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C. Napoli, V. Marcotrigiano, A. Quaranta, S. Cinquetti,

M.T. Montagna

ralizzata (2) che consiste nell’esplorare e sperimentare il più possibile la propria motricità: è proprio l’esecuzione di molte attività motorie a consentire il progressivo orientamento sportivo, assecondando le predisposizioni individuali. Si ritiene che fino a 10 anni sia oppor- tuno apprendere ed ampliare il proprio bagaglio culturale motorio; tra 11 e 14 anni, periodo in cui si raggiunge l’apice del controllo motorio, bisognerebbe continuare ad apprendere e iniziare la scelta dell’attività motoria da privilegiare ed infine, dopo i 14 anni, quando si conclude l’armonizzazione di tutte le funzioni delle strutture cerebrali, delimitare sempre più il proprio specifico campo di interesse sportivo (1, 5).

In questa fase, l’attività motoria è ancora distinta in scolastica (obbligatoria) ed ex- trascolastica (facoltativa) (14). Il contesto scolastico, inteso come istituzione educativa, rappresenta un setting ideale e privilegiato per l’attuazione delle strategie di promozione del- la salute: adeguate esperienze sul campo (es. peer education) permettono di raggiungere im- portanti obiettivi di salute. Tuttavia, le ore attualmente destinate all’esecuzione dell’attività motoria nelle istituzioni scolastiche sono insufficienti ed accade sovente che si debba fare ri- corso ad attività al di fuori di quelle scolastiche che diventano un ulteriore setting di promozio- ne della salute. In tale contesto, una delle prime preoccupazioni dei genitori è la scelta dello sport più “completo” da far praticare al proprio figlio nell’orario extrascolastico. Purtroppo, è difficile identificare uno sport completo, in quanto la varietà degli aspetti che partecipano alla formazione fisica di un organismo in crescita è molto vasta. Indirizzare un adolescente verso uno sport, piuttosto che verso altri, implica comunque che alcuni aspetti del suo sviluppo sa- ranno trascurati. Potendo scegliere almeno due sport, si possono individuare due discipline che, insieme, svolgano un ruolo complementare. È auspicabile che la scelta dell’abbinamento sia operata, in primo luogo, dalla motivazione personale del ragazzo e, ove possibile, consigliata da un esperto (es. laureato in Scienze delle Attività Motorie e Sportive, Medico dello Sport in collaborazione con il Pediatra di Libera Scelta) che potrà personalizzare l’associazione in base al quadro individuale del soggetto interessato (storia medica e sportiva, caratteristiche antro- pometriche, posturali, profilo psicologico, ecc.) (5). Inoltre, bisogna tener conto che in questa fascia di età vi è un aumento del fabbisogno orario per lo studio e per i trasporti casa-scuola, considerato che la dislocazione di talune scuole rispetto alle aree di residenza è frequente. Fer- mo restando la necessità di favorire la mobilità attiva sicura, è, quindi, fondamentale indivi- duare e riorganizzare aree e strutture decentrate nei singoli quartieri in modo tale da rendere possibile lo svolgimento di attività motorie e/o sportive individuali o collettive. È stato dimo- strato, infatti, che i giovani sono spesso esclusi dall’utilizzo dei parchi-gioco poiché sono desti- nati ai bambini più piccoli; inoltre, talvolta la loro presenza provoca conflitti e competizione nell’utilizzo delle attrezzature. In realtà, non è difficile reperire aree da dedicare alle attività dei più grandi; basti pensare che alcune attività (corsa, basket, pallavolo, skateboard) hanno in comune la possibilità di utilizzare spazi non specializzati e di modeste dimensioni (reperibili all’interno dei quartieri e possibilmente polifunzionali) (6).

Livelli di attività fisica, sedentarietà e obesità in adolescenti italiani

L’OMS raccomanda, per individui di età compresa tra 5 e 17 anni, di svolgere almeno un’ora al giorno di attività fisica aerobica, di intensità sia moderata che vigorosa (21).

La letteratura scientifica ha, infatti, ampiamente dimostrato che 60 minuti al giorno di camminata a ritmo sostenuto - oppure di corsa, di pedalata, ecc. - anche suddivisi in perio- di di 10 minuti ciascuno, sono sufficienti per il benessere psico-fisico di bambini, ragazzi, adolescenti e giovani. Gli effetti positivi aumentano ulteriormente se si aggiungono - per almeno tre giorni a settimana - attività o sport che temprano la forza muscolare e rafforza- no le ossa. Anche nel fine settimana altre attività fisiche non strutturate dovrebbero essere incentivate, ad esempio nuoto libero, passeggiate o spostamenti a piedi o in bicicletta, per limitare il più possibile la vita sedentaria (3, 20).

Tuttavia, se guardiamo i dati sulla pratica dell’attività fisica in Italia, le evidenze non sono confortanti. L’indagine italiana Health Behaviour in School-aged Children (HBSC) svol- ta in collaborazione con l’Ufficio Regionale dell’OMS, studia i comportamenti collegati alla salute in ragazzi di età scolare selezionati all’interno delle scuole statali e paritarie delle Regioni italiane che partecipano al network. L’indagine, condotta nel 2010, riporta che tra i ragazzi di 13 anni solo il 50,9% dei maschi e il 33,7% delle femmine svolgono attività fisica un’ora al giorno per almeno tre giorni a settimana; queste percentuali si abbassano ulterior- mente tra i ragazzi di 15 anni (47,5% dei maschi e il 26,6% delle femmine) (18).

Questi dati correlano con quelli pubblicati dall’ISTAT nel 2012 relativi all’indagine mul- tiscopo annuale sulle famiglie “Aspetti della vita quotidiana”: il 53,4% dei soggetti di età compresa tra 11 e 14 anni e il 48,5% di quelli tra 15 e 17 anni praticano attività fisica in modo continuativo. Anche in questo caso i soggetti di sesso maschile praticano più sport in modo continuativo rispetto ai soggetti di sesso femminile (9).

Per quel che riguarda la sedentarietà, l’indagine “Abitudini e stili di vita in adolescenza” 2011-2012 promossa dalla Società Italiana di Pediatria, riporta che – nel periodo scolastico – il 60% degli adolescenti trascorre circa dieci/undici ore al giorno seduti: tre/quattro ore sono trascorse davanti a uno schermo, TV e/o PC, e se a queste si sommano quattro ore se- duti al banco a scuola, un’ora e mezza dedicata a pranzo e cena e un’ora e mezza dedicata ai compiti, è possibile dedurre che la giornata di un adolescente possa facilmente evolvere in uno stile di vita sedentario (16). Proprio questa cultura dello stare nella propria stanza, con l’accompagnamento di numerosi oggetti della tecnologia (computer, TV, hi-fi, iPod, cel- lulari, lettori DVD, consolle per videogiochi, ecc.), definita “bedroom culture”, gioca un ruolo fondamentale in questa “epidemia di sedentarietà”.

Le strategie di promozione dell’attività fisica nell’adolescenza in Italia e gli in- terventi raccomandati

Sono stati ampiamente descritti i diversi effetti positivi che lo sport e l’attività fisica hanno sulla salute umana; tuttavia, va ricordato come, in età adolescenziale, essi contri- buiscano anche ad evitare l’instaurarsi di comportamenti sbagliati, quali l’abitudine a fumo e alcol e l’uso di sostanze stupefacenti. Interventi, in età giovanile, indirizzati ad aumen- tare l’attività fisica, migliorare l’alimentazione, ridurre l’apporto di alcol, interrompere l’abitudine al fumo di sigaretta sono, quindi, strettamente connessi tra loro e permettono di ridurre in maniera efficace morbosità, morbilità e mortalità per tutte le malattie ad essi correlate. È necessario, quindi, che il contrasto a questi fattori di rischio sia inserito in un approccio coordinato e integrato, al fine di consentire una risposta sistemica al problema di salute.

L’Italia ha adottato, pertanto, la strategia nazionale “Guadagnare salute: rendere facili le scelte salutari”, promossa dal Ministero della Salute e basata sul principio della “Salute in tutte le politiche” (“health in all policies”), con l’obiettivo di diffondere e facilitare l’assun- zione di comportamenti che influiscono positivamente sulla salute della popolazione (13).

In particolare, Guadagnare Salute negli Adolescenti, nato dall’accordo tra Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie del Ministero della Salute (CCM) e la Regione Pie- monte, cui è affidato il coordinamento delle attività, si è incentrato nell’individuazione di un programma unitario e finalizzato a promuovere su tutto il territorio nazionale strategie di prevenzione e di promozione della salute fra gli adolescenti che siano efficaci e che ri- spondano a criteri di buona pratica.

Il programma prevede un piano nazionale per l’avvio di interventi coordinati ed unitari focalizzato su diverse aree tematiche: tabacco, alcol e sostanze, incidenti stradali, sessua- lità, alimentazione/attività fisica, salute mentale/benessere (8). Nello specifico, la parte relativa alla Promozione dell’attività fisica e dell’alimentazione sana mira ad informare

e sensibilizzare adolescenti, insegnanti e genitori su tali tematiche; creare occasioni di promozione dell’attività fisica e dell’alimentazione sana in adolescenza, dentro e fuori il contesto scolastico; creare una rete locale di promozione dell’attività fisica e dell’alimen- tazione sana. In tale ambito, attraverso un rigoroso percorso scientifico, su oltre trecento progetti condotti a livello nazionale concernenti alimentazione e attività fisica, ne sono stati selezionati tre come esempio di buone pratiche. Successivamente, è stato chiesto a tutte le Regioni e province autonome di attuarne uno nella propria realtà locale e 15 regioni hanno accettato. I tre progetti selezionati sono i seguenti:

Progetto “Quadrifoglio”, promosso dalla ASL Napoli 1 Centro

Si tratta di un progetto di educazione sanitaria, basato su quattro argomenti, rivolto alle scuole primarie e secondarie di primo e di secondo grado. Nell’ambito dell’argomento “Alimentazione e attività fisica per le scuole primarie, secondarie di primo e secondo gra- do” il progetto didattico ha previsto diverse attività: questionari sulle opinioni e abitudi- ni degli studenti; letture di testi su alimentazione e attività fisica; analisi della veridicità della pubblicità; analisi di film e romanzi incentrati sull’alimentazione, discussioni, lavori di gruppo, creazione di supporti multimediali e di un opuscolo finalizzato alla promozione dell’alimentazione corretta.

Progetto “Paesaggi di Prevenzione”, promosso dalla Regione Emilia Romagna, Lega Tumori, Ufficio Scolastico Regionale

È un progetto rivolto a studenti e docenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado che offre uno strumento didattico multimediale (DVD-Rom), con diverse sessioni inte- rattive, che fornisce agli insegnanti contributi utili per affrontare le tematiche in classe con metodologie, sia convenzionali, sia innovative. In particolare, la sezione sull’attività fisica mira a favorire tale attività nell’ambiente urbano, domestico, scolastico, nel tempo libero, attraverso il supporto di professionisti della salute, tramite lo sport ed il gioco.

Progetto “Ragazzi in Gamba”, promosso dall’ASL 20 Verona

Il progetto parte dalla considerazione che una delle cause della sedentarietà è la ridot- ta possibilità di muoversi in modo sicuro e indipendente, a piedi o in bicicletta, nel proprio ambiente di vita, che comporta un aumento della mobilità passiva anche per tratti brevi. Vengono quindi proposte azioni di promozione dell’attività fisica da praticare in modo abi- tuale, per contribuire da un lato a migliorare il benessere fisico, dall’altro a conoscere e fruire di spazi cittadini con nuove modalità e con alcune modifiche alle infrastrutture.

Questi progetti forniscono un’ulteriore conferma a quanto già esposto: l’ambito scolasti- co è considerato il contesto privilegiato, e quindi più richiesto, per trasmettere alle giovani generazioni conoscenze corrette ed abitudini sane; infatti, studi di letteratura confermano che l’intera comunità scolastica, interagendo attivamente con la famiglia ed il territorio, può giocare un ruolo decisivo nella tutela e nella promozione di comportamenti sani nei bambini, nei ragazzi e negli adolescenti (questa è la definizione di “whole-of-school” ap- proach) (6, 12).

Tuttavia anche altri setting sono importanti per svolgere interventi di promozione dell’at- tività fisica in età adolescenziale. La Tabella 1 propone, ad integrazione di quanto riportato nel capitolo precedente in relazione alla promozione dell’attività fisica nell’infanzia, una sintesi degli interventi raccomandati dal documento “Lotta alla sedentarietà e promozione dell’attività fisica” con la specifica del setting in cui attuarli (4). Vengono indicate esclusi- vamente le raccomandazioni per la fascia adolescenziale con il relativo grading (valutazio- ne della forza delle prove scientifiche sulle quali è basata la raccomandazione) attribuito

Tabella 1 - Sintesi degli interventi raccomandati per promuovere l’attività fisica negli adolescenti, tratta da “Lotta alla sedentarietà e promozione dell’attività fisica. Linea Guida”, Cipriani et al., 2011.

Setting Raccomandazione nella promozione di attività fisica Grading Non defini-

to Per bambini e adolescenti gli infermieri dovrebbero:- promuovere l’attività fisica prima di bassa intensità e poi passare ai livelli raccomandati;

- promuovere l’attività fisica nei bambini e adolescenti attraverso interventi ripetuti.

4

Comunità,

scuola Gli operatori sanitari dovrebbero essere coinvolti nelle azioni di monitorag-gio e sorveglianza dei livelli di attività fisica di bambini e adolescenti oltre che nei programmi di promozione della salute rivolte all’intera comunità. 4 Ambulatori Per ridurre il numero di bambini e adolescenti sedentari, gli operatori sani-

tari dovrebbero incoraggiarli a ridurre gli atteggiamenti sbagliati (es. guar-

dare TV, giocare a videogiochi). 1

Ambulatori Per ridurre il numero di bambini e adolescenti sedentari, gli operatori sani- tari dovrebbero enfatizzare i benefici di salute a breve termine dell’attività

fisica. 4

Scuola,

Comunità I programmi di educazione fisica devono rispondere agli interessi ed ai bi-sogni dei ragazzi (es. aerobica e danza per ragazze, giochi di squadra per

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