento del maltese nella scuola primaria.
Con la legge XII del 1924 il Parlamento cominciò a legiferare sull’obbligatorietà scolastica, ma solo nel 1946 con la pubblicazione del supplemento n. 11 del Governo di Malta si affermava: "nessun bambino dovrebbe lasciare la scuola prima di 14 anni", cercando di favorire la frequenza scolastica anche nei contesti più poveri (aumentati a causa delle due guerre mondiali). Nello stesso anno il direttore dell'educazione J. Brennan dichiarò nel rapporto annuale del Dipartimento dell'educazione: "Gli anni della guerra hanno reso le persone profondamente consapevoli dei benefici dell'istruzione e la stragrande maggioranza ha già iscritto i propri figli e stanno insistendo per la loro ammissione...”. L’istruzione speciale prese inizio negli anni '50 e continuò fino agli anni '80. L’integrazione dei bambini con disabilità nelle scuole tradizionali derivava dall'influenza britannica (Warnock, 1978).
Nonostante le limitate risorse finanziarie e umane, sostanziali cambiamenti nel sistema di istruzione maltese si verificarono tra il 1955 e il 1970. Nel 1955, con il ministro dell’educazione Agatha Barbara68, s’introdusse l’educazione obbligatoria e gratuita per tutti i bambini dai 5 ai 14 anni;
66 Le scuole ‘Matelot’, sono le scuole per marinai. Una panoramica più ampia sull’occupazione francese a Malta è possibile
consultando il testo: Scicluna Sir H., The French Occupation of Malta, Empire Press, Malta, 1936.
67 Vedere Camilleri Joseph J., Canon Paolo Pullicino, dissertazione inedita per il diploma M.A. Facoltà di Arte, University
of Malta 1969 [Melitensia Library, University of Malta].
68 Agatha Barbara nata a Zabbar l’11/03/1923. Inizia la sua carriera come insegnante di scuola. Durante la seconda guerra
mondiale, nel 1946 ha iniziato la sua attività politica col partito laburista di Malta. Nel 1947 divenne la prima donna ad essere eletta nel Parlamento maltese, nel secondo governo laburista del 1955 fu nominata Ministro dell'educazione e della cultura e nel 1982 divenne Presidente della Repubblica. Morì il 4 febbraio del 2002.
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l'istruzione divenne obbligatoria, gratuita e a tempo pieno per tutti. Per la prima volta, anche le masse, che fino a quel momento non avevano quasi modo di provvedere all’educazione dei propri figli, avevano accesso ai percorsi di apprendimento. Parte di questa riforma, inoltre, riguardò anche: l’assistenza medica gratuita, il trasporto gratuito da e per la scuola, la gratuità dei libri di testo, l’abolizione delle tasse universitarie e infine, per sgravare le famiglie dalle spese che comportava l’andare all’Università, venne introdotta una retribuzione per chi continuava a studiare. Il risultato fu un incremento delle iscrizioni all’Università. Sempre nel 1955 il governo fece un censimento che aiutò le istituzioni a prendere consapevolezza del numero dei disabili. Nel 1956, infatti, vennero aperte le prime scuole speciali - per non vedenti, non udenti e per quegli studenti mentalmente disturbati, disabili fino a quel momento reclusi in casa - e centri che avrebbero dovuto aver la funzione di garantire ai disabili una vita più indipendente e una maggiore integrazione nella società.
Nello stesso periodo si costruirono nuovi edifici scolastici e si spinse per l’istruzione secondaria e l’istruzione tecnica. Ciò in risposta al nuovo impulso economico derivante dallo sviluppo del turismo e dalle innovazioni del settore tessile (Zammit, 1986; Calleja, 1988).
Nel 1970 anche l'educazione secondaria divenne accessibile a tutti i cittadini. Nel 1971, dopo aver ricevuto il nuovo mandato, Agatha Barbara riformò ulteriormente il sistema educativo: portò l'età dell’obbligo a 16 anni, abolì anche la religione come materia di qualificazione obbligatoria, introdusse un modello educativo più basato sulla tecnica e sul commercio messo in atto in scuole in cui ragazzi e ragazze potevano imparare mestieri e acquisire nuove abilità. Nel 1973 vennero istituite scuole di musica e teatro e l'Istituto post-secondario di tecnologia elettronica Fellenberg.
Dieci anni dopo l’indipendenza, nel 1974 con la Costituzione, il governo della nuova Repubblica di Malta promulgò 12 atti educativi. La stessa figura ministeriale Agatha Barbara, questa volta capo del ministero dei servizi sociali e della cultura, continuò con la sua politica di welfare introducendo: la parità di retribuzione tra uomini e donne che avevano le stesse mansioni; il congedo di gravidanza retribuito; il lavoro a quaranta ore in cinque giorni settimanali; l’indennità di disoccupazione; l’indennità per i figli; modifiche al sistema pensionistico e altre disposizioni sociali. Tutto ciò migliorò notevolmente la vita sociale del popolo maltese.
Nel 1977, per favorire l’imprenditorialità, venne introdotto lo student-worker scheme69. Alcune delle
riforme di questo periodo, fatte con l’intento di introdurre una visione più globalizzata dell’educazione e di formare una società egualitaria, però, vennero vissute come una minaccia per la qualità dell’apprendimento. Infatti le famiglie della classe media, in seguito a tali riforme, presero ad iscrivere in maniera più massiccia i propri figli soprattutto nelle scuole private della chiesa e nelle scuole indipendenti che continuavano in maniera tradizionale, anziché nella scuola statale da cui prendevano sempre più le distanze. Ne conseguì un’accesa discussione tra scuola privata e scuola statale e gli insegnanti, temendo per il loro lavoro, reagirono protestando contro il governo (Azzopardi, 1985) che nelle successive elezioni, nel 1987, passò nelle mani dei nazionalisti che non fecero nulla per impedire l'educazione delle masse e la propagazione dell'istruzione scientifica e tecnologica.
Il boom degli anni '80 e '90 cambiò l’economia del paese e il governo riconobbe il merito di questo veloce cambiamento alle competenze della popolazione. Il governo in questo periodo spendeva circa 5,9% del PIL per l'istruzione (leggermente sopra la spesa media di altri paesi dell'UE (Rolando, 2000). La spesa pubblica sull'educazione era ritenuta necessaria per favorire la crescita economica, migliorare
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la produttività, contribuire allo sviluppo personale e sociale dei cittadini e come mezzo per ridurre le disuguaglianze sociali (European Agency for Special Needs and Inclusive Education, 2014).
Nel 1988 un nuovo atto educativo fu emanato dal Parlamento di Malta. Sull’onda dei cambiamenti dell’Europa, sotto molti aspetti, la nuova legge definiva una nuova filosofia di educazione che prendeva le distanze dalle precedenti. Questa legge andava a consolidare e modificare la legge in materia di istruzione: affermava il diritto di ogni cittadino a ricevere istruzione ed educazione senza distinzione di età, sesso, convinzioni o mezzi economici e il dovere dello Stato di preparare i cittadini al lavoro; disciplinava la nomina degli insegnanti e le funzioni delle varie istituzioni; vietava il lavoro ai minori ancora in età dell’obbligo scolastico; prevedeva sanzioni in caso di violazione di queste varie disposizioni.
Nel 1995, il comitato consultivo per l'educazione pubblicò Tomorrow’s Schools – Developing Effective Learning Cultures (Wain et al., 1995). Questo documento proponeva una scuola comunità di apprendimento in grado di soddisfare le esigenze degli studenti, il loro benessere e che avvicinasse insegnanti e genitori.
Nel 1998 venne condotta una valutazione relativa all’educazione inclusiva nelle scuole maltesi (Borg, Borg e Martinelli, 1998), studio continuato nel 2005 da Spiteri ed al (2005) nella relazione sull'Inclusione e l’educazione Speciale (titolo originale: Inclusive and Special Education: Review Report).
Nel 1999 venne pubblicato, il National Minimum Curriculum (NMC), che stabiliva quali dovevano essere le conoscenze e le abilità necessarie agli studenti. Alcuni, però, sebbene lo ritenessero prescrittivo, lo riconoscevano come uno strumento che avrebbe potuto favorire l'inclusione, pertanto venne introdotto con ampio consenso. Il piano strategico previsto nel NMC (Ministry of Education, 2001) per essere compiuto, oltre a necessitare di nuove strutture e approcci, sottolineava il bisogno di scuole per collaborare e condividere buone pratiche. In più, richiedeva spazi per iniziative autonome finalizzati a facilitare lo sviluppo del curriculum scolastico.
Nel 2000 per identificare e valutare i bambini che avevano difficoltà scolastiche, sulla scia della scuola britannica, venne introdotta la procedura di ‘statementing’ (dichiarazione): una formale valutazione multidisciplinare effettuata sulla base dello Statementing Moderating Panel (SMP)70, che si occupa di
assegnare il learning support assistants (figura inserita nelle scuole già negli anni ‘90, oggi chiamata learning support educators) agli studenti con difficoltà di apprendimento inseriti in classe con tutti gli altri studenti.
Fino al 2005, solo pochi studenti con bisogni speciali usufruivano della scuola. Ma con la pubblicazione del For All Children to Succeed vengono presentate nuove proposte relative all’organizzazione scolastica. Questo strumento intendeva promuovere il decentramento e aumentare la collaborazione tra scuole per garantire le esigenze individuali degli studenti. Il documento sottolineava il concetto di collaborazione con genitori o tutori e riconosceva benefici a chi era parte attiva della rete scolastica (Ministry of Education, Youth and Employment, 2005). Le reti, erano definite come entità sociali "mirate". Esse erano caratterizzate da un impegno per la qualità, il rigore e ponevano una particolare attenzione allo standard e all’apprendimento degli studenti (Ministry of Education, Youth and Employment, 2005, p. 37).
70 Si tratta di una scheda in cui vengono riportate informazioni relative a degli alunni. Vedere:
https://education.gov.mt/en/education/student-
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Nel 2006 venne presentato l’Education Act, un emendamento che introdusse l’attuale struttura dei college maltesi: divisione in dieci gruppi di scuole, ognuno costituito da un gruppo di scuole secondarie e da un gruppo di scuole primarie, che fungono da bacino di utenza per le scuole di livello superiore; riconoscimento ad ogni collegio di una propria autonomia - che qualche anno dopo da uno studio di Borg e Giordmaina (2012) risultò necessario implementare; in più veniva introdotto un processo che consentisse alla scuola di passare da sistema "top-down" a sistema di "comunità di apprendimento" in grado di coinvolgere anche figure esterne alla comunità scolastica. Questi cambiamenti da Bezzina e Cutajar (2012) vengono definiti come il 'big bang' necessario all’evoluzione della scuola maltese. Secondo questi studiosi la comunità maltese aveva vantaggi con la riforma dei college. La comunicazione tra le diverse parti interessate era divenuta più agevole.
Nel 2007, Malta fu uno dei primi stati membri delle Nazioni Unite (ONU) a firmare la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, ratificato nel 2013.
Negli anni, dunque, vennero compiuti sforzi per aumentare la comprensione del concetto di inclusione a tutti i gruppi emarginati e introdurre una terminologia più rispettosa. Nel 2007 il Dipartimento del Servizi agli studenti (SSD) istituì i servizi educativi (DES) che nel 2008 divennero servizi per la gestione della didattica inclusiva, l'istruzione speciale, i Resource Centre e il servizio psico-sociale. Il Ministry of Education, Culture, Youth and Sport, nel 2009, come strategia nazionale per l’alfabetizzazione propose il National Policy and Strategy for the Attainment of Core Competences (2009a). Con questo strumento l’alfabetizzazione durante l'istruzione primaria si incentrava sulle lingue locali (maltese e Inglese), sul digitale e sul calcolo. Questa nuova alfabetizzazione nazionale (2014- 2019) cercava di consolidare ed estendere il processo di alfabetizzazione a tutte le fasi dell'istruzione e in tutto il paese con i college guidati dai vari capi di dipartimento che con gli insegnanti di classe dovevano attuare la valutazione dell'alfabetizzazione e le procedure di intervento (Ministry for Education and Employment, 2014b). Misure che in ambito scolastico, pur dando risultato relativamente alle competenze informatiche, oramai vicine alla media europea grazie agli investimenti71, come rilevano gli studi internazionali (PIRLS, TIMSS e PISA), non hanno ancora inciso sulle abilità di base degli studenti maltesi, che ad oggi sono al di sotto della media europea.
Sempre nel 2009, il Dipartimento dei Servizi per gli Studenti pubblicava e proponeva una riforma riguardante la scuola speciale (Ministero della pubblica istruzione, della cultura, della gioventù e dello sport, 2009b). Quattro centri speciali vennero trasformati in Resource Centre: uno divenne parte di una primaria, due di una secondaria e uno per le post-secondarie. Ogni centro è incorporato in un college, offre servizi alle scuole tradizionali e ad un piccolo numero di studenti con bisogni complessi fornisce il tempo pieno.
Pisani et al. (2010) faceva notare che col nuovo millennio, come in altri paesi europei, anche Malta veniva toccata da importanti cambiamenti sociali: l'arrivo di persone in cerca di asilo, una maggiore visibilità per particolari gruppi minoritari e una maggiore consapevolezza della discriminazione e dei rimedi per combatterle. Nel suo rapporto lo studioso maltese attribuisce al sistema educativo il ruolo chiave della promozione di una mentalità aperta in una società oramai diversa.
Il Ministry of Education and Employment (2012a) pubblicava il National Curriculum Framework for All. Si tratta di uno strumento importante per l'inclusione e l'occupabilità. L’intento era di responsabilizzare gli studenti a raggiungere il loro pieno potenziale e di promuovere una formazione per tutto l’arco di vita. Il nuovo National Curriculum Framework, costruito sulla base del NMC (Ministry
71 Lo stato ha compiuto investimenti nelle infrastrutture informatiche e nel collegamento in rete delle scuole. In più dal 2014
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of Education, 1999), contemplava lo sviluppo di un curriculum in grado di promuovere la crescita di tutti gli studenti. I propositi di quest’ultima ristrutturazione erano: acquisire competenze e qualifiche professionali che potessero dare maggiori opportunità di lavoro ai giovani e garantire un apprendimento permanente; fornire percorsi più flessibili e diversificati a tutti gli studenti, in modo da incentivarli allo studio; colmare le lacune del sistema educativo che contribuivano all’assenteismo, all’alto tasso di abbandono scolastico e alle scarse competenze di buona parte degli studenti; creare una struttura che muovendosi verso aree di apprendimento garantisca a tutti gli studenti inclusività, cittadinanza e occupabilità. Tuttavia, il Malta Union of Teachers (2011) a riguardo di questa nuova struttura curricolare osserva che essa non prendeva in considerazione la più ampia definizione di inclusione che va oltre la disabilità, in più sottolineava la necessità di distinguere tra l’insegnamento alle abilità-miste e l’inclusione.
Nel sistema educativo di Malta, fino a non molto tempo fa, regnava la convinzione che classi di studenti con caratteristiche omogenee favorissero l’apprendimento, rispetto ai gruppi eterogenei.
Nel 2013 il governo nominò un coordinatore per i paesi terzi avente la funzione di consigliere per le scuole. Questa figura doveva mettere in pratica il processo d'integrazione degli studenti migranti. Per questo obiettivo vennero messi a punto vari progetti cofinanziati dall'UE, coi quali si cercava di dare agli insegnanti una formazione aggiuntiva e l'apprendimento delle lingue; si offrivano servizi online come strumenti di valutazione, un software di lettura/ortografia e materiali per facilitare l’apprendimento delle lingue a supporto dei genitori dei bambini migranti.
Dal 2013, con le politiche inclusive promosse dall’UE si sono cominciate le convinzioni legate a classi e scuole omogenee, con studenti aventi caratteristiche simili. Infatti, molte scuole - soprattutto statali - e classi, precedentemente strutturate sulla base di alcune specifiche caratteristiche degli studenti (genere, profitto, stato sociale), stanno mutando. Pur restando altamente selettivo l’accesso nella maggior parte delle scuole private maltesi per via delle ingenti spese e tasse scolastiche, comunque anche nel sistema scolastico di questo paese cominciano ad esserci cambiamenti: si sta passando alla scuola co-educante. Nel 2014 il budget della spesa pubblica da destinare all’educazione veniva aumentato per garantire una maggiore equità sociale, formare ad una cittadinanza più attiva, incentivando l'apprendimento permanente e la mobilità di formatori e studenti.
Di recente per il decennio 2014-2024 è stata proposta una ristrutturazione strategica dal Ministry for Education and Employment (2014a): Framework for the Education Strategy for Malta 2014–2024. In questa ristrutturazione si tengono conto e vengono contenute le misure per l’istruzione e l’educazione più importanti precedentemente messe a punto. Questa ristrutturazione unifica il National Curriculum Framework for all del 2012 (tr. Stuttura del curriculum nazionale per tutti), il National Literacy Strategy for All pubblicato nel 2014 (tr. Strategia dell’alfabetizzazione di tutti), lo Strategic Plan for the Prevention of Early School Leaving del 2014 (tr. Strategia per la prevenzione dell’abbandono scolastico prematuro) e la Strategy for Lifelong Learning (tr. Strategia dell’apprendimento permanente) sempre del 2014. Tale ristrutturazione era stata pianificata per offrire possibilità e crescita a tutti coloro che costituiscono la popolazione maltese, a prescindere dalle loro diversità di status socio-economico, culturali, etniche, religiose, di genere e di status sessuale. Adottando questa misura il Ministro Evarist Bartolo cerca di rendere l’apprendimento un’esperienza piacevole e desiderabile, un’opportunità per chi la compie, un’esperienza che incoraggia lo studente alla creatività, all'alfabetizzazione critica, all’imprenditorialità e all’innovazione a tutti i livelli. In linea con i parametri internazionali e gli obiettivi europei, il governo maltese si prefigge di:
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ridurre il gap educativo tra maschi e femmine e tra gli studenti delle diverse scuole, migliorare il rendimento scolastico, incrementare il livello di alfabetizzazione nelle competenze tecnico-matematico;
sostenere il successo scolastico delle fasce deboli (a rischio di povertà, con un basso background socio-economico) e ridurre l’incidenza, relativamente alta, dei giovani che lasciano la scuola presto;
aumentare la partecipazione all'apprendimento permanente e all'apprendimento degli adulti;
innalzare i livelli di conseguimento e rendere desiderabile l’istruzione e la formazione terziaria e professionale.
Dopo questo breve excursus storico-legislativo in cui sono state presentate le principali ‘azioni legislative’ che hanno portato la scuola di questi tre paesi europei al processo di inclusione, nel prossimo capitolo si passerà a presentare la metodologia utilizzata per la raccolta e per l’analisi dei dati.
80 Capitolo 5. LA METODOLOGIA
5.1 Introduzione
Lo studio è volto a comprendere e valutare l’ipotesi della ricerca attraverso vari strumenti: interviste audio-video registrate, osservazioni, foto, appunti riportati su diari di bordo, moduli per la raccolta dati, focus group.
Oltre ad una breve rassegna teorica che aiuta a chiarire e a sostenere le decisioni prese, e che guida lo sviluppo delle domande e i passaggi verso le risposte presentate nei prossimi capitoli, specifiche considerazioni riguardano la fattibilità della ricerca, precedentemente rilevata attraverso uno studio pilota. In questo capitolo, dunque, si illustreranno gli strumenti di ricerca utilizzati per raccogliere e analizzare i dati, gli elementi che sottolineano il rigore scientifico seguito nella ricerca, ossia la scelta dei casi studiati e il metodo di selezione, e infine si chiarirà la validità e l’affidabilità della ricerca.