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programmi di educazione fisica devono rispondere agli interessi ed ai bi sogni dei ragazzi (es aerobica e danza per ragazze, giochi di squadra per ragazzi) e sviluppare nuovi interessi (es danze africane)

Comunità Bambini e ragazzi di età compresa fra i 5 e i 17 anni dovrebbero praticare

giornalmente almeno 60 minuti di attività fisica di intensità, soprattutto aerobica. Attività di intensità vigorosa, dovrebbero essere previste almeno tre volte la settimana.

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Comunità Le attività da proporre a bambini e ragazzi dovrebbero supportare il natura- le sviluppo fisico, essere divertenti e svolte in condizioni di sicurezza. 0 Comunità Per bambini e adolescenti d’età inferiore ai 18 anni, è necessario:

- organizzare a livello nazionale una campagna di almeno 5 anni specifica per target group, incoraggiando gli enti locali ad investire risorse per ga- rantire l’efficacia della campagna;

- assicurare una strategia che crei opportunità per la pratica sicura dell’at- tività fisica sia in strutture dedicate sia all’aperto;

- identificare quei giovani che non praticano attività fisica, coinvolgerli nel- la progettazione e nello sviluppo di opportunità per fare attività fisica; - prestare particolare attenzione ai giovani in condizioni socioeconomiche

disagiate, alle minoranze etniche ed ai bambini disabili;

- garantire che le strutture scolastiche, i parchi cittadini e le altre struttu- re sportive siano a disposizione di bambini/adolescenti prima, durante e dopo l’orario scolastico, anche nel fine settimana e nei giorni festivi; - assicurare che i programmi di attività fisica siano portati avanti da perso-

nale formato e qualificato in grado di sviluppare programmi focalizzati sul gioco e sul divertimento, tenendo conto delle abilità personali di ciascun individuo;

- è necessario stabilire programmi di educazione continua per il personale degli enti che organizzano programmi di attività fisica.

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Scuola In bambini e ragazzi di età compresa tra 4 e 18 anni che frequentano la scuola o altre strutture educative è necessario sviluppare programmi di at- tività fisica multidisciplinari che includano:

- una componente educativa per aumentare la consapevolezza dei benefici che si possono trarre dalla pratica di attività fisica;

- cambiamenti nelle politiche decisionali (es. opportunità per praticare at- tività fisica durante la ricreazione);

- il coinvolgimento delle famiglie, affidando attività da svolgere a casa.

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dagli autori del documento. Per la maggior parte delle raccomandazioni indirizzate alla fa- scia di età adolescenziale non è stato possibile attribuire grading (Grading 0), altre si basa- no sull’opinione di esperti (Grading 4) mentre il miglior grado di evidenza possibile (Grading 1) è stato attribuito esclusivamente ad un’unica raccomandazione (4).

Attenzione a non esagerare

È noto che i fattori ambientali, le iniziative locali, il coinvolgimento dei genitori, le dinami- che relazionali e l’influenza esercitata dal gruppo dei pari condizionano notevolmente la deci- sione di intraprendere la pratica dell’attività fisica (19). Tuttavia, se è vero che una regolare pratica sportiva determina vantaggi indiscutibili sulla crescita e sulla salute dell’adolescente, è altrettanto importante considerare gli effetti negativi determinati da una pratica non cor- retta di tali attività. Infatti, mentre nell’infanzia la pratica sportiva è concepita quasi esclusi- vamente come attività ludico-ricreativa, nell’adolescenza lo sport orienta anche verso attivi- tà pre-agonistiche e agonistiche, presupponendo un diverso coinvolgimento emozionale. A tal proposito sono diversi gli aspetti da considerare e che sottolineano come lo sport da promotore di salute e benessere psico-fisico potrebbe, viceversa, avere importanti controindicazioni: - Uno squilibrio fra richieste dell’ambiente (genitori, allenatori, amici, ecc.) e capacità

di reattività dell’atleta (10), che attraversa periodi intensivi di training caricandosi di aspettative, può provocare nei soggetti predisposti “un’ansia di stato”, che, se eccessi- va, può generare sintomi depressivi (5, 15).

- Le diete richieste per i giovani atleti non sempre sono congrue rispetto all’età (5). - Il tipo di disciplina praticata: sport di squadra e sport individuali determinano una diversa

compartecipazione psicologica all’evento. Per quanto riguarda l’ansia, lo sport di squadra presenta il vantaggio di far sì che questa non gravi sul singolo giocatore, ma sia condivi- sa da tutti i componenti; mentre per le specialità individuali (scherma, tennis, ginnastica artistica, arti marziali), dove l’atleta si esibisce e gareggia da solo, è indispensabile una forte e spiccata personalità per poter reggere la sfida individualmente. Entrambe le tipo- logie, se ben gestite, presentano importanti effetti positivi sul carattere individuale: gli sport di squadra, infatti, fortificano requisiti di base quali spirito di collaborazione, capa- cità di modifica e di aggiustamento, capacità di rinuncia e di accettazione, capacità deci- sionale, prontezza e senso critico-costruttivo. L’attività individuale responsabilizza forte- mente il ragazzo che è costretto ad un’elaborazione individuale della tensione (5). - La problematica dell’uso di sostanze dopanti per fronteggiare in maniera illecita la com-

petizione esasperata a livello giovanile (5).

Comunità Nelle ragazze di età compresa tra 11 e 18 anni è necessario condividere la scelta dell’attività da praticare, rimuovendo i possibili impedimenti (di

natura psicologica, sociale o ambientale). 0

Comunità Nei giovani fino a 18 anni è opportuno incoraggiare modalità di spostamento “attive” garantendo sicurezza e rimuovendo qualsiasi barriera (es. mancan-

za di parcheggi sicuri per le biciclette). 0

Strutture

sportive Nelle ragazze di età compresa tra 11 e 18 anni è opportuno enfatizzare il divertimento derivante dalla pratica dell’attività fisica, proponendo un ab- bigliamento che minimizzi le loro preoccupazioni nei confronti della propria immagine corporea.

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Comunità Nei giovani fino a 18 anni di età è necessario incoraggiare i genitori ad es- sere fisicamente attivi e includendo l’attività fisica nella quotidianità per trasmettere abitudini salutari ai propri figli sin dall’infanzia. 0

In conclusione, è possibile affermare che il corretto sviluppo psico-fisico di un individuo, soprattutto per la parte che si realizza in adolescenza, è un processo molto complesso al quale concorrono diversi fattori, eterogenei e non sempre modificabili; pertanto, risulta indispensabile una collaborazione tra diverse figure (familiari, insegnanti, personale sanita- rio, istruttori, ecc.), seguendo percorsi stabiliti alla luce delle evidenze scientifiche e volti a ricercare il giusto equilibrio nelle scelte da compiere, evitando di tralasciare aspetti im- portanti per il buon accrescimento ma considerando che anche questi aspetti devono essere correttamente dosati per portare gli effetti auspicati.

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Sin dai tempi antichi la sopravvivenza del genere umano era legata alla capacità di muo- versi in maniera efficiente e coordinata per rendere proficue attività quali caccia, attacco e difesa. Successivamente, l’uomo ha vissuto un periodo di grande evoluzione che ha intro- dotto nuove esigenze di carattere anche culturale: danze tribali, addestramento militare e gare agonistiche o sportive hanno reso ancor più evidente l’importanza del movimento per l’essere umano. Appartiene all’epoca moderna la riprova, confermata scientificamen- te, che l’attività fisica, se praticata in modo corretto e regolare, incide positivamente sul benessere psico-fisico della persona (14). Infatti, Ippocrate, già nel V secolo a.C. nella sua opera “Arie, acque, luoghi” aveva intuito il complesso legame tra salute-malattia e conte- sto ambientale-comportamentale. Oggi, con maggiore evidenza scientifica, si ritiene che nella tutela del benessere individuale ciò che realmente fa la differenza, in termini percen- tuali, è lo stile di vita e l’attività fisica (50%), la genetica e la qualità dell’ambiente (20%), il livello di assistenza (10%) (22). Purtroppo, un adeguato stile di vita deve essere incorag- giato, per cui emerge la necessità di azioni e di provvedimenti volti a creare sul territorio condizioni che incentivino i cittadini ad essere dinamici.

Gli adulti fisicamente attivi sono più sani e hanno minore probabilità di sviluppare ma- lattie croniche rispetto a chi svolge una vita sedentaria (24). In particolare, le Linee Guida (9) sull’attività fisica in età adulta fornite nel 2008 dal CDC (Centers for Disease Control and Prevention) evidenziano che l’attività fisica, se praticata regolarmente, riduce numerose complicanze, tra cui:

- rischio di morte prematura, patologie coronariche e respiratorie, infarto, iperten- sione, ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia, diabete tipo II, sindromemetabolica, cancro al colon, cancro alla mammella;

- aumento del peso corporeo, soprattutto se non si segue una corretta alimentazione; - stati depressivi.

Oggi più che mai, gli adulti svolgono attività lavorative che portano ad una vita seden- taria e non sempre riescono a ritagliarsi del tempo da dedicare all’esercizio fisico. In re- altà, non sono necessari faticosi allenamenti per avere benefici: salire o scendere le scale senza ricorrere all’ascensore, spostarsi a piedi o in bicicletta piuttosto che in auto rappre- sentano piccoli ma importanti accorgimenti per sortire grandi vantaggi in termini di salute, soprattutto se praticati costantemente (14). L’attività fisica deve essere sempre adeguata all’età ed al fabbisogno energetico dell’individuo, pertanto, prima di intraprendere qual- siasi iniziativa, è indispensabile consultare figure professionali specialistiche per verifica- re eventuali controindicazioni, oltre che per ottenere suggerimenti sul tipo di attività da svolgere.

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