• Non ci sono risultati.

Sotto-tema: aggiungere anziché ridurre

Nel documento Il Diversity Management a Scuola (pagine 137-141)

PRO-AZIONE &

7.3.5 Sotto-tema: aggiungere anziché ridurre

La storia della profilassi insegna che si diventa immuni ad un morbo contraendolo. In questo modo il sistema immunitario è come se diventasse più forte, sviluppa anticorpi (Filia, Rizzo, Rota, 2017). Dunque, se si aggiunge anziché cercare di eliminare, si creano le condizioni per conoscere meglio ciò che si vuole contrastare e di conseguenza gli interventi possono essere meglio focalizzati.

Figura istituzionale italiana: “...C'è una cosa importante da dire, già con l'autonomia scolastica, il

DPR 275/99, si parlava di valorizzazione delle diversità…

Figura Istituzionale Maltese: … Ora c'è la comunità musulmana che spinge affinché anche l'Islam

venga insegnato a scuola a coloro che non sono cattolici. C'era anche chi non voleva l'insegnamento della religione cattolica e per questo è stata introdotta l'etica… conoscere le altre religioni è importante. Le religioni del mondo sono storia. Nello stesso tempo, dare uno spazio in

138

cui convivono diversi background religiosi, discutendo di diversi valori cruciali, ad esempio, la vita, il valore della vita da un contesto diverso, da un’ottica musulmana, da un’ottica cattolica. (…) ... hai bisogno di una società forte, che è una società dove nessuno perde. Quindi mantenere i propri valori culturali è fondamentale, non eliminarli, perché questo sarebbe un altro problema. Mantenere i propri valori culturali è buono, ma i tuoi valori culturali devono essere aperti per consentire di accogliere altri valori culturali, valori diversi dove si incontrano

(…) cinesi e maltesi vivono insieme, c’è un scambio di culture e fondamentalmente per creare una cultura, un’intercultura, quindi una cultura che... in cui le diversità interagiscono e possono vivere insieme e possono lavorare insieme. Ovviamente se sono a Malta, mi aspetto che un cinese inizi a imparare il maltese. Ciò non significa che lui perderà la sua lingua.

[...] Sì, si aggiunge alla sua cultura. In realtà, dico sempre che la diversità arricchisce, e questo riguarda anche la disabilità.

(...) L'idea è di rendere sicuro ogni bagno per entrambi i sessi, quindi non ci sono distinzioni bagni dei maschi e delle femmine… quindi è necessario rendere il bagno sicuro per tutti, in modo che tutti si sentano a proprio agio.

Dirigente irlandese: .... Abbiamo aggiunto delle lezioni opzionali in modo da dargli una scelta più

ampia rispetto alle normali scuole secondarie e poi hanno il tempo di provarle e vedere cosa gli piace. Mentre, penso che nelle altre scuole, li selezionino prima di averle provate …

Dirigente italiana: …ci sono due livelli ... tre diciamo. un livello medio, poi c'è un livello dei

ragazzi che hanno bisogno di essere molto aiutati e poi c'è anche la parte che riguarda le eccellenze. Fin d’adesso la scuola purtroppo si è distratta da questi ultimi ed è stata sempre più pronta a sostenere i ragazzi che avessero delle difficoltà. Poi a un certo momento ci siamo resi conto che questo comportava un abbassamento del livello, un appiattimento verso il basso. Per cui abbiamo deciso di valorizzare anche questi altri ragazzi con delle offerte educative che chiamiamo di potenziamento, per cui questi ragazzi vengono impegnati adesso. Per esempio, insomma, l'ultimo anno hanno fatto le guide per il FAI e quindi hanno dovuto studiare in maniera molto approfondita le opere, i siti che poi sarebbero andati a visitare e a portare in giro le persone sia da un punto di vista storico, artistico, quindi diciamo che non è che fanno di più degli altri, fanno cose diverse dagli altri.

Dirigente maltese: i genitori si rivolgono a noi per aiuto e sostegno, ma penso che dobbiamo

ancora lavorare su un approccio scolastico completo per integrare questi genitori nel nostro contesto. Ad esempio, durante l’ultima riunione del consiglio degli insegnati abbiamo discusso il bisogno di avere anche rappresentanti dei genitori...

(…) … Un’altra questione è l’introduzione dell’etica per l’inclusione dei credenti non cattolici. Prima, avevamo dei bambini che non seguivano la lezione di religione, ma restavano in classe, dove leggevano un libro di geografia ad esempio, ma rimanevano tutti in classe… Ora gli studenti hanno l'opportunità di imparare l'etica come alternativa e questo non riguarda solo i bambini musulmani, ma i bambini di altre credenze, riguarda anche molti bambini maltesi.

(…) ... Nel frattempo, abbiamo apportato continui cambiamenti e riforme …. e abbiamo accolto con favore la riforma delle scuole miste che ci ha dato anche un ampio spettro di studenti perché abbiamo dovuto accogliere ragazze e ragazzi insieme.

139

Insegnante irlandese: ... Vorrei portare le diverse lingue nella scuola. Non penso che dovrebbero

lasciare la loro lingua madre alla porta [...]sai, a loro piace parlare nelle loro lingue, quindi, … questo porta altri studenti a voler imparare un po' di polacco, di …, quindi penso che per iniziare, probabilmente, gli studenti che hanno lingue simili, come i paesi dell'est, si uniscano per conoscere le altre lingue [...]. Vorremmo invitare il i genitori, per portare il cibo dai loro paesi in modo da conoscere cibi diversi….

(…) Prima insegnavo in una scuola cattolica, due anni, fa, … si insegnava proprio questo seguire gli insegnamenti di Cristo. Chi non segue questo non può essere incluso, nel senso che devi essere così, mentre non funziona così nelle Educate Together Schools. Questo nostro modo dovrebbe essere esteso alle altre scuole…

Insegnante italiano: ... negli anni abbiamo inventato dei laboratori pomeridiani … che portiamo

avanti veramente con... come un nostro vanto, che sono dei laboratori creativi preminentemente, parlo di teatro, di musica, danza, sono dei laboratori che erano stati progettati per le situazioni di maggiore difficoltà cioè per dare la...una una chance alle persone che in classe attraverso la... la quotidiana didattica non avevano possibilità di esprimersi e magari, invece, potevano essere un talento da un altro punto di vista. Quindi noi abbiamo inventato sti laboratori per usi diversi, per i diversi, poi […] noi abbiamo messo in atto questi progetti per avere... per dargli una chance e per avere soprattutto loro il pomeriggio a fare questi laboratori.

(…) Poi dopo questi laboratori si sono allargati e… e abbiamo… l'anno scorso c'è stata un'iscrizione a teatro... è stata di 100 alunni e qualcosa... Però quel laboratorio nato per i diversi è diventata una prassi per tutti. Quindi la diversità in quel contesto... in quella... diciamo in questo caso è stata una risorsa… dall'attenzione che uno deve dare alla diversità ha guadagnato una maggioranza... […] perché questa cosa del teatro è successo così pensata a pochi ma poi ne stanno godendo in tanti

Insegnante Maltese: … Ci piace organizzare il mercatino di Natale dove accogliamo tutte le

culture diverse dalla scuola; portano il loro cibo, così tutti vengono a conoscenza delle diverse culture che convivano insieme nella nostra scuola. Il primo giorno abbiamo scritto ‘Benvenuto’ in tutte le lingue diverse che abbiamo qui a scuola così tutti riconoscono che avere delle diversità non è male, anzi!

(....) Ovviamente c'è l’etica che verrà presto introdotta. Normalmente, gli studenti che sono di religione diversa, rimangono in classe e fanno qualcos'altro. (34:02) Si farà etica, anziché insegnare religione. Nella scuola maltese la religione insegnata da sempre è la religione cattolica. Ora l'etica non s’insegna una specifica religione, cattolica o musulmana, o qualunque essa sia. L'Etica è la morale, in generale...

Staff italiano: … quando arrivano i docenti che tanto è su quello... i docenti... e... ci si mette

intorno, si presentano, noi chiediamo anche sempre quali sono gli hobby che hanno o le passioni che hanno nella vita poi (…) …noi c'abbiamo uno sportello della psicologa da anni che paghiamo... un botto. Ed è una persona che è a disposizione dei ragazzi, degli insegnanti e dei genitori I ragazzi in autonomia prendono appuntamento da soli

(lo dice durante le interviste delle alunne): ... loro hanno iniziato alle elementari quando raccontano della religione (sic) perché era il progetto continuità della scuola elementare e alle medie, hanno fatto tutto un percorso sulle religioni di tutto il mondo…

Staff maltese: ... hanno un'area chiamata area della preghiera. Non c'è croce, niente di niente. Ci

140

pregare come sono abituati. Quindi se sei musulmano, sei un cristiano, cattolico, qualunque cosa tu sia, vai lì e preghi …

Alunna italiana: ... dovremo fare noi le guide ai professori quindi dovremo spiegare i vari

monumenti che vedremo…

(…) Per esempio noi in quinta aveva... avevamo una compagna musulmana che c’aveva... durante l'ora di religione c'aveva fatto vedere quali sono i loro riti religiosi e tutti avevamo... eravamo... ammirati diciamo a vedere perché per noi era una cosa nuova da scoprire [...] Eh, secondo me affascinano ... affascinano […] queste... queste diversità, perché così noi possiamo conoscere anche altri mondi per esempio, quello della religione di altre persone

Genitore italiano: ….però l'attività di teatro l'attività di canto favorisce tantissimo l'integrazione… Genitore maltese: ...Personalmente quando incontro uno studente che viene da un altro paese io

sono felice perché insegno al PSD, quindi prendo ogni opportunità per dar spazio al bambino, per spiegare agli altri da dove proviene, ovviamente, quando il bambino è felice di condividere... Aggiungere anziché ridurre valori, lingue, costumi, culture, attività, come sostiene la figura istituzionale maltese, crea una «società forte, che è una società dove nessuno perde», un gioco a somma zero come direbbe Von Neumann (1944). Ma questo non senza l’impegno delle parti coinvolte. Un risultato di questo tipo, sempre secondo il docente universitario maltese, può essere prodotto dall’intercultura. Concetto già descritto nella CM 73 del 27/3/199494, ma Favaro (2004, p.

15) lo riprende parlandone come un processo che dà la possibilità di «formarsi alla conoscenza e alla pratica della propria cultura e di quella degli altri, con la capacità di stabilire relazioni, scambi, confronti e di gestire negoziazioni e conflitti».

Oltre all’aspetto culturale, quando nelle scuole si discute di come fare inclusione e di come gestire le diversità, come si può leggere nelle interviste di vari stakeholeders delle tre scuole, la tendenza è di organizzare delle attività piacevoli (teatro, sport, feste, ecc.), che oltre a sollecitare una o più delle molteplici intelligenze di cui parla Gardner (2005), vivacizzano l’offerta formativa senza trascurare il fine educativo come ricorda la dirigente italiana, e contemporaneamente mirano al coinvolgimento anche dei genitori.

Tra l’attenzione alle diverse attività, un’altra su cui convergono le tre scuole riguarda l’insegnamento della religione. Nei tre paesi, forse a causa del loro background, esso sembra essere un argomento molto sentito, pur essendo oramai diventato in tutti e tre i paesi un insegnamento facoltativo. Tuttavia, come ricorda Mantelli (2017)95, la religione resta pur sempre un'istituzione; infatti, gli intervistati ne parlano più che delle altre diversità. Per Cardia96 (2016) la questione della religione a scuola è da affrontare visti i cambiamenti demografici. Egli non esclude che i nuovi

94 Nella CM 73 del 27/3/1994, intitolata: Dialogo interculturale e convivenza democratica: l’impegno progettuale della

scuola, si definisce: “L’educazione interculturale non si esaurisce nei problemi posti dalla presenza degli alunni stranieri a scuola, ma si estende alla complessità del confronto tra culture, nella dimensione europea e mondiale dell’insegnamento e costituisce la risposta più alta e globale al razzismo e all’antisemitismo”.

95 https://www.insegnarereligione.it/79-religione-e-cittadinanza-attiva.html 96 http://www.gliscritti.it/blog/entry/3932

141

insediati chiedano alla scuola di insegnare ai loro figli il proprio credo religioso. Gli intervistati sul tema sembrano assumere una posizione di apertura, credono nel dialogo inter-religioso (attività già implementata nella scuola irlandese al di fuori dell’orario scolastico e condotta da figure religiose esperte della religione di interesse degli studenti che ne fanno richiesta: vedere website97). La scuola aperta alla diversità e alla comunità, secondo Bassani e Rossi (2017) diventa un posto sicuro di cui ci si può fidare, che apprende e in cui s’apprende, di valore e che valorizza, da ascoltare e in cui si trova ascolto; diventa il luogo in cui si costruiscono e si sviluppano i progetti che arrivano a molti, pur essendo stati pensati per pochi; diventa l’ambiente in cui si possono scoprire i propri e gli altrui talenti. Una scuola di questo tipo, divenendo spazio inclusivo e dando valore alle specificità individuali, abbandona le rigidità e si fa capace dell’approccio al DM. Ma, come riconoscono Buemi et al (2015) parlando di organizzazioni, il DM oltre agli interventi promossi dall’organizzazione, richiede anche interventi legislativi. Nei paesi delle scuole che hanno partecipato alla ricerca, infatti, sono stati previsti anche questo genere di interventi. In Italia la storia dell’inclusione è adulta, in Irlanda un po' meno, a Malta invece la legislazione in questa direzione è molto giovane (vedi capitolo 4). Tuttavia, anche a Malta gli intervistati fanno notare che negli ultimi anni - dal punto di vista della dirigente forse un po' troppo velocemente - sono passati da un sistema di scuola divisa per sessi, a scuole che hanno bagni adatti a tutti (Vedi foto 7), da scuole con classi per livelli di apprendimento a classi eterogenee.

Watzlawick, Weakland, Fisch (1974) affermano che quando non si riesce a risolvere una determinata situazione con le regole del senso comune, allora è necessario reagire diversamente. Riferendosi ai problemi relazionali suggeriscono l’uso di tecniche paradossali. Aggiungere, anziché ridurre è una strategia che si basa sul paradosso. Come si diceva parlando del principio dei vaccini, il ‘male’ o ‘problema’ che in alcune strutture (organizzazioni, aziende, scuole, ecc.) è rappresentato dalla diversità, attraverso questa logica viene trasformato: diventa opportunità, risorsa, come sostengono l’artista Silvia Atzeri (2018), il politico Pier Paolo Padoan (2014) e anche molti studiosi (Angela, 1985; Cuttica, 2017). Con questo stratagemma la forza oppositiva percepita come una resistenza, viene ristrutturata e resa una spinta (Papantuono, 2007). Pieterse (2005) sostiene che l’interdipendenza e l’ibridazione della diversità rendano sani i contesti. Riconoscere la diversità, rivendicarla e non ignorarla o negarla, come dicono Buemi et al (2015) sono attività basilari nell’approccio al DM.

Nel documento Il Diversity Management a Scuola (pagine 137-141)