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Gli abitanti di Poblenou e il 22@Barcelona: tra consenso e disapprovazione

Capitolo 5. Un processo di riqualificazione urbana equilibrato: il piano

5.2 Gli abitanti di Poblenou e il 22@Barcelona: tra consenso e disapprovazione

I progetti di riqualificazione urbana a Barcellona sono stati spesso al centro di animati dibattiti pubblici. I veïns (vicini), principalmente attraverso il loro diffuso network di associazioni di quartiere, hanno svolto un’importante funzione nel delineare un ampio numero di progetti di trasformazione urbana, manifestando consenso, in alcune circostanze, così come critiche e disapprovazione, in altre. Questo è anche il caso del progetto relativo al distretto del 22@Barcelona, che interessa un quartiere di tradizioni operaie, con un fitto tessuto associativo e una lunga tradizione di attivismo e conflitti11.

Il desiderio, da parte di associazioni di quartiere e residenti, di esser coinvolti nella definizione del piano del 22@Barcelona è stato presente sin dagli inizi: i residenti hanno manifestato energicamente la loro intenzione ad avere un ruolo importante nel processo di trasformazione al fine di preservare l’identità sociale dell’area e far sì che la logica del “valore d’uso” prevalesse

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Nel 20° secolo, l’area di Poblenou fà da cornice ai drammatici eventi della Semana Tràgica (1909), in cui numerosi edifici e chiese furono incendiate; lo sciopero del 1912-1913, terminato con più di 300 vittime, ha ancora come scenario principale il barrio di Poblenou; nel 1951, lo sciopero dei tram; e, infine, nel 1966, l’opposizione al Piano

nelle decisioni di programmazione degli interventi, in contrapposizione a quegli attori, interessati esclusivamente nel “valore di scambio” di terreni e immobili, che vedevano nel progetto di riqualificazione un’altra opportunità per speculare rendite economiche.

La principale richiesta iniziale delle associazioni di quartiere si è articolata, quindi, intorno alle seguenti questioni:

• legalizzazione degli alloggi esistenti nell’area (ancora illegali a causa della classificazione esclusivamente industriale attribuita all’area dal Piano di Contea del 1953 e del PRM del 1976);

• ammodernamento e costruzione di nuove strutture pubbliche;

• inclusione dei residenti nel processo decisionale riguardo le scelte di trasformazione.

Data la complessità del progetto e la sua lunga durata, la FAVB (Federaciò d’Associacions de Veïns de Barcelona)12 e l’Associacio de veïns de Poblenou (associazione dei vicini di Poblenou) hanno richiesto, e ottenuto,

che il Comune di Barcellona pagasse un esperto, scelto dalle associazioni, per consigliare i residenti su questioni relative al piano di trasformazione.

La variante al PRM per il distretto del 22@Barcelona è stata approvata dal Consiglio comunale, con il consenso delle associazioni di quartiere; successivamente, però, una serie di conflitti sono emersi nella fase di pianificazione e approvazione dei Piani Speciali di Riforma Interiori (PERI). In particolare, la protesta delle associazioni di quartiere è cresciuta riguardo il

PERI Eix-Lacuna proposto dalla municipalità: il forte impatto visivo di alcuni

edifici e l’assenza di partecipazione dei residenti nella fase di pianificazione sono state le principali ragioni dietro l’insoddisfazione dei veïns di Poblenou. Le rimostranze delle associazioni hanno spinto il Comune a ritirare il PERI e rielaborare una nuova versione con la partecipazione dei residenti, “in cui il concetto di barrio (quartiere) e una maggiore considerazione delle questioni sociali devono prevalere sulle logiche meramente economiche e speculative”. E’ seguito, quindi, un periodo di negoziazione tra l’amministrazione comunale e i veïns, che ha condotto alla trasformazione del PERI Eix-Lacuna.13

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La FAVB unisce sotto un’unica federazione tutte le associazioni di quartiere della città.

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L’altezza massima degli edifici è diminuita (passando da 72 a 48 m), il numero di torri è passato da 9 a 6, il numero di nuovi alloggi popolari da 216 a 188, mentre il numero di case esistenti “colpite” dal PERI è passato da 63 a 32 (El Poblenou, 2002).

Per di più, la protesta dei residenti riguardo il PERI Eix-Lacuna ha sollevato il tema della necessità di una maggiore partecipazione dei cittadini nelle decisioni in merito ai futuri piani particolareggiati di sviluppo nell’area (Oliva, 2003). A tal riguardo, il 21 Marzo 2002, l’Associaciò de Veïns (AV) e il Comune di Barcellona hanno siglato un accordo, in cui, per ciò che concerne i piani particolareggiati futuri, l’amministrazione locale accorda: la costituzione di Commissiò d’afectats composti da rappresentati dei residenti e della municipalità per garantire un giusto trattamento delle persone interessate dai piani; l’adozione di tutte le misure necessarie a garantire la partecipazione dei cittadini nelle decisioni di pianificazione degli interventi di trasformazione e la realizzazione delle strutture pubbliche programmate. In questa intesa, entrambi le parti hanno rinnovato il loro accordo sull’importanza del piano

22@Barcelona, per Poblenou e l’intera città, e il suo potenziale per la

riattivazione economica dell’area (El Poblenou, 2002).

La firma dell’accordo e, soprattutto, l’approvazione del nuovo PERI Eix-

Lacuna da parte della associazione di quartiere di Poblenou e della FAVB ha

causato una frattura all’interno delle associazioni di quartiere. Circa 80 veïns, direttamente colpiti dal PERI Eix-Lacuna, hanno costituito l’Associaciò

d’Afectats pel 22@14, per denunciare “l’urbanismo aggressivo” imposto dal

governo municipale e richiedere “un maggiore rispetto per le loro case”15. L’Associaciò d’Afectats pel 22@, disapprovando la nuova versione del PERI

Eix-Llacuna, comincia a mettere in discussione l’intero piano del 22@Barcelona.

Opposizione alla nuova versione del PERI e, più in generale, all’intera strategia di riqualificazione proviene anche dal movimento della Coordinadora

contra el 22@, che critica in modo radicale il modello di “sviluppo insostenibile

prospettato per Poblenou dal governo municipale”, contestando inoltre la localizzazione nell’area del 22@ di imprese coinvolte nell’ “industria della guerra” (foto 5.2). Focalizzando l’attenzione sui costi sociali che il piano comporterà in termini di prezzi delle abitazioni crescenti, perdita delle piccole attività commerciali e dissoluzione del tessuto sociale tradizionale del barrio, la

Coordinadora contra el 22@ argomenta che, a causa degli interessi

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Questa associazione è principalmente composta dai proprietari di case e piccole attività commerciali e produttive localizzate in “fronti non consolidati”, di cui è prevista la demolizione.

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speculativi esistenti dietro il processo di trasformazione, il piano

22@Barcelona innescherà un processo di gentrificazione nell’area e la

distruzione del patrimonio storico industriale della Manchester catalana16.

Foto 5.2: Murale contro il progetto 22@Barcelona

Fonte: Coordinadora contra el 22@ on line

Nuove proteste sono, infine, emerse di recente in relazione alla trasformazione di un’area interessata dal PERI Central. Il PERI riguarda la trasformazione di un’area in cui sorge l’antica fabbrica di Can Ricart (foto 5.3), all’interno della quale sono attualmente in funzione 34 imprese (per un totale di circa 240 addetti)17. Anche in questo caso il progetto di trasformazione originale presentato dal Comune di Barcellona è stato parzialmente rivisto dopo le pressanti proteste di un gruppo di vecinos e intellettuali che hanno proposto un piano di trasformazione alternativo, con l’obiettivo principale di salvaguardare maggiormente le strutture dell’antica fabbrica di Can Ricart.

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Coordinadora contra el 22@, on line.

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Al momento in cui è stata condotta l’indagine sul campo (ottobre 2005), la maggior parte di queste imprese, in fitto nella struttura, avevano già siglato un accordo con il promotore immobiliare per lasciare l’antica fabbrica, mentre c’erano due imprese che si opponevano direttamente alla trasformazione. Una delle due aveva presentato un ricorso alla magistratura e l’altra risultava in trattativa con il proprietario per poter rimanere nella struttura un anno in più.

Foto 5.3: La struttura dell’antica fabbrica di Can Ricart