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di Lia Giancristofaro

9.1. Vita quotidiana attuale e condivisione della disuguaglianza

quido

di Lia Giancristofaro

La nostra civiltà è in crisi: un mondo ac- cenna ad andare in crisi, un altro si annun- zia.

Ernesto De Martino, Il mondo magico

9.1. Vita quotidiana attuale e condivisione della disuguaglianza

Il mondo delle migrazioni è cambiato, e un aspetto che ha contributo al suo cambiamento è la crescente femminilizzazione dei flussi migratori. Sempre più donne sono utilizzate dagli uomini per attutire le loro difficoltà lavorative e, delle donne che sempre di più si spostano nel mondo, sappia- mo che una quota crescente è costituita da donne sole che si muovono per lavoro. Perciò il genere non è più una variabile che deve essere misurata all’interno del fenomeno migratorio, ma l’insieme delle relazioni sociali che organizzano l’emigrazione1.

Oggi le pratiche lavorative femminili tradizionali e transnazionali con- sentono di interpretare le migrazioni attraverso schemi di lettura nuovi. Le donne, muovendosi attraverso nuovi spazi transnazionali, dentro e tra le ge- rarchie di potere che si intrecciano su molteplici livelli, riescono a rinego- ziare il loro status sociale dentro e fuori la famiglia, modificando e ridefi- nendo le disuguaglianze incorporate nelle relazioni di genere2 e, soprattut- to, le disuguaglianze che sono incorporate nelle relazioni interculturali. Per relazioni interculturali intendiamo le interazioni – dirette e indirette – tra due o più culture. Le interazioni dirette coinvolgono gli incontri fisici con le persone e gli oggetti di un’altra cultura. Le relazioni indirette sono invece più sottili: esse implicano la considerazione della diversità culturale, del modo creativo e irripetibile in cui interagiscono culture e individui, com- portamenti, idee e pregiudizi; mettono dunque in gioco le biopolitiche, ov- vero le gestioni delle persone nell’ambito della visione del mondo, della struttura della parentela e della comunità, dell’interpretazione magico- religiosa, della musica, dell’arte, della moda, del gioco e della ritualità. Nello specifico, per biopolitiche intendiamo quelle nuove forme di potere politico e governativo che, emerse a partire dal XIX secolo, si preoccupano

1 Corigliano E., Greco L. (2005), Tra donne: vecchi legami e nuovi spazi, FrancoAngeli,

Milano, p. 22.

sostanzialmente dei corpi: dei corpi dei cittadini, ma anche del corpo socia- le stesso. Nell’ambito della politica di una popolazione, infatti, il tema della condotta individuale in fatto di sapere, di sesso e di riproduzione socio- biologica si intreccia col tema del potere nazionale3. Per questo le burocra- zie statali contano e misurano le cose e le persone soggette al controllo del- lo stato stesso tramite la statistica, la quale ipotizza la stabilità dello stato e delle sue istituzioni. L’arte di governare adeguandosi alla biopolitica diven- ta governamentalità e si prefigge di conservare la sicurezza dello stato at- traverso la prevenzione di carestie, guerre, epidemie e disordini provocati da eccessive disuguaglianze socio-culturali4. Quando le interazioni culturali vengono ufficialmente promosse da interventi socio-economici, programmi di istruzione, integrazione, mediazione e scambio di “punti di vista”, esse diventano politiche culturali. Ma non tutte le relazioni culturali si traduco- no in politiche culturali; ci sono vaste aree di interazioni locali, nazionali e transnazionali che, pur verificandosi quotidianamente, hanno poco o nulla a che fare con le iniziative governative e che, anzi, oltrepassano da tutte le parti la regolamentazione politica e giuridica delle donne straniere che at- tualmente vivono in Italia.

Nella messa a fuoco di queste interazioni o, meglio, “frizioni culturali”, credo di essere stata agevolata sia dal ricco corredo socio-politico conse- gnato dalla presente indagine, sia dall’osservazione partecipante che ho di recente condotto in un gruppo di immigrate domiciliate nell’Italia Centrale e attualmente prive di occupazione5. Si tratta in ambedue i casi di interes- santi operazioni di politica sociale e culturale finalizzate a conoscere la si- tuazione italiana degli immigrati con particolare attenzione per il genere femminile; a comprenderne i nessi sostanziali per un positivo dialogo inter- culturale; a promuovere l’interculturalità come strumento attivo di convi- venza positiva; a potenziare l’apporto positivo dell’immigrazione nell’economia del Paese. Queste iniziative però, stimolando una riflessione condotta in modo congiunto e interdipendente tra l’osservatore e l’osservato, chiamano in causa soprattutto le biopolitiche che svolgono un ruolo significativo nel determinare lo scenario fluido e composito delle at- tuali relazioni interculturali; in questo caso, delle relazioni tra le immigrate e la popolazione residente.

La presente analisi, dunque, nasce dal terreno socio-culturale in cui agi- scono le pratiche con le quali la rete di poteri gestisce e disciplina i corpi delle persone e regola le interazioni tra i gruppi, ovvero l’area d’incontro

3 Foucault M. (2004), Naissance de la biopolitique. Cours au Collège de France (1978- 1979), Gallimard & Seuil, Paris, p. 91 ss.

4 Ibidem.

5 Progetto Integrarsi, Provincia di Chieti, PO-FSE Regione Abruzzo, Piano degli inter-

venti 2007-2013, Asse Occupabilità e Azione, Programma di Inclusione Sociale degli Im- migrati.

tra potere e sfera della vita quotidiana6: un incontro che si realizza piena- mente con l’esplosione del capitalismo industriale e transnazionale. Come è noto, il bio-potere – ovvero il complesso potere culturale che attualmente sostanzia e intrappola la vita umana – si è sviluppato in due direzioni prin- cipali e complementari: in primo luogo, la gestione, l’uso e il controllo del corpo umano nella società dell’economia e della finanza capitalista; in se- condo luogo, la gestione del corpo umano come specie, dunque come base per il controllo dei processi bio-culturali locali e transnazionali. Le donne, per loro cultura e natura, sono indubbiamente protagoniste dei processi di produzione-riproduzione dei corpi e del sapere, e sono direttamente e indi- rettamente consapevoli che questo nesso logico va ad embricarsi proprio nei loro corpi.

9.2. Logica delle relazioni, logica delle categorie: connettere da un lato,

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