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Conclusioni: un’operazione di trasformazione equilibrata

Capitolo 5. Un processo di riqualificazione urbana equilibrato: il piano

5.6 Conclusioni: un’operazione di trasformazione equilibrata

L’analisi della strategia del piano di riqualificazione del 22@Barcelona dimostra che la promozione di una maggiore efficienza economica e l’accrescimento del benessere sociale non sono obiettivi che si escludono a

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I conflitti e le negoziazioni, verificatesi in occasione delle decisioni di pianificazione, dimostrano che questo diritto alla città spesso non è concesso in modo automatico, ma deve essere conquistato, e richiede una pratica continua per evitarne la perdita.

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Dati tempi lunghi di realizzazione e la complessità del piano di riqualificazione e il fatto che un’ampia parte dei processi di trasformazione devono essere pianificati, ci sono ancora numerose questioni pendenti che devono essere discusse.

vicenda nelle strategie di sviluppo urbano. Sebbene il piano di trasformazione urbana delle vecchie aree industriali di Poblenou – che chiaramente incorpora l’approccio imprenditoriale assunto dagli attori locali nel delineare le politiche urbane – sia focalizzato in larga parte sul potenziamento dell’efficienza economica e della competitività, non ignora le questioni sociali. Le specificità del contesto locale (cultura, tradizioni politiche e società locale) e del sistema di regolazione hanno permesso di raggiungere un equilibrio adeguato tra un approccio market-oriented ed istanze sociali, riflettendo una forma ibrida di “imprenditorialità sociale” nel governo del piano 22@Barcelona.

I prossimi anni ci diranno se la strategia di trasformazione dell’area procederà come pianificato, assicurando quindi una giusta redistribuzione dei benefici del processo di rinnovamento urbano e un’adeguata tutela del tessuto sociale tradizionale di Poblenou. Ciò che è accaduto con il piano di rinnovamento della Vila Olimpica – in cui le promesse della municipalità in termini di creazione di case popolari sono andate disattese a causa delle forti pressioni esercitate dai promotori immobiliari per costruire alloggi da immettere sul mercato – è senza dubbio un giusto motivo di apprensione per i gruppi sociali più vulnerabili maggiormente interessati all’accesso agevolato alla casa. Il 22@Barcelona ha sollevato grandi attese in termini di edilizia residenziale agevolata, strutture pubbliche e spazi verdi. Nel caso in cui tali attese dovessero essere soddisfatte in modo inadeguato, o troppo lentamente, queste potrebbero trasformarsi in sentimenti di disillusione e insoddisfazione tra i veïns di Poblenou.

Ad una prima analisi, il 22@Barcelona risulta coerente e bene integrato con il processo di ristrutturazione fisica e funzionale dell’area metropolitana e con il quadro complessivo delle politiche urbane. Il disegno del piano è in linea con la strategia di riqualificazione urbana di creazione di “Nuove Aree di Centralità”26, attuata dal Comune di Barcellona sin dai primi anni ottanta. Il

22@Barcelona sostiene, inoltre, nuovi processi di sviluppo e diversificazione

dell’economia locale e l’ispessimento delle relazioni tra tessuto produttivo e mondo della ricerca, come indicato nella strategia “Barcellona città della conoscenza” e nel primo Piano Strategico Metropolitano (2003). Infine, il piano

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Nel 1987, il Comune di Barcellona pubblica il documento Árees de Nova Centralitat (ANC), all’interno del quale si individuano 12 Aree di Nuova Centralità ritenute strategiche per lo sviluppo futuro della città (Ajuntament de Barcelona, 1987).

è in sintonia con gli obiettivi delle politiche in campo sociale e culturale, attraverso la promozione di nuova edilizia residenziale agevolata, la creazione di strutture pubbliche e spazi verdi, la tutela e valorizzazione del patrimonio architettonico industriale, con lo scopo di preservare e rafforzare l’identità socio-culturale e l’unicità dell’area.

A cinque anni dall’avvio del processo di trasformazione, però, alcuni dei caratteri innovativi del piano stentano ancora ad affermarsi. In particolare, solo la metà delle nuove localizzazioni imprenditoriali rientrano nella categoria delle attività @ - mettendo in dubbio la capacità del progetto di creare un distretto di funzioni economiche avanzate - e ancora poche risultano le strutture pubbliche e gli alloggi in regime agevolato realizzati. Per quanto riguarda il primo aspetto, è tuttavia necessario evidenziare che una valutazione più attendibile potrà essere effettuata tra qualche anno, allorché arriveranno nuove imprese, le strutture 7@ (centri di ricerca, università, centri per il trasferimento tecnologico e per la formazione, ecc.) avranno cominciato a svolgere la propria funzione e le strategie previsti per ogni “motore” del distretto saranno entrate in una fase operativa. Per quanto concerne la seconda problematica, la lentezza con cui è avanzato il processo di trasformazione fino al 2005, se da un lato, rappresenta una valida garanzia contro rapidi processi di trasformazione di natura speculativa, dall’altro, ha reso più lunga l’attesa relativa alla produzione di nuove strutture pubbliche e alloggi in regime agevolato, la cui realizzazione dipende dalla concessione di una parte del suolo trasformato dai privati al settore pubblico. Questo ha accresciuto la preoccupazione e il malumore dei residenti e sollevato il dubbio sulla possibilità di realizzare un processo di trasformazione urbana equilibrato (che tenga in adeguata considerazione le esigenze relative a spazi e infrastrutture pubbliche), prescindendo da un investimento consistente da parte del settore pubblico. Se si esclude, infatti, la partecipazione del Comune alle spese di ri-urbanizzazione, come avviene in tutte le altre parti della città, la municipalità non contribuisce infatti al processo di riqualificazione urbana, che dipende per intero dall’iniziativa privata, che a sua volta risente dell’andamento del mercato immobiliare, dei cicli economici nazionali e internazionali e delle dinamiche dei settori produttivi avanzati, che la strategia del 22@Barcelona intende attrarre.

In conclusione, le considerazioni avanzate in questo capitolo sono estremamente case specific e, perciò, non possono essere generalizzate ad ampio raggio. L’eterogeneità dei quadri socioeconomici, istituzionali e di policy fanno sì che simili progetti di rinnovamento urbano, realizzati in contesti differenti, affrontino questioni concernenti promozione economica ed equità e coesione sociale in modi differenti. Tuttavia, il caso del 22@Barcelona dimostra che non esiste un trade-off inevitabile tra efficienza economica ed equità nelle politiche di sviluppo urbano. L’evidenza empirica fornitaci dal caso in questione ci racconta che società locale, tradizioni politiche e culturali e sistema di regolazione locale possono svolgere un ruolo fondamentale nel supportarne la loro coesistenza e rafforzamento reciproco.