PRO-AZIONE &
7.3.6 Sotto-tema: gioco di squadra
Shaw (1976) definisce gruppo l’insieme di due o più persone che interagiscono o comunicano. Dunque, sin dalla nascita siamo inseriti in un gruppo. Nel tempo, poi, i gruppi di cui facciamo parte diventano sempre più numerosi. La scuola è uno di essi, qui molti di noi hanno compiuto le loro prime esperienze positive con i pari e con adulti diversi dai familiari.
Figura Istituzionale Maltese: Uno dei progetti che sogno, che già è partito in Italia, in un piccolo
paese di cui ho dimenticato il nome... quindi non è un'idea originale…. dove gli immigrati aiutano insieme al maltese a curare il loro paese… non da soli, ma insieme ai Maltesi si danno una mano,
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ad esempio, a pulire il paese, a lavorare insieme ai Maltesi, facendo lavori socialmente utili... questo li farà integrare e sentirsi parte della loro comunità...
Dirigente maltese: “... abbiamo istituito un comitato di insegnanti chiamato il gruppo di diversità
dove lavoriamo sulle lingue straniere e l'integrazione… Sono insegnanti, rappresentanti di diversi dipartimenti e collaboreranno con l'intero dipartimento su questa importante questione. Penso che faranno la differenza. Sono sicuro”
(…) Abbiamo lavorato tutti insieme. Sono riusciti a raccogliere i soldi insieme. Gli studenti si sono resi conto che abbiamo raggiunto questo lavorando tutti insieme.
(…) i genitori si rivolgono a noi per aiuto e sostegno, ma penso che dobbiamo ancora lavorare su un approccio scolastico completo per integrare questi genitori nel nostro contesto. Ad esempio, durante l’ultima riunione del consiglio degli insegnati abbiamo discusso il bisogno di avere anche rappresentanti dei genitori...
Insegnante maltese: “... nella Learning Zone, c’è l'insegnante e l'LSA, quindi [sic] devono essere
una vera buona squadra che lavora insieme, perché [sic] altrimenti non funzionerà questo…Vengono nella Learning Support Zone, mangiano insieme, giocano insieme, fanno dei giochi. Si mischiano, sono tutti insieme ed è bello vederli lavorare tutti insieme, …anche se noti la differenza.
Staff italiano: ...Creato questo gruppo forte... di affinità elettive mettiamola così poi questo gruppo
ha fatto un lavoro grande nelle commissioni, noi abbiamo le commissioni in verticale da vent'anni vuol dire che tutti i nostri laboratori, tutte le nostre attività partono dalla scuola dell'infanzia e arrivano alla scuola media; cioè, ogni persona ha un gruppo, uno staff di lavoro dove c'è il docente delle elementari, il docente della scuola dell'infanzia, il docente della scuola media. Perché tutto l'istituto deve andare in una direzione questo per noi era fondamentale…”
Alunna irlandese Sì, da classi diverse siamo messi in gruppi e creiamo un clan...
(10.13) Sì, sì. Siamo tutti insieme, siamo mescolati ...
[…] Come nello sport, faccio il pugilato e alla fine della giornata non ci importa da dove vieni. Quello che c’importa è la persona e se è un buon pugile o un buon giocatore. Questo è quello che conta veramente. (risate)
Alunna italiana: Sì, ci sono degli stranieri che però noi, in senso che li consideriamo
tranquillamente degli amici dei compagni, anche perché, anche con i lavori di gruppo noi ci riusciamo proprio a integrare meglio con loro e anche loro con noi (…) Per esempio facciamo dei cartelloni dove spieghiamo tutte le cose e poi dobbiamo esporle ai compagni. .... facciamo molti lavori di gruppo per esempio abbiamo fatto dei libri, ogni gruppo ha fatto dei libri dove abbiamo inserito tutti i nostri disegni però questo... Grazie a lavori di gruppo riusciamo a integrarci me... riusciamo a socializzare meglio e a di... a diventare amici…
Alunno maltese: ...abbiamo un ragazzo brasiliano, abbiamo un ragazzo arabo, nella squadra di
calcio della nostra classe. Abbiamo un piccolo campionato, ...il fatto che abbiamo giocatori da culture diverse e persone diverse che sanno come giocare, rende la squadra più forte.
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Quasi un secolo prima di Shaw, Enrich Weber definiva il gruppo come un insieme “G” (individuo, sotto-gruppo) dotato di un'operazione (Hollings, 2010). Secondo Quaglino, Casagrande, Castellano (1992) l’operazione compiuta dal gruppo deve essere coerente con i risultati attesi dal sistema o l'organizzazione di cui fa parte il gruppo. Come si evince dalle interviste, in queste scuole, i singoli individui, le commissioni di lavoro, gli studenti organizzati in clan, in squadre, in gruppetti, tutti, operano avendo chiaro lo scopo dell’attività che svolgono, parte di un disegno più ampio. Per Quaglino et al. (1992) ogni componente conosce il proprio obiettivo, ma il gruppo di lavoro ha il suo obiettivo nel quale tutti si identificano. Per l’alunna irlandese e italiana, la partecipazione alle attività (cartelloni, disegni, libri, pugilato) di classe e speciali, come dimostrano Stevens, Rees, Polman (2018), si favorisce con l’identificazione nel gruppo, con una più solida coesione, provando soddisfazione per l'esercizio svolto che si riflette sul soddisfacimento personale. Fattori che, anche per Festinger (1950), incrementano la coesione e la percezione del valore del gruppo agli occhi dei componenti. Gli intervistati dichiarano che la presenza di diversità nel loro gruppo-squadra aumenta le possibilità di provare sensazioni piacevoli. L’alunna italiana dice che «grazie a lavori di gruppo riusciamo a integrarci... riusciamo a socializzare meglio, a diventare amici»; l’alunno maltese riferisce «che giocatori da culture diverse e persone diverse che sanno come giocare, rende la squadra più forte». E una squadra forte, come dice don Armando Matteo (2018), se prende coscienza dei propri limiti poi è pronta per ripartire e superarli. Carlotto (2017) afferma che la persona confrontandosi con ciò che sa fare diviene più consapevole della percezione di sé e delle proprie conoscenze. La dirigente maltese, infatti, consapevole dei traguardi raggiunti con la sua squadra di insegnanti e delle nuove sfide della scuola, riferisce che il suo approccio è di integrare anche i genitori nella stessa squadra. Il campo di gioco della squadra, in questo modo si amplierebbe. I membri della comunità ne riceverebbero un’influenza che li rendebbe più forti e darebbe più potere. Vi sarebbe un’azione di empowerment, che per Zimmerman (2000) consiste in una strategia che punta a rendere tutti più forti, ma i cui esiti, come rilevano Amin, Till, McKimm (2018), sembrano dipendere anche dalle caratteristiche della leadership inclusiva e da un approccio centrato sulla persona.
Riassumendo, le scuole partecipanti sono pro-attive all’approccio del DM, incentivano attività e strategie che mirano ad aumentare la consapevolezza e la conoscenza sulle diversità. Per essere efficienti fanno uso del contatto diretto, propongono esperienze concrete che invitano ad una partecipazione attiva di tutti gli operatori, degli alunni e anche dei genitori e della comunità. Inoltre, emerge che queste esperienze dirette, se ludiche e piacevoli, se viene instillato lo spirito del gioco di squadra che consente a tutti di vincere, è possibile che permettano di raggiungere anche i risultati più ambiziosi. In più con tali attività la diversità viene esaltata e resa conveniente, anziché essere negata o eliminata.
144 7.4 Tema: Applicazione
Tabella 7. Tema applicazione, sotto-temi, parole chiave e ed estratti significativi
Tema Sotto-Temi Parole chiave/ codici L’estratto più significativo
APPLICAZIONE Livelli
Approccio olistico, ecologico, genitori, comunità, studenti, insegnanti, staff scolastico, riforme, rete, associazioni, territorio, tra studenti, programmi individuali, potenziamento, emittente televisivo, media, lavoro di classe, lavoro individuale, imparando insieme, guida personale,
Dirigente Maltese: Penso che
dobbiamo ancora lavorare su un approccio olistico ecologico per integrare anche i genitori per portarli a bordo…
(...) e ci sto pensando non solo al livello di bambini, ma anche genitori, e anche personale scolastico
Modalità attività extra-curricolare, attività pomeridiane, gite, attività curricolari, argomenti scelti, discussioni, partecipazioni attiva, temi trasversali, collegamenti tra materie, diversità nel programma, promuovere la diversità,
Staff italiana: ... loro fanno break,
hip hop, pizzica, valzer…. tre volte alla settimana diamo il sostegno alle.. ai compiti ai ragazzi. Due volte alla settimana fanno teatro, ballo, musica...
(…) E poi tutto l'istituto lavora su
un argomento per tutto l'anno - L'anno scorso abbiamo fatto i 4 elementi... Quest'anno eravamo un po' più pronti, lavoriamo sul “bello”
Tempi pianificare, ci vuole tempo, preparasi per il cambiamento, piccoli passi, dare direzione, progettare, costanza, visione condivisa, fare sedimentare, pedagogia della lumaca, troppe riforme, andare troppo veloce, creare competenze e risorse, bisogno di tempo e spazio, gestione del cambiamento, graduale, programmi triennali non annuali,
Dirigente Italiana: ...in tre anni
non si costruisce nulla... Sì e no che semini qualcosa! ... io credo che questo sia un lavoro da diesel no!? …Non da scattista! … L'educazione ha bisogno di tempi lunghi.. è la pedagogia della lumaca
Altro tema rilevato nelle interviste riguarda l’applicazione degli interventi, sia quelli messi in atto dai governi dei tre paesi, sia quelli delle scuole partecipanti. Nel parlare di questo argomento abbiamo riscontrato che questi interventi vengono applicati a vari livelli, secondo diverse modalità e, solitamente, in tempi medio-lunghi.