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personaggi quasi nell’assenza di una qualche compartecipazione emotiva, ma allo scopo di formulare un giudizio di valore che possa orientare la propria condotta e,

si prestò a servire la causa del Marino perché la causa del Marino, in fondo, serviva a lui. Opportunamente Lucinda Spera, riferendo della sua smodata “volontà di autopromozione”, riconosce come “non sfuggì alla sua trama neppure quel gigante della lirica e della poetica barocca che era Giovan Battista Marino” [LUCINDA SPERA, Giovan Francesco Loredano e la fabbrica del

consenso, in Forme e occasioni dell’encomio tra Cinque e Seicento, a cura di Danielle Boillet e

Liliana Grassi, Lucca, Pacini Fazzi, 2011, pp. 271-295: p. 275]» (SIMONA BORTOT, Introduzione a

«Il Marino viverà». Edizione commentata della Vita del Cavalier Marino di Giovan Francesco Loredano, a cura di Simona Bortot, Venezia, Edizioni Ca’ Foscari – Digital Publishing, 2015, pp. 9-

37: pp. 13-14).

477 LUIGI MANZINI, Vita di Tobia. Istoria e osservazioni, Roma, Pietro Antonio Facciotti, 1637, A

chi legge, p. 7: «Sappi dunque, ch’egli è istoria, ma non pura. La pura narrazione di questo successo

non ha bisogno d’istorico, dopo che lo Spirito Santo l’ha dettata alla mano gloriosissima del medesimo Tobia, di cui ella è successo. Questo libro è istoria, ma istoria meditata, e accoppiata colle osservazioni, che vuol dire col commento e co’ precetti che se ne cavano».

478 CLIZIA CARMINATI, Le «istorie meditate»: traduttori inglesi e francesi alla prova, in Gli

Incogniti e l’Europa, cit., pp. 41-74: p. 42.

479 GIOVAN FRANCESCO LOREDANO, Gli amori infelici, cit., p. 130. Fornisco qui una più estesa citazione del frammento narrativo: «Separatisi gli amanti con un Addio tutto amoroso, si diedero entrambi ad attendere con mille agonie la Notte [scil. la notte della fuga]. Havevano ben occasione di sospirarla, perché doveva essere l’ultima della loro vita. Bramavano con soverchio desiderio le stelle, e non s’avvedevano gl’infelici, che con più preste influenze gli apparecchiavano l’hore fatali. Accusavano il tempo di tardità, né s’accorgevano che volava ai loro danni» (ibidem).

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soprattutto, quella dei lettori, o comunque con l’obiettivo di esplicitare

frequentemente considerazioni gnomiche, morali, ‘fisiologiche’ di varia tipologia:

(a) Continuarono gli Amanti, sino che uscirono dalla fanciullezza con la felicità di questi Amori. Appena con la cognitione s’avvicinavano a goder perfettamente, che si frapose la Fortuna, solita ad amareggiar le dolcezze di ogni contento. (b) Non è permesso ad alcuno il conoscere la propria felicità. È solamente felice chi non crede o non sa di esser tale.480

(a) Tisbe all’incontro inquietata dalla memoria dei suoi pensieri non poteva nemmeno tener’il corpo in riposo. (b) Amore è uno spirito inquieto composto d’impatienze, che sempre agita e sempre sollecita.481

(a) Mentre Tisbe col prezzo delle lagrime pagava l’usura delle consolationi ricevute da quella Lettera; Piramo fece ritorno alle proprie stanze, e nascondendosi all’osservatione et alla curiosità de gl’altri, si ritirò nella più alta parte della casa, ricercando l’appertura avvertitagli da Tisbe. Temeva però di sognarsi, né credeva a se stesso questa verità. (b) L’istessa sicurezza si rende dubbiosa agli amanti. Sono in ombra alle volte anche di loro medesmi. Veramente non v’è certezza che possa assicurare i dubbi di chi desidera e di chi ama.482

(a) Appena ritrovato il foro s’avvidde d’esser atteso, che facendo con Tisbe un incontro di pupille amorose, ammutirono entrambi, levando una insolita allegrezza per ordinario ai sensi tutte l’altre funtioni. (b) Duellando gli occhi con la vivacità degli sguardi, non può intromettervisi la lingua. Mentre l’anima è rapita alle contemplazioni del bello, sospende a quell’attione così perfetta tutti gl’organi del corpo. Una gran meraviglia sempre porta stupori che intimano il silentio. Tutti gli eccessi offendono il Cuore, che richiamando i presidii di tutti gli spiriti lascia la parte esterna senza vigore e senza moto.483

(a) La raccordanza delle passate mestitie dava loro maggior campo al sentimento dell’allegrezze presenti. (b) La memoria del male che più non è, porta maggior perfettione al diletto del bene che si gode.484

(a) Venne finalmente la Notte, tanto più cara a gl’Amanti, quanto più era stata supplicata e desiderata. Tisbe, fintasi stanca e con poca salute, si ritirò nella sua stanza a far raccolta delle cose più pretiose. Ricusò la compagnia de’ Genitori e dell’istessa Nodrice, che sospiravano con vero dolore le sue fintioni; protestando ella che il suo male d’altro non tenesse bisogno che di quiete. (b) Né credo che mentisse, s’è vero che Amore sia un’inquietudine dell’Anima.485

480 Ivi, p. 108. La distinzione in (a) e (b) è mia, qui e in seguito. 481 Ivi, p. 119.

482 Ivi, pp. 124-125. 483 Ivi, p. 125. 484 Ivi, p. 126.

485 Ivi, p. 130. Spesso l’andamento sentenzioso-generalizzante si insinua nelle parole dei personaggi stessi: cfr. per es. ivi, p. 136: «[Tisbe:] “[…] Dove ricorrerò per rimedio al mio male? Chi mi riceverà? Chi mi porgerà qualche disinteressata consolatione? Chi scuserà le mie non dirò amorose, ma pazze risolutioni? Chi è infelice è sempre sprezzabile. Sdegnano l’istessa compassione coloro che vengono abbandonati affatto dall’assistenze della fortuna. È spetie di reità l’esser miserabile. […]”». Si osservi anche che le considerazioni sull’amore che punteggiano frequentemente il testo potrebbero costituire, se recise dal loro contesto, un’articolata ars amandi, una compiuta trattazione relativa agli effetti fisiologici, comportamentali e morali dell’amore, il che

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Tuttavia, questa sorta di distacco si dimostra a conti fatti (si ripensi a quanto sopra

si accennava a proposito della simulazione e della dissimulazione) un meccanismo di

mascheramento: il novellatore-predicatore, nella sua novella in forma di sermone (o

nel suo sermone in forma di novella), infatti, mentre vorrebbe additare un modello

comportamentale nell’asettica neutralità del racconto di un antico exemplum,

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in

realtà non fa che stimolare continuamente l’emersione di alcuni motivi e temi dalla

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