Nel paragrafo precedente ho evidenziato il ruolo della quotidianità, dunque ora penso sia il caso di esplorare come, all’interno della porzione dell’ex fabbrica restituita all’uso pubblico, un gran numero di pratiche si siano consolidate nel tempo, contribuendo alla costruzione di un ‘abitare’ quale esperienza complessiva, a tutto tondo321. La partecipazione diffusa, e la
conseguente varietà di proposte, ha fatto sì che negli anni gli usi dell’area si arricchissero di numerose attività. Queste, coinvolgendo tutte le fasce di età, rendono possibile la realizzazione del ‘ponte’ tra generazioni descritto in precedenza322, la costruzione di una
società locale complessa e le interazioni che all’interno di essa si generano.
L’incoraggiamento delle progettualità ‘spontanee’, come detto, non è avvenuto nella totale casualità. Ci sono infatti dei luoghi di confronto e di gestione, nei quali organizzare compromessi spaziali e temporali – cioè luoghi e tempi (giorni, orari) compatibili –, in modo che le attività non confliggano tra loro e con gli usi sedimentati dei luoghi, come ad esempio il gioco dei bambini e il relax nell’area del parco323. Alcune di queste progettualità durano un
tempo limitato, mentre altre si protraggono nel tempo, costituiscono nuove soggettività ed instaurano dei rapporti con quelle esistenti. Nel complesso, la presenza di attività legate all’infanzia, al gioco, allo sport, all’arte, alla cultura e così via, con i loro intrecci reciproci,
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Sono particolarmente affezionato alla definizione di Lefebvre (2012 [1968]) che, in opposizione al concetto di
housing come funzione a sé stante, separata dalla vita, intende con il termine ‘abitare’ il “partecipare alla vita
sociale, far parte di una comunità”.
322 Sullo stesso tema della nota precedente (abitare vs. housing), Lefebvre (1973, p.96) afferma che “la coesistenza delle età, necessaria perché vi sia gruppo e ‘soggetto’ collettivo […] non è meno indispensabile perché vi sia percezione concreta (sociale) del tempo”.
323 Esplicito alcune casistiche, fra le tante: le grandi manifestazioni (Eclettica, Logos, ecc.) utilizzano solo l’area del Quadrato per allestire banchetti e simili, lasciando la quasi totalità dell’estensione del parco all’uso quotidiano; non si realizzano eventi di lunga durata, proprio in quanto essi insistono su aree utilizzate altrimenti; quando è necessario richiedere una sottoscrizione all’ingresso per garantire l’equilibrio economico delle iniziative, essa è valutata sia in termini quantitativi (preventivo economico e quota massima richiedibile) che temporali, ammettendola ad esempio nelle ore notturne e non in quelle tipiche di apertura del parco, per evitare una dinamica di ‘privatizzazione’ e ‘mercificazione’ di una parte, seppur piccola, dello stesso.
arricchiscono la quotidianità dei luoghi in cui si svolgono, e gettano ulteriori semi capaci di moltiplicarsi.
I laboratori didattici con le scuole, già nominati, sono solo un esempio di attività dedicate all’infanzia e, di conseguenza, anche alla genitorialità. C’è un progetto complessivo, dal nome ‘Ricreare Mompracem’324, che si è articolato nel tempo: durante l’anno, in appositi
locali della Casa del Parco, è attiva la Ludofficina, spazio fisico e progetto per bambini e ragazzi sostenuto dalla gestione comune e dall’autofinanziamento dei genitori; vengono poi organizzate attività quotidiane e centri estivi a costi minimi e basati anch’essi su analoghe modalità organizzative; infine, viene gestito l’uso di un locale, chiamato ‘serra’, per compleanni, feste e iniziative. Il parco, soprattutto, è un luogo ideale dove sperimentare l’intreccio tra la dimensione dell’apprendimento e quella del gioco, e questo, insieme alla maggiore salubrità dell’ambiente, fa sì che bambini e ragazzi siano sicuramente tra i maggiori fruitori di questi luoghi, e le attività dedicate siano sempre presenti nelle iniziative più ampie.
Figura 3.11 (a-b-c) – Attività varie nell’area (foto tratte dal web).
In senso antiorario, dall’alto: usi spontanei del parco, iniziativa al centro sociale, laboratorio con le scuole.
324 Dal sito ufficiale: “Ri-creare Mompracem è un progetto culturale autofinanziato dedicato all’infanzia e la fanciullezza”.
Lo stesso si può dire per le attività sportive, che comprendono la dimensione del gioco e spaziano dalle pratiche quotidiane dei frequentatori del parco allo svolgimento organizzato in appositi momenti, talvolta all’interno di iniziative più ampie, fino alla costituzione di progetti stabili e al loro sviluppo. Il Quadrato del Parco delle Energie, pensato inizialmente con la funzione di spazio teatrale polifunzionale, è stato attrezzato ed è oggi utilizzato prevalentemente come playground, dove ogni giorno persone e gruppi di diversa età e provenienze si riuniscono per giocare e/o praticare diversi sport.
La polisportiva Lokomotiv Prenestino è un esempio di dinamica incrementale per certi versi analogo a quello del centro di documentazione territoriale, che comprende l’archivio da cui è stato in fin dei conti generato: negli anni, alla palestra popolare Dario Simonetti si affiancano altre attività, ognuna autorganizzata da gruppi più o meno grandi. Una volta percepito il raggiungimento di una massa critica, cioè una relativa stabilità delle nuove attività e l’instaurarsi di relazioni reciproche, è stato allargato il campo, stabilendo nel contempo degli obiettivi maggiormente ambiziosi. Così, quando all’inizio del 2016 viene presentata la polisportiva325, i corsi e le attività previste nell’area sono numerose: cricket per bambini, bike
polo, minibasket, basket, prepugilistica, discipline aeree e qi gong.
Ognuna di esse racconta una storia diversa. Ad esempio, la pratica del bike polo è frutto della passione di un gruppo variegato, proveniente da diverse zone di Roma, che ha finalmente trovato un luogo adatto a questo sport. Il cricket, uno degli sport più seguiti sul pianeta, con la sua presenza racconta delle relazioni strette da comunità e individui giunti fin qui da luoghi lontani, e del loro protagonismo nel territorio. La pallacanestro, infine, è lo sport su cui si sono concentrati molti sforzi collettivi, che sono andati dall’acquisto e la manutenzione dei canestri, funzionali all’utilizzo quotidiano da parte dei frequentatori del parco, all’organizzazione di tornei durante l’anno326, dagli incontri con altre squadre, anche
all’insegna della solidarietà internazionale327, fino alla costituzione della terza squadra di
basket popolare della capitale.
Infine, le attività artistiche e culturali innervano anch’esse questi luoghi in molteplici occasioni, dalle già menzionate attività relative alla memoria storica della fabbrica e del territorio, alle iniziative sporadiche organizzate dal centro sociale o proposte da associazioni che partecipano al forum. In particolare, sono molti i progetti che negli anni si sono consolidati diventando festival periodici328 che attraggono numerose persone, ospitate
325 La presentazione del progetto è stata il 28 febbraio 2016, all’interno della giornata denominata “Sport – Salute – Autogestione. Presentazione della polisportiva Lokomotiv Prenestino”. Qui si può leggere l’intero programma delle iniziative: http://www.exsnia.org/sport-salute-autogestione-presentazione-della-polisportiva- lokomotiv-prenestino/
326 Ad esempio, la giornata E2 – Energie al Quadrato (2014) e il torneo di basket “Bk3vs3 Dario Simonetti” (2016).
327 Il riferimento è alla recente “Basket beats borders” (2017), con l’incontro tra la Real Palestine Youth F.C., quadra di basket femminile palestinese del campo profughi di Shatila, e le squadre di basket popolare romane. 328 Gli esempi più importanti sono quelli del festival estivo Eclettica e dell’autunnale Logos – festa della parola.
compatibilmente con l’uso pubblico e la tutela degli spazi del parco. All’interno di essi si trovano ad esempio concerti, spettacoli teatrali, proiezioni, presentazioni di libri, dibattiti. Molte di queste occasioni hanno lasciato tracce permanenti nel luogo: ai graffiti che decorano ogni superficie presente e alle sporadiche installazioni nell’area, si aggiungono i murales realizzati sulle pareti della Casa del Parco.
Nel complesso, tutte queste attività329 rendono protagoniste le persone che le portano avanti,
permettono una fruizione aperta alla diversità, determinano il formarsi di un senso di appartenenza ai luoghi330, mettono in moto dinamiche di autogestione che disegnano una
quotidianità diversa, fatta di attività ‘popolari’, in quanto non mercificate, accessibili e soprattutto aperte al contributo di ognuno in relazione ai propri specifici interessi, necessità e desideri.