PRO-AZIONE &
7.3.2 Sotto-tema: contatto diretto
Le persone che frequentano i contesti in cui sono state effettuate le interviste, di fronte alle diversità, oltre a cercare di incrementare la consapevolezza, sembra che cerchino di favorire le possibilità di avvicinamento e di contatto deliberato prima e spontaneo dopo di coloro che condividono lo stesso ambiente:
Figura istituzionale maltese: ...cinese e maltese vivono insieme, c’è uno scambio di culture,
fondamentalmente per creare una cultura, un’intercultura, quindi una cultura in cui le diversità interagiscano e possano vivere e lavorare insieme. ...
(...) ... i migranti aiutano insieme al maltese a curare il loro paese… non da soli, ma insieme al Maltese si danno una mano, ad esempio a pulire il paese, a lavorare insieme ai Maltesi, facendo lavori socialmente utili... questo li farà integrare e sentirsi parte della loro comunità (...) … creando situazioni in cui si incontrano, perché poi non si incontra una persona di colore, si incontra John, che è di colore ma conosci lui, la sua famiglia, i suoi figli.
Dirigente irlandese: Quando gli studenti stanno per andare dalla scuola primaria alla secondaria,
cerchiamo di aiutarli in questa transizione portandoli, un giorno al laboratorio di scienze, poi … questo aiuta in modo particolare quegli studenti un po' ansiosi e spaventati dall’andare in una nuova scuola… per aiutarlo a familiarizzare con la scuola …
Dirigente italiana: … io faccio le classi mettendoci tre maschi, tre femmine, i somari, i bravi,
bilanciate, quindi sono delle caratteristiche che prescindono dalla cultura di origine. Ci può essere la femmina rumena straordinaria e ci può essere la femmina italiana somara.
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Dirigente maltese: ... Nel frattempo, abbiamo apportato cambiamenti e riforme e abbiamo accolto
con favore la riforma delle scuole miste che ci ha dato un ampio panorama degli studenti, perché abbiamo dovuto accogliere ragazze e ragazzi contemporaneamente.
(…) ... Credo che anche durante l’intervallo, noi, nel Learning Zone, abbiamo tutte le diverse culture, tutte in una stanza e tutti insieme a fare anche semplici attività. Non lo so, abbiamo fatto un'attività per .... abbiamo raccolto soldi facendo oggetti semplici e li abbiamo venduti durante la serata dei genitori e tutti gli studenti erano lì insieme, culture diverse. [...] Abbiamo lavorato tutti insieme. Sono riusciti a raccogliere i soldi insieme. Gli studenti si sono resi conto che abbiamo raggiunto questo lavorando tutti insieme.
Insegnante irlandese: (16:27) ...Sono affascinati dalle lingue, cominciando a trovare delle
assomiglianze tra le diverse lingue… posso capire un po' il rumeno perché ha delle parole simili all’italiano e il francese…. (16.47) Sono solo alcuni piccoli passi per portare quei collegamenti tra gli studenti...
(...) … le classi sociali miste (risate), penso che sia davvero un bene per gli studenti averle. Penso che funzioni molto bene per l'ethos dell’Educate Together… (…) Nella scuola, abbiamo dei lavori di gruppo per creare un ambiente coeso per gli studenti, così non si raggruppano tra loro gli studenti africani e il gruppo degli studenti dell'Europa orientale. (…) …allora la cosa che faccio per facilitare… è farli lavorare in gruppi misti… li cambio posto nella classe, solo in questo modo esce la personalità, sai in questo modo si aiuta anche quando ci sono dei litigi, creo gruppi dove si può parlare tranquillamente nel gruppo, funziona l’80% delle volte…
(…) ... si distinguono: «noi siamo travellers, noi siamo Afro-americani, noi siamo dall'Europa dell'est», quindi, no, non credo che le diversità si mescolino tanto nella comunità. Ma penso che sia parte del nostro ruolo come scuola iniziare a mescolare. Abbiamo iniziato a mescolare i genitori, però non è una cosa che succede spesso nella comunità
Insegnante maltese: “... Mio figlio, per esempio, era in una scuola privata dove erano misti,
ragazzi e ragazze e poi è andato in una scuola della chiesa, dove erano solo ragazzi, quindi sai, è ... preferisco quando sono misti ... preferisco le scuole miste perché in realtà noi viviamo insieme, tutti insieme. Non viviamo, le ragazze da sole e i ragazzi da soli…
(...) vengono alla Learning Support Zone, mangiano insieme, giocano insieme, fanno giochi. Si mischiano, stanno insieme... ed è bello vederli lavorare tutti insieme, anche se puoi notare delle differenze …
(…) … quando piangeva le differenze culturali si vedevano, in Cina, non hanno molto contatto fisico, noi mediterranei siamo molto fisici…. però dopo un paio di mesi lei era pronta ad essere abbracciata, lei era pronta, lo sai, così, e lei che chiedeva abbracci. [...] abbiamo visto il cambiamento, è stato bello, è stato bello... (...)… Si arricchisce la classe, ne sono certa, voglio dire, li amo lavorare durante la pausa, specialmente lì, li davvero, che si interagiscono, si mescolano, giocano insieme, parlano insieme, anche se la lingua è una barriera per la maggior parte di loro, per i pachistani, va bene, stanno imparando il maltese e cominciano a capire, ma nonostante ciò, come ha detto l’insegnante Priscilla, anche solo un gesto, è meraviglioso come vedi i bambini, i giovani studenti, sono così resilienti, non vedono barriere, non vedono ostacoli….
Staff irlandese: “Quattro membri del nostro staff provengono da culture diverse. Sì, lingue diverse
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bianchi irlandesi ci sono? Sono principalmente irlandesi bianchi, no? Quindi è bello vedere che sono rappresentati, suppongo, anche dallo staff.
(…) Suppongo che l'esposizione sia il modo, solitamente iniziamo con un’attività, anche quando ci sono delle difficoltà, cominciamo dalla pratica…
Staff maltese: Abbiamo organizzato un’attività sui diversi paesi. È stata un'attività che abbiamo
fatto…. Hanno partecipato gli studenti italiani, anche gli studenti indonesiani hanno lavorato insieme per fare i costumi, hanno portato il cibo che cucinano a casa ... abbiamo visto che i bambini si sono veramente divertiti ...
(…) … quando si tratta di culture e di razza e cose del genere, anche la religione, non vedo nulla di sbagliato mettere insieme le varie diversità, ma quando si tratta di livello accademico, penso di sì, finiscono ad ostacolare l’uno l’altro.
Alunna irlandese: Sì, sì. Siamo tutti insieme, siamo mescolati ... [...]. Come nello sport, faccio il
pugilato e alla fine della giornata non ci importa da dove vieni, quello che ci importa è la persona e se è un buon pugile o un buon giocatore (risata)
Alunna italiana: …. quei ragazzini che vengono da altri paesi e che magari non praticano la
nostra religione, però nonostante questo magari cioè sono nostri amici perché ridiamo e scherziamo sempre insieme. Grazie a lavori di gruppo riusciamo a integrarci me, riusciamo a socializzare meglio e a di... a diventare amici
Alunno maltese: … ad esempio, gli insegnanti della lingua Maltese hanno bisogno di portare
avanti il programma, ad esempio gli insegnanti di matematica, non possono fermarsi e insegnare loro. Hanno bisogno di più tempo, lezioni extra, quindi, in quel caso non credo che il sistema li aiuti davvero.
Genitore irlandese: ... ma le cose stanno cambiando in questa scuola … penso che avere insegnanti da
culture diverse sia una cosa importante nelle scuole, ma ho visto anche gli assistenti scolastici, persone che aiutano nelle scuole. Ho incontrato un ragazzo, penso che sia originario della Nigeria ... Sì... sta lavorando con la scuola e anche questa è una novità.
Genitore italiana: …è molto più facile l'accettazione nel piccolissimo gruppo, nel gruppo degli amici
che uno si sceglie, che non nei gruppi in cui uno si trova ad agire.
(…) ... l'attività di teatro, l'attività di canto, favorisce tantissimo l'integrazione intanto perché rimescola i gruppi ed è... in un certo qual modo sono gruppi un po' più elettivi perché comunque condividono una passione un interesse in comune e poi perché permettono di far venir fuori dei talenti, che normalmente tra i banchi non vengono fuori e, quindi, magari vedi sotto un'altra luce; quello che consideravi sfigato lo vedi che magari che è molto bravo nel ballo è molto bravo nel canto o ha proprio un talento nella recitazione, perciò lo rivaluti.…
Genitore maltese: ... creo uno spazio sicuro dove li incoraggio a parlare, ma il più delle volte i
bambini sono felici di parlare sì, perché andiamo su Google, chiedo loro di mostrarci il loro paese d'origine o il paese del loro padre o della loro madre e iniziano a spiegare, quando gli studenti vedono interesse si interessano anche loro…
L’intercultura, come si può leggere negli stralci di alcune interviste e da come sostengono diversi studi (Mincione, 2015; Giusti, 2017), risulta essere funzionale all’inclusione. Per Di Cristoforo Longo (2014) l’intercultura presuppone un impegno reciproco tra gli appartenenti alle diverse culture, genera
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interdipendenza e mette in gioco in maniera bilaterale le parti che in una certa misura è come se fossero costrette ad entrare in contatto e a ridurre la distanza. Besozzi (2010) definisce quest’ultimo concetto come il grado di intimità relazionale esistente tra gli individui appartenenti a gruppi o a categorie diverse tra loro. Egli sostiene che la conoscenza diretta sia un riduttore di distanza ed uno strumento col quale contrastare lo stereotipo e far prevalere gli elementi di somiglianza rispetto alle differenze. Secondo la ricercatrice, l’accettazione dell’altro aumenta in relazione al crescere del contatto.
Pregiudizi e stereotipi nascono dal non conoscere direttamente l‟altro e le sue reali caratteristiche. Come viene affermato nell’ipotesi del contatto di Allport (1954), il contatto con l’’altro’ consente di conoscerlo, favorisce una maggiore conoscenza reciproca, va ad intaccare gli stereotipi e mette in dubbio credenze e pregiudizi.
Il contatto tra le diversità dovrebbe essere favorito a tutti i livelli. Melidoro (2015) è dell’opinione che le istituzioni e lo stato, con l’attuazione di strategie a favore del contatto tra le diversità, potrebbero meglio tutelare e garantire i diritti fondamentali dei più poveri, delle minoranze e di coloro che vivono una condizione di vulnerabilità. Invece, dalle ricerche relative al panorama scolastico europeo, Colombo (2016) osserva la quasi assenza di insegnanti con origini migratorie in Europa, nonostante l’aumento di anno in anno del numero degli studenti stranieri nelle scuole europee. Questo dato lamentato anche dal genitore irlandese è in linea con quanto è stato rilevato nelle scuole dove sono avvenute le interviste. I pochi docenti stranieri (due, di cui uno di altra etnia. Vedi foto 1) erano presenti solamente nella scuola irlandese88. Far avvicinare e mettere in contatto le diversità, aumentare
l’eterogeneità nel corpo docente, formare classi secondo questo principio, è una modalità suggerita e promossa anche da numerose iniziative89 della CE. La scuola maltese, che fino a non molto tempo fa non era mista e adottava rigidamente il Mainstream (scuole e classi formate in funzione del livello di apprendimento degli studenti), infatti, negli ultimi anni per adeguarsi alle richieste europee sta mettendo in atto un processo di cambiamento, partito dalle scuole statali ma al quale si stanno conformando anche le scuole private e quelle della chiesa. In Italia e in Irlanda, invece, la formazione di gruppi eterogenei nelle classi, oramai è prassi consolidata, pure perché una vasta letteratura riconosce l’efficacia di tale principio ai fini dell’inclusione e della gestione delle diversità (Pesci, 2006; Favaro 2014; Zoletto, 2014). A sostegno di questo orientamento dettato e pianificato dalle iniziative di governo, gli intervistati sottolineano le attività delle singole scuole, in molti casi facoltative per studenti e per genitori. Fanno notare che nelle loro scuole vi sono spazi aperti a tutti (studenti, genitori) e ben attrezzati (cucina, computer, attività ludiche, ecc. Vedi foto 8).
Il contatto, che come dicono gli intervistati può essere realizzato eliminando barriere e ostacoli, mescolando gli alunni nelle classi, facendo attività extrascolastiche speciali, aumenta i momenti formativi del bambino. La sua personalità, in un certo senso, viene costruita da chi gli sta intorno, dalle
88 Complessivamente nello staff vi erano quattro figure di orgine straniera: un insegnante di sostegno, un’insegnate di
lingua straniera e due collaboratori.
89 Conferenza di Salamanca sui Bisogni Educativi Speciali (UNESCO, 1994); il SEN Code of Practices (DfES - 1994; 2001), il Disability and Discrimination Act (1995), il Memorandum sull’istruzione e la formazione permanente della Commissione della Comunità Europea (2000), il documento UNESCO (2002), il movimento Education for all, la Dichiarazione di Madrid (2003), la Convenzione ONU sui Diritti delle persone con Disabilità (2006); 48ª Conferenza Internazionale sull'Educazione dell'UNESCO "Inclusive Education: the way of the future" (2008); Linee Guida per le Politiche di Integrazione nell'Istruzione (2009) dell'UNESCO
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esperienze sociali che compie. Montessori (1952) lo spiega con la metafora della tessitura. I contatti umani per la scienziata chiaravallese filano la stoffa la cui vita dipenderà dalla loro integrità. I loro effetti (i “tessuti”) suscitano emozioni, che si cercherà di riprodurre solo se sono vissute con piacere. Come affermano Portelli e Papantuono (2018) si innesca un circolo virtuoso che gradualmente, come osserva anche Moscovici (1994), può propagarsi e influenzare la persona che crescendo potrà evolversi.
La partecipazione alle varie attività organizzate dalla scuola può dar luogo a quell’esperienza emozionale correttiva di cui parla Alexander (1946), che oltre ad aumentare la consapevolezza e la conoscenza, predispone ad un’apertura emotiva. Queste attività fanno avvicinare le persone, danno la possibilità di scoprire che ‘l’essere diverso’ non è come si crede, rendono capaci di provare inedite sensazioni di fronte alla diversità. Come sottolineano Watzlawick e Nardone (2005), qualsiasi cambiamento duraturo parte da un’esperienza concreta che modifica prima il livello percettivo-emotivo, ossia la sensazione negativa, e successivamente attiva la riflessione cognitiva, che in questi casi consiste nel mettere in dubbio la propria credenza.